Siviglia League
Il Siviglia batte il Liverpool e vince la terza Europa League consecutiva, un dato tanto assurdo quanto meritato.
Il Siviglia batte il Liverpool e vince la terza Europa League consecutiva, un dato tanto assurdo quanto meritato.
Nel 2012 Unai Emery ha pubblicato con Juan Carlos Cubeiro (uno dei massimi esperti spagnoli nella gestione della leadership e nello sviluppo del talento) un libro intitolato Mentalidad ganadora. El método Emery (ovvero “Mentalità vincente: il metodo Emery”), in cui il tecnico basco descrive in maniera approfondita la propria filosofia calcistica.
Uno dei capitoli più interessanti ha come titolo: “L’allenatore più efficiente della Liga”, in cui viene presentato lo studio di un professore di economia, Julio del Corral, che provando a calcolare l’efficienza di un allenatore, ovvero i risultati raggiunti in base alle risorse disponibili, incorona Emery come il miglior tecnico del campionato spagnolo. Emery secondo quello studio era l’allenatore più efficiente, quello che aveva raggiunto i risultati migliori in base alla qualità della rosa a sua disposizione. Il basco ai tempi allenava il Valencia e, come spiegato in questo pezzo di Sid Lowe pubblicato sul Guardian, piuttosto ironico quando cita quella parte del libro di Emery, non è che se la passasse molto bene, nonostante i tre terzi posti consecutivi raggiunti.
Contestare il risultato di quello studio 4 anni dopo diventa molto difficile: Emery forse non sarà il miglior allenatore o il più efficiente, nessuno può però eguagliare la sua continuità a livello internazionale. Vincere tre Europa League di fila è un grandissimo traguardo, mai riuscito a nessuno prima di lui nella storia.
Aguzzare l’ingegno
«Mater artium necessitas», recita un proverbio latino che in italiano ha perso parte del significato originale venendo tradotto in: «La necessità aguzza l’ingegno». La capacità di adattamento e di sviluppo del talento a disposizione sono qualità affinate nel tempo da Emery, in particolare a Siviglia, dovendo confrontarsi con rose molto diverse da un anno all’altro. Rispetto alla finale dello scorso anno, Emery ha cambiato 7 titolari ed è una bella coincidenza che a segnare i gol decisivi siano stati due giocatori che a Varsavia erano partiti dalla panchina, Gameiro e Coke.
Emery ha dovuto preparare una partita diversa rispetto alla finale con il Dnipro, e non solo perché nel frattempo la formazione titolare è stata stravolta. Il Siviglia affrontava gli ucraini con il ruolo della favorita cui spettava il compito di fare la partita, mentre quest’anno avrebbe potuto lasciare la palla al Liverpool, la squadra con maggior talento in campo.
Il focus poteva così essere spostato su come ridurre al minimo i tempi della fase di possesso del Liverpool, scomponendo la partita in una serie di azioni brevi da giocare al massimo dell’intensità (a fine partita il Siviglia avrà corso quasi 3,5 km in più del Liverpool) e in cui far valere il dominio fisico dei due mediani, N’Zonzi e Krychowiak, e il dinamismo delle ali, Vitolo e Coke, e di Gameiro.
Dominio strategico
I primi dieci minuti sono dominati dalla strategia del Siviglia. La palla viene lanciata da un lato all’altro del campo: da una parte, quella andalusa, per la precisa volontà di giocare sulle spizzate di testa di N’Zonzi (migliore in campo per duelli aerei vinti, 8) e sulla conquista delle respinte della difesa; dall’altra, quella del Liverpool, per l’incapacità nell’aggirare il primo pressing e l’immediato tentativo di riconquista del possesso degli avversari.
Il Siviglia ha cercato di continuo N’Zonzi, organizzandosi per giocare sulla sua sponda e intercettare immediatamente l’eventuale respinta della difesa del Liverpool.
Emery è solito adattare il pressing della sua squadra all’avversario affrontato e contro il Liverpool si è notato un deciso orientamento sull’uomo. Il pressing si attivava nel momento in cui determinati giocatori entravano in possesso del pallone, mentre ad altri veniva lasciata maggiore libertà. In particolare la prima linea del Siviglia (di solito composta da Gameiro e Banega, anche se Vitolo poteva aggiungersi) si occupava di pressare Emre Can (che si abbassava in mezzo ai difensori centrali per impostare l’azione) e Lovren, mentre a Touré veniva concesso spazio per avanzare. Vitolo, nel caso in cui non fosse uscito su Lovren, non seguiva Clyne, ma si preoccupava piuttosto di schermare Milner, a sua volta seguito alle spalle da Krychowiak. Emery aveva insomma individuato in maniera chiara i giocatori più importanti per il Liverpool nella costruzione della manovra e su quelli ha orientato il pressing della sua squadra, cercando di forzarne l’errore e costringendoli a lanciare lungo.
La pressione di Banega non è eccezionale in questo caso, ma basta per forzare l’errore di Lovren.
Adattarsi e prendere il controllo
Il Liverpool ha cercato di sfruttare a proprio vantaggio il contesto tattico imposto dal Siviglia. Se sul proprio lato sinistro le marcature di Coke su Moreno e di Mariano su Coutinho annullavano il vantaggio concesso a Touré e impedivano ai “Reds” di risalire il campo in maniera fluida, sul proprio lato destro la squadra di Klopp poteva sfruttare gli spazi lasciati dal Siviglia per affondare in maniera pericolosa. Il Liverpool avrebbe avuto l’occasione di passare in vantaggio dopo 11 minuti se l’arbitro Eriksson avesse fischiato un rigore abbastanza clamoroso.
C’è N’Zonzi al posto di Vitolo sulla fascia, ma la sostanza non cambia. La posizione larga di Clyne tiene occupato il mediano francese, Escudero segue a uomo Lallana, creando lo spazio per l’inserimento di Firmino.
Pur rischiando di passare in svantaggio, è il Siviglia a controllare la partita nei primi 20 minuti. L’incapacità di costruire l’azione palla a terra influenza negativamente anche i tentativi di riconquista del Liverpool. Sui lanci lunghi da dietro la squadra è semplicemente troppo lunga per accorciare il campo e aggredire immediatamente il Siviglia. Anche il primo pressing non è particolarmente aggressivo e fa leva sulla scarsa fluidità della circolazione bassa degli andalusi.
La squadra di Emery ha un set vario di movimenti a inizio azione, ma generalmente uno dei due mediani si abbassa sulla linea dei difensori centrali (in mezzo o al loro fianco), mentre l’altro si muove per lasciare spazio a Banega, di fatto l’unico giocatore in grado di innescare la manovra offensiva. Il movimento dell’argentino viene seguito dalla seconda linea del Liverpool, composta da Coutinho, Milner e Lallana, ma spesso basta la pressione di Firmino o Sturridge (i giocatori incaricati di dare il via al pressing) per portare i difensori del Siviglia a lanciare lungo o a cambiare gioco, situazioni gestibili con maggiore facilità dalla difesa del Liverpool.
Le due linee di pressing dei “Reds” e i movimenti opposti di Krychowiak e N’Zonzi per lasciare spazio a Banega. Rami, però, lancerà lungo pressato da Firmino.
La partita cambia quando il Liverpool riesce finalmente a giocare fasi prolungate di possesso palla, il che permette alla squadra di Klopp di alzare il baricentro e tenere meglio il campo. In particolare il movimento ad abbassarsi sul centro-destra di Milner, non seguito né da Vitolo né da Krychowiak, permette ai “Reds” una gestione più sicura del primo possesso e la possibilità di risalire il campo con più calma.
La supremazia degli inglesi si traduce presto nel vantaggio, arrivato paradossalmente su una seconda palla conquistata da Firmino, dopo che ancora una volta il Siviglia era riuscito a forzare il lancio lungo di Lovren.
E
Ok, i mediani del Siviglia sono fuori posizione e Mariano gli concede troppo spazio, ma cosa si inventa Sturridge?
Il Liverpool a quel punto sembra controllare la gara: la posizione larga dei due terzini (Clyne più di Moreno) consente di avere una via d’uscita quando il Siviglia prova a schiacciare i “Reds” su un lato, spostando praticamente tutta la squadra su una fascia; i quattro davanti (Coutinho, Firmino, Lallana e Sturridge) trovano tempo e spazio per dialogare e anche il pressing si fa più aggressivo, consentendo al Liverpool di recuperare palla più in alto di quanto fatto in precedenza. I “Reds” riescono a creare diverse volte i presupposti per il 2-0 (a Lovren viene annullato un gol, Krychowiak tocca di mano in area, ma ancora una volta Eriksson non fischia il rigore, Lallana ha una buona occasione, ma il suo tiro viene respinto e Sturridge non riesce ad arrivare su un cross pericoloso di Clyne), ma non concretizzano. La squadra di Emery riesce a resistere al momento migliore dell’avversario, che anche fisicamente sembrava aver preso il sopravvento.
Ribaltare la situazione
Il Siviglia, la cui produzione offensiva fino a quel momento era legata ai lanci lunghi e alla massimizzazione di ogni situazione di palla inattiva (non solo calci d’angolo, ma anche rimesse laterali e calci di punizione a centrocampo) e aveva creato pericoli solo con una rovesciata di Gameiro sugli sviluppi di un corner, si trasforma nel secondo tempo.
La squadra di Emery trova immediatamente il pareggio, sfruttando i limiti della fase difensiva del Liverpool. Basta un semplice cambio di gioco dopo aver provato a sovraccaricare il proprio lato sinistro, infatti, per trovare scoperti i “Reds”.
Coutinho non dà supporto a Moreno e sul successivo colpo di testa dello spagnolo Mariano può facilmente controllare il pallone e partire palla al piede. Gameiro poi mette in evidenza le difficoltà in marcatura di Lovren, liberandosi alle sue spalle. Tutta la linea difensiva del Liverpool è posizionata in avanti rispetto al pallone.
L’azione conferma una delle caratteristiche del Siviglia, che non crea molto, ma riesce sempre a mettere i propri attaccanti nelle condizioni di tirare in porta da buona posizione almeno una volta a partita. Gameiro ha segnato con l’ottavo tiro da dentro l’area piccola in questa Europa League. Nessuno ha tirato da quella posizione più di lui, nonostante il francese abbia giocato solo 9 partite.
Il Siviglia torna in controllo della partita, accettando di abbassare il baricentro pur di rientrare nella propria comfort zone, in cui può giocare lungo, dominare le seconde palle e cercare immediatamente la profondità con Gameiro. Nelle fasi di possesso consolidato del Liverpool, Banega si abbassa a formare un ulteriore schermo (e per essere subito pronto a rilanciare l’azione) vicino a N’Zonzi e Krychowiak o andando a sostituirsi a Vitolo sull’esterno quando lo spagnolo è fuori posizione: in questo modo anche Escudero può mantenere una posizione più accentrata e vicina ai centrali difensivi e gli andalusi intasano ogni spazio, allontanando il Liverpool dalla propria area di rigore.
I “Reds” non riescono a trovare le giuste contromisure e quando il Siviglia si alza per pressarli torna a lanciare lungo con troppa frequenza. I movimenti degli andalusi sono più ordinati: N’Zonzi è il solo della coppia di mediani a uscire dalla linea per seguire Milner, lasciando Krychowiak a protezione della difesa per evitare di ripetere l’errore che ha portato al gol di Sturridge.
Anche nel pressing il Liverpool torna all’atteggiamento più prudente di inizio partita: al Siviglia viene lasciata una certa libertà nell’impostazione dal basso. A differenza del primo tempo, però, gli andalusi riescono a sfruttarla e passano in vantaggio.
Per una volta la circolazione dal basso è fluida senza coinvolgere Banega. Ci pensa Vitolo a portare il pallone nella metà campo del Liverpool.
Incapace di reagire, il Liverpool regala il 3-1 dopo aver perso palla in una situazione piuttosto semplice da gestire.
Lovren ha spazio per avanzare e attirare Banega, Can ha tempo e spazio per controllare il passaggio. Invece sbaglia, Coke recupera il pallone e va a concludere la ripartenza sfruttando una serie di rimpalli.
Klopp allora prova a evocare l’epica di una rimonta in classico “stile Liverpool”, cambia modulo un paio di volte (si vedono il rombo a centrocampo e una difesa a 3 fantasiosa dopo l’ingresso di Benteke per Touré) senza successo, arrendendosi alla quinta sconfitta consecutiva in una finale.
Godersi il momento
Prima di vincere l’Europa League dello scorso anno, Emery ha dichiarato: «Spesso la gente vuole godersi ciò che viene dopo. Io dico: godiamoci il presente». Una frase ancora più attuale dopo il terzo trionfo consecutivo. Ci si può ripetere per quattro anni di fila? Quanto a lungo si riuscirà a trattenere Emery e i giocatori più forti? Banega, splendido per il modo in cui è in grado di fermare il tempo, danzare in mezzo a tre giocatori e aprire il gioco, è in pratica già un giocatore dell’Inter e c’è da scommettere che non sarà l’unico addio. Il Siviglia ripartirà come ha sempre fatto negli ultimi anni, ma forse mai come stavolta si prova davvero maggiore piacere nel godersi il presente piuttosto che nell’immaginare il futuro. Quanto fatto nell’ultimo triennio resterà comunque nella storia (prima del Siviglia, solo Real Madrid, Ajax e Bayern Monaco erano riusciti a vincere una competizione europea – la Coppa dei Campioni – per tre anni consecutivi)
La finale è stata invece una buona metafora della stagione del Liverpool, migliorato dall’arrivo di Klopp, ma incapace di fare il salto di qualità. Al buon primo tempo è seguita una ripresa disastrosa, in cui i “Reds” non sono mai riusciti a reagire, né tatticamente né a livello psicologico. Il tecnico tedesco avrà il tempo di rifarsi l’anno prossimo, fuori dalle coppe europee, ma con la possibilità di sviluppare quanto fatto finora, migliorandosi ancora per riportare il Liverpool ai vertici del calcio inglese. Non può essere una partita, per quanto dolorosa, a disperdere il credito guadagnato nel tempo.
Federico Aquè ha collaborato con Sprint&Sport, Datasport e Sportmediaset.
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