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Flavio Fusi
Amara Siviglia
09 dic 2015
09 dic 2015
La Juventus inciampa nell'ultima giornata dei gironi di Champions League e sceglie il percorso più complicato per andare avanti in Europa.
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Flavio Fusi
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Per la Juventus la trasferta del Sánchez-Pijzuán di Siviglia era l’ultimo passo verso la conquista del primato nel gruppo D ai danni del Manchester City: i bianconeri avevano a disposizione due risultati su tre e si sarebbero potuti permettere persino il lusso di una sconfitta, se il Manchester City non avesse vinto contro i tedeschi del Borussia Mönchengladbach.

 

Invece, l’amaro gol dell’ex Llorente e il contemporaneo 4-2 dell’Etihad Stadium hanno relegato la Juventus al secondo posto del girone, vanificando le due vittorie contro i mancuniani, e adesso alla squadra di Allegri spetterà un sorteggio ben più complicato del previsto.

 

Il Siviglia era già eliminato dalla competizione, ma vincendo aveva ancora la possibilità di qualificarsi all’Europa League come terzo nel girone se, come è poi effettivamente accaduto, il Borussia Mönchengladbach di Schubert fosse caduto a Manchester.

 

Unai Emery ha dovuto rinunciare al portiere titolare Beto e ai centrali Carriço, Pareja e Andreolli, oltre che al nuovo acquisto Kakuta. Sergio Rico ha quindi preso posto tra i pali della porta andalusa, difeso da una linea a quattro formata da destra a sinistra, da Coke, Rami, Kolodziejczak e Trémoulinas, recuperato in extremis da un infortunio al piede. Il polacco Krychowiak e il francese N’Zonzi hanno composto il duo di pivote del 4-2-3-1 di Emery, con Banega vertice alto. Konoplyanka ha giocato sulla corsia di sinistra con Vitolo a destra, mentre Llorente ha ricoperto il ruolo di unica punta.

 

Allegri aveva una lunga lista di indisponibili: oltre ai lungodegenti Lemina, Pereyra, Cáceres e Khedira, anche Evra era rimasto a Torino per un fastidio al ginocchio, così come Mandzukic, fermato dall’influenza. Hernanes, oltre all’infortunio alla coscia, aveva da scontare la squalifica dopo l’espulsione col Borussia Mönchengladbach, mentre Asamoah e Padoin non erano stati inclusi in lista UEFA a settembre.

 

Per il tecnico livornese il 3-5-2 è stato perciò una scelta obbligata. Buffon tra i pali, con Barzagli, Bonucci e Chiellini a comporre la linea difensiva a tre. Quintetto di centrocampo con Marchisio davanti alla difesa, Lichtsteiner e Alex Sandro sulle corsie e Sturaro e Pogba mezzali. In avanti l’insostituibile Dybala assieme a Morata, al ritorno da titolare dopo la recente serie di esclusioni.

 

Il Siviglia non poteva far altro che vincere, tra le due squadre era quella chiamata a fare la partita e a proporre un atteggiamento maggiormente aggressivo. Nonostante ciò, gli andalusi non si sono discostati particolarmente dal loro tipico canovaccio tattico, costruito su una ordinata difesa della propria area di rigore e veloci contropiedi. Il Siviglia pressava alto solo quando il pallone passava dai piedi di Buffon: Emery sapeva perfettamente che la Juventus non rinuncia praticamente mai a far ripartire il gioco da un pallone corto del proprio portiere e ha cercato di trarre vantaggio da questa situazione.

 


Buffon ha la palla tra i piedi e il Siviglia si alza in pressing. Konoplyanka e Vitolo si uniscono a Llorente, ponendosi all'interno del campo in modo da forzare il pallone su Barzagli, molto largo sulla destra. Anche Banega, fuori inquadratura, si posiziona su Marchisio. Barzagli sarà imbottigliato sulla corsia dall’angolo di corsa scelto dall’esterno ucraino: ne risulterà un pallone messo in fallo laterale.



 

In ogni caso, se si escludono alcune situazioni episodiche, il pressing del Siviglia non ha causato particolari problemi alla Juventus, sia per la prudenza degli andalusi, sempre pronti a ripiegare in posizione, sia per le qualità tecniche, la compostezza e l’abilità nel resistere al pressing di Buffon e dei difensori bianconeri.

 

Tra l’altro, con la difesa di Emery costretta ad alzarsi per non lasciare varchi alle spalle delle prime due linee di pressione del Siviglia, Rami e Kolodziejczak si trovavano con una notevole porzione di campo da coprire alle proprie spalle, non esattamente un compito semplice contro due giocatori veloci e abili in contropiede come Dybala e Morata.

 


Il Siviglia pressa la Juventus lungo la fascia destra, ma Lichtsteiner trova il tempo necessario per lanciare in profondità Morata. Lo spagnolo brucia Rami, ma poi tenta un dribbling di troppo e non riesce a concretizzare una potenziale grande opportunità. Purtroppo sarà solo la prima della serata negativa del canterano del Real Madrid.



 

Considerato il trade-off tra costi e benefici prospettato dai primi dieci minuti di pressing alto sulla costruzione del portiere, Emery ha poi raccomandato maggiore prudenza ai suoi, come confermato da un basso dato di altezza media del recupero palla (33,2 m). La Juventus ha fatto registrare un dato simile (33,5 m) pur pressando con più continuità rispetto ai padroni di casa, con un pressing che vedeva Dybala e Morata alzarsi sulla stessa linea di fronte al portatore di palla in modo da negare l’accesso al centro del campo alla

del Siviglia e costringerlo ad allargare la manovra. A quel punto toccava alla mezzala dal lato della palla (Sturaro oppure Pogba) proporsi in pressione, e forzare un’azione piuttosto che tentare un effettivo recupero (si spiega così il dato basso sull’atteggiamento di recupero palla).

 


Il Siviglia costruisce il gioco con Krychowiak che si abbassa in mezzo ai centrali Rami e Kolodziejczak. Morata e Dybala forzano la palla laterale su Kolodziejczak, su cui si alza immediatamente Sturaro. Contemporaneamente Marchisio segue il suo uomo, Banega, che si abbassa, mentre Lichtsteiner si alza su Trémoulinas. Il centrale francese riesce a cambiare gioco sul connazionale Rami, a sua volta costretto a retrocedere su Rico, che calcerà lungo regalando palla agli avversari.



 

Il pressing della Juventus, pur effettuato spesso in inferiorità numerica, era sufficiente a rendere la costruzione del Siviglia lenta e farraginosa, anche grazie alle caratteristiche dei difensori andalusi. Così, oltre a Krychowiak, spesso anche uno tra N’Zonzi e soprattutto Banega (trequartista sulla carta, ma in realtà regista a tutto campo: è stato il giocatore che ha giocato più palloni durante il match, 84) si abbassava tra i centrali, dispensandoli da un ruolo di primo piano nello sviluppo del gioco.

 


L’heatmap di Éver Banega dimostra come l’argentino abbia agito da trequartista puro solo sulla carta, prodigandosi in un ruolo ben più dinamico e a tutto campo.



 

Ciò permetteva un’uscita del pallone dalla difesa più sicura e pulita, ma ne dilatava ulteriormente i tempi, perché sottraeva uomini alle zone più avanzate del campo. In questo scenario tattico, Llorente sarebbe rimasto isolato centralmente ed era quindi Vitolo a posizionarsi nella posizione da centrocampista offensivo centrale lasciata vacante da Banega, che a sua volta, per uscire dall'inferiorità contro i centrocampisti della Juventus e trovare un po' di spazio, tendeva ad allargarsi su entrambe le fasce.

 


Sia N’Zonzi che Krychowiak si sono abbassati in mezzo ai centrali, mentre Banega si è allargato sulla sinistra per cercare di ricevere palla. Vitolo ne prende il posto sulla trequarti, ma l’uscita è lenta e non ci sono opzioni di passaggio centrale.



 

Con il centro svuotato dai suoi occupanti, il Siviglia attaccava lungo le corsie, soprattutto dalla sinistra, che rispetto a quella opposta poteva contare stabilmente sulla catena Konoplyanka-Trémoulinas, autore da solo della metà dei cross del Siviglia (10 su 20). Il terzino francese è stato ben più esuberante del collega di destra, Coke (poi dirottato al centro della difesa al momento dell’ingresso di Mariano), tanto che Lichtsteiner gli ha spesso dovuto dedicare una marcatura a uomo, risultando di conseguenza meno efficace in fase offensiva di Alex Sandro.

 


Con il pallone sul centro-sinistra, Lichtsteiner si sgancia dal blocco difensivo juventino per prendere in consegna un arrembante Trémoulinas.



 

Anche la Juventus ha spesso sfruttato le bande laterali nello sviluppo dei suoi attacchi, con Alex Sandro (5 occasioni create, 3 dribbling positivi e 2 cross) sempre più inserito nei meccanismi tattici di Allegri, pericoloso sia arrivando sul fondo per crossare che convergendo verso l’area di rigore per combinare con i compagni o cercare un incursione in dribbling.

 

Rispetto a Mandzukic, Morata è stato meno riferimento offensivo e più mobile, come è nelle sue corde, creando interessanti dinamiche tattiche con Dybala, che ha ormai assimilato in maniera ottimale i movimenti della seconda punta. Ad esempio, su palla laterale, l’argentino si posizionava sulla trequarti, mentre lo spagnolo e la mezzala sul lato debole attaccavano la profondità costringendo il blocco difensivo del Siviglia a schiacciarsi verso la porta. Questo meccanismo lasciava ai fluidificanti bianconeri sia l’opzione del cross, sia quella dello scarico a rimorchio per Dybala, a cui veniva inevitabilmente lasciato spazio davanti alle compatte linee andaluse.

 


Alex Sandro dribbla verso l’interno e serve Dybala in posizione di trequartista. Il Siviglia difende con un elevato livello di compattezza ed è costretto a indietreggiare per fronteggiare l’attacco della profondità di Sturaro e Morata, concedendo spazio sulla trequarti al numero 21 bianconero sin dalle battute iniziali. In questa occasione il controllo di Dybala sarà mal eseguito, ma situazioni di questo tipo saranno una costante del match.



 

I due si sono resi pericolosi anche compiendo movimenti simili (contemporaneo attacco della profondità o simultaneo movimento incontro al portatore, con le mezzali ad attaccare l’area di rigore) quando il pallone veniva lanciato dalla difesa: due delle più grandi occasioni create dalla squadra di Allegri sono nate proprio da situazioni di questo tipo, compreso l’incredibile errore di Morata al venticinquesimo minuto di gioco.

 


Morata si abbassa molto a ricevere il pallone proveniente dalla difesa e fa la sponda per l’argentino. Dybala esegue un perfetto controllo orientato con l’esterno del piede e calcia: il suo sinistro sibila a lato della porta di Rico.



 


Bonucci lancia alle spalle della difesa del Siviglia in direzione di Dybala, che attacca la profondità come il compagno Morata. L’argentino compie una perfetta sponda aerea per il compagno, che calcia clamorosamente a lato dall’interno dell’area piccola.



 

I bianconeri, traditi dall’imprecisione del proprio centravanti e dalla sfortuna (la traversa di Dybala nel finale, bravo ancora una volta a liberarsi sulla trequarti con palla laterale) hanno visto l’inerzia del match e il primato del girone sfilare dalle proprie mani intorno al quarto d’ora della ripresa, quando il cronometro ha costretto il Siviglia ad attaccare in forze e con più convinzione, costringendo la Juve a difendere il pareggio.

 

La squadra di Emery ha trovato il vantaggio sugli sviluppi di un calcio d’angolo, in cui Llorente è stato bravo a prendere posizione su Barzagli con tutta la sua fisicità e ha colpito la palla con la tempia rendendola imparabile per Buffon.

 

La reazione degli uomini di Allegri è stata confusa e mal organizzata, con il tecnico livornese impossibilitato a dare la svolta dalla panchina se si esclude la carta Cuadrado, il cui ingresso è stato ritardato fino a un quarto dalla fine, probabilmente per mancanza di alternative in caso di cambio forzato, visto che oltre al colombiano la panchina era composta dal portiere Neto, dal centrale Rugani e dai giovani Vitale, Pelini e Morselli.

 


L’anarchia tattica del finale, causata anche dalle cattive notizie che giungevano da Manchester. Morata frustrato dall’assenza di spazi centrali assume un atteggiamento sempre più centrifugo, mentre Pogba fa quasi il centravanti, andando a sbattere sul muro del Siviglia.



 

Il colombiano, come Morata accantonato da Allegri nelle ultime partite, ha avuto un impatto concreto sulla partita, creando ben 4 occasioni negli appena 14 minuti più recupero giocati, tra cui la seconda “occasionissima” della partita per Morata. Come all’andata, Cuadrado è stato una minaccia per la difesa del Siviglia quando veniva isolato in situazioni di uno contro uno, oppure quando, catalizzando l’attenzione dei difensori avversari, apriva spazio ai movimenti dei compagni.

 

Stavolta l’atteggiamento bastone e carota a cui Allegri ha abituato alcuni elementi della rosa sin dalla scorsa stagione non ha dato i frutti sperati: da un lato Morata, che sarebbe probabilmente rimasto per l’ennesima volta a bordo campo se Mandzukic non fosse stato colpito dall’influenza, ha fallito due occasioni da gol clamorose, figlie di un’evidente mancanza di sicurezza nei propri mezzi, probabilmente minata dalle ripetute esclusioni.

 

https://twitter.com/MC_of_A/status/674354463944130560

La mappa degli expected goals della partita. Evidente il peso delle due chance di Morata.



 

Dall’altro, Cuadrado, giocatore non particolarmente associativo, è stato messo da parte dal rientro di Lichtsteiner, pur possedendo qualità rare, forse uniche nella rosa della Juventus. Alla luce dell’impatto avuto anche nella

, in cui l’asse Pogba-Cuadrado si era rivelato fondamentale nel far muovere la zona di Emery, minandone con costanza la stabilità, Allegri avrebbe potuto forse prendersi qualche rischio in più.

 

Tutto sommato la Juventus ha giocato una gara discreta e avrebbe costruito abbastanza per, quantomeno, pareggiare. Purtroppo si è concretizzato il peggiore scenario possibile e i bianconeri dovranno ora sperare nella benevolenza dell’urna di Nyon, affinché non gli metta di fronte avversari come Bayern Monaco, Barcellona o Real Madrid e il loro cammino europeo prosegua con una tappa più agile.

 
 



 
 

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