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Christopher Robert Holter
Il sistema Ajax è in crisi
25 set 2023
25 set 2023
Un'altra pesante sconfitta col Feyenoord ha fatto esplodere tutti i problemi del club di Amsterdam.
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Christopher Robert Holter
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IMAGO / ANP
(foto) IMAGO / ANP
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Il cosiddetto Klassieker, ovvero il classico del calcio olandese, è molto di più di una sfida tra le due squadre più importanti dei Paesi Bassi, cioè l’Ajax di Amsterdam e il Feyenoord di Rotterdam. In palio non c’è solo una partita, ma anche l’affermazione di una città sull’altra, di un’idea di calcio sull’altra. È una rivalità vecchia quasi quanto il campionato olandese e che storicamente vede un sostanziale squilibrio di forze verso la capitale. Negli ultimi anni, però, le cose stanno cambiando. Forse l'episodio chiave di questo riequilibrio è avvenuto lo scorso 19 marzo, a pochi minuti dal fischio finale di quello che si è rivelato essere il principale turning point dell’edizione 2022/23 dell’Eredivisie. Mi riferisco alla spizzata del difensore del Feyenoord, Lutsharel Geertruida, che ha ammutolito i 54mila spettatori della Johan Cruijff Arena, inermi di fronte al gol del 2-3 che spezzava l’equilibrio della gara contro l’Ajax, valendo, di fatto, l’allungo in classifica decisivo per la squadra di Rotterdam. La squadra di Arne Slot si laureerà Landskampioen poche settimane dopo.

Lo smacco per l'Ajax e i suoi tifosi è stato enorme, considerando che la squadra ha poi concluso il campionato al terzo posto, distanziata di ben 13 punti proprio dal Feyenoord e di 6 punti dal PSV. Un piazzamento che non è bastato per accedere al tabellone della Champions League dopo quattordici partecipazioni consecutive.L’occasione per i tifosi ajacidi di vendicare quella sconfitta è arrivata ieri pomeriggio. Il tabellone della sesta giornata di campionato ha messo davanti nuovamente l’Ajax e il Feyenoord. Un momento perfetto per dimostrare di essere in grado di reagire ad una delle peggiori partenze di sempre della storia del club. In 4 partite giocate (la gara della terza giornata, contro il Volendam, è stata rinviata per permettere all’Ajax di preparare al meglio i playoff di Europa League), la squadra ha totalizzato soli 5 punti, vincendo solo contro l'Heracles a metà agosto e posizionandosi momentaneamente a sole due lunghezze dalla zona retrocessione. Si tratta del peggior inizio di campionato dal 1965, anno in cui la squadra di Amsterdam, con il giovane Rinus Michels come allenatore, ha sfiorato la retrocessione.Anziché rappresentare una svolta nella stagione, però, la partita di ieri potrebbe essere un punto di non ritorno, definendo i tratti di uno scenario che neanche il più pessimista dei tifosi dell’Ajax avrebbe potuto immaginare. Al 37' sul tabellone della Johan Cruijff ArenA, infatti, appariva impietoso il risultato parziale di 0-3. È la metaforica goccia che fa traboccare il vaso ricolmo di frustrazione dei tifosi dell'Ajax. In campo arrivano dei fumogeni e alcuni bicchieri di birra, che costringono l'arbitro Serdar Gözübüyük a mandare tutti a ripararsi negli spogliatoi. Qualcuno inizia a lasciare lo stadio, mentre sul campo esplodono alcune bombe carta e dagli spalti continua il lancio di bengala e si intensifica la cortina di fumogeni. L'intervallo non serve per sedare la furia dei tifosi dell'Ajax, che invece monta furiosamente, costringendo il direttore di gara a interrompere definitivamente la gara.La partita che doveva essere solo un altro capitolo nella rivalità calcistica tra i due club, da giocarsi durante uno dei periodi più bui della storia ajacide, ha scatenato una serie di eventi che sembrano essere sfuggiti di mano in modo talmente repentino da dimostrare che nella crisi dell’Ajax vi è qualcosa di più profondo e che ora rischia di mandare completamente nel caos la società più vincente della storia dei calcio dei Paesi Bassi.In televisione scorrono le immagini degli atti di vandalismo all'interno dello stadio, e degli scontri tra le forze dell'ordine in tenuta antisommossa e la F-Side, la frangia più estrema dei tifosi dell’Ajax che si raduna all'interno della tribuna Vak 410. Nel frattempo arriva la prima mossa della dirigenza ajacide: si tratta dell’esonero del direttore sportivo, il tedesco Sven Mislintat, visto come il principale responsabile della crisi di risultati. La scelta di nominare Mislintat, ex responsabile dello scouting di Borussia Dortmund e Arsenal, oltre che Direttore Sportivo dello Stoccarda, aveva destato più di qualche perplessità, soprattutto tra i nostalgici dell’idea di un club che ruota intorno al suo vivaio pensata da Johan Cruijff. Un fallimento annunciato secondo qualcuno, forse sbigottito per l’evidente scelta di rottura con il passato. È vero che Mislintat era davanti a una sfida difficile. Senza i soldi della Champions e con un taglio drastico delle spese per il calciomercato, la strada di affidarsi alle intuizioni e alla rete di scout che fa capo al suo DS, dandogli pieni poteri nella riorganizzazione della rosa, sembrava sensata. I risultati di questa riorganizzazione, però, per adesso sono stati disastrosi. Mislintat è sembrato voler ricostruire da zero la squadra bella e vincente che aveva costruito negli ultimi anni ten Hag. Certo, non è la prima volta che l'Ajax trae profitto da molte cessioni eccellenti. In questo caso, le partenze dei soli Mohammed Kudus, Edson Álvarez (entrambi al West Ham) e Jurrien Timber, che ha firmato con l’Arsenal, hanno portato circa 120 milioni di euro nelle casse del club di Amsterdam. Oltre a queste cessioni, giustificate da offerte che era difficile rifiutare, ne sono però arrivate anche altre, che forse sono andate a minare gli equilibri fragili su cui si poggiava una squadra come l'Ajax. L’ultimo a lasciare è stato Davy Klaassen, aumentando un vuoto in termini di leadership venutosi a creare dopo la partenza di Dusan Tadic, che con la fascia da capitano al braccio in cinque stagioni ha giocato 241 partite, segnando 105 gol e servendo 112 assist, sfiorando la finale di Champions League. Il serbo non è andato via per caso ma ha risolto il suo contratto con il club proprio per le divergenti vedute con la nuova dirigenza sugli acquisti fatti in estate e sul ridimensionamento generale del livello tecnico della squadra. C'è da dire che gli arrivi sono stati diversi. Nelle settimane che hanno preceduto la chiusura delle trattative di calciomercato, Mislintat ha portato avanti una campagna acquisti che sembrava non fermarsi mai. Negli spogliatoi sono comparsi dodici volti nuovi, tra cui il nazionale croato Josip Sutalo; il talento di proprietà del Manchester City, Carlos Forbs; e l’ex Roma, Benjamin Tahirovic. A qualcuno questa profusione di energie e soldi sui nuovi acquisti ha ricordato la sfilza di acquisti flop avvenuti tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila, quando l’Ajax spese 170 milioni di euro per vincere solo quattro campionati in dieci anni, ma forse è un'interpretazione troppo forzata. Alla fine siamo solo agli inizi della nuova gestione e, con una squadra totalmente da riprogrammare, Mislintat chiede fiducia e, soprattutto, tempo.Chiede tempo anche il nuovo allenatore. Silurato Heitinga, in estate la panchina è stata affidata a Maurice Steijn, alla sua prima esperienza in un grande club, dopo aver portato, nel giro di un anno, lo Sparta Rotterdam dal fondo della classifica a giocare gli spareggi per entrare in Conference League. Un picco raggiunto dopo una carriera lunga e strana, per un allenatore che comunque ha già superato i 50 anni. Steijn ha fatto tutta la trafila per diventare allenatore della prima squadra dell’ADO Den Haag, poi cinque stagioni alla guida del VVV-Venlo, pochi mesi negli Emirati Arabi, alla guida dell’Al-Wahda. Infine un quinto posto in Eerste Divisie - la seconda serie olandese - con il NAC Breda.Durante il periodo di ambientamento ad Amsterdam, Steijn ha dimostrato di non avere idee molto chiare. Finora sono scesi in campo ben 25 giocatori diversi, un record: mai prima d'ora un club dell'Eredivisie aveva utilizzato così tanti giocatori nelle prime quattro partite della stagione. Diversi esperimenti, tecnici e tattici, mentre appare evidente l’assenza di un leader in campo, se si escludono i soli Bergwijn e Berghuis. I risultati, per ora, non gli hanno dato ragione. L'Ajax è attualmente al tredicesimo posto in Eredivisie e rischia, domenica prossima, di essere superato dall'RKC Waalwijk. Ma oltre ai semplici risultati, è stato anche l'atteggiamento di Steijn a indispettire i più orgogliosi tra i tifosi dell'Ajax. Alla vigilia della sfida con il Feyenoord, mentre il pubblico di casa caricava la squadra durante l’ultimo allenamento, l'allenatore olandese ha spiazzato tutti: «Cercheremo di battere il Feyenoord, ma mi piace essere realista. Potremmo incontrare qualche difficoltà e non escludo di doverci accontentare di un pareggio». Anche a leggere l’undici iniziale scelto per la partita qualche sopracciglio deve essersi alzato. Gorter; Gaaei, Sutalo, Hato, Sosa; Vos, Van den Boomen, Taylor; Berghuis, Brobbey, Carlos Forbs. Per sfidare i campioni d'Olanda sono stati scelti quasi tutti debuttanti assoluti, o quasi, lasciando in panchina uno dei calciatori di maggior talento, Steven Bergwjin. Il campo ha immediatamente riflesso quella che da fuori sembra a tutti gli effetti una situazione di caos. In meno di 40 minuti, Santiago Giménez e soci hanno letteralmente fatto a pezzi gli avversari. L’argentino ha sbloccato il risultato al 9’ con un gol da centravanti vecchio stampo, il quattordicesimo nelle sue ultime 15 partite di Eredivisie. Neanche dieci minuti dopo, l’attaccante di Buenos Aires ha raddoppiato, dando il via alle prime intemperanze dei sostenitori dell’Ajax e sgretolando ogni convinzione nei calciatori della squadra di casa, apparsi già alle corde. Il terzo gol, quello segnato da Igor Paixao al 37’, è frutto di un contropiede che nasce da un calcio d'angolo a favore dell’Ajax, già sbilanciato per cercare di riaprire la partita. Solo un'altra volta nella storia dell’Eredivisie il Feyenoord era riuscito ad andare in vantaggio di tre gol contro l'Ajax prima del 37': era l'11 novembre del 1956 e, al De Kuip di Rotterdam, Cor van der Gijp stava aprendo la strada al 7-3 finale.

Come detto, il risultato di ieri non è casuale e lascerà macerie che potrebbero andare addirittura oltre l'esonero del DS. Dopo il recente scandalo che ha coinvolto Marc Overmars che ha determinato un primo terremoto in un assetto societario che sembrava essersi assestato dopo anni di faide interne, sono emerse nuove informazioni che hanno messo in cattiva luce la dirigenza biancorossa. Il motivo dell’esonero di Mislintat, infatti, potrebbero non essere solo i cattivi risultati, ma anche l'indagine interna avviata dopo l’acquisto del terzino sinistro Borna Sosa. L’operazione sarebbe avvenuta infatti attraverso l’intermediazione di un’agenzia tedesca, la Global GmbH, che risultata essere azionista di minoranza di Matchmetrics GmbH, società di data analysis co-fondata dallo stesso Mislintat nel 2016, e di cui possiede il 35% delle azioni.La crisi dell'Ajax non ha risparmiato nemmeno il settore giovanile, da sempre il vero e unico segreto dello storico club olandese. Lo Jong Ajax, una delle quattro squadre giovanili che partecipano alla Serie B olandese, è attualmente al penultimo posto. Anche qui una crisi di risultati non casuale: molti dei talenti che potevano rappresentare l’ossatura dell’attuale rosa negli ultimi anni, infatti, hanno lasciato Amsterdam per cercare fortuna altrove. E su questo Mislintat ha avuto una responsabilità relativa. L'Ajax, infatti, aveva cambiato strada ben prima del suo arrivo e non è certo una novità degli ultimi mesi se l'accesso alla prima squadra e l'inclusione tra i titolari, che un tempo sembravano un passaggio quasi naturale per i talenti dello Jong Ajax, si sono trasformati in un percorso sempre più stretto e difficile. Quest’anno, per esempio solo Jorrel Hato (che tra l'altro è cresciuto nelle giovanili dello Sparta Rotterdam) e Silvano Vos sembrano poter avere davvero qualche chance di entrare nella prima squadra.Quella che sta andando in scena ad Amsterdam, insomma, non è una crisi di risultati come un'altra. La crisi dell'Ajax è il sintomo di un problema che ha radici molto più profonde e che, se non viene affrontato, potrebbe mettere a repentaglio non solo una stagione, ma anche il futuro di un club che ha fatto scuola in tutta Europa.

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