Siamo tutti CT
La redazione si è esposta scegliendo ognuno il proprio undici ideale.
La Nazionale tecnica di Federico Aquè
La mia Nazionale si fonderebbe su 3 princìpi:
– La ricreazione delle intese costruite nei club, vista la difficoltà a trovare riferimenti di gioco e connessioni tra compagni nel poco tempo che un CT trascorre con la squadra.
– Un centrocampo più tecnico e più importante nella gestione della palla rispetto alle abitudini di Gian Piero Ventura.
– La creazione di un contesto che metta nelle migliori condizioni possibili Marco Verratti e Lorenzo Insigne.
Il sistema è quindi il 4-3-3. In porta il posto di Gigi Buffon è blindato: togliergli la possibilità di giocare il sesto Mondiale sarebbe qualcosa di molto vicino al sacrilegio. Al centro della difesa punto sull’affiatamento tra Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini, come terzini scelgo Matteo Darmian a destra, più bloccato e attento a non scoprire la squadra nelle transizioni difensive, ed Emerson Palmieri a sinistra: la frequenza con cui Insigne taglia dentro il campo va compensata da un terzino che spinga molto e sappia dialogare con lui. Emerson Palmieri, se pienamente recuperato dall’infortunio al ginocchio, mi sembra la soluzione migliore possibile.
A centrocampo sfido l’opinione pubblica schierando Thiago Motta, che a 35 anni non ha perso il posto da titolare nel PSG e ha da tempo stabilito una relazione tecnica fortissima con Verratti. Jorginho è la prima riserva, pronta a sfruttare ogni segnale di cedimento fisico di Thiago Motta: l’obiettivo è controllare il pallone e ridurre le fasi di difesa posizionale, a malincuore rinuncio a Daniele De Rossi e Claudio Marchisio. Verratti è intoccabile, il triangolo di centrocampo va completato con una mezzala d’inserimento, ma abbastanza tecnica da sostenere gli scambi palla a terra con Insigne. Vado su Roberto Soriano, inspiegabilmente ignorato nonostante una grande annata al Villarreal, contando sul suo pieno recupero dall’infortunio che gli ha rovinato l’inizio di stagione.
Il tridente offensivo ruota attorno a Insigne. Come centravanti gioca il suo amico Ciro Immobile, entrato nella fase migliore della carriera, a destra Alessandro Florenzi, con l’obbligo di restare sempre largo a dare ampiezza e di studiarsi i video degli inserimenti di Callejón sul lato debole.
Affidare le chiavi della squadra a Verratti e Insigne, i migliori giocatori che esprime il calcio italiano in questo momento, significa ricreare il contesto più vicino possibile a quello che permette loro di esprimersi ad alti livelli nei rispettivi club. Giocare un calcio più offensivo e manovrato non è una concessione a una moda tattica, ma la strada da seguire, con quel senso di praticità tipicamente italiano, per dare la possibilità ai giocatori più forti di fare la differenza.