Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Il servizio dal basso ormai è un colpo come un altro
14 nov 2025
Sta smettendo anche di essere controverso.
(articolo)
7 min
(copertina)
IMAGO / NurPhoto
(copertina) IMAGO / NurPhoto
Dark mode
(ON)

Nick Kyrgios, vestito di tutto di bianco, si appresta a servire. Siamo sul centrale di Wimbledon e si percepisce una certa tensione, tra la formalità sociale dell’ambiente e il fatto che Kyrgios possa sfidarla da un momento all’altro.

Kyrgios ha uno dei migliori servizi del circuito. Non sembra dover fare alcuno sforzo per produrre una grande forza abbinata a una grande precisione. Quella estrema rilassatezza che ha tra un punto e l’altro lo fa sembrare un giocatore NBA che va a tirare i liberi. Per questo quando sta per servire c’è una strana energia. Kyrgios si prepara poggiando la palla sopra la racchetta, ma poi il movimento si spezza: tira un dritto appoggiato, un po’ tagliato, che cade appena di là dalla rete.

Nadal raccoglie la palla e non riesce a farsi scappare un sorriso. Considerando il moralismo di Nadal, difficile non immaginare a un sorriso sarcastico, o comunque a un modo per non impazzire mentre il pubblico applaude attorno, felice dello spettacolo.

È un colpo che Nick Kyrgios ha contribuito a diffondere nel circuito ad alti livelli: il servizio dal basso. Insieme al tweener, è uno dei colpi simbolo del tennista australiano; un colpo che simboleggia la sua rinuncia competitiva in favore dello spettacolo. Perdere sì, può anche andar bene, ma nel frattempo divertirsi e far divertire.

Del resto servire dal basso, se hai un servizio come quello di Kyrgios, suona come un'idiozia. Può suonare irrispettoso a vari livelli. Ci sono giocatrici come Sara Errani che non riescono a servire dall’alto e hanno nella rimessa in gioco dall’alto l’ultima risorsa. In questo senso quando Kyrgios serve dal basso somiglia a quegli hipster che si vestono in modo ironico con le giacche da metalmeccanico. E poi il servizio dal basso sembra sempre una presa in giro, una cosa poco seria. Un gesto che uscendo dall’etichetta di comportamento in campo, si fa per rompere il ritmo dell’avversario. Il tennis è uno sport rigido, ingabbiato dentro tante regole non scritte, e qualsiasi gesto esca da questa gabbia è preso in sostanza come una provocazione.

Un caso storico di servizio dal basso, ancora oggi ricordato, si è verificato al quarto turno del Roland Garros del 1989. Chang sta lottando con la fatica e i crampi, e con gambe che non riescono più a piegarsi al servizio; così sceglie una strategia di destabilizzazione e a un certo punto - in un game importante in cui il servizio proprio non funzionava - decide di servire dal basso. Chiama Lendl a rete e poi lo passa. Chang fa quel servizio perché è un giocatore intelligente e incline a pensare fuori dagli schemi. Questo colpo viene citato come l’esempio di un giocatore capace di intuizioni insolite per dare fondo alle proprie possibilità competitive.

In genere però il servizio dal basso viene percepito come un colpo ozioso, inutile. Il contrario del colpo di Chang: una gita al di fuori dall’agonismo di una partita. Un colpo che addirittura nasconde un autosabotaggio. È particolarmente vero per il servizio dal basso più sciagurato della storia recente, quello di Davidovich Fokina contro Holger Rune in un match di Wimbledon di due anni fa.

Lo spagnolo è sull’8-8 al super tiebreak del quinto, in una partita tesissima e giocata punto a punto. E poi, all’improvviso, questa specie di scoreggia del cervello. Un servizio dal basso che lo fa precipitare a matchpoint contro e alla sconfitta. In quel caso il servizio dal basso è sembrato una scappatoia dalla tensione mentale estrema esercitata dal match. Uno sbuffo che fuoriesce dalla pentola a pressione mentale in cui vivono i tennisti. A dire il vero Davidovich Fokina è un amante del servizio dal basso: lo ha utilizzato ripetutamente in carriera, con esiti ambivalenti, spesso controversi. Per esempio in questa sfida contro Seyboth Wild ha continuato ad alzare la tensione servendo dal basso, tra i fischi del pubblico di Rio che tifava per il giocatore di casa.

Il servizio dal basso è a volte fischiato, per quello che dicevamo: non è un colpo neutro, viene recepito come una provocazione. Un gesto anti-sportivo, in una visione moralistica ovviamente. Forse il fatto di non prendere sul serio il match, l’evento in generale; forse il fatto di rinunciare al vantaggio competitivo del servizio ti fa passare per arrogante.

Eppure negli ultimi tempi è un colpo che vediamo sempre più spesso, e questa frequenza ne sta attenuando la dimensione simbolica. Il servizio dal basso si sta normalizzando. Ovviamente a utilizzarlo continuano a essere i tennisti più estrosi e che non giocano senza una punta di istrionismo: Bublik, Moutet, Davidovich appunto. I fischi sono sempre meno, e anche i giocatori che subiscono il servizio dal basso ne sono meno destabilizzati psicologicamente. Possono essere sorpresi tatticamente, ma non ne sono innervositi. Ormai è un colpo come un altro, e quindi viene utilizzato in certi frangenti tattici per scopi puramente pragmatici.

Un giocatore come Moutet, che non dispone di un grande servizio per gli standard attuali, lo utilizza come una variante nemmeno così infrequente. Nella sua partita contro Ofner al Roland Garros ne eseguì 9, contro Altmaier a Wimbledon arrivò a 6. Dopo una partita a Chengdu nel 2023 disse che talvolta il suo servizio dal basso funzionava meglio di quello dall’alto, e che ci stava lavorando parecchio in allenamento.

Del resto Moutet, con quel fisico così normale, ha sempre bisogno di pensare fuori dagli schemi per colmare il gap fisico con gli altri giocatori. A volte sembra forzarsi a essere creativo, e gli capita di perdere la misura, come quando provò un servizio dal basso dietro la schiena. Un’assurdità che lo portò ad ammettere: «Sto perdendo la testa».

È qualcosa che fatichiamo ad associare - allenamento e servizio dal basso - ma in effetti bisogna saperlo eseguire. Non basta rimandare la palla di là all’improvviso. Bisogna allenare la prontezza mentale, ma anche la tecnica per dargli un leggero taglio che ne smorzi il rimbalzo. Alexandre Muller disse di aver preparato il servizio dal basso come arma tattica puntuale prima di affrontare Daniil Medvedev; ed è un colpo che ha sfoggiato anche in alcune partite contro Zverev.

C’è un motivo piuttosto evidente sul perché il servizio dal basso sta diventando sempre più frequente, ed è la crescente forza del servizio. Non diciamo niente di nuovo: il servizio è un colpo sempre più difficile da contenere, e soprattutto le strategie in risposta dei giocatori possono essere anche molto prudenti. È diventato sempre più frequente vedere giocatori mescolare il proprio posizionamento in risposta; alzare o abbassare l’altezza della posizione d’attesa. È come fare delle prove di accordatura della chitarra: capire qual è il modo per assorbire meglio il servizio avversario; è però anche una guerra psicologica. Due passi in avanti o all’indietro possono lanciare un messaggio e confondere le intenzioni di chi serve. Spezzargli il ritmo. È un aspetto sottovalutato, nella crescente importanza che i colpi di inizio scambio stanno assumendo nel tennis (siamo nell’epoca dei risponditori migliori di sempre, forse): la guerra mentale che scorre sotterranea nei turni di servizio.

In uno sport basato sull’iterazione del gesto, su certe routine anche mentali, sottrarre all’avversario dei riferimenti produce dei vantaggi indiretti che i giocatori devono essere bravi a coltivare.

In questo scenario il servizio dal basso può tornare utile. Quando un giocatore assume una posizione eccessivamente arretrata, chi serve può decidere di provarlo a punire con un servizio dal basso. Non è molto diverso da una palla corta, come dice anche il coach Patrick Muratoglou: un colpo che si utilizza per approfittare della posizione arretrata del tuo avversario. Per questo ci sono alcuni giocatori che subiscono più di altri i servizi dal basso, come Medvedev e Zverev (anche l’uno contro l’altro). Sono due giocatori molto difensivi, che conducono gli scambi sfruttando il più possibile la profondità del campo, con un corpo pesante e che non brillano per la velocità con cui corrono in avanti. Contro di loro un servizio dal basso può risultare particolarmente efficace.

È anche per questo motivo che nel tennis femminile il servizio dal basso è un colpo meno frequente: senza servizi veramente intimidatori - a parte due o tre - non ci sono nemmeno posizioni in risposta esasperate, e allora il servizio dal basso è inutile. Oppure resta come arma di provocazione mentale. Una delle poche interpreti del servizio dal basso nel circuito WTA è Marta Kostyuk, una tennista piuttosto conflittuale.

Come in ogni sport, l’evoluzione degli stili e delle tattiche seguono una catena di azione e reazione. La potenza crescente dei servizi - testimoniata anche dall’arrivo di certi freak come Zverev o Mpetshi Perricard o Medvedev di qualche anno fa - produce per paradosso il ricorso al suo opposto, un servizio sgonfiato di tutta la sua forza. C'è anche qualcosa di poetico, da ciclo naturale, nel fatto che quando un certo gesto sembra toccare un punto estremo della sua evoluzione, finisca per produrre anche il suo opposto.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura