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I migliori gol di febbraio 2023
03 mar 2023
03 mar 2023
Gol belli nel mese più corto dell'anno.
(foto)
IMAGO / ZUMA Wire
(foto) IMAGO / ZUMA Wire
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Febbraio è il mese più corto dell’anno ma non per questo si segnano meno gol belli. Ci sono gol belli che indirizzano la corsa per lo Scudetto, come quello di Kvaratskhelia al Sassuolo, a febbraio il Napoli - se c’era ancora qualche dubbio - ha (probabilmente) chiuso il discorso. Poteva starci anche quello di Osimhen, sempre col Sassuolo, una giocata di pura potenza di quello che è il miglior attaccante del campionato. Ci sono gol per la salvezza, come quello di Coulibaly o di Verde. Ci sono gol belli e basta, come quello da centrocampo di Biraghi (un gol da centrocampo!) o quello di Orsolini con la Sampdoria. Ci sono gol che forse non serviranno a nulla, come quello di Valeri, ma che rimangono bellissimi per realizzazione e storia. Ci sono gol di squadra dove però il singolo deve comunque inventarsi la giocata, quello di Pedro, e gol che semplicemente non sono entrati in classifica. Luis Alberto, Zappacosta, Strefezza, tutti gol belli ma che non abbiamo scelto. Insomma, può succedere di tutto in Serie A, una sola cosa non cambia mai: ci saranno sempre dei gol belli da raccontare.

Cristiano Biraghi vs Verona

Ah, il grande classico del gol da centrocampo. Un gol al tempo stesso eccezionale e che, un po’ come il gol da calcio d’angolo, può fare anche ognuno di voi. E che anzi, nelle migliori partite di calcetto/calciotto/calcio a sette viene provato almeno una volta all’ora. È un gol in cui sono necessari tecnica e furbizia al tempo stesso. Bisogna intuire, calcolare internamente in pochi attimi, la profondità che separa il portiere dalla riga e immaginare la parabola. Poi, ovviamente, bisogna essere in grado di calciare da centrocampo abbastanza forte da non farlo diventare un passaggio al portiere ma sempre con una traiettoria un minimo a scavalcarlo. Una via di mezzo tra un tiro e un cross, quindi. E chi, se non uno dei migliori crossatori del nostro campionato, poteva segnare da centrocampo? Biraghi, perdona chi non ha creduto in te, chi ti sostituirebbe con un terzino qualsiasi di quelli con la rotaia e la gamba di legno. E voi, in ginocchio davanti all’astuzia degna di Odisseo di un giocatore umile, sottovalutato, che ucciderebbe un ciclope con la precisione del suo piede sinistro. Scusate l’entusiasmo ma se non ci lasciamo andare quando uno segna da centrocampo…




Lassana Coulibaly vs Monza

La Salernitana non è in un grande momento di forma, ma contro il Monza è arrivato questo 3-0, la prima vittoria di Paulo Sousa e punti decisivi per mantenere un cuscinetto sulla zona retrocessione. Magari è sembrata una vittoria facile, ma raramente è così in Serie A. A sbloccare la partita è servito questo gol di Coulibaly. È lui a far partire l’azione cercando Piatek in verticale, poi l’attaccante polacco è bravo a trovare una sponda per Candreva quasi nella spazzatura, Candreva poi torna da Coulibaly. Il centrocampista della Salernitana è libero in area di rigore, ma è in una situazione in cui non è immediato intuire quello che farà dopo. Coulibaly agisce quasi di istinto: mette il piede sul pallone e con la suola se lo aggiusta sul destro, giusto per calciare a giro. Sembra quasi una punizione in area di rigore, solo che la barriera è più vicina. Il suo tiro entra in porta anche troppo facilmente, per alcuni gol a giro è così, sembrano la cosa più semplice del mondo. Dai 100 replay però si capisce che la parabola è perfetta, abbastanza alta e abbastanza larga per non finire preda delle mani di Cragno. Coulibaly ci riesce, bravo lui.




Riccardo Orsolini vs Sampdoria

Ci sono diverse cose belle in questo gol, di cui il tiro di Orsolini cronologicamente è solo l’ultima. In primo luogo la lucidità del Bologna, che dopo una partita sostanzialmente controllata si era vista assegnare contro un rigore più che generoso solo pochi minuti prima. La squadra di Thiago Motta, però, non ha reagito abbassando la testa e caricando, ma rimanendo fedele ai propri principi, a partire dalla fluidità del proprio centrocampo. All’inizio dell’azione vediamo quindi Ferguson, che siamo abituati vedere in area avversaria, abbassarsi sulla mediana per gestire il possesso in una situazione complicata. Più avanti, alle spalle delle linee di pressione avversarie, si piazza invece Moro, entrato solo pochi minuti prima ma già perfettamente integrato nelle idee della squadra. Ferguson lo serve con un passaggio in verticale semplice ma non banale. La seconda cosa molto bella di questo gol è l’eleganza di Moro: il controllo controintuitivo con il destro, girandosi su se stesso per mettersi l’avversario alle spalle, e poi il filtrante in verticale per Orsolini, senza soluzione di continuità nei movimenti. Insomma, è un gol che per varie ragioni non nasce dal nulla, ma è vero allo stesso tempo che è solo il grande talento del numero 7 del Bologna a far passare il pallone, quasi letteralmente, per la cruna di un ago. Quanti altri giocatori della Serie A sarebbero stati capaci di metterlo sotto al sette più lontano a quella distanza dalla porta e con quell’angolo di tiro?




Khvicha Kvaratskhelia vs Sassuolo

Kvaratskhelia aveva già segnato svariati gol incredibili ma contro il Sassuolo probabilmente è arrivato quello che li simboleggia tutti, in un certo senso li racchiude. Dentro infatti c’è la sua andatura caracollante eppure inevitabile, “qualcosa che lo fa somigliare a un’ala di cinquant’anni fa” ha scritto Emanuele Atturo. Effettivamente Kvaratskhelia ha un dribbling molto diretto e verticale, eppure illeggibile per gli avversari, perché basato su un equilibrio in corsa che assomiglia davvero a quello con cui George Best volava sopra scivolate avversarie dentro campi pieni di fango e buche in cui era costretto a giocare. L’ala georgiana ha mantenuto questo stile anche sul prato perfetto del Mapei, e l’ha unito a una capacità di controllare il tempo anch’essa fuori dal tempo, vintage per certi versi. Il modo in cui le sue finte fanno tremare Erlic, costringendolo ad aprire le gambe in mezzo a cui passerà il suo tiro, ha la bellezza crudele che devono possedere tutte le opere d’arte. Perché questo è il gol di Kvaratskhelia.




Emanuele Valeri vs Torino

Di solito quando qualcuno dice che un tiro ha bucato le mani del portiere bisogna intenderlo in senso metaforico. In questo caso, però, è la definizione letterale di quello che succede. Se non lo avete fatto, guardate questo gol con l’audio acceso e sentirete il rumore del pallone sulle mani di Vanja Milinkovic-Savic, un pop sordo prima di quello, più canonico, a contatto con la rete. Che poi chiamarle mani è riduttivo, sarebbe forse più giusto usare termini come palanche, vanghe, cose così, legate all’agricoltura. A Valeri il pallone arriva bene ma ha davanti Singo: in questi casi coordinarsi è più una questione di coraggio, bisogna andare a calciare con tutta la forza senza temere quello che può fare l’avversario davanti a te. Valeri lo fa anche con una certa sensibilità, calcia di mezzo collo, mezzo esterno, la palla parte che pare sparata da un cannone del circo, c’è una certa soddisfazione in tiri così, chissà cosa sarebbe successo se avesse preso la traversa.

Valeri è uno di quei giocatori che hanno fatto la gavetta vera per arrivare in A, partendo addirittura dalla Promozione per poi scalare tutto il calcio italiano. Nelle categorie minori aveva già dimostrato di avere la pezza, ma certo che farlo in Serie A è un’altra storia, anche per questo è un gol da premiare.


Daniele Verde vs Empoli

È questo il momento di ricordare che a Daniele Verde niente è stato dato con facilità. Persino il numero 10 che porta sulle spalle, che ha preso la scorsa stagione, al secondo anno nello Spezia, e che sembra una specie di legittimazione di un talento tecnico peculiare ma anche tipicamente italiano, in realtà se l’è dovuto pagare partecipando a un’asta (a quanto dice lui nello Spezia si fa così). Tipicamente italiano perché in Italia sembrano esserci fondamentalmente 3 tipi di giocatori: i difensori giganti che sembrano usciti da un film fantasy con gli orchi, i numeri dieci bassi e tecnici, e quelli iperdinamici col fisico scavato da maratoneta, che fanno praticamente tutti i ruoli che non siano il difensore e il numero dieci. Verde a ventisei anni potrebbe essere l’ennesima rivelazione tecnica del calcio di provincia, dopo Caprari e Zaccagni, per fare due esempi, come potrebbe esserlo Strefezza, anche, eppure lui ha qualcosa di diverso da tutti gli altri. Dallo stampino di Lorenzo Insigne, archetipo del dieci moderno italiano, sembra essere venuto fuori un giocatore quasi spagnolo, più associativo che individualista. Questo però è un gol da giocatore autosufficiente (il secondo nella sua stagione e il secondo in quella stessa partita) che, appunto, prende palla e segna da trenta metri. Non è un tiro fortissimo, un missile, come si dice di solito, Verde la prende quasi d’interno, dandole una traiettoria a uscire che rende impossibile la parata a Vicario. Un gol in cui c’è forza ma anche e soprattutto sensibilità nel rapporto tra il piede che calcia e il pallone che vola leggero sotto l’incrocio dei pali.




Pedro vs Verona

È il 2023 e siamo ancora qui a celebrare i gol di Pedro. Come dire: alcune cose non invecchiano. Certo, qui bisogna sottolineare tutta l’azione della Lazio, mettersi ad applaudire ogni passaggio. Sarri non sarà forse più quello di Napoli, ma certe azioni sono un marchio di fabbrica: quante altre squadre avrebbero potuto segnare questo gol? Ci sono 12 passaggi consecutivi e almeno due o tre giocate fatte a memoria, un altro paio che richiedono grande sensibilità, a partire dal lancio taglia linee di Provedel e passando per il velo con cui Zaccagni si è fumato Magnani. Il fatto che, però, per concludersi con un gol debba essere intervenuto il genio di Pedro ci ricorda quanto è difficile fare un gol: puoi fare tutto bene, coinvolgere tre quarti di squadra, fare grandi giocate individuali, ma poi ti trovi comunque tutta la difesa avversaria addosso. Forse l’unica giocata non giusta è l’assist di Cataldi che - se lo chiedi a me - voleva provare a servire Immobile sulla corsa. Il pallone in ogni caso arriva a Pedro che la mette giù ma a quel punto è girato di spalle alla porta. È un problema? No, Pedro vedrebbe la porta anche bendato probabilmente.




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