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Perché gli attaccanti non segnano in Serie A?
13 nov 2025
Le punte sembrano essere sparite dalla classifica marcatori in questo primo scorcio di Serie A. Perché?
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17 min
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IMAGO / Marco Canoniero
(copertina) IMAGO / Marco Canoniero
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Siamo all’inizio del ventunesimo secolo. La Serie A intera è sconvolta dalle marcature a uomo. In classifica marcatori gli attaccanti erano scomparsi e le aree di rigore avevano l’aspetto di desolati deserti.

Tuttavia, la razza umana era sopravvissuta, e i vari Çalhanoglu, Orsolini e Nico Paz, per quel che potevano, si erano presi il podio della classifica marcatori rispettivamente a 5, 5 e 4 gol. È questa la situazione della Serie A, in cui i centravanti sembrano essere stati spazzati via come ogni briciolo di vita nel mondo distopico di Ken il Guerriero dopo la guerra nucleare.

Che la Serie A non fosse più l’eden dei migliori attaccanti lo sapevamo, ma che arrivassimo a un punto in cui già dopo 11 giornate il miglior marcatore ha una media di meno di un gol ogni due partite (rigori inclusi) e dove la punta che ha segnato di più è una riserva dell’Inter, Bonny, a quota 4, nessuno poteva immaginarlo.

La questione degli attaccanti che non segnano è un po’ il ritratto di questo primo sonnacchioso tornante della Serie A. Una situazione a dir poco strana. E se è vero che, in generale, in tutta Europa non sembra di vivere un’epoca di grandi centravanti – Haaland è l’eccezione, Kane appartiene a una generazione precedente, mentre Mbappé non è una punta di ruolo – la situazione della classifica marcatori della Serie A è un caso unico, sia per le cifre ridotte che per la penuria di numeri 9 in lista.

Per fare un confronto, al momento in Premier League, alle spalle del già citato Haaland (14 gol), ci sono solo punte: Igor Thiago (8), Semenyo (6), Mateta (6), Danny Welbeck (6). Anche in Liga, dietro l’imprendibile Mbappé (13), compaiono solo punte: Julián Álvarez (7), Lewandowski (7), Eyong (6) e Muriqi (6). Discorso simile in Bundesliga, dove detta legge un tiranno assoluto, Harry Kane (13), seguito sì da un’ala come Luís Diaz (6) e un trequartista come Uzun (5), ma anche da punte come Tabaković (6) e Burkardt (6) o Guirassy (5) e Schick (5). Il caso più simile alla Serie A è quello della Ligue 1, dove comunque a guidare la graduatoria c’è una punta come Panichelli (9), seguita da un giocatore offensivo con grande vocazione per il gol come Greenwood (8) e da una schiera di mezzepunte, prima di arrivare a Odsonne Édouard che comunque, con i suoi 5 gol, sarebbe il miglior marcatore del nostro campionato.

Dunque, come si spiega il caso della Serie A? È qualcosa di cui ci dobbiamo preoccupare o la situazione si normalizzerà col trascorrere delle giornate? I fantacalcisti possono iniziare a giocare regolarmente col 4-5-1, per puntare sui gol dei centrocampisti e sul modificatore? Oppure anche quest’anno una punta capace di sommare una ventina di reti spunterà?

E soprattutto, la penuria di gol da parte delle punte in questo primo scorcio di torneo, è un caso oppure è dovuta a cause endemiche?

L’impressione, è che in realtà delle motivazioni a questo fenomeno ci siano. E sono molteplici. Hanno a che fare con la qualità dei giocatori, ma anche col modo in cui si sviluppa il gioco in Serie A. E poi, ovviamente, con alcune cause più o meno accidentali.

LE CAUSE CONTINGENTI

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