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Stefano Ughi
Senza fare rumore
08 giu 2015
08 giu 2015
Il Frosinone di Roberto Stellone arriva in Serie A dopo un percorso che parte da lontano, fatto di pazienza e progettazione a lungo termine.
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Stefano Ughi
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Sull’esempio di Guardiola al Barcellona, negli ultimi anni anche la Serie A ha lanciato diversi giovani tecnici con scarso bagaglio d’esperienza, finendo spesso per bruciarli. Ecco alcuni esempi di allenatori che hanno ottenuto risultati diversi: Andrea Stramaccioni all’Inter, Clarence Seedorf e Filippo Inzaghi al Milan, Ciro Ferrara alla Juventus, Gennaro Gattuso al Palermo, Fabio Liverani al Genoa.

 

Forse, con le dovute proporzioni, un esempio di “guardiolismo all’italiana” viene dal basso, dal Frosinone di Roberto Stellone. Chiamato con poca fantasia Sly, o Sylvester, classe 1977, Stellone è stato promosso dalla panchina della Berretti alla prima squadra, raggiungendo la promozione in Serie A dopo un solo anno in B.

 



Il Frosinone, fondato nel 1918, ha raggiunto per la prima volta la Serie B soltanto nel 2006 e lo scorso anno giocava in Lega Pro. Oggi può sostenere orgogliosamente di essere “la terza squadra del Lazio”, dopo la Roma e i biancocelesti di Claudio Lotito, la cui opinione sul Frosinone è divenuta di pubblico dominio qualche tempo fa.

 

Roberto Stellone è cresciuto calcisticamente nel settore giovanile della Lodigiani (un tempo “terza squadra romana”, ora parte dell'Atletico Roma) ed è arrivato a giocare in squadre di grande tradizione: è stato capitano del Napoli, ha giocato nel Genoa, ha disputato più di 100 gare con il Torino. Non ha mai segnato molti gol, ma si è sempre distinto per impegno, acume tattico e dedizione alla causa, lasciando un ottimo ricordo di sé in tutte le piazze in cui è stato.

 

È curioso che da calciatore Stellone si sia trovato più volte a vivere l’esperienza della promozione. È salito quattro volte dalla Serie B alla Serie A: Lecce nel 1999, Napoli nel 2000, Genoa nel 2005, anche se i liguri furono retrocessi in C1 per illecito sportivo, e Torino nel 2006. Stellone, poi, è rimasto in maglia granata sino al 2009, quando è tornato in B per giocare con il Frosinone. Nel giugno del 2011, dopo alcuni problemi fisici e con la squadra ciociara appena retrocessa in Lega Pro, Stellone ha appeso gli scarpini al chiodo.

 

Proprio l'estate del 2011 rappresenta un momento chiave sia per il Frosinone che per Roberto Stellone. La Lega Pro, per tante società, rappresenta una pericolosa palude sotto il profilo finanziario ed economico: consapevoli di ciò, Maurizio Stirpe (presidente del club dal 2003) ed Ernesto Salvini (direttore generale e responsabile del settore giovanile) hanno deciso di investire sulle risorse interne e sui giocatori prodotti in casa, dichiarando apertamente di puntare al ritorno in Serie B nell'arco di un biennio. La panchina della prima squadra è stata affidata a Carlo Sabatini (sostituito dopo poche partite da un emergente Eugenio Corini) mentre come tecnico della Berretti hanno scelto proprio Stellone che, a qualche settimana di distanza dall'abbandono del calcio giocato, ha compiuto il passaggio al ruolo di allenatore.

 

https://www.youtube.com/watch?v=JcxiEWunQbM

Roberto Stellone e musica country.



 

Andando ogni oltre più rosea aspettativa, alla prima esperienza in panchina, Stellone ha portato i giovani del Frosinone alla conquista del titolo di campione d'Italia (ottenuto nella finale vinta per 2-0 contro il Cuneo), e mai prima d'allora il Frosinone aveva vinto un titolo nazionale.

 

La “seconda vita calcistica” di Roberto Stellone è partita talmente bene che Stirpe e Salvini non hanno esitato ad affidargli la panchina della prima squadra dopo l'addio di Corini, che aveva concluso il campionato all'ottavo posto. Questo nell'estate del 2012.

 

Nel corso della propria carriera da calciatore, Stellone ha avuto diversi allenatori importanti, tra cui Serse Cosmi, Walter Novellino, Zdenek Zeman, Emiliano Mondonico e Franco Colomba. Quando gli era stata affidata la Berretti aveva dichiarato: «Nella mia nuova esperienza da allenatore professionista cercherò di attingere dai tanti tecnici che ho avuto quando ero giocatore». Sotto il profilo tattico, il punto di partenza di Roberto Stellone da allenatore è il 4-3-3 da lui ritenuto «il migliore modulo per la fase difensiva e offensiva, e il più utile a interdire tutti gli altri moduli». Vince il campionato con questo modulo e su di esso ha scelto di impostare il Frosinone in Lega Pro, pienamente supportato dalla dirigenza: insieme a Stellone, sono stati promossi in prima squadra ben 7 ragazzi del 1993 provenienti dalla Berretti fresca vincitrice del campionato.

 

Fra questi figurano anche Luca Paganini e Mirko Gori, in una rosa che già comprendeva il portiere Massimo Zappino, i difensori Leonardo Blanchard e Davide Bertoncini, i centrocampisti Alessandro Frara e Robert Gucher, tutti giocatori che oggi sono parte integrante del Frosinone appena promosso in Serie A.

 

La stagione 2012/13, però, è caratterizzata da alti e bassi e il Frosinone termina settimo in campionato. La società a quel punto dimostra pazienza e conferma Stellone. Il tecnico a sua volta si dimostra abbastanza intelligente da adattare la sua squadra al calciomercato estivo, con un cambio tattico che si rivelerà decisivo. Nell'estate del 2013 a Frosinone sono arrivati i fratelli Ciofani (l'esterno di difesa Matteo e il centravanti Daniel), Adriano Russo (difensore centrale), Massimiliano Carlini (trequartista) e Danilo Soddimo (esterno offensivo), oltre all'attaccante acquistato pochi mesi prima Davis Curiale.

 

Stellone ha rimodellato la squadra su un 4-4-2 più quadrato ma funzionale ai giocatori a disposizione. Il campionato del Frosinone è stato ottimo e la promozione diretta in Serie B è sfuggita soltanto all'ultima giornata per via della sconfitta contro il Perugia, una ferita che si è rimarginata grazie alla vittoria per 3 a 1 nella finale dei playoff contro il Lecce di Fabrizio Miccoli.

 

https://www.youtube.com/watch?v=CvbDcGbCxsg

Una partita tiratissima e carica di tensioni. I salentini passano al 20' con Giacomo Beretta (scuola Milan), ma la squadra di Stellone trova il pari con Luca Paganini nel recupero del primo tempo. Al 90' è 1-1, si va ai supplementari: le reti decisive arrivano soltanto al 116' con Alessandro Frara e addirittura al 128' con Alessio Viola.



 



Così, con un anno di ritardo rispetto alle previsioni del presidente Stirpe, il Frosinone ha ritrovato la Serie B. In continuità col percorso intrapreso, la dirigenza ha confermato in blocco allenatore e squadra, la rosa è rimasta pressoché identica. Gli unici due innesti di rilievo sono stati il portiere classe '93 Mirko Pigliacelli dal Parma e l'attaccante veterano di B di proprietà del Livorno Federico Dionisi, di ritorno dalla poco fortunata esperienza portoghese con la maglia dell'Olhanense.

 

Il Frosinone parte con l'obiettivo dichiarato della salvezza. Eppure, il segnale lanciato dai ragazzi di Stellone già alla prima giornata del torneo è fortissimo: vittoria casalinga per 1-0 su un avversario ben più quotato come il Brescia. Il Frosinone, poi, non si ferma, facendo della costanza di rendimento uno dei propri punti di forza: conquista subito le primissime posizioni di classifica e non le abbandona più.

 

All'ottava giornata i ciociari vanno a vincere per 1 a 0 in casa del lanciatissimo Perugia, mentre alla dodicesima arriva la roboante vittoria esterna per 4-1 nel derby contro il Latina. La conferma definitiva delle potenzialità del Frosinone la si ha nel quindicesimo turno: dopo un brutto ko a Pescara, la formazione di Stellone reagisce da grande squadra sommergendo di gol il Livorno (formazione accreditata come una delle principali candidate alla promozione diretta in A) vincendo 5-1.

 



Stellone

«da giocatore il 4-3-3 non mi piaceva perché ero pigro: con tre attaccanti devono correre tutti, la punta centrale e le ali. Preferivo il 4-4-2: io e una prima punta, molto meno faticoso». Nel calcio proposto dal Frosinone di Stellone non c'è nulla di rivoluzionario: ma semplicità, linearità, pragmatismo, determinazione e soprattutto concretezza.

 

I giocatori conoscono alla perfezione il proprio compito, con un ruolo importante alle catene laterali: i terzini, Ciofani e Crivello, si sovrappongono spesso, dialogando con gli esterni di centrocampo più tecnici, come Soddimo, Paganini e Carlini. La coppia offensiva è un elogio a semplicità e concretezza: alla prima punta fisica Daniel Ciofani gira attorno un attaccante rapido e creativo (nella scorsa stagione Curiale, quest’anno Dionisi).

 

https://youtu.be/vh72LxiAo40?t=2m50s

Un’azione corale che ben esemplifica i movimenti del Frosinone. L'esterno sinistro di centrocampo (questa volta Carlini e non Soddimo) si appoggia al centro: velo della seconda punta in movimento (Dionisi), sponda del centravanti boa (Ciofani) per lo stesso Carlini, che si accentra venendo incontro, tira e segna.



 

Stellone non inventa nulla di nuovo, ma tutto funziona alla perfezione. A impreziosire la rosa ci sono i giovani che il tecnico si è portato dietro dalla Primavera.

 

Paganini è figlio di Raffaele Paganini, celebre ballerino e attore teatrale (il secondo nome di Luca è Rudolf, in onore di Nureyev), ed è un'ala rapida e abile nel dribbling, dotata di tempismo negli inserimenti e di un discreto senso del gol, soprattutto di testa.

 

https://youtu.be/E5k--6l1hVM?t=2m58s

Un'azione "classica" del 4-4-2 di Stellone. L'esterno sinistro di centrocampo (Soddimo) si accentra e serve il terzino sinistro (Crivello) in sovrapposizione: cross sul secondo palo dove arriva di testa l'esterno destro di centrocampo (Paganini).



 

Gori, unico giocatore dei gialloazzurri nativo di Frosinone, invece è un centrocampista dinamico e generoso, discretamente abile anche in fase di impostazione e negli inserimenti.

 

https://youtu.be/mnPqZ32hFuo?t=2m48s

Il gol partita lo segna proprio Gori (02.48): pressing alto nella trequarti difensiva avversaria, recupero palla, inserimento in area e conclusione precisa. Qui la difesa del Vicenza non fa una gran figura.



 

Entrambi giocano regolarmente con Stellone e sono già nel giro dell'Italia Under-21 di Gigi Di Biagio. Stellone ha più volte espresso l'importanza dei giovani per il suo progetto: «I giovani portano entusiasmo e ritmi alti in allenamento. Ai vecchietti non piace mai perdere, così anche loro finiscono per alzare il livello».

 

Il tecnico del Frosinone, poi, ha saputo alternare nel corso della stagione i giocatori più giovani e quelli più esperti, senza mai nascondere la sua fiducia nel turnover. Se la squadra è arrivata al top della condizione nel momento chiave della stagione, è anche per questo.

 



Dopo la ventunesima giornata, al giro di boa, il Frosinone è secondo in classifica a pari punti col Bologna, a nove lunghezze di distanza dalla capolista Carpi. Ormai è chiaro a tutti che per la zona playoff bisogna fare i conti anche coi ciociari. Stellone continua a mantenere un profilo basso e dopo la vittoria contro il Vicenza alla fine del girone d’andata dichiara: «Ho rivisto il carattere della squadra, come in occasione del gol. Mancano 16 punti alla salvezza, quello resta il principale obiettivo».

 

La flessione della squadra a inizio 2015 sembra effettivamente giustificare la sua cautela: tra gennaio e febbraio arrivano delle sconfitte nette contro Brescia, Bari e Avellino. Proprio questo è il momento di svolta nella stagione del Frosinone, che il 14 marzo ospita la Virtus Entella. In campo succede di tutto: la partita termina 3-3 dopo una serie di decisioni arbitrali molto discutibili che

l'ambiente.

 

https://www.youtube.com/watch?v=tqA0i76arGU

La partita in cui il Frosinone ha deciso di andare in Serie A.



 

A peggiorare la situazione arrivano le decisioni del giudice sportivo, che tra squalifiche e chiusura di due settori dello stadio punisce piuttosto severamente il Frosinone. È bene ricordare che tutto questo succede a poche settimane di distanza dall'esplosione del “caso Lotito”, il quale aveva espresso in maniera diretta il desiderio che squadre come Carpi e Frosinone non arrivassero mai in Serie A.

 

Le polemiche in quei giorni sono alimentate anche

: «Spero che l'Entella retroceda se volete sapere come la penso. È stata la pagina più brutta di calcio da quando sono presidente. Dopo le dichiarazioni di Lotito questi fatti mi confermano che c'è malafede. Ho detto all'arbitro che era in malafede, inadeguato, che con le sue azioni uccide la credibilità del calcio».

 

Il rischio era che la situazione esplosiva portasse a un crollo nervoso di tutto l'ambiente, non abituato a gestire situazioni di questo tipo. Invece accade il contrario: il rapporto tra società, tifosi e città si fortifica ulteriormente, la squadra di Stellone esce rinforzata da questa “bufera mediatica” e trova nuove energie mentali. La marcia ciociara riparte alla grande e, in primavera, il Frosinone sboccia definitivamente.

 

Tra la trentacinquesima e la quarantunesima giornata di campionato arrivano cinque vittorie e due pareggi (più un altro successo nel recupero del derby di ritorno contro il Latina): Pescara, Carpi e Bologna cadono inesorabilmente sotto i colpi di un Frosinone ormai in stato di grazia che, col successo nella penultima giornata contro il Crotone (3-1), completa l'opera con un turno di anticipo, salendo in Serie A per la prima volta nella storia del club. Sale anche il Carpi, che appena dodici mesi prima lottava per tornare in Serie B.

 



Quanto manca alla rosa del Frosinone per competere al livello della Serie A? Il bivio di fronte a cui si trovano i ciociari è lo stesso di fronte a cui si trovano molte squadre promosse: confermare l’impianto della rosa su cui s’è costruita la promozione, confidando nel progetto collettivo (come ad esempio ha fatto l’Empoli); o acquistare giocatori che si ritengono più “adatti” alla categoria?

 

La sensazione, in questo caso, è che la soluzione ideale stia nel mezzo. Non avrebbe senso rompere un meccanismo che ha funzionato a meraviglia per due anni, stravolgendo il gruppo (gli esempi di giocatori che hanno saputo fare il salto dalla Lega Pro al massimo livello non mancano: Giaccherini, Schelotto, Valdifiori, Croce, Insigne... per citare i primi che mi vengono in mente). Nel Frosinone si possono individuare alcuni giocatori che in questo biennio hanno dato un apporto imprescindibile, intorno ai quali Stellone ha edificato il resto della squadra.

 

Uno su tutti: Daniel Ciofani. Centravanti classe 1985, classica prima punta dotata di eccezionale forza fisica e attitudine al gioco di squadra, in questa stagione ha saltato solamente una partita. Pur essendo bravo con entrambi i piedi non segna moltissimo (13 i gol realizzati, più i 16 dell'anno scorso in Lega Pro) ma il suo lavoro per i compagni è fondamentale: Stellone lo ha spesso elogiato pubblicamente e a lui non rinuncerebbe mai. A 30 anni Ciofani merita finalmente la grande chance in Serie A, categoria che non ha ancora assaporato nonostante sia stato tesserato per il Parma dal 2011 al 2013 (gli emiliani lo diedero in prestito prima al Gubbio e poi al Perugia).

 

Il suo arrivo a Frosinone nell'estate di due anni fa rappresenta un

nella storia di questa squadra e, se Stellone dovesse restare sulla panchina ciociara anche nella prossima stagione, ci sono molte probabilità che venga confermato.

 

https://www.youtube.com/watch?v=B4kEkJh0V8E

L’importanza di Ciofani. Non segna, ma partecipa a tutti e 4 i gol del Frosinone. Nel primo (01:31), fa una sponda perfetta per la seconda punta che gli gira intorno (Dionisi). Secondo gol (01:57): altra palla "ripulita" da Ciofani e servita perfettamente a Carlini. Terzo gol (03:01): elegante sponda di tacco di Ciofani per Dionisi che, come sempre, gli gira intorno e allarga per l'accorrente Carlini sulla destra. Quarto gol (03:34): Ciofani funge ancora da riferimento centrale, prima di servire con precisione (di sinistro, che non è il suo piede) in profondità Lupoli, il quale mette al centro per Santana.



 

Il secondo pilastro di questo Frosinone è Leonardo Blanchard: difensore centrale classe 1988, mancino, abile nel gioco aereo, che ha giocato quest'anno la sua prima stagione in Serie B. Anche lui è arrivato tardi su palcoscenici di un certo livello, ma ha dato un contributo determinante sia come leader difensivo (36 presenze) che in fase realizzativa, segnando 3 gol pesantissimi e sempre in momenti decisivi. Il primo è arrivato nel 5-1 contro il Livorno, nel girone di andata, gli altri due negli scontri diretti di aprile contro Carpi e Bologna, che hanno sostanzialmente convinto il Frosinone di poter davvero puntare alla promozione diretta in Serie A.

 

La terza colonna della squadra è il capitano Robert Gucher, austriaco, centrocampista centrale classe 1991. La sua è una storia particolare: nel 2008, dopo essere stato vicino all'Aston Villa è stato portato in Italia proprio dal Frosinone e poi girato in prestito al Genoa, dove non ha esordito con la prima squadra ma ha vinto il campionato Primavera (con Perin e Sturaro). Nell'estate 2010 è tornato in Ciociaria ma è stato ancora girato in prestito, stavolta agli austriaci del Kapfenberg, prima di fare definitivamente rientro a Frosinone nel 2012. Adorato dai tifosi, che lo hanno soprannominato l'

(in effetti, parla un curioso italiano) è l'anima e il cuore di questa squadra: grinta, corsa instancabile, leadership ma anche una buona qualità in fase di impostazione.

 

Non vanno dimenticati gli altri protagonisti della promozione, a partire dai già citati “gioiellini” Mirko Gori e Luca Paganini, per arrivare a Federico Dionisi, capocannoniere della squadra con 14 reti e giocatore la cui qualità è certamente un lusso per la Serie B. E poi i vari, Matteo Ciofani, Roberto Crivello, Damiano Zanon, Massimiliano Carlini, Danilo Soddimo, Alessandro Frara, persino Arturo Lupoli e Mario Alberto Santana. Tutti hanno dato il loro prezioso contributo in Serie B, quasi tutti c'erano anche in Lega Pro (9/11 della formazione che ha sconfitto il Crotone nel match che ha sancito la salita in A erano in campo nella finale playoff della scorsa stagione vinta contro il Lecce).

 

È anche vero che fra loro sono pochissimi quelli che in passato hanno già giocato nella massima categoria (Frara, Dionisi, Soddimo, Zanon, e si è trattato perlopiù di comparsate) e che gli unici due giocatori con una significativa esperienza in A sono Sammarco e Santana, entrambi parecchio in là con gli anni e ormai al termine della propria carriera.

 

Qualche innesto, pensato appositamente per affrontare la Serie A, sembra indispensabile. Probabilmente si dovrà partire dalla ricerca di un nuovo portiere, il ruolo più scoperto al momento (si legge in questi giorni di un interessamento dei ciociari per Marco Storari, in uscita dalla Juventus, e per Marco Amelia). Per il resto, possiamo aspettarci la valorizzazione di qualche giocatore preso in prestito da qualche grande squadra, considerata anche la già assodata abilità di Roberto Stellone nel favorire la crescita dei giovani talenti.

 

Un ulteriore fattore su cui il Frosinone proverà a costruire la propria permanenza in Serie A è la forza casalinga: da quando Stellone è alla guida della prima squadra (cioè dal settembre 2012), in gare di campionato il Frosinone ha perso appena 4 volte tra le mura amiche. Lo stadio di casa, il comunale “Matusa” (soprannome dovuto a Luciano Renna, giornalista degli anni Settanta, il quale già allora riteneva l'impianto troppo antiquato...), che ha oggi una capienza di poco meno di 10.000 spettatori, si è trasformato negli ultimi anni in un fortino inespugnabile. E a ulteriore conferma delle ambizioni di crescita del progetto Frosinone, proprio in queste settimane dovrebbero partire i lavori di ristrutturazione del vecchio stadio “Casaleno”: il progetto prevede una capienza di 16.000 posti e si vorrebbe l'impianto pronto per il 2016. Inoltre, pare che la società abbia in programma la costruzione di un nuovo centro sportivo che sarà denominato “Frusinello”.

 

In questi anni a Frosinone si è lavorato bene. La curiosità di vedere se e come questo sorprendente progetto reggerà all'urto della Serie A è grande. L'auspicio è che la società confermi in blocco Roberto Stellone e questo gruppo, partito dalla Lega Pro e approdato con merito al massimo livello del calcio italiano.

 
 

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