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Senza fare calcoli
07 mar 2017
07 mar 2017
Stasera al San Paolo servirà un Napoli aggressivo, mentalmente e tatticamente.
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La faccia e le parole che Maurizio Sarri ha portato in conferenza stampa sono la perfetta cartina al tornasole dello stato d’animo del Napoli nei confronti della sfida di ritorno contro il Real Madrid.

Nella partita del Bernabeu, l’abilità tecnica e lo strapotere fisico dei Blancos hanno scavato un solco nella testa dei giocatori napoletani persino più ampio di quello creato dai due gol di scarto, che pregiudica per forza di cose l’orizzonte delle possibilità azzurre. Per questo Sarri ha fatto appello ad elementi estranei al gioco - il calore del pubblico, la volontà di superarsi - che potrebbero permettere ai suoi giocatori di portare a compimento ciò che a Madrid non è riuscito: gettare il cuore oltre l’ostacolo. In questo caso, la metafora è quasi letterale.


Due settimane fa

Nella gara d’andata il Real Madrid ha portato in campo il blasone della propria storia e quello dei propri campioni e tanto è bastato a recuperare l’inizio scioccante. Il gol del vantaggio di Lorenzo Insigne non ha cambiato gli equilibri psicologici della partita a favore del Napoli - anzi, forse paradossalmente può aver illuso i giocatori che il traguardo fosse più vicino di quanto pensassero, un’illusione destinata a venire meno con il passare dei minuti, pronta ad essere riempita dalla paura - ma è comunque l’esempio più lampante di come la tattica iniziale del Napoli, che mirava a spostare il frangiflutti Casemiro per mezzo del movimento incontro di Mertens, e ad attaccare lo spazio alle spalle del brasiliano con le corse di Insigne o Hamsik, fosse quella giusta.




Ma al Napoli è mancato tutto il resto. È stato poco aggressivo nei confronti della prima costruzione della Casa Blanca, consegnando il controllo della partita ai piedi di Modric e Kroos - risultati poi alla fine rispettivamente l’uomo con il maggior numero di passaggi giocati (85) e quello con la miglior precisione (93%) tra i 22 in campo.

Gli azzurri sono stati fin troppo conservativi nelle loro scelte, prediligendo il passaggio all’indietro ad una trama più ardita e, inoltre, hanno commesso troppi errori tecnici, in ogni zona del campo, finendo per regalare il possesso quando non hanno creato direttamente un pericolo per Reina.

Insomma, anche tenendo conto del livello tecnico, atletico e mentale del Real Madrid, si può dire che il Napoli ha creato le condizioni affinché giocasse la partita nel modo che gli era più congeniale.

Ma guardiamo il lato positivo della cosa: per certi versi gli errori commessi al Bernabeu sono un monito per tutto ciò che il Napoli dovrà evitare di fare al San Paolo.


Qui e ora

Stasera, al San Paolo, il Napoli avrà l’obbligo di andare a prendere alto il Real Madrid. Perché è una soluzione tattica vantaggiosa, ma anche perché è nelle sue corde. Da un lato, così, potrà essere pericoloso riconquistando il pallone vicino all’area di rigore avversaria; dall’altro, coprendo il pallone, aggredendolo, si protegge dai rischi di una palla a scavalcare la propria linea difensiva.

Secondariamente (ma non per questo trascurabilmente) aggredire il Madrid servirà anche per tentare di inclinare il piano emotivo della partita a proprio vantaggio. Gli uomini di Zidane cercheranno di difendersi con la palla, secondo le loro caratteristiche, regolando i ritmi del gioco; il Napoli deve impedirlo, non potrà aggredire l’avversario in maniera continuativa per tutto l’arco della partita, ma certamente dovrà tentare di mettere in ambasce il Real almeno nei primi 15-30 minuti di gioco, alla ricerca di un gol che riaprirebbe la partita.

L’operazione è complessa, certo, ogni componente della rosa del Real ha qualità tecniche in abbondanza ed è necessario che l’esecuzione del pressing sia perfetta. In più, Zidane ha deciso di dare una chance in difesa a Pepe, al posto di Varane: e rispetto al compagno infortunato, il portoghese ha scelte di passaggio più rischiose, ma che talvolta possono rivelarsi più redditizie.

Anche il gioco coi piedi di Keylor Navas è di buon livello, nella Liga è il quarto miglior portiere per precisione dei passaggi. Non dimentichiamo, però, che l’occasione più ghiotta della partita d’andata è capitata sui piedi di Mertens proprio quando il pressing del Napoli ha costretto Navas a forzare la giocata, riconquistando palla nella metà campo avversaria.

In pratica la squadra di Sarri dovrà avere il coraggio che gli è mancato quattordici giorni fa, quello che gli avrebbe permesso di giocare secondo il proprio spartito e di imporre - o almeno provarci - tempi e spazi all’avversario. Insigne e Mertens dovranno alternarsi venendo incontro ai lati di Casemiro per aprire un varco nella difesa: in particolare, la posizione del napoletano negli spazi di mezzo dello schieramento avversario potrebbe essere una delle chiavi del match, così come poteva esserlo all’andata o contro la Juventus in Coppa Italia.

Sarà importante tenere Insigne alto, al di là della linea dei centrocampisti e non costringerlo ad abbassarsi per toccare qualche pallone in più. E sarà collateralmente necessario che Ghoulam trovi frequentemente i tempi d’inserimento sulla fascia, per creare i triangoli attraverso i quali far fluire il pallone e costringere gli avversari a difendere anche in ampiezza. Se il terzino algerino sarà costante offensivamente potrà togliere tranquillità all’ala destra avversaria, costretta a seguirlo. Oltretutto, Sarri avrà certamente notato una certa inclinazione del terzino destro madridista, Carvajal, a seguire i tagli di Insigne all’interno del campo.

In quest’ottica, Zidane potrebbe scegliere di mettere Lucas Vazquez sulle tracce di Ghoulam, perché al momento offre più garanzie dal punto di vista atletico rispetto a Gareth Bale, rientrato da un lungo stop. Certo, Bale garantirebbe un vantaggio notevole in fase offensiva, anche mentale, considerato che Ghoulam era uno di quelli che aveva sofferto maggiormente l’inesperienza di alto livello all’andata.

Se poi vogliamo fare un discorso più generale, il Napoli dovrebbe creare le condizioni per mettere i propri attaccanti brevilinei uno contro uno con i centrali del Real Madrid. Nelle ultime uscite la squadra di Zidane ha incassato 3 gol dal Las Palmas, 2 dal Villareal e 2 anche dal Valencia. In ognuna delle partite citate, almeno uno dei gol è stato determinato da un errore di posizione o di marcatura di uno dei centrali.


Sergio Ramos è apparso in difficoltà nelle ultime uscite. Qui si fa beffare da Tana, le cui capacità di girarsi intorno al piede perno col pallone non sono superiori a quelle di Dries Mertens.




Cosa aspettarsi da Zidane

È probabile che Zidane schieri la sua squadra come all’inizio del primo tempo di Madrid, cioè con il 4-3-3 e gli esterni d’attacco larghissimi. Il Napoli non gradisce coprire il campo in ampiezza ed è spesso esposto ai cambi di gioco che costringono il terzino ad affrontare l’ala avversaria uno contro uno. Anche per questo servirà l’aggressività prima citata: con le mezze ali, per impedire a Kroos e Modric di ragionare; ma anche con il pressing, per orientare il possesso palla del Real verso le fasce e andare a chiudere gli avversari sulla linea laterale.

Per eludere la pressione, oltre alla qualità tecnica delle giocate, occorrono smarcamenti attuati con i tempi giusti. Per questo il Napoli dovrà fare attenzione ai movimenti incontro alla palla di Benzema e agli smarcamenti di Modric, entrambi in grado di ricevere centralmente per poi piazzare la giocata a favorire la corsa nello spazio delle ali. Sia Bale che Lucas Vazquez (per non dimenticare Marcelo, qualora dovesse essere della partita) sono in grado di guidare le transizioni difesa-attacco portando palla sulle fasce. Il Real Madrid può andare in gol in molti modi, ma è dalle corsie esterne che arrivano i pericoli maggiori: è la squadra che nella Liga ha messo a segno più cross (161 con successo) e che ha segnato il maggior numero di gol di testa (18 sui 67 totali).




Zidane potrebbe passare alla difesa a tre in corso d’opera - già provata alla vigilia della partita d’andata - ma potrebbe anche decidere di schierarsi così fin dal primo minuto. I centrali difensivi avrebbero l’opportunità di uscire in maniera più aggressiva per andare a prendere gli attaccanti azzurri negli half-spaces, forti di una copertura aggiuntiva alle loro spalle. E poi con questo schieramento Zidane asseconderebbe le naturali inclinazioni del suo miglior giocatore, Cristiano Ronaldo, nell’andare a giocare in posizione di seconda punta, a sfruttare gli spazi aperti da Benzema.

Le condizioni di Ronaldo sono comunque da verificare: nello scorso weekend gli è stata risparmiata la trasferta di Eibar per recuperare al meglio da un lieve infortunio muscolare. CR7 sembrava aver superato il punto minimo nella stagionalità delle sue marcature (gennaio è il mese in cui storicamente è meno prolifico): nelle ultime 3 uscite, aveva messo a segno 4 gol.

Considerati i nomi appena citati il Napoli avrebbe di fronte un’impresa anche senza dover recuperare due gol - tre, se il Madrid ne fa uno - e le misure che ho ipotizzato qui, tutti i ragionamenti verosimili e la strategia pensata dal Napoli dovranno confrontarsi con le domande e le risposte che arriveranno direttamente dal campo da calcio. Ma nel calcio è davvero tutto possibile, al punto che ripeterlo è più banale che retorico, e questo i giocatori che scenderanno in campo stasera - con il San Paolo dalla loro - lo sanno per esperienza personale.

Sarri in conferenza stampa ha dichiarato: “Se anche le possibilità [di passare] fossero solo del 3%, dobbiamo giocarcele nella maniera giusta”.

Gli Expected Goals concedono qualche speranza in più: il Napoli elimina il Real nel 6,8% delle simulazioni, basate sulle opportunità create dalle due squadre nel loro cammino fin qui in questa Champions League. Nell’89,7% dei casi il Real Madrid, che segna almeno un gol da 46 partite consecutive, stacca il biglietto per i quarti di finale prima del novantesimo.

Ma improbabile non è sinonimo di impossibile e quando la matematica ti è contro, allora forse è meglio smettere di fare calcoli.

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