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Se non avete altri impegni
26 ott 2016
5 centravanti svincolati che potrebbero, più o meno, far comodo al Napoli.
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Mettetevi per un attimo nei panni di Manolo Gabbiadini. Per due anni ti lavori il posto alle spalle del centravanti più forte del mondo. Lo fai anche bene, tenendo una media di quasi un gol a partita, guadagnandoti l’etichetta un po’ consolatoria di “riserva di lusso”, dando sempre l’impressione che in circostanze diverse quel posto sarebbe stato tuo di diritto.

Poi, quando il totem mistico che hai davanti viene venduto, e il posto quindi sarebbe tuo - almeno in un universo in cui le squadre di calcio funzionano come aziende - la società ti fa lo sgarbo: prende un centravanti tre anni più giovane di te, che è già quello che tu dovresti essere. Si prende il posto che pensavi tuo e segna 7 gol in 9 partite. Addirittura risolve con una doppietta una partita che tu non eri riuscito a sbloccare.

Quando sembri ormai destinato a fare la conchetta sul sedile della panchina, Milik si infortuna. Quella che può essere una grande occasione, ha però il difetto di potersi rivelare come la certificazione più chiara della tua inadeguatezza.

Nella partita contro la Roma, in effetti, Gabbiadini è sembrato inadeguato. Forse perché non è mai stato un centravanti, forse perché per rendere al meglio ha bisogno di giocare alle spalle di una punta che gli apre gli spazi, fatto sta che Gabbiadini contro la Roma ha toccato appena 7 palloni, meno di tutti e 22 i giocatori in campo (se vi manca qualche grado agli occhi non riconoscerete neanche il suo pallino in questa pass map) ed è stato dominato fisicamente dai centrali giallorossi. Ma soprattutto è arrivato in ritardo sui cross che gli esterni del Napoli facevano piovere in area - aumentati dalla tendenza della Roma a voler difendere il centro. Gabbiadini è apparso molto limitato dall’uso scarso del piede debole, da attacchi dell’area scoordinati o in ritardo. Nonostante il suo talento in certe situazioni sia indiscutibile, i suoi movimenti sono troppo limitati e non si capisce bene in cosa potrebbe essere utile alla squadra.

La fiducia nei suoi confronti al momento è così bassa che pare che il Napoli stia tornando sul mercato per cercare un centravanti svincolato, non si capisce bene se per affiancarlo a Gabbiadini o addirittura per sostituirlo. Con tutte le voci della settimana che lo volevano sostituito da vari ottuagenari al momento senza squadra, Gabbiadini aveva la migliore occasione per rifarsi giocando contro la peggiore difesa del campionato. Ma contro il Crotone, dopo 10 minuti, tira addosso a Cordaz un piatto sinistro che di per sé riassume tutto il suo momento. Poi si fa espellere per un fallo di reazione su Ferrari. Ecco il trittico drammatico in cui Gabbiadini vede precipitare la fiducia nei suoi confronti.

È dura la vita di Manolo Gabbiadini, ma noi non ci possiamo fare niente, quindi ecco 5 centravanti svincolati che farebbero comodo al Napoli e che potrebbero mandare definitivamente Gabbiadini in depressione.

Pablo Daniel Osvaldo

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Osvaldo si è ufficialmente ritirato dal calcio giocato per dedicarsi completamente alla musica. Questo per dire quanto sia al momento lontano da un’idea di agonismo. Forse però Napoli sarebbe una delle poche città in grado di rispettare l’autentica pazzia solitaria di Daniel Osvaldo, e quindi di esaltarne l’eventuale desiderio di prendersi il palcoscenico, vestito da eroe cittadino, pronto a reincarnarsi nell’ennesima versione di sé stesso. Bisogna dire che questo sarebbe un vero affronto per Gabbiadini, anche perché Osvaldo è il genere di persona che ritroverebbe la voglia di giocare a calcio solo per rubare il posto a qualcuno, oltre che la ragazza.

Un motivo per prenderlo: La Serie A ha bisogno del ritorno di Osvaldo come le migliori Serie TV hanno bisogno di personaggi totalmente negativi su cui nessuno può proiettare sé stesso.

Un motivo per non prenderlo: Osvaldo a Napoli sarebbe un colpo troppo grosso per l’entropia generale dell’universo (ma in compenso un aiuto per l’indice demografico della città).

Dimitar Berbatov

Come sta Berbatov? Molto bene a giudicare dall’ultima foto postata su Facebook, in cui solleva una bambina di 13 anni facendo flessioni.

Del resto la condizione fisica ha sempre avuto un’importanza relativa per Berbatov, che in carriera - e ancor di più nei suoi ultimi anni - si è sempre mosso come un dinosauro flessuoso, consapevole di poter fare la differenza senza sporcarsi di agonismo.

La pigrizia di Berbatov nell’attaccare la profondità negli ultimi anni è addirittura peggiorata, e sarebbe davvero troppo statico per il sistema di Sarri. Ma nel calcio l’eleganza ha la sua importanza e in pochi ricoprono di swag il ruolo di “falso nove” come Berbatov: l’unico giocatore che potrebbe tranquillamente giocare in frac e con ai piedi un paio di scarpini placcati d’oro. Un tipo di gioco che ha proseguito con un discreto successo anche nella scorsa stagione in Grecia, nel Paok Salonicco.

Magari il Napoli non ha davvero bisogno di Berbatov, della sua staticità, della sua svagatezza, ma portarlo in Serie A sarebbe un grande gesto di gusto.

Un motivo per prenderlo: Vederlo calciare rigori di questo tipo nel nostro campionato.

Un motivo per non prenderlo: Per quanto l’eleganza e l’intelligenza abbiano un peso, nel calcio purtroppo correre rimane importante. Una squadra che vuole competere ad alti livelli non può mettersi in rosa un giocatore così contrario, in ogni suo movimento, a qualsiasi idea di agonismo.

Emmanuel Adebayor

Alcuni giocatori restano senza squadra perché sono troppo vecchi, altri perché hanno subito qualche grave infortunio. Altri invece perché sono pazzi ed è semplicemente meglio non averli intorno. Emmanuel Adebayor ha “solo” 32 anni, ma aveva così poca voglia di essere ingaggiato dal Lione che, arrivato a colloquio con l’allenatore Genesio, si è acceso una sigaretta e ha chiesto un caffè allungato col whisky. Era una provocazione o è davvero così scollegato dalla realtà?

Oltretutto, anche a livello tecnico Adebayor neanche nel suo momento migliore si avvicinava all’ideale di dinamicità richiesto a un attaccante del Napoli.

Un motivo per prenderlo: Adebayor starebbe benissimo con maglia del Napoli e la trasformerebbe subito in un must-have assoluto.

Un motivo per non prenderlo:Questa è l’ultima foto postata da Adebayor su Instagram, quattro giorni fa. Giudicate voi stessi quanto possiamo considerarlo pronto a fare il titolare di una squadra che vuole rimontare la Juventus.

Miroslav Klose

Miro Klose viene dalla Slesia, come Arkadiusz Milik, e infatti incarna lo stesso fenotipo: occhi vicini, naso lungo, capelli elettrici. Esiste anche una certa somiglianza tecnica, e si può dire che Klose in carriera è stato un attaccante molto simile a Milik: fisico compatto, dinamico, intelligente nei movimenti senza palla e negli smarcamenti in area. In questo senso Klose rappresenta esattamente ciò che non è Manolo Gabbiadini, ovvero un Jedi dei movimenti offensivi, che recita come antiche preghiere.

Negli ultimi due anni alla Lazio aveva perso brillantezza negli ultimi metri, e in generale non riusciva più a destare la sensazione di poter mettere in porta qualsiasi palla gli ronzasse vicino. Eppure la sua media gol è rimasta costante: 0,5 gol ogni 90 minuti nel 2015-16, la stessa media tenuta nelle stagioni con più gol, anche se in meno presenze. Klose non gioca una partita dal maggio scorso e possiamo immaginare non sia al massimo della sua condizione, ma quanto ci metterebbe a recuperarla? Quel che è certo è che se Klose starà bene continuerà a segnare, non c’è niente che possa dimostrare il contrario. Ecco la mappa dei suoi xG nella stagione 2014-15.

Klose sa fare meglio di Gabbiadini quasi tutti i compiti richiesti al centravanti dal 4-3-3 di Sarri. È naturalmente più associativo di Gabbiadini, quando viene verso il centrocampo, poi sa verticalizzare verso i tagli esterni con più sensibilità, ma sa anche smarcarsi in orizzontale con intelligenza. Ma soprattutto, Klose attacca meglio di Gabbiadini l’area.

Nella stagione 2012-13 ha tenuto una percentuale di conversione delle conclusioni del 75%: un dato folle, che indica soprattutto quanto Klose sappia scegliere bene i suoi tiri, in senso assoluto. Anche sforzandosi, è difficile trovare qualche ragione per cui il Napoli non dovrebbe prendere Miro Klose.

Un motivo per prenderlo: È l’unico giocatore di questa lista a poter oggettivamente migliorare il Napoli: quello che offre il bagaglio di soluzioni che servono ora alla squadra di Sarri.

Un motivo per non prenderlo: Negli ultimi anni ha giocato pochissimo e la sua precarietà fisica non sarà certo inferiore dopo mesi di inattività.

Antonio Di Natale

Quando Di Natale ha disputato la sua ultima partita, lo scorso anno, non era chiaro se fosse la sua ultima partita con l’Udinese o la sua ultima in assoluto. È un’ambiguità che esiste tuttora, quindi non si capisce se Di Natale sia da inserire tra i “ritirati” o tra gli “svincolati”. Una delle notizie più recenti vuole Di Natale sugli spalti dello stadio di Ferrara, prossimo a unirsi alla SPAL, in Serie B.

Preferite vedere Di Natale con la maglia della Spal o con la maglia della squadra che ha tifato per una vita senza poterne difendere i colori? Come nei romanzi meglio riusciti, Di Natale - che pare non volesse giocare al San Paolo per questioni emotive - a Napoli potrebbe sciogliere tutte le tensioni irrisolte della sua carriera. Non possiamo sapere come stia fisicamente, ma il suo acquisto dimostrerebbe non solo l’inesauribilità narrativa di certe carriere e, nel sistema di Sarri, aprirebbe scenari estetici impensabili. Provate a chiudere gli occhi, immaginate Di Natale sfilarsi dai centrali avversari, venire incontro, servire la sovrapposizione di Ghoulam, il suo cross rasoterra e la finalizzazione di piatto di Hamsik.

Nonostante abbia 39 anni, Di Natale ha raggiunto quell’equilibrio tra genialità e saggezza quasi ascetico che pochi hanno conosciuto nella loro carriera. Ad esempio pochi giocatori possono fare questa sponda; pochi possiedono la sensibilità per giocare queste palle da mini-golf oltre la difesa schierata; e pochi sono così bravi a giocare in modo anti-intuitivo. Di Natale ha un bagaglio di movimenti estesissimo e con lui in campo il gioco offensivo del Napoli acquisterebbe un rifinitore di primo livello, utile anche dopo il rientro di Milik e persino in coppia con Gabbiadini (le quote di Callejon capocannoniere a quel punto esploderebbero).

Senza dimenticare che Di Natale è il sesto marcatore della storia della Serie A, e naturalmente è soprattutto un attaccante bravissimo a smarcarsi in area, capace di immaginare anche le conclusioni più impensabili.

Dove bisogna far partire la petizione per vedere Di Natale con la maglia del Napoli?

Un motivo per prenderlo: Di Natale è uno dei giocatori più divertenti della storia della Serie A. Uno dei pochi in grado di essere davvero originali quando si esprimono su un campo da calcio: rivederlo in campo sarebbe semplicemente meglio per tutti.

Un motivo per non prenderlo: Se non fosse in condizioni fisiche adeguate, questo colpo di coda della carriera potrebbe essere tanto favolistico quanto impietoso, rischiando di corrompere l’immagine di uno dei calciatori italiani più amati di sempre.

Bonus: Didier Drogba

Tecnicamente Didier Drogba non è ancora svincolato. Il suo contratto scade a gennaio e nell’ultima giornata si è rifiutato di sedere in panchina nel derby contro il Toronto, non facendosi convocare. Da quel momento sono aumentate le voci che lo accostano al Napoli, forse assecondando l’idea di Drogba al San Paolo, con la maglia del Napoli, che esulta con le braccia larghe sotto la curva. Chi non lo vorrebbe?

In MLS Drogba ha provato gusto a testare le mani di burro dei portieri, dando dimostrazione che il calcio fila ancora come una volta.

La condizione fisica non sembra brillante (Drogba ha 38 anni, ma soprattutto è andato via dall’Europa da ormai tre anni), e non pare all’altezza del dinamismo richiesto dal sistema di Sarri, ma riesce ancora a fare sponde di questo tipo, che possono tornare magari utili in certe partite; o anche rifiniture extra-lusso per l’inserimento dei centrocampisti.

Bisognerebbe poi chiedersi come De Laurentiis pagherebbe eventualmente Drogba, che ora guadagna quasi 3 milioni di euro l’anno. Una cifra che al Napoli sarebbe inferiore solo a quella del capitano Hamsik. Ma sono sicuro che Drogba si ridurrebbe l’ingaggio pur di giocare al San Paolo e colmare il buco lasciato nel cuore da Higuain e dall’infortunio di Milik. È difficile capire come stia fisicamente Drogba al momento, ma ha già dimostrato in passato che, anche non al meglio della forma, con il suo carisma può condizionare radicalmente i contesti delle squadre in cui gioca.

Drogba a Napoli sarebbe un cortocircuito emotivo troppo grosso, Aurelio provaci!

Un motivo per prenderlo: cambierebbe gli equilibri emotivi di una squadra al momento un po’ abbattuta psicologicamente.

Un motivo per non prenderlo: La sua carica calcistica ed erotica rischierebbe di risvegliare il Vesuvio.

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