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Olga Campofreda
Perché il presunto stupro di Chianciano è allarmante per la Scherma italiana
08 mar 2024
08 mar 2024
Un caso che rivela un problema sistemico.
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Olga Campofreda
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Foto di Fabio Sasso / Imago
(foto) Foto di Fabio Sasso / Imago
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Hai diciassette anni, sei una giovane sciabolatrice di punta di una nazionale straniera. In giro per il circuito di coppa del mondo vieni invitata a partecipare a un camp estivo come tanti che vengono promossi prima dell’inizio della nuova stagione. Si tratta di un ritiro privato a cui prenderanno parte atleti di tutto il mondo, anche quelli di livello molto alto che generalmente incontri in pedana. A gestirlo è un gruppo di coach blasonati, tra cui alcuni tecnici della nazionale italiana Under 20. Sul volantino li vedi che vestono anche i colori della federazione. È un’occasione che proprio non vuoi perdere.

Sei un maestro di scherma arrivato a metà della tua carriera, hai esperienza da vendere. Ti invitano a lavorare in un camp di sciabola con degli Under 20 da tutto i mondo. Ti dicono che si aspettano più di duecento atleti e atlete. Il team di tecnici che si costituisce è fatto di soli uomini, ma tu non ti poni il problema. Spesso è stato così, nessuno ha mai detto niente, si è sempre lavorato bene. Oltretutto un camp estivo ti serve proprio a guadagnare quei soldi che nel buco delle attività stagionali non riusciresti ad avere altrimenti. Che poi Chianciano ti piace, i tuoi colleghi sono amichevoli, alcuni forse proprio amici. Suona quasi come una specie di vacanza, un allenamento privato, non ufficiale, ma rilassato. La maglietta federale, quella però te la porti. Fa parte della tua identità, è il simbolo di quello che hai ottenuto nella tua carriera.

Sei la madre di una giovane atleta di punta. Mesi prima, programmando la sua estate, tua figlia ti aveva chiesto di partecipare a un camp di scherma in Italia, per prepararsi al meglio all’inizio della stagione sportiva. Tua figlia è forte, una delle più forti, merita di poter coltivare il suo talento con i mezzi migliori e tu glieli vuoi dare. E poi la Toscana è bella, oltre all’allenamento sarà una specie di vacanza. Anche se tua figlia è minorenne, conti sui nomi dei tecnici che compaiono in una lista sul sito del Camp. Alcuni di loro vestono la maglia della Federazione Italiana Scherma. Ci si può assolutamente fidare.

Quando tua figlia ti chiama dall’Italia un giorno di agosto sulle prime non capisci: si è fatta male in allenamento?

Da quando domenica tre marzo - a partire dal Messaggero - ha iniziato a diffondersi la notizia della denuncia di stupro di gruppo avanzata da un’atleta uzbeka di diciassette anni contro tre giovani sciabolatori della Federazione Italiana Scherma, mi è molto difficile smettere di pensare a questi tre scenari. Sono tre situazioni vissute da tre punti di vista diversi che si intrecciano intorno a una presunta tragedia – quella di una violenza sessuale – ma che purtroppo incrociano anche molte zone grigie che potevano essere evitate: la responsabilità dei tecnici, il loro uso della maglia federale in un contesto privato e le regole di safeguarding applicate nel Camp di sciabola di Chianciano.

Quello che da un po’ viene raccontato come ‘i fatti di Chianciano’ è passato da una settimana a questa parte sui notiziari e sulle principali testate giornalistiche trasformando la mattina del cinque agosto 2023 in una specie di giorno della marmotta. La ragazza che si sveglia in una camera non sua, nel letto ci sono tre atleti italiani, uno dorme su di lei, un altro le sta accanto nudo, un altro ancora si sta rivestendo. E poi ci sono le parole di scherno che le sarebbero state rivolte dal gruppo, il corpo che le fa male, i lividi che la sciabolatrice riporta sulle gambe. Tutto quello che ricorda è che la sera prima avevano bevuto insieme una birra e degli shottini.

La ragazza chiama sua madre. Intanto la presunta vittima viene portata prima all’ospedale di Frascati, poi al Bambin Gesù. Le viene somministrata la pillola del giorno dopo. Nel sangue della diciassettenne vengono trovate tracce di alcol e droga. Come riporta anche Fanpage, si parla della possibilità dell’uso della droga dello stupro.

Il nove agosto i fatti vengono denunciati al commissariato di San Vitale e le indagini vengono passate alla Procura di Siena. Nella nota rilasciata non si parla di indagini interne. «Non so perché un caso del genere stia andando avanti per sette mesi» ha dichiarato il presidente FIS Paolo Azzi. «Se ci fosse stato anche un capo di imputazione, sicuramente la Procura federale, che non prende ordini da me, avrebbe preso dei provvedimenti».

Da agosto 2023 a marzo 2024 nessun altra misura è stata presa internamente a livello disciplinare né per gli atleti né per i tecnici responsabili della supervisione del camp. Se oggi siamo a conoscenza di questa notizia è perché la difesa della giovane sciabolatrice è arrivata a denunciare pubblicamente la gestione del caso. Durante una recente gara di coppa del mondo a Istanbul, la ragazza avrebbe infatti incontrato i tre indagati che alloggiavano nello stesso albergo e a spese proprie sarebbe stata costretta a cambiare struttura.

Lo scorso tre marzo, in risposta alla diffusione della notizia sui giornali, la Federazione Italiana Scherma ha risposto con una breve nota – pubblicata sul sito ufficiale e non diffusa sui social media – in cui si spiegava di essersi attivata nei contatti con la Magistratura fin da subito e di aver dato disponibilità a costituirsi come parte civile nell’eventuale processo. Nonostante tutto, nella nota non c’è nessun riferimento a indagini interne, al camp, ai maestri della nazionale che in quel camp erano coinvolti, a provvedimenti disciplinari – anche solo cautelari – nei confronti di questi tesserati FIS.

Nel momento in cui scrivo, la pubblicità del camp di sciabola di Chianciano è ancora online, ancora con gli stessi tecnici, ancora tutti uomini, alcuni di loro ancora con la maglia della nazionale. Le iscrizioni sono aperte per il prossimo anno. Nel volantino informativo, diffuso sul sito internazionale di eurofencing, si raccontano i numeri del 2023: 270 atleti da 27 Paesi diversi. Sotto la dicitura di ‘main organizer’ e quindi responsabile dell’organizzazione e della gestione del ritiro c’è il nome di Sorin Radoi, ‘manager of the Italian national Junior Team of sabre’, il ct della nazionale giovanile di sciabola. Accanto a lui, come ‘special guest’ c’è Lucio Landi, con la maglia azzurra della nazionale. Sotto il suo nome, la dicitura ‘Head Coach of the S.S. Lazio Scherma Ariccia and National Italian Team of Sabre’. Lucio Landi è anche il presidente dell’Associazione Italiana Maestri di Scherma. Questi dati non sono stati sufficienti a giustificare un intervento interno della Federazione anche se il camp internazionale di Chianciano non si qualificava come ritiro ufficiale. Quello che succede invece è che l’attenzione resta sulle dinamiche dei fatti avvenuti tra la sciabolatrice minorenne e i tre atleti italiani da lei denunciati per stupro, ignorando il contesto nel quale –a prescindere dall’accusa – un gruppo di minorenni sarebbe stato in grado di fare uso di alcol e droghe.

Il sei marzo, a tre giorni dalla diffusione della notizia, qualche giornale ha tirato fuori i nomi degli atleti indagati, con tutte le conseguenze del caso. Il sette marzo, a un giorno di distanza dalla prova di qualificazione per l’Open nazionale e per la gara Nazionale Giovani a Lucca, due degli sciabolatori coinvolti hanno comunicato la loro decisione di autosospendersi, forse anche a causa della pressione mediatica, definita troppo alta dagli avvocati dei due.

C’è però un dettaglio importante da sottolineare. Emanuele Nardella, che fino a questa mattina non compariva nei gironi della gara di qualificazione perché ammesso direttamente al turno di eliminazione, ha disputato gli assalti della fase di eliminazione diretta. Una contraddizione, quindi, aver annunciato un’autosospensione che in poche ore è stata subito contraddetta dai fatti.

La scherma italiana non è immune da presunti casi di violenza di genere, anche e soprattutto ai suoi vertici. Il più recente è quello del campione olimpionico di fioretto Andrea Cassarà indagato dalla procura di Brescia per produzione di materiale pedopornografico. In quell’occasione la Federazione aveva passato il caso alla procura Federale che ha deciso per una sospensione cautelare del campione, cosa che non è avvenuta nel caso degli atleti coinvolti nei fatti di Chianciano. Altro caso di vertice, quello di Luigi Tarantino, ex oro olimpico di sciabola e ct della nazionale per soli cinque mesi, esperienza terminata nel 2022 con dimissioni “per motivi personali’. L’atleta – come ha riportato il Corriere del mezzogiorno - era stato denunciato per oltraggio al pubblico ufficiale dopo che una pattuglia di polizia era intervenuta a fermare una lite violenta tra l’atleta e una donna, anch’essa schermitrice.

Nel 2023 sono anche iniziati due processi contro l’arbitro Emanuele Bucca, che secondo l'accusa avrebbe molestato due atlete minorenni, una delle quali – secondo l’Ansa -sarebbe stata approcciata in una camera d’albergo durante i Campionati Italiani Cadetti e Giovani del 2021 a Riccione.

Il problema della violenza di genere - come pure quello dell’esistenza di zone grigie da cui possono scaturire molestie e atteggiamenti abusanti - è una questione sistemica. Non si limita a pochi singoli casi, perché questi casi sono alimentati da una cultura di base ancora troppo diffusa: quella che esalta il più forte non solo in campo o in pedana, ma anche fuori, nel gruppo, una volta dismessa la divisa. A prescindere dalla sentenza finale di un caso come questo di Chianciano, sembra quanto mai necessario oggi che la Federazione Italiana Scherma non si limiti a una dichiarazione di valori, per quanto sincera - chi si direbbe mai a favore della violenza di genere? -ma passi a una fase concreta, che agisca sulla cultura interna e sulla formazione dei propri tecnici e dei propri atleti, dalle pedane di provincia a quelle della nazionale.

Negli scorsi anni la FIS ha brillato rispetto alle federazioni estere per il sostegno alle atlete in maternità e per il modo in cui si è lavorato sul circuito paralimpico, fornendo strutture e tecnici all’avanguardia, un impegno che si fa visibile nella produzione costante di campioni e campionesse a livello internazionale. Nell’europeo di scherma paralimpica, attualmente in svolgimento a Parigi, Rossana Pasquino ha vinto un oro nella sciabola di categoria B, che va ad aggiungersi a due argenti e tre bronzi conquistati nelle gare di fioretto maschile.

Il caos mediatico che si sta scatenando in questi giorni intorno alla questione dei giovani sciabolatori è direttamente proporzionale al rispetto provato nei confronti di uno sport come la scherma, che ha sempre contribuito a rappresentare nel modo migliore i nostri colori a livello internazionale. Nell’anno olimpico, a pochi mesi dal debutto sulle pedane di Parigi, l’immagine di una Federazione che ambisce a calcare il punto più alto del podio in tutte le categorie della disciplina diventa una questione pressante che interessa i membri di una comunità intera.

Edit:

Puoi firmare a questo link la lettera aperta alla Federazione Italiana Scherma per chiedere un’azione concreta sui fatti di Chianciano.

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