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Le scelte più interessanti del Draft NFL
30 apr 2024
30 apr 2024
Non sono mancate le sorprese.
(copertina)
IMAGO / USA TODAY Network
(copertina) IMAGO / USA TODAY Network
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Il Draft è il momento in cui la nuova stagione inizia, almeno ufficiosamente. Le squadre provano a colmare i vuoti con la free agency e i roster pian piano si definiscono. Il football è uno sport molto complesso, in cui sono tanti i fattori che contribuiscono al successo di un giocatore, a maggior ragione se giovane; per questo di seguito non troverete i voti alle scelte ma, semplicemente, una carrellata sulle chiamate più interessanti e/o sorprendenti della tre giorni di Draft.

Ci possono volere anni per cogliere l’impatto di un prospetto in una lega tremendamente complicata e competitiva come la NFL, e ricordatevi che ogni scelta conta, anche quelle più basse: non a caso, quello che per molti è considerato il miglior quarterback della storia - Tom Brady - ha dovuto aspettare sei giri e 198 nomi prima di sentire chiamato il proprio.

Day 1 (Giro 1)

#3 Drake Maye, QB, Patriots

Non era difficile attendersi qualche inciampo nel processo di ricostruzione dei Patriots post-Brady, e infatti eccoci qui. Siamo al terzo QB in cinque stagioni, e i Pats si augurano sia quello buono. Maye viene da una famiglia di sportivi; il padre giocò nello stesso ruolo e nello stesso ateneo, mentre il fratello Luke gioca a basket in Europa (è passato anche da Trento qualche stagione fa). Il nativo di Charlotte ha stazza eccellente per il ruolo (un metro e 93 per 104 chili) e sa fare qualunque tipo di lancio. Ha un rilascio rapido e un bellissimo zip del pallone; non ha propriamente un cannone al posto del braccio, ma quando lancia lungo, il posizionamento della palla è ottimo. È un ottimo atleta che ricorre alle corse con profitto e tra le sue qualità principali c’è l’improvvisazione a giochi rotti: questa sua caratteristica, però, lo spinge anche a commettere errori quando vuole strafare. Deve molto migliorare nel gioco intermedio, che è stato poco utilizzato a North Carolina e non è ancora pulito, soprattutto quando c’è da leggere i linebacker che scalano in copertura. Maye ha giocato titolare solo due stagioni a NC e ha ampi margini di miglioramento. Lo paragonano a Josh Allen, arrivato come un prodotto grezzissimo a Buffalo e sviluppatosi in un paio d’anni in uno dei migliori quarterback della NFL.

#8 Michael Penix Jr., QB, Falcons

La prima vera sorpresa del Draft. A proposito di progetti, Penix arriva ad Atlanta per fare panchina a Kirk Cousins. Non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che Captain Kirk ha firmato poco più di un mese fa un quadriennale da 180 milioni (ma "solo" 100 garantiti). L’ex quarterback di Washington non è altissimo (187 cm), ha una meccanica non bella da vedere - lancia molto di spalla - ma il suo pallone lungo è forse il più bello tra i passatori rookie di quest’anno. Bellissima spirale, sembra che non faccia fatica a sparare a 50-60 yard a fondo campo e, cosa da non sottovalutare, viene da un attacco pro style, con tanta spread offense. Viene anche da 4 infortuni, di cui due legamenti crociati del ginocchio, e deve molto migliorare come QB da tasca: quando la pressione si fa sentire tende ad andare in panico e sbilanciarsi e lanciare con una postura scorretta. Il GM dei Falcons Terry Fontenot ha dichiarato di essersi ispirato da quanto fatto dai Packers con Jordan Love, tenuto in caldo per tre stagioni dietro Aaron Rodgers prima che gli venissero affidate le chiavi dell’attacco. Tuttavia, non solo questo metodo non ha portato risultati concreti a Green Bay, ma Atlanta non è neanche minimamente pronta per contendere: agire su altri reparti, specialmente in difesa, sarebbe stata la cosa più sensata.

#18 Amarius Mims, OT, Bengals

Uno dei giocatori più affascinanti di questo draft si accasa a Cincinnati, bisognosa di aiuto nella linea offensiva. Mims è un essere umano gigantesco (due metri per 154 chili) che si muove come se fosse un playmaker di basket. In pass pro scivola benissimo lateralmente e ha braccia e mani fortissime per chiudere in fretta l’azione e bloccare il difensore. È molto attento sugli stunt (movimenti a incrociare tra due difensori) e sembra non fare sforzo quando c’è da bloccare nelle corse, anche se qui si affida molto alla forza, mancando di tecnica. Nel 2023 ha concesso 0 sack e una sola pressione. Perché quindi, l’ex Georgia è così affascinante? Perché all’attivo ha 8 partite di college football alle spalle come titolare, e nell’ultima stagione si è fermato anzitempo per infortunio. Il materiale, come detto, è di primo livello, e i margini di miglioramento rendono Mims un prospetto tanto rischioso quanto interessante. 

#19 Jared Verse, DE, Rams

Uno dei miei giocatori preferiti da vedere. Verse è un classico defensive end da 4-3, sia forte che tecnico. Bene nel posizionamento di mani e braccia quando inizia l’azione (la sua bullrush è notevole), ma possiede anche tanti altri movimenti di pass rush da utilizzare sia a inizio azione sia per controbattere alle mosse degli offensive tackle: swim move, spin move e una specie di eurostep per battere il marcatore all’interno. Deve imparare a leggere meglio le azioni di corsa per evitare di essere tagliato fuori, ma ha un motore che non si ferma mai e troverà il modo di avere impatto anche lì. I Rams hanno costruito un front seven molto interessante anche dopo il ritiro di Aaron Donald, a maggior ragione se Verse riuscirà a imporsi dal primo anno.

#24 Terrion Arnold, CB, Lions

Per il secondo anno consecutivo, i Lions scelgono un cornerback da Alabama. Dopo Brian Branch, autore di un’eccellente stagione da rookie, ecco Terrion Arnold. È davvero difficile trovare difetti nel gioco di Arnold; può giocare sia sull’esterno che nella slot, a uomo e a zona. Gioca con grande fisicità (occhio alle penalità, ma questo vale per quasi tutti i cornerback che arrivano dal college); ha braccia lunghe e fluidità nei movimenti, sia quando indietreggia a inizio azione sia quando apre le anche per accompagnarlo nella traccia. Rimane benissimo col marcatore anche sui cambi di direzione (notevole abilità di stop and start) e ha il tempismo giusto per localizzare il pallone quando è in aria e deviarlo. Può anche essere usato come blitzer: può avere ottimo impatto sulle corse, sia perché capisce prima la giocata, sia perché è a tutti gli effetti un ottimo placcatore per il ruolo. Da punto debole che era, i Lions stanno costruendo una secondaria di livello tra draft e mercato.

#31 e #32 Ricky Pearsall e Xavier Legette, WR, 49ers e Panthers

Pearsall e Legette non comparivano al primo giro nella stragrande maggioranza dei mock draft, eppure eccoli qui. Arrivano in due situazioni completamente diverse. I Niners non avrebbero bisogno di ricevitori - o almeno non con la chiamata al primo giro. Era lecito aspettarsi un offensive tackle, il vero bisogno primario della squadra, e invece è arrivato Ricky Pearsall da Florida. Al college ha giocato sia come slot receiver che sull’esterno, mostrando di correre molto bene le tracce, soprattutto quelle in breaking, che puntano al centro del campo. Ha un raggio di ricezione notevole ed è bravissimo nel ricevere in traffico (a proposito: guardatevi questa ricezione). Sa localizzare il pallone quando è in aria e sa sempre dove si trova in campo. Le perplessità riguardano la velocità, buona ma nulla di eccezionale a livello NFL, e la capacità di separazione dal difensore. Non ci sono grossi dubbi sul fatto che Pearsall possa diventare un buonissimo slot receiver in un attacco come quello di San Francisco. Per scegliere Legette da South Carolina, invece, i Panthers hanno fatto trade up, muovendosi dal 33esimo al 32esimo posto. Legette ha grande potenziale da big play grazie alla sua velocità sul lungo; non ha grandi doti di separazione allo snap ma compensa separandosi alla traccia usando il fisico. È ancora un giocatore molto grezzo - ha solo un anno di produzione statistica alle spalle - che deve completamente inventare il gioco intermedio, soprattutto sulle tracce in breaking. Al college veniva usato prevalentemente sul lungo e sul corto, dove usava le sue doti da velocista per fingere tracce profonde, frenare e girarsi verso il QB. Legette ha caratteristiche che mancano nell’attacco dei Panthers (praticamente da rifare) ma anche una grossa parte del suo gioco totalmente inesplorata.

Day 2 (Giri 2-3)

#33 Keon Coleman, WR, Bills

A maggior ragione dopo la partenza di Stefon Diggs, ai Bills serviva un ricevitore numero 1: con la scelta ottenuta dai Panthers tramite trade down, ecco Keon Coleman. L’ex Florida State ha forse quello più elettrizzante tra i wide receiver di questo Draft; ottimo fisico (un metro e 93 per 98 chili), gioca sia come X receiver (il WR isolato sul lato debole dell’attacco, quello opposto al TE) che nella slot. È una minaccia sul profondo grazie alla velocità sul lungo ma è anche capace di ricezioni contestate e spettacolari. Non perde mai di vista il pallone e ha un catch radius notevole. Due sono i punti deboli più evidenti: ha la tendenza a ricevere palla un po’ troppo vicino al corpo, esponendosi alle deviazioni dei cornerback, e soprattutto fatica a creare separazione in cima alla traccia, affidandosi più che altro alle proprie doti atletiche. C’è da dire che, per le caratteristiche proprie e di Josh Allen, difficilmente poteva capitare in un contesto migliore di quello dei Bills.

#36 Jer’Zhan Newton, DT, Commanders

Il defensive tackle non era necessariamente tra le priorità dei Commanders, ma un giocatore come Jer’Zhan Newton, caduto a inizio secondo giro, non poteva essere lasciato passare. L’ex Illinois è un po’ sottodimensionato per il ruolo (un metro e 88 d'altezza), ma gioca in maniera iper aggressiva. Comanda subito l’azione con un punch fortissimo ed è esplosivo allo snap (quanti o-linemen sono stati strapazzati da quelle mani); trova sempre un modo per mettere pressione ma ha anche una discreta gamma di movimenti da usare se la forza bruta non basta. Fatica un po’ contro i raddoppi vista l’altezza e la lunghezza delle braccia non ideali, ma anche quando non ha impatto statistico riesce comunque a farsi notare. Su Calijah Kancey l’anno scorso c’erano gli stessi punti interrogativi per le dimensioni ‘ridotte’: il defensive tackle dei Buccaneers è stato però uno dei rookie rivelazione della scorsa stagione. Newton può essere il Kancey di questo Draft.

#39 Braden Fiske, DT, Rams

A proposito di DT un po’ undersize, Braden Fiske è un altro dei motivi che rende la difesa dei Rams così interessante. L’ex Florida State può giocare sia come DT in 4-3 che come DE in una 3-4 (e qui lo schema base di L.A. gli può venire incontro). Come detto, è un po’ sottodimensionato, ma ha grande forza nelle mani e nelle braccia, ed eccellente atletismo per il ruolo. Insomma, è un grande atleta (non ha problemi a correre dietro ai QB che escono in scramble), si muove bene nella tasca ed è bravo negli stunt. Al di là delle dimensioni, l’altra red flag è l’età: è pur sempre un rookie di 24 anni.

#74 Bralen Trice, OLB, Falcons

Secondo la stragrande maggioranza dei mock draft - e anche secondo la logica - i Falcons avrebbero dovuto scegliere un defensive end con la scelta al primo giro. La lacuna è invece stata colmata al terzo con la chiamata di Bralen Trice. Listato come DE, l’ex Washington dovrebbe avere molti snap soprattutto come outside linebacker in 3-4 (che è poi lo schieramento base di Atlanta). Trice gioca molto spesso in 2 point stance (cioè, banalmente, partendo da in piedi e non mani a terra) per sfruttare la propria esplosività; ha un buon bagaglio di mosse di pass rush e usa bene le mani per spostarsi sulle proprie mattonelle (per esempio ama colpire l’O-Linemen all’interno). Contro i tackle dominanti fisicamente e che riescono a reggere la sua velocità - soprattutto quando deve "girare l’angolo" - rischia di essere neutralizzato. Per questo la posizione di linebacker sembra essere quella più adatta a lui tra i professionisti.

#89 Tykee Smith, S, Buccaneers

Smith è una strong safety che può giocare anche come slot corner o linebacker in nickel (difesa con 5 defensive back). La sua dote principale è la velocità di chiusura sull’attaccante, sia quando controlla il fondo del campo sia quando deve attaccare la linea di scrimmage. È anche un ottimo tackler che si libera bene dai blocchi - quando non riesce, ha la tendenza a spingere il bloccante verso il portatore di palla - e che placca con buona tecnica. Non è fluidissimo nei movimenti nello stretto quando deve marcare a uomo (gli slot receiver NFL potrebbero essere impegnativi per lui), ma è comunque bravo nel backpedaling (indietreggiare aspettando la mossa del ricevitore) e anticipare l’attaccante per deviare il pallone. Jordan Whitehead, una delle due safety titolari, può essere tagliato nel 2025 senza ripercussioni sul salary cap: chissà che il sostituto Tampa non ce l’abbia in casa e sia l’ex Georgia.

#95 DeWayne Carter, DT, Bills

Al terzo giro, Buffalo aggiunge profondità nella linea difensiva con un giocatore tanto violento nell’attaccare gli O-Linemen quanto mobile per il ruolo (la spin move è una specie di mossa signature). È aggressivo nel punch (la prima "manata" all’uomo di linea) ma rapido allo snap. Ha un grande motore, il suo impatto contro le corse è visibile per quanto si impegna, ma spesso impiega troppo tempo per liberarsi, quando il running back è già passato oltre, mentre altre volte è fin troppo aggressivo, perdendo di vista il portatore di palla. L’ex Duke è un giocatore che non si ferma mai e che potrebbe beneficiare dei raddoppi portati a Ed Oliver, suo nuovo compagno di reparto.

#100. Luke McCaffrey, WR, Commanders

Il cognome non mente. Luke da Rice è fratello di Christian, RB dei 49ers. I Commanders hanno cambiato tantissimo in attacco, dal QB alla O-Line, e sono alla ricerca di playmaker da affiancare a Terry McLaurin. McCaffrey ha buona stazza (un metro e 88 per 90 chili) e può giocare sia da X receiver che nella slot. È un route runner molto preciso e che sa usare la velocità di piedi per prendere un primo vantaggio alla linea di scrimmage. Ha grande sensibilità nel leggere dove si trova in campo, e infatti contro le difese a zona trova sempre un modo per farsi trovare libero. Diverso, invece, il discorso contro quelle a uomo, dove potrebbe patire - almeno inizialmente - la fisicità del gioco NFL. La velocità sul lungo è solo discreta, ma compensa con la coordinazione occhio-mano che gli permette di completare ricezioni contestate. Difficilmente diventerà una star come il fratello, ma nel reparto ricevitori di Washington dovrebbe esserci spazio: l’arrivo della seconda scelta assoluta Jayden Daniels come quarterback è sicuramente un plus.

Day 3 (Giri 4-7)

#107 Theo Johnson, TE, Giants

Fisicamente dominante (un metro e 93 per 112 chili) ma anche mobilissimo. È un route runner abbastanza elementare che non crea molta separazione all’inizio della traccia, ma è bravissimo nel produrre yards after catch e si muove benissimo per la stazza che ha. È anche bravo a ricevere palloni contestati.

#108 Khyree Jackson, CB, Vikings

Molto alto, braccia molto lunghe, fluido nei movimenti quando deve aprire le anche per seguire il ricevitore ma un po’ legnoso nei cambi di direzione (comprensibile, vista l’altezza). Gioca sia a uomo che a zona e ha un gran tempismo nel localizzare e deviare il pallone. È un eccellente placcatore che interpreta il ruolo in maniera molto fisica e dovrebbe trovarsi bene negli schemi del defensive coordinator Brian Flores.

#124 Malik Mustapha, S, 49ers

Altra presa molto interessante che riguarda un defensive back. L’ex giocatore di Wake Forest è un proiettile quando c’è da scendere dal fondo del campo e attaccare la linea di scrimmage, ma anche quando difende a zona. A volte paga questa aggressività attaccando il gap sbagliato e lasciandosi battere dal portatore di palla, deve sgrezzarsi. Può giocare anche come slot cornerback e linebacker in nickel. Nella difesa di San Francisco può esplodere.

#140 Cam Hart, CB, Chargers

Al quinto giro, i Chargers del nuovo corso Jim Harbaugh-Joe Horitz hanno pescato un possibile titolare immediato. L’ex Notre Dame ha concesso 15 ricezioni per 137 yard e 0 TD nella sua stagione finale al college. A ND ha giocato quasi esclusivamente a uomo, mettendo in mostra la sua fisicità e la lunghezza delle braccia. Segue gli avversari in qualunque tipo di traccia ed è molto veloce sul lungo; diventa un po’ manesco quando gli avversari sterzano o cambiano velocità, non è così fluido sui cambi di direzione, ma i suoi mezzi fisici e la sua aggressività possono fare comodo fin da subito ai Chargers.

#166 Tyrone Tracy, RB, Giants

Tracy è un running back north-south (cioè che preferisce correre dritto per dritto) aggressivo e che sa guadagnare yard dopo il contatto. Segue bene i blocchi e ha piedi rapidi per cambiare direzione quando serve. Corre bene le tracce (ha iniziato la carriera collegiale come ricevitore) ed è anche un buon bloccante. Ha la tendenza a rimbalzare fuori quando il centro della linea è occupato, cosa che in NFL difficilmente si traduce in grandi guadagni. Dietro Devin Singletary, appena arrivato da Houston, la concorrenza è apertissima, e Tracy potrebbe approfittarne.

#208 Dylan Laube, RB, Raiders

I Raiders hanno pescato il nuovo Danny Woodhead? La stazza è molto ridotta (177 cm) per essere un RB titolare, ma è molto veloce in campo aperto (può essere usato come ritornatore) e corre benissimo le tracce. È anche un buon bloccante.

#210 Christian Mahogany, G, Lions

L’ex Boston College è una guardia abbastanza rapida di piedi ed esplosiva allo snap, ma anche aggressiva. È un bloccante cattivo nelle corse e particolarmente adatto in situazioni di corto yardaggio. È un po’ leggerino di piedi, cosa che potrebbe metterlo in difficoltà contro difensori particolarmente pesanti e aggressivi, ma sa anche leggere bene l’azione e aiutare i compagni in pass blocking se non impegnato direttamente. Difficilmente diventerà una star, ma può comunque diventare un buonissimo titolare. A metà sesto giro andrebbe benone.

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