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Federico Principi
Sarà regicidio?
21 gen 2016
21 gen 2016
Dimitrov non ha mai battuto il suo idolo Federer, ma il terzo turno degli Australian Open rappresenta un'occasione importante per dare una scossa alla propria carriera.
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Federico Principi
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Circola su Youtube un video diventato ormai una pietra miliare dell’appassionato di tennis. Nel video si mettono a confronto i gesti tecnici di Federer e Dimitrov fino a sovrapporli, nel tentativo quasi disperato di trovare un degno erede di un grande campione che tutti sono ormai rassegnati a perdere per sempre entro qualche anno e magari di prolungarne la visione nell'immaginario collettivo attraverso un surrogato che al momento non pare certamente allo stesso livello (e probabilmente non lo sarà mai).

 

https://www.youtube.com/watch?v=0urwE1_4Ku8

 

«Non ho idoli bensì modelli. Io e mio padre eravamo sempre alla tv per guardare Agassi e Sampras. Poi è arrivato Federer e tutto è cambiato. Mi rivedo un po' in lui per il rovescio a una mano». Se si chiede a Dimitrov delle sue affinità con Roger, risponde così.

 

Una regola aurea del tennis recita che la proprietà transitiva, per valutare gli scontri diretti ed eventuali e conseguenti rapporti di forza, non esiste. Eppure seguendo il dato che Nadal abbia una certa corsia preferenziale nei confronti diretti contro Federer - per caratteristiche tecniche, fisiche e psicologiche - non sorprende che lo spagnolo (pur avendo ceduto 5 set in 7 precedenti) non abbia mai perso contro il “baby-Federer”, cioè Dimitrov, che a sua volta non ha mai vinto contro il vero Federer. Un po' come a ribadire, per l'ennesima volta, che due giocatori piuttosto simili per attitudini abbiano spesso una grossa discrepanza nelle statistiche nei confronti diretti, sbilanciata a favore del più forte.

 

Dimitrov non ha mai battuto Federer, perdendo tutti e quattro i confronti diretti, e anche stasera, nel terzo turno degli Australian Open che li vede opposti, il bulgaro non parte certo favorito. I bookmaker pagano la vittoria di Federer appena sopra l’euro, una quota che lascerebbe immaginare due giocatori tra cui passano diverse categorie di differenza.

 



Il dato che dovrebbe però incoraggiare Dimitrov è che un paio di settimane fa è riuscito a strappare il primo set della sua vita al suo idolo. Una partita in cui Federer è apparso in difficoltà soprattutto sul piano fisico, soffrendo forse di qualche malessere che ci ha ormai signorilmente abituato a nascondere o a minimizzare (vedi match con Malisse, Wimbledon 2012) e che lo ha leggermente contratto nelle fasi finali del set perso al tie-break contro il bulgaro (ecco una

). Durante la partita Federer ha cercato con eccessiva insistenza la proiezione a rete subito dopo il servizio, a dimostrazione che volesse a tutti i costi accorciare lo scambio, provando ad evitare il braccio di ferro da fondocampo. Magari a causa di qualche difficoltà negli spostamenti laterali, soprattutto verso destra.

 


Fatica.


 

Dimitrov ha inizialmente servito per il secondo set sul 5-4. Fino a quel momento aveva piazzato il 74% di prime palle in campo nel secondo parziale, ma in quello che doveva essere il game decisivo ne ha registrate appena 2 su 6 (33%) cedendo la battuta, a dimostrazione di quanto non sia ancora maturo nella gestione della pressione nei momenti in cui deve chiudere. Ha poi approfittato di gravi e numerosi errori di Federer nel tie-break per aggiudicarsi il set.

 

Sarebbe disonesto ricondurre però questo piccolo successo solo a qualche inceppo di mobilità di Roger. C’entra infatti anche la consapevolezza di Dimitrov - maturata nel corso del match e nel secondo set in particolare – di dover rispondere alla seconda di servizio cercando una maggiore profondità.







Oltre ad aver aumentato la propria percentuale di prime in campo, Dimitrov sfrutta il calo di Federer nella stessa statistica e approfitta del maggior numero di seconde palle dello svizzero per spingerlo più possibile lontano dal campo.




 

La prova che Federer si trovasse in quel match a disagio nelle manovre lunghe da fondocampo è ben riassunta nella grafica che, a fine secondo set, mostra il rispettivo numero di punti vinti in diverse fasce di lunghezza degli scambi.

 


Man mano che lo scambio si allunga, i rapporti di forza pendono sempre di più verso Dimitrov.




 



Non si può dire con certezza se la difficoltà negli scambi medio-lunghi di Federer si riproporranno a Melbourne o se era solo una serata complicata dal lieve malessere alla coscia sinistra.

 

In ogni caso sarebbe logico per Dimitrov piantarsi sulla linea di fondo provando ad allungare gli scambi il più possibile. Anche perché Federer ha dimostrato di essere estremamente vulnerabile nelle partite tre su cinque, e prolungare la partita, anche a partire dai singoli scambi, potrebbe deteriorare le energie dello svizzero.

 

Bisogna dire che quella di arretrare sarebbe comunque una strategia per certi versi paradossale per il tennista bulgaro, dal momento che per un anno intero il mondo lo ha criticato (e poi convinto a cambiare) nella scelta del coach Rasheed, che progressivamente lo ha allontanato dalla linea di fondo indirizzandolo nella ricerca di un tennis più solido e regolare.

 

La natura di Dimitrov è quella di un giocatore brillante, offensivo, un po’ narciso ma comunque aggressivo e propenso a proporre gioco anziché tamponare quello dell'avversario. Il nuovo coach Franco Davin (ex di Del Potro ma che ha lavorato anche con un giocatore più regolarista come Gaston Gaudio) lo sta probabilmente riavvicinando a una posizione progressivamente più avanzata, nella quale è in grado di imporre l'uno-due senza permettere agli avversari di impelagarlo in ragnatele di scambi troppo lunghi.





Dimitrov (contro Dolgopolov al recente torneo di Sydney) è molto più efficace dell'ucraino negli scambi brevi, soffrendo invece maggiormente quelli lunghi e non certo contro un maratoneta come Djokovic o Ferrer. Sotto, invece, le differenti proiezioni dei punti di impatto di Dimitrov tra primo e secondo set nella stessa partita, con crescente aggressività: indovinate quale dei due set ha vinto il bulgaro?



 

La sensazione è che Dimitrov sarà chiamato a bilanciare perfettamente le due strategie - quella attendista e quella, sua naturale, più aggressiva - a seconda dei casi e delle variabili in gioco. La chiave per poter ambire a un successo risiede nella diagonale sinistra: Dimitrov è forse l'unico o comunque uno dei pochi tennisti al mondo, in grado di rivaleggiare con il back di rovescio ad armi pari contro Federer, che a sua volta potrebbe invece soffrire scambi sulla diagonale sinistra (rovescio in top contro rovescio in top) soprattutto se il bulgaro riuscisse a prendersi un mezzo metro di spazio per caricare bene di spin la palla.

 


Le palle cariche sul rovescio sono sempre state una via crucis per Federer. Qui è costretto a giocarne due consecutive: alla seconda colpisce in ritardo (la palla va lungolinea ma corta) e perde subito campo, venendo facilmente attaccato.



 

La diagonale sinistra risulterebbe potenzialmente ancora più produttiva per Dimitrov, se il bulgaro riuscisse a spostarsi sul dritto nella propria zona centro-sinistra del campo e a caricare la palla, sempre in diagonale e sempre verso il rovescio di Federer.

 


Dimitrov carica il dritto a sventaglio (inside-out) verso il rovescio di Federer, che colpisce ancora una volta in ritardo e perde subito campo: facile chiusura sopra la rete per il bulgaro.



 

La solita controindicazione nell'insistenza sulla diagonale sinistra contro Federer (ma non solo contro di lui) sta nell'eventualità che lo svizzero riesca a girarsi sul dritto e a giocare lui prima del proprio avversario il proprio dritto dalla sua zona di centro-sinistra, che per caratteristiche fisiche e biomeccaniche risulta quasi sempre più letale del dritto classico giocato da destra (o a sinistra per i mancini).

 

Un'altra controindicazione nel rovescio di Dimitrov - riferita al fatto che spesso compie un leggero passo indietro per avere più tempo per caricare la palla - è quella che il bulgaro non è invece così rapido nel trovare il perfetto timing con il rovescio in top in anticipo, soprattutto in risposta: o si prende qualche frazione di secondo in più per completare la preparazione, o necessariamente sacrifica la velocità della palla se vuole puntare sull'anticipo. Federer può approfittare di questo

aggiuntivo per piazzarsi in una posizione più avanzata e migliore per giocare la prima volée dopo il servizio, quando decide per il serve and volley (anche sulla seconda) cercando la risposta di rovescio di Dimitrov.

 




 


Federer sfrutta la minor propensione all'anticipo dei giocatori col rovescio ad una mano. Attacca Dimitrov sul rovescio per il serve and volley: anche contro Wawrinka nell'ultimo US Open ha servito molto spesso sul rovescio del suo connazionale, nonostante sia nettamente il suo colpo migliore.



 

La grande abilità richiesta a Dimitrov sarà quella di trasformare queste micro-situazioni tattiche in delle vere e proprie chiavi di lettura dell'intero match. Il bulgaro sarà costretto, come ogni giocatore sfavorito, a tenere sempre altissima l'attenzione su ogni singolo aspetto del gioco per evitare di essere spazzato via da un Federer che nell'ultimo match contro Dolgopolov non ha concesso una singola palla break in 3 set, aggiudicandosi anche una percentuale di scambi di media lunghezza superiore al 55%.

 

La fluidità su servizio, dritto e volée, la stabilità corporea sulla palla, sono caratteristiche nelle quali Federer è probabilmente ancora al vertice del tennis mondiale e alle quali Dimitrov si è sempre voluto ispirare, senza ancora aver raggiunto il livello del proprio maestro. Il terzo turno di Melbourne sarà un percorso imprescindibile per testare soprattutto il suo livello, senza troppe responsabilità da risultato.

 
 

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