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Calcio Daniele V. Morrone 25 agosto 2016 3'

Sapersi inserire non è da tutti

All’esordio in Serie A, Franck Kessié ha già mostrato tutte le sue qualità.

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Nell’ultimo decennio la Costa d’Avorio ha potuto contare sul più forte centrocampista africano delle ultime generazioni, Yaya Touré, e se l’atipicità del centrocampista del Manchester City, ex Barcellona, lo rende unico nel panorama calcistico non solo africano, Franck Kessié può avanzare la sua candidatura come erede al trono. Kessié è in Italia solo dal gennaio 2015, preso dall’Atalanta per giocare con la squadra Primavera ma, sicuri di avere a disposizione un grandissimo talento, i bergamaschi hanno pensato di farlo giocare subito con continuità tra i professionisti, accordandosi per un prestito al Cesena in Serie B nella scorsa stagione. Lo scorso anno gli sono bastate cinque giornate per diventare titolare inamovibile.

 

Inizialmente, l’allenatore Drago aveva provato a inserirlo nel ruolo originario di difensore centrale, prima di convincersi a spostarlo a centrocampo per la partita contro il Livorno, per esaltarne le doti tecniche in rapporto al fisico. Da difensore centrale era arrivato fino alla Nazionale maggiore (ha debuttato a 17 anni ricevendo anche la benedizione di Drogba), dopo aver dominato nel Mondiale U-17 giocato da capitano, ma è da centrocampista che le sue potenzialità potrebbero trovare maggiore sbocco in questa fase della sua carriera, perché è lì che il suo talento riesce a coincidere con quello che vuole Gasperini per il ruolo.

 

Ecco un esempio di come i suoi istinti per gli inserimenti lo portino naturalmente a trovare posizione vantaggiose in area: dopo il tocco di prima per Paloschi scatta in area lasciandosi alle spalle il centrocampista avversario e posizionandosi in area di rigore esattamente dove il centrale difensivo avversario, attratto dalla punta, ha lasciato libero lo spazio.

 

In questo modo l’Atalanta potrebbe colmare la partenza di De Roon con un giocatore perfetto per il sistema di Gasperini: Kessié è bravo in fase di non possesso, una garanzia per aggressività e tempismo nell’impossessarsi del pallone, ed è una minaccia in fase offensiva per il suo istinto negli inserimenti. Sembra avere una dote particolare nel leggere la situazione e capire quando andare in area. La reattività e l’esplosività di cui dispone gli permettono uno stacco di testa veloce e potente, che comunque non ha ancora sfruttato pienamente in fase offensiva, ma non è difficile prevedere che in un futuro prossimo diventi uno specialista nell’arrivare in corsa in area per anticipare di testa l’avversario diretto.

 

Pur essendo destro, con la palla ha dimostrato di essere a suo agio anche con l’altro piede e non ha problemi a mantenere il possesso proteggendo la sfera sia con il fisico che con un discreto dribbling nello stretto, con cui può partire per una conduzione improvvisa. Nella distribuzione del pallone e nella tecnica di passaggio è ancora in fase di sviluppo, ma i triangoli naturali che lo schema di Gasperini riesce a creare non potranno che aiutarlo in tal senso.

 

Lancio Kessie

Dove può migliorare: il primo tocco potrebbe essere più pulito e anche il lancio, complessivamente buono, dovrebbe essere leggermente meno forte per appoggiarsi delicato sul piede del compagno. Certo, se al posto di Spinazzola ci fosse stato un giocatore dal piede più sensibile…

 

Se in estate il tecnico dell’Atalanta è rimasto impressionato dalla sua personalità, ciò che stupisce ancora dopo una giornata di campionato sono i tempi d’inserimento: esistono giocatori diciannovenni di personalità, ma sono più rari quelli che la abbinano a un fisico già sviluppato, a una tecnica di base adatta al ruolo e alla capacità di leggere la difesa avversaria come Kessié.

 

I margini di miglioramento sono così ampi che non è detto che vengano colmati ed è più probabile che finisca per migliorare alcune parti del suo gioco e non svilupparne altre. Ma con la sua versatilità tecnica e le sue attitudini dal punto di vista tattico, l’Atlanta ha tra le mani un giocatore che potrebbe far parte dell’élite del ruolo in Serie A senza problemi. E, per tornare all’inizio, gli “Elefanti” potrebbero davvero contare su un altro centrocampista di qualità che li guidi per il prossimo decennio.

 

 

Tags : atalantacentrocampistigian piero gasperini

Daniele V. Morrone, nato a Roma nel 1987. Laureando in economia, amante del "calcio di posizione" di Cruijff e Guardiola, segue con attenzione l'evoluzione del calcio asiatico.

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