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Gian Marco Porcellini
Una partita caotica e spettacolare
04 dic 2017
04 dic 2017
La Sampdoria aveva sempre vinto in casa, la Lazio aveva sempre vinto in trasferta. Ne è venuta fuori una partita divertente in cui hanno avuto la meglio gli uomini di Simone Inzaghi.
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Gian Marco Porcellini
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Sampdoria-Lazio metteva di fronte la squadra che, prima del match di ieri, aveva vinto tutte e 6 le sfide casalinghe e la squadra che aveva vinto tutte le 6 partite giocate fuori casa. Il match ha confermato la forza delle squadre di Giampaolo e Inzaghi al di là di questa statistica, la loro identità peculiare che in questo momento poggia molto sui propri giocatori più in forma per risalire il campo, due animali rarissimi nel panorama italiano come Zapata e Milinkovic Savic, accomunati da una fisicità fuori dal comune. Alla fine è stata la Lazio ad avere la meglio, proprio grazie al fondamentale contributo tecnico di Milinkovic, che ha determinato il 2-1 per gli uomini di Inzaghi con un gol e un assist, al termine di un match disordinato ma nel complesso divertente, in cui il contesto è mutato in più di una circostanza e i primi due gol sono arrivati nel momento di maggior brillantezza dell’avversario. La Serie A sa essere spettacolare, anche se le viene poco riconosciuto.

 



 



Nel primo terzo di gara la squadra di Giampaolo, scesa in campo con il consueto 4-3-1-2 con Murru e Barretto al posto degli infortunati Strinic e Linetty, è riuscita ad imprimere il proprio controllo sulla partita. Almeno per la prima mezzora gli uomini di Giampaolo sembravano riuscire a sfruttare uno dei punti deboli dei biancocelesti nell’inizio azione, cercando di evidenziarlo con un pressing alto e intenso, con Quagliarella e Zapata che cercavano di isolare De Vrij, e Gaston Ramirez che andava in pressione su Lucas Leiva.

 

La Lazio, schierata a sua volta con il classico 3-5-1-1 (Inzaghi ha confermato per la 7a giornata consecutiva lo stesso undici),  era quindi costretta ad impostare con i due centrali meno tecnici, Bastos e Radu, attaccati a quel punto dalla mezzala blucerchiata posizionata sul lato di riferimento (quella sul lato debole invece stringeva verso il centro). Torreira, nel frattempo, era pronto ad accorciare in zona palla per chiudere un’ipotetica linea di passaggio centrale verso Luis Alberto. Quando il terzo di difesa riusciva ad appoggiarsi sull'esterno, Marusic o Lulic, ecco che usciva il terzino sul lato forte a chiudergli il campo.

 


De Vrij, schermato da Zapata e Quagliarella, scarica su Strakosha, che allargherà in direzione di Bastos, su cui nel frattempo è uscito Praet.



 

La Lazio invece ha optato per una fase difensiva meno aggressiva ed ha avuto molte più difficoltà nello sporcare la costruzione bassa blucerchiata. La squadra di Inzaghi ha lasciato una libertà eccessiva a Torreira, il primo fulcro creativo della squadra di Giampaolo. Il regista uruguagliano doveva teoricamente essere preso in consegna da Luis Alberto, oppure doveva scalare su di lui Milinkovic Savic quando lo spagnolo usciva su Silvestre, ma il difetto di comunicazione tra i due, associato alla passività del numero 18, il quale si è ritrovato in più di un’occasione a mezza via tra i due giocatori senza riuscire né ad aggredire il difensore, né a schermare Torreira, ha concesso ai padroni di casa un’uscita relativamente comoda.

 

Anche quando la Lazio riusciva a indirizzare il possesso avversario verso gli esterni, la Samp si appoggiava ai terzini, in particolare a Bereszynski (secondo per passaggi tentati, 61, solo a Torreira, 63), cercando di verticalizzare o direttamente su Zapata, che si allargava in fascia per dare una linea di passaggio verticale, oppure su Ramirez, che cercava di ricevere tra le linee avversarie per far uscire dalla difesa uno dei tre centrali biancocelesti (che inizialmente hanno fatto molta fatica ad accorciare sul centrocampo).

 


Luis Alberto, inizialmente in marcatura preventiva su Torreira, abbozza una corsa verso Silvestre, ma poi si volta e si accorge che Milinkovic non è scalato sul regista della Samp. A quel punto il difensore ha gioco facile nel servirlo.



 


Gli uomini di Inzaghi ci hanno messo un po' ma alla fine sono riusciti a trovare le contromisure per limitare l'aggressività iniziale della Sampdoria, soprattutto coinvolgendo nel giro palla difensivo Strakosha, la cui inedita precisione nel gioco lungo (16 lanci completati su 23) ha permesso di scavalcare la prima linea di pressione blucerchiata e di appoggiarsi a Milinkovic-Savic per risalire il campo. Durante il primo tempo la Lazio ha sfiorato l'1-0 proprio partendo dai piedi del portiere albanese, che ha eluso l’aggressività della Samp rinviando direttamente sul serbo, che, dopo aver vinto il contrasto aereo con Bereszynski, ha servito sulla corsa Lulic. Sul cross del bosniaco si è poi inserito Parolo, che ha sfiorato il gol.

 

Più in generale, la Lazio si è letteralmente aggrappata a Milinkovic-Savic, ancora più imprescindibile del solito nel ripulire la palla e fungere da perno centrale nello sviluppo della fase offensiva in una giornata in cui il contributo degli altri creatori di gioco si è fatto meno tangibile (ha toccato 79 palloni, 13 in più di Leiva e 22 in più di Alberto). Il serbo, che ha all’attivo 5 dribbling vinti su 6, e 7 duelli aerei vinti su 9, con la sua sensibilità nel trattare la sfera è riuscito allo stesso tempo a ricucire la prima impostazione della Lazio e dare grandissima qualità nell'ultimo quarto di campo. L'importanza del serbo è cresciuta come una torta in forno, ed è diventata decisiva nel secondo tempo, quando ha prima servito Luis Alberto in campo aperto dopo una veronica a centrocampo tra Ramirez e Barreto, e poi ha servito l'assist decisivo a Caicedo in "

" dopo una lunga progressione palla al piede.

 

Milinkovic-Savic è venuto molto in mezzo al campo durante la partita (nella mappa delle posizioni medie non si trova a fianco di Lucas Leiva, bensì sopra) e questo gli ha impedito di associarsi a Lulic, che ha sbattuto ripetutamente contro Bereszynski, ieri in serata di grazia. L'influenza del serbo sul gioco della Lazio ha fatto sì che in questo modo il baricentro della squadra di Inzaghi si spostasse sul centro-destra, dove i tagli esterno-interno di Parolo aprivano il campo alle discese di Marusic (6 cross, tra cui 2 passaggi chiave). Quando la Lazio riusciva a cambiare gioco velocemente, impedendo al centrocampo della Sampdoria di recuperare, Murru rimaneva in 2 contro 1 tra Marusic e Parolo, venendo costretto a mantenere una posizione più bloccata in difesa.

 


La Lazio riesce a passare dal centro e si distende velocemente. Qui Lucas Leiva serve Parolo, che apre su Marusic e gli va in sovrapposizione. Il montenegrino andrà al cross dopo aver chiuso il triangolo con Luis Alberto.



 



Nell’ultima parte, allo scemare delle forze e della lucidità dei giocatori, è aumentata conseguentemente il disordine in campo. La pressione della Samp si è fatta mano a mano meno intensa e organizzata, e la gara si è trasformata in una sorta di incontro di basket, con le due squadre a dividersi equamente i possessi senza grosse contestazioni, almeno nei primi due terzi di campo.

 

Un contesto più favorevole alla Lazio - che nel frattempo aveva aumentato la presenza offensiva passando al 3-4-1-2 con l’ingresso di Caicedo al posto di Leiva – più efficace della Sampdoria nell’interpretare le fasi di attacco posizionale e più pericolosa sulle palle inattive (con la rete di Milinkovic-Savic, la formazione di Inzaghi si conferma in vetta alla classifica dei gol su calcio piazzato, 9).

 

Grazie a questo successo colto nei minuti di recupero, la Lazio torna al successo dopo una sconfitta e un pareggio, rimanendo aggrappata alla corsa per il quarto posto. L'1-2 di ieri però non ha del tutto fugato i limiti della squadra di Inzaghi nella costruzione bassa: soprattutto i tre centrali non sembrano avere una visione di gioco sufficiente per eludere con continuità la pressione avversaria, malgrado la superiorità numerica garantita dal rombo basso formato dalla linea a tre più il mediano.

 

Un’ipotesi per uscire da questo stallo potrebbe essere quella di istituzionalizzare l'abbassamento di Luis Alberto sulla mediana, movimento che fa già molto spesso attualmente, in modo da fornire un’ulteriore linea di passaggio ai difensori. Inzaghi, però, è un allenatore conservativo, che costruisce le sicurezze dei suoi giocatori sulla continuità, e un cambio di questo tipo potrebbe intaccare gli equilibri pazientemente costruiti dal tecnico biancoceleste.

 

La sfida per Giampaolo, invece, sarà migliorare una fase difensiva ambiziosa, che però dipende in maniera vitale dalla sua intensità fisica: con il passare dei minuti e il calare delle energie, la Sampdoria perde progressivamente il controllo sulla partita, si allunga e diventa molto fragile, soprattutto in transizione negativa. La prima sconfitta stagionale in casa, comunque, non ridimensiona il valore dei blucerchiati (che si trovano ancora in una situazione di classifica invidiabile: sesto posto e 5 punti di vantaggio su Fiorentina, Milan e Bologna), che hanno dimostrato anche ieri sera di avere la giusta mentalità per giocarsela alla pari con una delle prime cinque squadre del campionato.

 

 

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