
Per celebrare la vittoria del campionato di Serie D girone F, il presidente della Sambenedettese, Vittorio Massi, ha indetto per venerdì 2 maggio il "Samb Day": una giornata interamente dedicata alla festa per la promozione. La festa è iniziata in maniera particolare: la squadra è stata accolta in città arrivando dal porto a bordo dei pescherecci Umberto Padre e Marcantonio II, mentre un aereo turistico sorvolava la città colorando il cielo di fumi rosso e blu.
Per arrivare a questa scena, molto aderente all'identità marittima della città di San Benedetto del Tronto, la strada è stata lunga e difficile. È una storia che, per me, comincia nel 2023, anno del centenario della Sambenedettese.

La città vorrebbe celebrare questo momento ma deve fare i conti con la realtà che vede la Samb alle prese con una grave crisi tecnica e soprattutto societaria. La società dell'allora presidente Renzi è in cattive acque, prossima a tirare i remi in barca, e sul campo, tra mille problemi, conclude la stagione con un anonimo settimo posto. È il punto più basso di un'epoca disastrosa per la Samb.
«Tutto nasce nel 2020, quando ci fu il cambio societario da Franco Fedeli a Domenico Serafino», mi racconta Alessandro Croci, giornalista locale de La Nuova Riviera. «Il nuovo presidente si presentò con progetti importanti: acquistò calciatori di categoria superiore, tra cui Botta e Maxi Lopez, e ammodernò il campo. Dopo pochi mesi, però, scomparve, iniziando a non pagare gli stipendi. Nel 2021 la società fu rilevata dall’imprenditore romano Roberto Renzi e ci iscrivemmo in Serie D. C'era tanta tristezza: il fondo è stato toccato due anni fa, con una squadra senza arte né parte e uno stadio vuoto».
Eppure qualcosa si muove. Mentre la Samb di Renzi non si iscrive in D, c'è un imprenditore locale, Vittorio Massi, che lavora dietro le quinte da diversi mesi. Massi, proprietario della SAXA Costruzioni (parliamo, quindi, di settore edile), presidente del Porto d'Ascoli e sambenedettese DOC, si gioca le sue carte: mette a disposizione il titolo sportivo della sua società (che rappresenta un quartiere di San Benedetto e milita anch'essa nel girone F di Serie D) per la Samb. Inizialmente la società prende il nome di San Benedetto Calcio, ma, con la mancata iscrizione della Sambenedettese di Renzi, la neonata creatura di Massi può assumere il nome storico. «A San Benedetto volevamo riportare il calcio e soprattutto l'appartenenza, che mancavano da tantissimi anni», dice il sindaco Antonio Spazzafumo dopo questa svolta inattesa «Ora dobbiamo essere ambiziosi».
Massi definisce in prima battuta l'operazione "un sacrificio", poi rinnova il profondo amore per la città, la sua città. Il nuovo presidente, in giovane età anche calciatore della Sambenedettese, è un tifoso verace. Due aneddoti raccontano la sua passione: ai primi di aprile del 2023 (giorno del centenario della Samb), ancora presidente del Porto, mette una bandiera rossoblù sul suo balcone per celebrare lo storico anniversario; nella partita tra Porto d'Ascoli e Sambenedettese, giocato al Riviera delle Palme, "burocraticamente" in casa del Porto, lascia lo spogliatoio casalingo alla Sambenedettese, che in quella occasione era in trasferta.
Il progetto della nuova Samb targata Massi decolla fin da subito: tanti sponsor locali si uniscono al progetto, l'impronta locale si nota fin da subito. «Il presidente ha riacceso l'entusiasmo: una società solida e un progetto ambizioso sono stati gli ingredienti fondamentali», mi dice Croci «Aveva già dimostrato di saperci fare al Porto d'Ascoli, portandolo dalla Seconda Categoria fino in Serie D. Lo scorso anno si erano già messe le basi per lavorare bene».
I PRIMI PASSI DEL NUOVO PROGETTO
Le prime scelte della nuova proprietà dicono molto. Il direttore sportivo scelto è Stefano De Angelis, nativo di San Benedetto e reduce da un triennio di successo a Campobasso: promozione in C, plusvalenze e calcio propositivo con tanti giovani. Per la panchina viene selezionato l'esperto Maurizio Lauro. De Angelis, uomo pragmatico, nelle prime interviste parla subito delle «prospettive per il futuro» che l'hanno convinto ad accettare la Samb. «Quando sono arrivato due anni fa la Sambenedettese ancora non esisteva, ma in poco tempo la società ha fatto tantissima strada», mi racconta proprio De Angelis «Per il presidente, passare dal Porto d'Ascoli alla Sambenedettese è stato un salto non triplo, di più: sapevamo delle difficoltà, ma siamo cresciuti pian piano».
La prima stagione è di costruzione: dopo più di metà annata passata a sognare la promozione punto su punto contro il Campobasso, a marzo la squadra crolla. «Anche lo scorso anno avevamo tutte le carte in regola per arrivare fino in fondo, tanto che fino a febbraio siamo stati in lotta per la vittoria del campionato», mi spiega De Angelis «Poi, per via di inesperienza e soprattutto di errori di gestione, non siamo riusciti a vincere».

Nella fase finale della stagione Mister Lauro viene esonerato, e la stagione viene conclusa dal traghettatore Mancinelli. Lo scheletro della squadra, però, è già strutturato: pacchetto di centrali formato dall'esperto ed elegante Mattia Gennari e dal giovane scuola Empoli, Leonardo Pezzola; l'energia dei giovanissimi Federico Chiatante e Moussa Touré; la qualità e l'esperienza di Simone Paolini; l'energia di Nazareno Battista, ala dall'interpretazione classica e pupillo di Massi (con lui al Porto d'Ascoli dal 2020) sull'esterno. Ma non è tutto: dalle retrovie, con una manciata di minuti disputata in stagione, si intravede la crescita di un centravanti classe 2005. Figlio d'arte, Edoardo Lonardo, vive una prima annata con i grandi di puro apprendistato, nel vero senso della parola: Fiorentina e Cremonese lo scelgono per degli stage, ma alla fine Lonardo rimane a giocarsi le sue possibilità a San Benedetto anche per la stagione successiva.
LA STAGIONE DELLA VITTORIA
L'estate del 2024 è quella in cui i nodi iniziano a stringersi e a dettare la rotta. Nel ruolo di allenatore viene scelto Ottavio Palladini, un altro molto legato alla città. Palladini è infatti nato e cresciuto a San Benedetto del Tronto, dove ha iniziato e chiuso una carriera che nel mezzo l'ha visto protagonista in Serie B tra Pescara e Vicenza. A San Benedetto del Tronto Palladini ha anche ottenuto una promozione da calciatore e tre da allenatore, di cui già due dalla Serie D alla Serie C un decennio fa circa. È un nome che rende sempre più chiari i programmi della plancia di comando: vincere con le proprie risorse e la propria identità.
Sul campo viene completata una squadra che, soprattutto dalla cintola in su, vede nuovi innesti di un certo peso. La punta di diamante è Umberto Eusepi, boa da area di rigore con più di 130 gol tra i professionisti, eletto capitano per carisma ed esperienza. Attorno a lui gravitano un gruppo di calciatori di comprovata esperienza tra alta Serie D e Serie C: la cerniera mediana è composta da Luca Guadalupi, incursore dalle ottime basi tecniche, e Kevin Candellori, centrocampista di grande quantità nonché leader silenzioso impiegabile in almeno quattro ruoli. Sulla destra, leader tecnico di un 4-4-2 particolarmente propenso in avanti, gravita Sabah Kerjota, stellina albanese classe 2001, e giocatore di culto delle categorie inferiori inspiegabilmente incagliato in una categoria che non gli appartiene. I 3823 abbonamenti sottoscritti dalla tifoseria sono l'attestato di stima e fiducia per questo lavoro.
La squadra si amalgama fin da subito. «Io sono arrivato a fine ritiro: il mister, che mi aveva già allenato, mi aveva chiesto di venire a dargli una mano, e ho accettato», mi spiega Kevin Candellori, anima della squadra in mezzo al campo, in un certo senso la trasposizione di Palladini sul terreno di gioco. «Ho trovato un gruppo fantastico, fatto di bravi ragazzi».
Le prime uscite sono buone, ma ci si aspetta di più: la prima partita casalinga contro la Recanatese, di fronte ai 6073 del Riviera delle Palme, è risolta da un rigore di Eusepi nell'ultimo quarto di gara. Nelle prime cinque partite arrivano 9 punti: un bottino più che discreto, in perfetta media inglese, ma la Samb - ad eccezione del roboante 5-0 contro l'avversaria diretta L'Aquila - non convince del tutto. «In estate i ragazzi avevano caricato tanto col preparatore atletico, probabilmente la ragione per quell’inizio si trova lì», mi dice Candellori «Poi, però, in inverno, si sono visti i frutti di quella preparazione, quando abbiamo infilato 10 vittorie consecutive».
La Samb è una squadra senza difetti apparenti per questa categoria: la solidità difensiva è la chiave per la vittoria finale (saranno 18 i clean sheet a fine torneo, più della metà delle gare), ma davanti la squadra è tutt'altro che sterile, come dimostrano, oltre al 5-0 appena menzionato, i poker rifilati a Isernia e Atletico Ascoli, nonché la vittoria per 2-6 in casa della Recanatese. La Samb può creare pericoli in tanti modi: dagli esterni arrivano gli input di Battista, Kerjota (arrivato in doppia-doppia a fine stagione con 10 gol e 12 assist) e del terzino Chiatante, che sanno anche andare in porta da soli, soprattutto per la testa o i tap-in di Eusepi; gli inserimenti di Guadalupi sono letali, e la squadra ha diverse minacce anche dai piazzati. Accanto all'esperto centravanti brilla il talento di Lonardo, che si rivela in tutto il suo talento: un attaccante longilineo molto elegante tecnicamente, molto bravo nell'associarsi e bravo a usare il corpo per prendere posizione sui centrali avversari, e pericoloso dalla media distanza grazie a un mancino preciso e potente. In mezzo, per reggere questa struttura, tocca ai due centrocampisti scelti da Palladini mantenere l'equilibrio. «Abbiamo trovato un modulo che ci ha permesso di giocare con 4 attaccanti, in cui io e "Guada" [cioè Guadalupi, ndr] facevamo da collante tra difesa e attacco», mi dice Candellori «Io mi sono occupato in particolare di transizioni e recuperi palla, mentre lui faceva più gioco».
Superati gli ostacoli iniziali, la stagione diventa una sinfonia. La Samb si prende il primo posto e crea un vuoto alle sue spalle che nessuno riuscirà più a colmare. Di queste prestazioni si accorgono in molti: Lonardo, dopo aver messo a segno 7 gol e 5 assist, e aver rifiutato una prima offerta da parte del Como, viene ceduto all'Atalanta: 400 mila euro subito alla Samb, inserimento immediato nella Under 23 per il giovanissimo attaccante. È la prima plusvalenza della nuova Samb, ma non la prima di De Angelis, che già a Campobasso si era messo in luce per la capacità di scoprire e lanciare giovani. «Oggi per sostenerti, a meno che non si parla di piazze di primo livello, per via dei costi elevati, è necessario puntare sui giovani. Ci vuole un po' di più tempo, ma porta risultati», mi dice il direttore sportivo rossoblù «Sarebbe ancora meglio se riuscissimo a formarli nel nostro settore giovanile. Per quanto riguarda Lonardo, lui è stato bravo a dimostrare il suo valore; abbiamo deciso di accontentarlo. Ora avrà tutto il tempo e modo per dimostrare il suo valore all'Atalanta, visto che ha firmato un contratto quinquennale. Noi abbiamo ottenuto il massimo da lui».
Video di Domenico Antonini e Liliana Fazzini.
LE PROSPETTIVE FUTURE
Per la Sambenedettese è una stagione che rappresenta un trionfo, per l'intera città - visti i modi e gli uomini con cui è stata affrontata - quasi una rinascita. «In queste piazze medio-grandi avere rappresentanti della città aiuta tantissimo», mi dice Alessandro Croci «Ci dà un senso di sicurezza, perché tra noi ci si conosce un po' tutti. La società vive la piazza 7 giorni su 7, a 360°. In passato non era lo stesso: penso a Fedeli, che veniva allo stadio per la partita, faceva la conferenza stampa e poi tornava qui solo per la partita casalinga successiva. San Benedetto vive di stimoli continui, di vicinanza. È una città che ti dà tantissimo ma a suo modo pretende tanto».
«San Benedetto ti trascina. Quando non ce la fai più, loro ti danno energia per un'altra partita intera. Ti fanno sentire importante», mi dice Candellori. «Qui c'è un amore incredibile per la squadra», ricorda invece De Angelis «Una passione e una partecipazione incredibili. Nelle ultime partite abbiamo raggiunto anche diecimila persone allo stadio. Penso si sia risvegliato qualcosa che da un po' di anni era sopito». Bisogna ricordare qui che San Benedetto del Tronto non arriva nemmeno a 50 mila abitanti. «Nei momenti di bisogno, per la Samb la città di San Benedetto c'è sempre. Se vai al bar al lunedì mattina si parla di Sambenedettese. Questa società ha fatto tornare l'entusiasmo anche al tifoso più distaccato: quest'anno ho visto allo stadio tante famiglie, tantissime donne», aggiunge Croci.
Nel frattempo, la proprietà continua a sviluppare progetti per legare ancor di più la città alla squadra. Uno su tutti, la Fondazione Sambenedettese, nata nel febbraio 2025 come soggetto autonomo separato dalla società di calcio, ma nata dalla sua esperienza, con l'intento di far confluire risorse umane, professionali, competenze per interventi in ambito sociale, sanitario, ambientale e culturale.
Ora arriva il bello: la Serie C, con tutti gli oneri e onori che comporta. «Dovremo essere umili, con gran fame e voglia, perché siamo una neopromossa, e dovremo cercare di battagliare su tutti i campi», avverte De Angelis «Sarà una stagione di assestamento, non avremo la presunzione di vincere il campionato. A noi piacerebbe riempire sempre lo stadio e rendere i nostri tifosi orgogliosi. Ci vorrà calma». Gli fa eco Croci: «L'entusiasmo all'inizio sarà alle stelle, visto che ritroveremo sfide importanti come quella contro il Pescara ma soprattutto contro l'Ascoli. Spero che tutti capiscano che ci vorrà un anno di apprendistato». Fa riferimento al derby anche Candellori: «Io sono di Castorano, un paese a metà tra San Benedetto e Ascoli. Ho sempre sentito il derby ma non l'ho mai visto: viverlo da calciatore sarà una grande emozione».