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Rompere il ghiaccio
05 lug 2016
Un'Italia contratta si scioglie nella ripresa e vince all'esordio nel pre-olimpico
(articolo)
8 min
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Rompere il ghiaccio

di Dario Ronzulli (@DaRonz82)

Vittoria doveva essere e vittoria è stata. L'Italia del Basket comincia il suo preolimpico battendo nettamente la Tunisia con una prestazione a due facce, ma che a conti fatti vale la qualificazione alla semifinale.

Si parte con Hackett, Belinelli, Gallinari, Datome e Bargnani. E si parte bene, facendo girare il pallone e facendo la voce grossa con Mago e Gallo. Quest'ultimo segna attaccando la linea di fondo e concludendo con una schiacciata: resterà l'unico canestro del suo primo tempo.

In un palazzetto quasi del tutto pieno, ma che si accende solo a tratti, con momenti di imbarazzante silenzio, gli azzurri piano piano si incartano, cercando troppo spesso un passaggio in più anche a scapito di buoni tiri. I tunisini soffrono solo quando riusciamo ad accendere i nostri talenti individuali: succede così che l'allungo - o per meglio dire il tentativo di allungo - arrivi quando si accende Gentile, quando Bargnani trova i suoi tiri dalla media, quando Belinelli esce dell'ordine costituito. Ma è troppo poco per ipotecare già ora il match. In più Capitan Datome non trova punti neanche per sbaglio. Di contro i tunisini eseguono in modo impeccabile e così esaltano quelle poche qualità che hanno a disposizione. Il risultato non può che essere un punteggio bassissimo.

Con Gentile in quintetto ad inizio ripresa, e dopo che Messina ha rinfrescato il piano partita, la musica cambia. Gli azzurri ritrovano la concentrazione, si prendono più responsabilità, Bargnani sale di un'ottava, la difesa non lascia passare nulla - primo canestro tunisino dopo otto minuti del terzo quarto - e finalmente l'Italia prende il largo. La partita diventa sostanzialmente un allenamento in vista della Croazia, con Messina che si permette sperimentazioni e quintetti come minimo anomali e che non rivedremo più (Cervi e Cusin in campo insieme, tanto per dirne uno).

Nel post partita tutti i giocatori hanno indicato nella pressione dell'esordio il motivo principale dell'impaccio del primo tempo. Non essendoci in palio la coppa estiva (cit. Nicolò Melli) ma un posto a Rio, che per questa generazione di azzurri ha un valore inestimabile, ci sta giocare con la paura di sbagliare tiro, scelte, letture. Il calendario in questo senso ha dato una mano: aver affrontato una Tunisia volenterosa ma nulla di più ha permesso di non pagare dazio al primo tempo sottotono. Scordiamoci che la Croazia di Aleksandar Petrovic sia così indulgente. Anche perché chi perde si ritrova in semifinale la Grecia, che contro l'Iran ha mostrato tutto il meglio del suo repertorio fatto dell'esperienza di Calathes, Bourousis e Perperoglou e dell'adrenalina dei giovani rampanti (sì, quella dei fratelli Antetokounmpo).

Italia-Croazia è quindi crocevia del torneo per entrambe: oltre al lato tattico servirà avere la testa giusta sin dalla palla a due. Continuità è la parola d'ordine: varrà anche per il tifo, ergo niente più fasi di non rumore.

La partita tattica

di Marco Crespi (@MarcoCrespi)

Tunisia, l’avversario, 68-41 il punteggio finale. Tutto scontato? Analisi e pensierini che faticano a trovare una ragione? No, proprio no.

Blue D

Il talento non manca a questa Italia. Ma non manca neanche la voglia di sbattersi in cinque in difesa. Oltre le “etichette” (spesso superficiali) di chi è solido difensore e chi no. Difesa contro il Ballscreen (e sua efficienza) che segna il livello competitivo di una squadra.

La scelta di Messina è quella di negare l’uso del blocco. Forzando la palla sul lato.

Stessa scelta anche quando la palla è in mezzo. Negare di poter andare ad usare il blocco, concedere solo un lato di possibile palleggio. Fermando la palla, tutti hanno un riferimento preciso.

Non solo: i nostri piccoli, piccoli non sono (Hackett, Belinelli, Gentile, Aradori). Taglia e corpo sono muro vero. Imponendo alla palla un lato e mettendo corpo contro non soffre neanche chi ha piedi rapidi e destrezza di palleggio. Si impone, non si subisce gara di velocità.

Imponendo su un lato con il lungo di aiuto, il Big in attacco si allarga per tirare o ribaltare, quindi diventa determinante anticipare il lato del ribaltamento, come fa bene Hackett.

E imponendo si toglie sicurezza all’attacco, che si vede spinto dentro. Lo fa Gentile. Penetrazione che continua e scatta lo scambio con Cusin. Big che rimane dentro l’area e Small che va sul perimetro a cercare il successivo attaccante.

Pressione. Imporre. Collaborazione. Solido e bello.

#last8

Cosa fa una squadra in attacco e in difesa negli ultimi 8 secondi dell’azione (anche dei possessi a 14”) significa fiducia reciproca.

A volte si giudica in base al ricordo (spesso emotivo) di quell’azione. Meglio analizzare numeri. Insieme a @chart_side, abbiamo le stats #8by8 (cosa succede nei #first8, nei #middle8 e nei #last8)

Attacco Tunisia che nei #last8 produce quasi nulla, 1 su 19 da 2 e 2 su 12 da 3, meglio la difesa Italia lascia solo questo, lanci disperati verso il canestro.

Mappa di tiro della Tunisia nei #last8, se tutti gli avversari dell’Italia dovessero tirare sempre così il torneo diventerebbe una passeggiata di salute, dati rilevati da Chartside.

Mancano 4 secondi alla fine del possesso. Rimessa laterale. Cosa fa con maggior frequenza l’attacco avversario? Vuole liberare un tiratore e poi giocare un Ballscreen.

Idea Italia. Cusin sulla palla a saltare (e oscura davvero), anche se non è il suo avversario diretto chi fa la rimessa. Altri quattro (quindi senza il centro) tutti pronti a cambiare prima del passaggio d’entrata e poi sul successivo blocco. Oscurato diventa anche il canestro.

#first8

L’Italia corre. Ha giocatori che correndo sanno puntare al ferro e allargare il campo con il tiro da 3 punti. Hackett, Bellinelli e Gentile possono subito avvicinare la palla ricevendo in post basso, mentre Gallinari e Bargnani (e non solo loro) sono produttivi fronte a canestro.

Un piacere vederlo. Facile anche pensare situazioni che contagiano, che entusiasmano.

Contro la Tunisia, senza mai voler spingere, gli azzurri nei #first8 producono, 9 su 14 da 2 attaccando in palleggio e in taglio, e non sbagliando l’unico tentativo da 3. Produzione cinica.

Non rientrano nei #first8 queste due azioni. Ma l’attacco Italia corre dal rimbalzo (senza sprintare fuori controllo, come spesso dice Messina descrivendo l’early offense degli Spurs) con idea di spacing e usando i passaggi per attaccare.

Canestri veri. Avete contato i passaggi? Sei in entrambe. Mica male.

La giocata Pop

La giocata più Pop della partita. Pop nel senso di Spurs. Nel senso di gioco senza palla e passare attaccando da una situazione di gioco ad una altra. Eccola.

Primo. Come si entra correndo nel gioco. Prima situazione ISO di Hackett in post basso. Gioco senza palla, degli altri. Da sottolineare come Bargnani usi la linea di fondo quasi nascondendosi. Il ritmo. Palla fuori. Un solo palleggio. Tutti continuano a muoversi. Splendido il taglio di Datome per aprire spazi e portare via il suo difensore. E Bargnani, sempre attivo, arriva insieme all’intenzione di Hackett di mettere la palla a terra, a bloccare. Non un attimo prima, non un attimo dopo. Canestro. Applausi. Anche da Pop.

Protagonisti

di Michele Pettene (@MikyPettene)

Primo tempo

Marco Belinelli: il primo canestro del pre-olimpico è suo, classico movimento “da Nazionale” con il fade away verso il fondo. Con gli altri NBA ancora in rodaggio, tiene a galla l’Italia nel primo tempo con un occhio tumefatto e la maschera facciale per proteggere la frattura: la sua tripla calcolata, voluta e segnata sulla sirena del secondo quarto è fondamentale per la testa degli Azzurri, frenando la crescente tensione prima dell’intervallo.

Tutti i suoi 11 punti arrivano nei primi venti minuti, poi Messina dopo il rassicurante parziale di inizio ripresa lo leva, precauzionalmente, fino al termine.

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La tripla del Beli allo scadere del primo tempo, con il cronometro in testa e resistendo alla tentazione di un canestro più rapido in transizione, preferendo andare fino in fondo: una bella boccata d’ossigeno. Complici: l’ottimo blocco di Melli, la difesa tunisina pigra

Secondo tempo

Alessandro Gentile: s’infiamma senza dare nessun preavviso, come l’abbiamo visto fare molte altre volte, lanciando il parzialone al rientro dagli spogliatoi che inietta energia e fiducia. Taglia con decisione in area muovendo la difesa, serve un grande assist al Mago infilandoci in mezzo 4 punti consecutivi cruciali per il morale. Lascia infine il testimone offensivo a Pietro Aradori, chirurgico con due triple e due assist nella seconda metà del terzo quarto che chiude la partita.

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Gentile nel terzo quarto attacca con più costanza e determinazione l’area partendo senza palla dal lato debole, qui venendo premiato dall’assist del Mago, successivamente sprecando un passaggio del Gallo sotto canestro. Ma la difesa si è mossa, e gli spazi in area sono più ampi

Andrea Bargnani: dopo il primo tempo sornione il coach lo sveglia e lui non sbaglia quasi più nulla. Diligente in difesa, segue i dettami di Messina aiutando a rimbalzo e rimanendo sempre attivo, trasformando dall’altra parte in due punti morbidi qualsiasi palla gli venga recapitata.

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Classico canestro del Mago, su assist di Aradori che penetra sul fondo: assecondando i propri istinti naturali Bargnani si apre sulla media - la sua comfort zone - per ricevere e tirare con grande rapidità e precisione

Essenziale e preciso nel suo habitat naturale, il mid-range jumper, chiude con 7/12, tutti da 2 punti: miglior realizzatore dell’Italia con 15 punti in soli 16 minuti di gioco.

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