Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Flavio Fusi
Roma e Inter a viso aperto
03 dic 2018
03 dic 2018
Le squadre di Spalletti e Di Francesco hanno dato vita ad una partita divertente, contraddistinta dalla mancanza di equilibrio.
(di)
Flavio Fusi
(foto)
Dark mode
(ON)



 



 



 


Evidente il 4-3-3 dell’Inter con Borja Valero e Joao Mario mezzali, che si mantengono vicine al vertice basso Brozovic con palla centrale, prima di muoversi sui mezzi spazi e attivare le catene laterali quando la palla viene mossa in fascia.


 



 



 


La Roma pressa uomo a uomo e cerca di intrappolare la manovra dell’Inter sulla fascia.


 

In questo inizio di stagione, i nerazzurri hanno però dimostrato passi avanti concreti nella gestione sotto pressione della fase di uscita, come si è visto anche ieri all’Olimpico. Non sono mancati infatti frangenti in cui la squadra di Spalletti è uscita in maniera pulita e decisamente tecnica dal pressing alto della Roma, che ancora una volta si è dimostrata involuta in un aspetto del gioco che l'anno scorso rappresentava il suo fiore all'occhiello. Una traccia che si è vista più volte ha riguardato i due centrali di Spalletti, che attiravano la pressione avversaria, per poi giocare la palla verso il terzino che a sua volta attirava l’avversario diretto per poi servire la mezzala sul lato forte, che si posizionava a metà strada tra lo spazio di mezzo e la fascia. A quel punto, l’azione proseguiva spesso con una palla sull’esterno, da cui far partire un cross per Icardi.

 

Anche se l’Inter non ha scelto un settore di campo specifico nello sviluppo dei suoi attacchi (34% dal lato destro; 33% dal centro, soprattutto con lanci per Icardi nel tentativo di sorprendere la difesa della Roma alle spalle; 33% dal lato sinistro), la catena di destra è risultata quella più efficace, con Keita che si è messo nettamente in luce rispetto a Perisic, protagonista di un’altra prestazione non all’altezza della passata stagione.

 

Più indietro, invece, è stato soprattutto il trio D’Ambrosio-Valero-Keita a funzionare, riuscendo soprattutto nel primo tempo a liberare lo spazio necessario alle ali per attaccare sulla fascia. Soprattutto D'Ambrosio è risultato particolarmente indigesto per la difesa della Roma con i suoi cross immediati, effettuati prima che Kolarov riuscisse ad uscire dalla linea di difesa per intervenire. Proprio grazie ad un’azione di questo tipo, in cui Keita si aggiungeva di frequente ad Icardi nell’attacco dell’area, l’Inter ha trovato il vantaggio, sfruttando un tipo di giocata che la Roma ha sofferto per tutto il primo tempo, al netto dell'intervento non certo perfetto di Juan Jesus, che non è riuscito ad intercettare il cross verso l'11 nerazzurro nonostante fosse in anticipo.

 




 

Il centrocampo dell’Inter ha avuto non poche difficoltà nel gestire i suoi movimenti e le sue percussioni centrali, tanto che, pur avendo giocato solo 16 passaggi, il giovane centrocampista già convocato in Nazionale da Mancini è stato il pericolo numero uno per i nerazzurri. Non solo è stato particolarmente bravo a trovare spazio per girarsi e puntare la porta, ma le sue eccezionali doti fisiche, unite a un senso dell'equilibrio in corsa non indifferente, gli hanno consentito anche di risolvere situazioni di inferiorità numerica andando in verticale in progressione. Zaniolo ha concluso il match completando 4 dribbling su 8 tentativi ed è arrivato il tiro in ben 4 occasioni (più di qualsiasi altro compagno).

 

La costruzione dell'azione da parte della Roma partiva in larga parte dalle fasce, vista l’ormai consolidata influenza dei terzini in questa fase del gioco (soprattutto Kolarov, ovviamente, ma ha dato il suo contributo anche Santon, quarto per passaggi giocati tra i giallorossi), per poi confluire verso il centro della trequarti, dove Brozovic è stato molto messo in difficoltà proprio da Zaniolo. C'è da dire che il croato senza il pallone doveva gestire una situazione piuttosto complessa, perché nella sua zona finiva per gravitare anche Ünder, che veniva stabilmente dentro al campo a giocare nello spazio di mezzo di destra. La Roma aveva già rischiato di riequilibrare il risultato con una punizione di Kolarov in chiusura di primo tempo, ma ci è poi effettivamente riuscita ad appena 6 minuti dal rientro in campo, proprio grazie ad un gran tiro dalla distanza del turco.

 

Nelle prime battute della ripresa, inoltre, il pressing nerazzurro ha perso di efficacia e con la linea a quattro difensiva non sempre puntuale nel seguire il resto della squadra, si è ulteriormente sfilacciato lo spazio che divideva difensori e mezzali, consentendo ai giocatori giallorossi più arretrati di giocare in maniera diretta su Schick (ancora una volta poco incisivo sotto porta, ma questa volta più positivo come facilitatore di gioco, come in occasione del gran tacco per il palo di Florenzi nel primo tempo), Zaniolo ed Ünder. Nell’azione che ha portato all’1-1, in cui il turco ha ricevuto palla proprio con un’azione di questo tipo, la Roma era infatti già riuscita a verticalizzare direttamente dalla difesa alla trequarti.

 

Trovato il pareggio, la reazione della Roma si è un po’ placata e la partita è calata anche di intensità, tanto che lo stesso Brozovic ha avuto più libertà in situazioni in cui nel primo tempo sarebbe stato sicuramente nel mirino del pressing giallorosso.




Brozovic porta palla indisturbato. Dov’è la pressione della Roma?


 

Con la stanchezza sono aumentati anche gli errori tecnici, anche in settori di campo pericolosi, con la partita che ha continuato ad essere caratterizzata da cambiamenti di fronte repentini da una parte all'altra del campo. Proprio da un brutta palla persa da N’Zonzi, ha avuto origine un 4 contro 3 in favore dei nerazzurri che non sono però riusciti a punire con Perisic. Nonostante ciò, proprio dalla conclusione del croato è scaturito il calcio d’angolo che Icardi ha trasformato in rete con un grande colpo di testa: un 2-1 in cui la Roma ha mostrato i punti deboli della difesa a zona pura in area contro un attaccante così abile nel trovare la migliore posizione per ricevere come l'argentino.

 

Dopo nemmeno dieci minuti, però, la difesa dell’Inter ha restituito il favore, nuovamente sugli sviluppi di un calcio piazzato, deviato da Skriniar e poi da Brozovic, con un braccio. Il rigore successivo di Kolarov ha sancito il definitivo 2-2, nonostante i tentativi di sbloccare il risultato dei due allenatori. Di Francesco, infatti, aveva cambiato Kluivert per Santon dopo il 2-1, e ha successivamente inserito i rientranti Perotti e Pastore, mentre Spalletti, dopo aver richiamato in panchina Keita per Politano all’ora di gioco, è passato al 4-4-2 con Vecino e Martinez per Borja Valero e Perisic.

 




Gli Expected Goals della gara sottolineano come, considerando il rigore trasformato da Kolarov, le due squadre abbiano sostanzialmente raccolto quanto seminato.


 



 



 

Entrambe le squadre, però, sono sembrate ieri ancora una volta senza alcun controllo sul contesto e rimangono in attesa di un salto di qualità che deve venire per forza dal gioco collettivo. Al momento sembra l'unica risorsa possibile sia contro la Juventus, sia contro le squadre che si ritroveranno ad affrontare nel proprio cammino in Champions League.

 

 

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura