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La rivincita di Carlos Sainz
25 mar 2024
Il pilota spagnolo ha vinto a Melbourne da separato in casa Ferrari.
(articolo)
6 min
(copertina)
IMAGO / Motorsport Images
(copertina) IMAGO / Motorsport Images
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Carlos Sainz non piace a tutti. C’è una frangia di tifosi ferraristi che proprio non riesce a perdonargli la vittoria nel Gran Premio di Silverstone del 2022, la sua prima in Ferrari e in Formula 1. Una vittoria usurpata all’altro ferrarista, l’idolo Charles Leclerc, per via di una gestione folle della strategia di gara, come spesso accadeva nel periodo precedente all’arrivo del team principal Fred Vasseur. Che colpa ha Sainz se il team ha spesso sbagliato le scelte decisive? È stato persino accusato di essere un pilota troppo “vocale”, come si dice utilizzando un calco dall'inglese, ovvero capace di influenzare gli ingegneri attraverso la radio. Anche ieri, a Melbourne, Sainz si è fatto sentire: quando Riccardo Adami gli ha proposto il piano concordato per le soste, lo spagnolo ha fatto capire di preferire un’altra strategia. È una colpa essere lucidi al volante di una monoposto tra i muri di un circuito cittadino?

È vero: la gara di Sainz si è messa subito in discesa. Al secondo giro Max Verstappen ha mostrato il fianco e Carlos ne ha approfittato. L’olandese ha aperto la radio per cercare l’aiuto del team, una scodata anomala in curva 3 gli ha fatto capire che qualcosa, sulla sua Red Bull, non andava come doveva. L’uscita lenta dalla curva di Verstappen ha permesso a Sainz di affiancarsi e operare il sorpasso prima della sinistra-destra di curva 9 e 10, lo stesso punto in cui, il giorno prima, lo spagnolo aveva commesso una piccola sbavatura senza la quale avrebbe preso anche la pole position. Per Verstappen la corsa è durata ancora un giro, un surriscaldamento anomalo del freno posteriore destro lo ha costretto al ritiro, con il cestello che è esploso quando l’olandese aveva già imboccato la corsia dei box.

Dal terzo giro in avanti Sainz è apparso in controllo della corsa. Nel primo tratto di gara, con una serie di giri veloci ha creato un gap tra sé e gli inseguitori. Il passo della Ferrari era buono dal venerdì, ma non aveva dato l’idea di essere così buono. La gestione degli pneumatici con la banda gialla, montati da quasi tutti sulla griglia di partenza, ha messo in difficoltà tanti piloti, per via di una pista dove non si corre tutto l’anno, che ha faticato a gommarsi e che aveva una temperatura più fredda del previsto. In queste condizioni, sullo pneumatico che scivola tende a formarsi il graining, i riccioli di gomma che pregiudicano la prestazione. Tutte le auto hanno sofferto di graining a un certo punto dello stint, se n’è lamentato Sergio Perez, invocando il cambio con gomme più dure. Di graining Sainz e la sua Ferrari ne hanno avuto meno di altri, a testimonianza dell’ottimo lavoro fatto in inverno a Maranello, dove i tecnici sono stati capaci di rivoluzionare il concetto d’auto della vecchia SF-23: una meccanica che lavora meglio con l’aerodinamica ha regalato una maggiore stabilità in ogni condizione d’uso della monoposto e gli effetti si vedono. Il passo gara era talmente buono con entrambe le mescole utilizzate, che si può pensare che nemmeno Verstappen avrebbe potuto fare qualcosa per togliere a Sainz la vittoria in Australia.

«La vita alle volte è incredibile».

La nuova Ferrari di Vasseur è più lucida anche nelle scelte strategiche, un’area dove sono stati fatti dei lenti ma decisi cambiamenti di organico. Alle spalle di Sainz, Leclerc era chiuso a sandwich tra i due ragazzi terribili della McLaren. Le distanze erano minime, e ogni tentativo di Leclerc di sorpasso nei confronti di Norris lo avrebbe esposto all’attacco da parte di Piastri. Alla Ferrari si sono giocati il jolly, richiamando Leclerc ai box molto presto. La reazione della McLaren non si è fatta attendere: dal muretto hanno scelto di tenere Piastri in marcatura su Leclerc, e di lasciare Norris in pista alle spalle di Sainz. Forse alla McLaren confidavano nel traffico, Leclerc infatti è tornato in pista dietro auto più lente. Ma il monegasco non si è fatto pregare, si è liberato in fretta di una Alpine e di una Haas e ha guadagnato la posizione su Norris.

Certo, la sosta anticipata lo ha fatto penare per il resto del Gran Premio, in costante gestione delle gomme di qualche giro più vecchie di quelle dei piloti che lo circondavano. Ne ha tratto un vantaggio proprio Sainz che solo negli ultimi giri di corsa ha iniziato a lamentarsi per il consumo delle gomme. Il pilota spagnolo stava anche esaurendo le energie: a Gedda, quindici giorni prima, aveva subito un intervento per l’asportazione dell’appendice. Il suo è stato un inizio anno incredibile: prima che la stagione prendesse piede aveva ricevuto il benservito dalla Ferrari. Al suo posto nel 2025 arriverà Lewis Hamilton, lo stesso Sainz se n’è fatto presto una ragione, non sarà sostituito da un pilota qualsiasi, ma da un sette volte campione del mondo. Ci ha persino scherzato alla fine del Gran Premio australiano, forse questa vittoria potrà aiutarlo nella ricerca di un sedile, ora che è rimasto appiedato. Sainz era arrivato a Maranello nel 2021 per sostituire un altro preferito dei tifosi, Sebastian Vettel. Era considerato un pilota non tra i più veloci in pista, ma comunque veloce, estremamente costante e professionale. A ragion veduta, Sainz è stata forse l’unica scelta azzeccata della gestione precedente.

Un’impresa dai connotati eroici serviva per riavvicinare certi tifosi a Carlos Sainz? Dovrebbero bastare i numeri: da quando è un pilota della Ferrari ha conquistato tre vittorie, tante quante Leclerc nello stesso periodo. Sainz non piace a tutti e ne è consapevole. In conferenza stampa, dopo la vittoria, gli hanno chiesto se si senta in qualche modo sottovalutato. Carlos ha risposto: «Chi ha lavorato con me sa quanto valgo. Se le persone che non conoscono questo sport vogliono sottovalutarmi, a me onestamente non importa». Ora dovrà trovare un ingaggio in una nuova scuderia. In Audi ha buoni agganci – il suo papà ha appena vinto una Dakar con la casa tedesca – ma il team Sauber, che Audi rileverà al 100%, ora come ora non dà garanzie. Potrebbe rientrare in Red Bull, al fianco di Verstappen, anche se resta da sanare la rottura del 2017 che lo portò dalla Toro Rosso alla Renault; oppure potrebbero spalancarsi le porte della Mercedes, in uno scambio di sedili con Hamilton, o ancora quelle dell’Aston Martin, se Toto Wolff scegliesse Fernando Alonso.

Che ne sarà intanto della stagione della Ferrari? I guai di Verstappen hanno riaperto un campionato che sembrava già chiuso dopo due gare. Tra Bahrain e Arabia Saudita, il distacco delle rosse dalle Red Bull è sembrato assestarsi sul mezzo secondo a giro in gara; le condizioni trovate in Australia hanno portato la Ferrari davanti. Leclerc non è stato autore di un inizio di stagione scintillante, gli errori in Q3 in Bahrain e in Australia sono piuttosto insoliti per uno come lui, che fa della prestazione sul giro secco il suo punto di forza. E in Bahrain c’è stato il guaio ai freni a rallentarlo in gara. Eppure i punti di distacco da Verstappen sono solo quattro, gli stessi che ha la Ferrari dalla Red Bull nell’altra classifica. Sognare non costa niente.

In Australia la Ferrari ha portato una nuova specifica dell’ala posteriore, il primo pezzo di una lunga sequela di aggiornamenti. I media sono certi che sia la Ferrari che la Red Bull stanno lavorando a versioni estreme delle loro monoposto. La maggior parte dei team avrebbe in programma un aggiornamento dalla fabbrica per il Gran Premio di Miami di inizio maggio, ma i due top team potrebbero adesso spingere sull'acceleratore e anticipare qualche mossa. In una situazione di equilibrio come questa, chi farà il passo più lungo della gamba?

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