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Ranieri fa gli incubi
09 apr 2016
09 apr 2016
Cinque scenari più o meno verosimili per cui il Leicester può perdere la Premier League.
(articolo)
12 min
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Questa cosa che il Leicester City è primo in Premier League, staccato, a 7 punti dal Tottenham, mi sta uccidendo. È come quei film horror in cui una ragazza scappa dalla casa del seviziatore e percorre la prima stanza, e poi passa il corridoio e poi passa un'altra stanza, e non succede niente, e tu stai là con le nocche bianche, incollato alla poltrona. Poi la ragazza esce dalla casa con un sorriso, e attraversa il cortile, e ancora non accade nulla e tu guardi con il cuore a mille perché lo sai che deve arrivare qualcuno col machete a farla a pezzi altrimenti il film non avrebbe senso, ma i secondi passano e lei sgambetta felice verso la strada.

Ecco, questo è il mio stato emotivo mentre seguo il campionato del Leicester. Vedo il Leicester quasi al traguardo, ma non ci credo, ho paura di soffrire troppo e aspetto da un momento all'altro il colpo d'ascia che metta fine alla "favola". Il tempo passa e il colpo non arriva, il Leicester ha praticamente smesso di giocare a calcio trasformando ogni partita in uno snervante conto alla rovescia, ma lo sappiamo come sono queste cose: ti ci fanno credere fino all'ultimo secondo.

Insomma, sto male a vedere il Leicester in questa situazione, perché vorrei che vincessero, lo vorrei davvero. Allora, per esorcizzare queste mie paure, ho immaginato 5 situazioni che potrebbero togliere questa vittoria a Ranieri, Vardy, Kanté e tutti gli altri. Ho deciso di condividerle qui con voi come esorcismo collettivo, perché so di non essere solo in questa attesa snervante. Ecco 5 motivi pazzeschi per cui tutto può andare in fumo. E forza Leicester!

Primo scenario: La squadra che visse due volte

A 6 partite dalla fine del campionato il Leicester Football Club ha avuto un solo infortunio in tutta la stagione. Chi parla di miracolo, chi di doping, ma a 6 giornate dalla fine qualcosa cambia. Comincia con l'influenza di Mahrez, poi con quella di Okazaki, prima sono poco più di raffreddori lievi, che durano una giornata, poi arrivano le influenze che li allontanano dal campo anche 2-3 giorni. Poi l'influenza attacca anche Kantè, allo stesso modo, poi Vardy, Ulloa e gli altri, ma mai tutti insieme e mai per troppo tempo consecutivamente.

L'intensità degli allenamenti comincia a risentirne, Ranieri è furibondo e ogni giorno si riunisce con lo staff medico per capire di che diavolo si tratta. Arrivano un pareggio e una sconfitta, i punti dalla seconda si assottigliano, poi arriva la disfatta con il Manchester United a 3 giornate dalla fine, con una pessima prestazione di Mahrez, visibilmente deconcentrato e stanco. Poi, un giorno, Jamie Vardy chiede di poter saltare la partita con l'Everton, la penultima, dando motivazioni poco chiare. Ranieri va su tutte le furie, indice subito il silenzio stampa e chiude la squadra nella pancia dello stadio, mettendo tutti spalle al muro.

In quel momento viene fuori la verità. La "favola" del Leicester sta scuotendo il pianeta, racchiude in sé tutti gli elementi della grande narrazione sportiva, tutti i personaggi perfetti, la lotta, le difficoltà, le lacrime, la gioia incontenibile. Bisogna farne un film. Ma perché sia realmente un fenomeno cinematografico leggendario bisogna farlo uscire nella settimana in cui il Leicester vince la Premier. Quindi deve essere girato prima. La Universal e il regista Ron Howard vogliono un prodotto mai visto prima, finalmente un bel film sul calcio, per questo non ci sono attori che tengono, devono usare le vere star della squadra. Tranne Ranieri che è interpretato da Michael Caine.

La Universal, con l'appoggio-ombra dell'Asian Football Investments (proprietari della squadra), aveva inscenato questo intreccio di finte influenze per portare a turno i giocatori sul set, ricostruito negli studi cinematografici di Shepperton, nel Surrey, a 2 ore da Leicester. Chiaramente questo impegno, eccitante ma faticoso, risucchia le energie mentali e fisiche della squadra, che inscena la vittoria della Premier davanti alle telecamere, mentre dimentica l'altra vittoria, quella reale, sul campo, che infatti non arriva mai.

Ne verrà fuori un grande film, ucronico, che vede la squadra e la città esplodere in una grande festa. Sarà il film più triste e controverso della storia del cinema.

Secondo scenario: Profondo blu

C'è una sola squadra contro cui è meglio non giocarsi il Titolo all'ultima giornata, per giunta fuori casa: il Chelsea. E invece. La squadra di Hiddink è una bruttissima bestia, proprio perché ormai fuori dai giochi, decima in classifica, ferita, senza nulla da perdere, con l'unica soddisfazione di poter infrangere il sogno di tutti gli appassionati di sport del mondo, che sospingono con il pensiero il piccolo Leicester di Ranieri.

Ultimamente il Chelsea sembra nutrirsi degli incubi altrui, così come è accaduto due anni fa con il Liverpool e con la famosa e gloriosa frase del Capitano Gerrard: "We don't let this slip, we go again!", trasformatasi di lì a poco in un reale scivolone, proprio al cospetto dei Blues, che hanno letteralmente pugnalato al cuore tutti quelli che seguivano quel campionato.

Da quest'ottica tutta la stagione del Chelsea sembra frutto di un misterioso e terribile patto con il demonio: soffrirete le pene dell'inferno per tutta la stagione, sacrificherete Mourinho, ma per una partita, l'ultima partita, io vi darò l'opportunità di distruggere un sogno. Solo così potrete tornare la grande squadra di sempre. Fulmini, saette e nuvole nere.

Per quell'ultima partita Pato, Falcao, Hazard, Fabregas, Diego Costa, Pedro, Oscar, torneranno tutti insieme al 100%, invincibili, imprendibili, implacabili e il sacrificio sarà compiuto e un altro sogno infranto. La stagione successiva Abramovich comprerà Vardy, Mahrez e Kanté.

Terzo scenario: È tutta una truffa

"Il principio del viral marketing si basa sull'originalità di un'idea: qualcosa che, a causa della sua natura o del suo contenuto, riesce ad espandersi molto velocemente in una data popolazione". Questa definizione di "Marketing virale" è nota a tutti i pubblicitari ed è un principio tanto chiaro quanto complesso da mettere in piedi. Questo perché, per quanto indirizzabile e analizzabile, la reazione di chi riceve questo tipo di input è sempre imprevedibile, basata su un insieme di parametri complessi in continuo cambiamento.

Ogni azienda, ogni sponsor, ogni agenzia pubblicitaria, è alla continua ricerca di idee virali, idee geniali, dirompenti, coinvolgenti, che tirino dentro più persone possibile. L'ultima grandissima idea virale, in questo campo, l'ha avuta la King Power, grande catena di duty-free shop con base in Tailandia. La King Power sponsorizza una piccola squadra di calcio inglese ed è su quella squadra che ha in mente di costruire lo spot più incredibile mai girato. Non è una pubblicità convenzionale, un video o roba del genere, è una cosa gigantesca, un'operazione di marketing i cui limiti si confondono con la vita vera; un reality, un happening, qualcosa che tra 20 anni sarà considerata arte contemporanea a tutti gli effetti.

L'idea è di collaborare con la Barclays Bank, Banca Internazionale Britannica, sponsor ufficiale della Premier League, e arrivare a far vincere il campionato a una squadretta qualsiasi, non una delle big. Naturalmente la squadretta è sponsorizzata King Power. I magnati tailandesi però non sanno che una cosa del genere non si può fare, diventerebbe una mega truffa per le altre quadre, ovviamente. Quello che si può fare però è farli arrivare al primo posto fino a 3 giornate dalla fine, per poi farla perdere. È comunque un bellissimo spot, che dite? Effettivamente lo è, hanno pensato i tailandesi, prima di accettare.

Per le ultime 3 giornate, quando lo spot è ormai concluso, pensano invece di organizzare qualcosa di più convenzionale, come la vendita di magliette, e l'affissione di cartelloni sugli autobus britannici con lo slogan: "We do dream".

Quarto scenario: New World Order

David Icke è nato a Leicester il 29 aprile del 1952. Icke è stato calciatore, telecronista sportivo e giornalista, prima di diventare il complottista più famoso di sempre. Secondo Icke un sistema di governo su scala mondiale si sta imponendo in segreto su tutto il pianeta, questa misteriosa rete di potere viene comunemente identificata con il nome di Nuovo Ordine Mondiale.

Questo Nuovo Ordine è manovrato da una società segreta nata in Baviera nel 1776: gli Illuminati. Secondo le teorie di Icke, dietro questa organizzazione secolare segreta e pseudo-massonica, si nasconderebbe una razza aliena umanoide proveniente dal sistema stellare Alpha Draconis (a 309 anni luce da noi), la quale ha la capacità di mutare forma e di prendere il posto di figure centrali della storia umana passata e presente. Questi esseri sono comunemente conosciuti come Rettiliani. Su questa teoria David Icke ha scritto almeno 10 libri, diventando famoso in tutto il mondo e conquistandosi un numero sorprendente di seguaci. Tutto chiaro?

Come dicevo all'inizio, Icke è nato a Leicester ed è stato un calciatore. È stato nelle giovanili del Coventry City dal '67 al '71 e successivamente portiere dell'Hereford United dal '71 al '73. Questa passione per il calcio gli è rimasta e quando la squadra della sua città ha iniziato una delle più incredibili scalate di sempre, il vecchio Icke, da buon complottista, ha drizzato le orecchie e si è subito insospettito. Come è possibile che una squadra che appena l'anno scorso era arrivata quattordicesima ora sta consolidando un inspiegabile primo posto? Qualcosa non quadra.

Icke comincia a fare ricerche e a chiedere informazioni a i suoi infiltrati nel mondo dello sport. Studia il logo del Leicester attraverso le simbologie satanico-massoniche. Un fiore bianco a cinque punte, come la stella luciferina, dietro una volpe, creatura ambivalente che durante il medioevo veniva bruciata assieme alle streghe in quanto simbolo del diavolo. Icke prende a cuore la questione Leicester e comincia a parlarne sul suo sito e sulle riviste di occulto e complottismo di tutto il mondo. La squadra, secondo Icke, nasconde una verità spaventosa, che ha a che vedere con gli Illuminati e con il controllo del calcio mondiale, come principale mezzo di influenza sui popoli.

Durante l'ultima partita di campionato Icke trova quello che cercava. Chelsea contro Leicester. Vardy segna dopo il consueto inserimento veloce alle spalle dei difensori. I tifosi esplodono di gioia, Vardy corre con la squadra verso la telecamera e si attacca con il volto all'obbiettivo, ulrando qualcosa. Questa immagine farà il giro del mondo e diventerà uno dei baluardi dei complottisti per anni a venire. È chiarissimo il frame in cui le palpebre di Jemie Vardy scattano e si chiudono in orizzontale, invece che in verticale.

Icke esce subito con una conferenza stampa accusando la squadra di essere infestata da rettiliani e di essere direttamente connessa agli Illuminati. Esplode un caso. La Federazione inglese è confusa e imbarazzata e non sa come gestire la situazione. Ranieri prima cerca di ironizzare in una conferenza stampa, poi dà le dimissioni qualche giorno dopo, nello sconforto generale. Il centrocampista Danny Drinkwater scompare, senza lasciare alcuna traccia. Interviene la polizia e il caso assume tinte oscure.

A Vardy vengono fatti dei test anti-doping, che danno risultati fuori scala e che vengono tenuti segreti, il calciatore viene sospeso per 10 anni dal professionismo.Vengono tirate fuori strane intercettazioni tra i manager della squadra e lo staff di Ranieri. Il Tottenham, secondo in classifica, chiede l'annullamento del titolo del Leicester e dopo alcuni mesi lo ottiene. Il titolo della Premier 2015/2016 verrà congelato e mai più assegnato. La nuova opera di David Icke "Leicester City: The Shadow of the Foxes" sarà un best seller planetario.

Quinto scenario: Attenti al "Pazzo"

Claudio Ranieri è un mago. Non nel senso che gli riesce tutto con un tocco, ma nel senso che riesce a dare alle sue squadre qualcosa di assolutamente inspiegabile razionalmente. Quando si guarda una partita di calcio, al di là della tattica, della mentalità, della forza, della tecnica, si è soliti lasciare fuori sempre una piccola percentuale di inspiegabile, di caso, di magia, quel "tutto può succedere". Sembra che Claudio Ranieri abbia un rapporto particolare con quella zona d'ombra. Per esempio, il dato che Ranieri non abbia mai perso un derby da allenatore, tra Atlético Madrid, Valencia, Inter, Juventus e Roma, non può essere riconducibile a fortuna, e neanche a una forza indiscussa della squadra allenata, è semplicemente uno di quesgli aspetti difficilmente tangibili del lavoro di Ranieri, mentali, legati al karma e al destino.

Su Ranieri bisognerebbe sospendere il giudizio. Ha sbagliato moltissime annate e non è uno di quegli scienziati del gioco, che riesce a controllare ogni aspetto dei movimenti della squadra. Anzi, sembra un allenatore di un'altra epoca che è riuscito a sopravvivere oggi con il suo bagaglio di vecchi trucchi, ancora buoni. Dicevo che bisognerebbe sospendere il giudizio su di lui e semplicemente aspettare di vedergli fare qualcosa di davvero incredibile. L'altra grande "favola" che stava per portare ad un lieto fine era quella del primo anno con la Roma. Dopo il cambio in corsa con Spalletti, alle primissime giornate, riuscì a mettere in atto un'altra incredibile rincorsa al primo posto, fianco a fianco con l'Inter di Mourinho, squadra costruita per vincere tutto (e lo avrebbe poi fatto).

Chi ha seguito quella stagione della Roma ricorda che ad incidere sui risultati, non era soltanto quella difesa granitica, l'intensità del collettivo e i colpi degli attaccanti, c'era qualcos'altro, una sorta di incantesimo. Esistono dei talismani però, per difendersi dagli incantesimi. Questi talismani ribaltano le sorti delle forze in gioco. Quella Roma di Ranieri riuscì a superare partite impensabili con soluzioni sorprendenti, ma poi arrivò Roma – Sampdoria, e l'incantesimo si spezzò, ad un tratto, in una partita giocata molto bene, quasi dominata, in casa, ma tutto andò storto e lì il sogno si infranse.

Il talismano, la bestia nera, in quel caso aveva un nome e un cognome: Giampaolo Pazzini. Il "Pazzo". L'incantesimo che Ranieri ha fatto sul Leicester sembra di fattura ancora più potente rispetto a quello che fece sulla Roma, ma nessuno mi leva dalla testa che salterà fuori un joker a castare una contromagia. Non un inglese, popolo ormai soggiogato, ma un italiano, più scaltro e ancora parzialmente immune.

Lo dico? Alberto Paloschi.

Rovinerà la festa al Leicester, il 24 aprile, alla quart'ultima di campionato, con lo Swansea. Aprirà il baratro e da quel momento in poi Paloschi-Pazzini verranno ricordati per sempre come due stregoni, capaci da soli spezzare l'incantesimo di Ranieri, il quale l'anno prossimo chiederà di acquistarli per relegarli in panchina, nella folle speranza di cautelarsi, ma ormai è troppo tardi.

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