Fratelli.
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Rafinha e il padre, pochi giorni fa, a Milano.
In campo da bambini, come succedeva spesso, a margine delle partite del padre. «Volevo solo che si divertissero e mi facessero rilassare a casa, altrimenti avrei dovuto giocare con loro in garage» ricorda lui.
Thiago, Rafinha e il cugino Rodrigo.
A diciannove anni Rafinha ha detto addio alla nazionale spagnola, nella speranza di essere chiamato dal Brasile. Ha scommesso su di sé, con un azzardo. E la chiamata poi è arrivata. Due sole presenze però, due anni e mezzo fa.