
Nerone suonava la cetra mentre Roma bruciava, mentre il calcio inglese – e il Paese più in generale – andavano a brandelli, invece, Margaret Thatcher riesumava le sue portaerei per scongiurare l'invasione argentina delle Falkland. Risollevando con il militarismo una reputazione in declino a causa della crisi economica.
I meravigliosi e vincenti anni Settanta delle squadre di First Division, rappresentati bene dalla chioma fluente e dalla classe di Kevin Keegan, così come dal talento guascone di George Best, si chiudono a Bruxelles nel 1985, e quindi con l'Heysel; l'Unione Europea non c'entra nulla.

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Kenny Dalglish invecchia. Norman Whiteside viene inghiottito come molti colleghi dal demone dell'alcool e tanti grandi protagonisti del campionato – dal disgraziato Luther Blissett, al baffuto Ian Rush, sino al funambolico Chris Waddle – si trasferiscono altrove con alterne fortune. La First Division produce un calcio arretrato, che non è stato sfiorato dalla rivoluzione sacchiana, mentre i suoi campioni in giro per il mondo falliscono tutti o quasi.
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