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Quali plusvalenze si contestano a Lazio e Roma
11 apr 2023
11 apr 2023
Un nuovo filone di inchiesta si apre nella capitale.
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13 min
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Giuseppe Maffia / IMAGO
(copertina) Giuseppe Maffia / IMAGO
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​​L’onda lunga del caso plusvalenze sbarca all’ombra del Colosseo, toccando Roma e Lazio, con l’interessamento collaterale di una Salernitana che per un decennio è stata «consorella» del club biancoceleste. Un déjà-vu, perché le due società capitoline sono state coinvolte già nel primo grande caso di presunte plusvalenze fittizie, quando l’allora presidente del Bologna Giuseppe Gazzoni Frascara coniò la locuzione «doping amministrativo» puntando il dito contro le big del calcio italiano. In quell’occasione la Lazio venne assolta e la Roma vide accogliere dalla Corte di Cassazione il proprio ricorso contro la sanzione da 60mila euro per illeciti amministrativi.

Questo però è il passato. Il presente vede i due club nel mirino della Procura di Tivoli per una serie di operazioni di calciomercato effettuate tra il 2017 e il 2021. Nei giorni scorsi, la Guardia di Finanza ha perquisito le sedi di Lazio, Roma e Salernitana per ottenere documenti relativi alla compravendita dei calciatori in questione. Secondo quanto riportato dall'Ansa, sarebbero indagati l'attuale presidente e vicepresidente della Roma, ovvero Dan e Ryan Friedkin, oltre all'ex presidente James Pallotta e gli ex dirigenti Umberto Gandini, Guido Fienga e Mauro Baldissoni. Per la Lazio gli indagati sono Claudio Lotito (che non è stato sottoposto a perquisizioni in quanto gode dell'immunità da parlamentare), il DS Igli Tare e altre cinque persone, tra cui Angelo Mariano Fabiani, che è stato direttore sportivo della Salernitana prima della cessione del club all'attuale proprietario Danilo Iervolino (che non è coinvolto nell’inchiesta). I reati ipotizzati sono: emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti e delitti di false comunicazioni sociali.

Si tratta di due ulteriori filoni, in un quadro che vede già attive diverse procure in tutta Italia e non solo, dato che alcune operazioni hanno valicato i confini nazionali finendo pure in Francia: basti pensare al trasferimento di Osimhen dal Lille al Napoli, operazione finita nel mirino della Procura di Napoli per l’inserimento nell’affare di quattro contropartite (Orestis Karnezis, Ciro Palmieri, Claudio Manzi e Luigi Liguori) per le quali il club partenopeo ha contabilizzato nel 2021 circa 19,9 milioni di plusvalenze. Le altre, invece, seguono principalmente le indagini avviate sui bilanci della Juventus, che sta già scontando una penalizzazione di 15 punti in campionato comminatagli dalla giustizia sportiva (il 19 aprile si terrà l’udienza al Collegio di garanzia dello sport del Coni a seguito del ricorso presentato dal club bianconero) e che deve affrontare un procedimento penale su questa vicenda.

Nel caso di Lazio e Salernitana, la Procura di Tivoli ha specificato che «non sono collegate con altre svolte da altre Procure della Repubblica di cui vi è stata notizia sugli organi di informazione»: le operazioni sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti, infatti, riguardano esclusivamente gli scambi effettuati tra le due società, per le quali si configurava all’epoca un caso di partecipazione multipla da parte di Claudio Lotito. Tale precisazione non viene invece fatta nel passaggio relativo alle indagini sulla Roma, che ha invece portato a termine un’operazione già passata al vaglio dalla Procura di Torino nell’inchiesta denominata Prisma, ovvero il trasferimento Leonardo Spinazzola dalla Juventus (e il tragitto inverso per Luca Pellegrini) avvenuto nell’estate 2019. L’unica operazione conclusa col club bianconero tra quelle oggetto di indagine, mentre le altre riguardano cessioni e acquisti perfezionati con Atalanta, Hellas Verona e Sassuolo.

Lo scambio Pellegrini-Spinazzola

Nello specifico, il quadro relativo alle attività della Roma riguarda operazioni di mercato con altri club, con acquisti e cessioni effettuate nella stessa finestra di mercato. A partire dal già citato Spinazzola, il cui ingaggio è stato perfezionato il 30 giugno 2019 «a fronte di un corrispettivo fisso di 29,5 milioni di euro». Nella stessa data, ma con una comunicazione separata, la Roma rende inoltre noto di aver ceduto alla Juventus il difensore Luca Pellegrini, a titolo definitivo, «a fronte di un corrispettivo fisso di 22 milioni di euro». Ma perché è importante stabilire la differenza tra due operazioni slegate e uno scambio di giocatori? La risposta si può trovare nella decisione con cui la Corte Federale d’Appello ha inflitto - tra le altre cose - una penalizzazione di 15 punti alla Juventus nella stagione 2022/23. Non è infatti la plusvalenza in sé l’elemento d’interesse, ai fini del processo sportivo, quanto «la preordinata strutturazione e trattamento delle operazioni come apparentemente indipendenti e in modo tale da impedire in partenza la relativa qualificazione come permute. Ciò che rileva, in altri termini, è l’essersi volutamente sottratti alla potenziale applicazione dello IAS38 (paragrafo 45)».

Anche la Roma, come la Juventus, adotta i principi contabili internazionali IAS/IFRS. Nello specifico, il principio IAS38 prevede, al paragrafo 45, che «una o più attività immateriali possono essere acquisite in cambio di una o più attività non monetarie o di una combinazione di attività monetarie e non monetarie» e che «il costo di tale attività immateriale è valutato al fair value (valore equo) a meno che a) l’operazione di scambio manchi di sostanza commerciale, o b) né il fair value (valore equo) dell’attività ricevuta né quello dell’attività ceduta sia misurabile attendibilmente».

Nella pratica, dunque, lo scambio dei cartellini di due calciatori (attività immateriale, appunto) può essere effettuato, ma per contabilizzarne gli effetti devono avere «sostanza commerciale» e un fair value effettivamente stimabile. Nel caso della Juventus, la Consob - l’organo di vigilanza della Borsa italiana - «ha rilevato che l’iscrizione al fair value, quantomeno per n. 6 operazioni identificate dall’Autorità, con riguardo all’esercizio 2019/2020 e per n. 4 operazioni identificate dall’Autorità, con riguardo all’esercizio 2020/2021, non sarebbe conforme» ai principi IAS/IFRS. Il club bianconero ritiene invece di aver «rispettato le previsioni del paragrafo 114 dello IAS38» (che regola la dismissione dell’attività immateriale) e «il criterio della contabilizzazione per competenza previsto dai paragrafi 27 e 28 dello IAS 1». Da notare che nelle contestazioni della Consob sui bilanci della Juventus non si fa riferimento all’esercizio 2018/19, ovvero quello in cui è stata contabilizzata la plusvalenza relativa alla cessione di Spinazzola. Inoltre, i bilanci della Roma sono stati analizzati nel dettaglio dalla Consob già nell’estate del 2022, quando il club capitolino ha completato il delisting.

Dai rilievi della Procura di Torino nell’inchiesta Prisma, la cessione di Spinazzola alla Roma ha generato una plusvalenza da 25.898.000 euro nelle casse juventine; mentre dal bilancio al 30 giugno 2019 della Roma si evince come la cessione di Pellegrini abbia permesso al club di realizzare 21.097.000 euro di plusvalenza. Secondo gli inquirenti, i due trasferimenti non sarebbero separati, bensì in correlazione tra loro, dunque costituirebbero una permuta - con tutte le conseguenze di cui sopra, seguendo i principi IAS/IFRS. La procura torinese riferisce di due bozze di scritture private tra i due club: in questi documenti viene premesso «che in data 30 giugno 2019 le Parti hanno stipulato accordi di trasferimento a titolo definitivo dei diritti alle prestazioni del calciatore Leonardo Spinazzola […] dalla Juventus alla Roma e del calciatore Luca Pellegrini […] dalla Roma alla Juventus» e successivamente viene specificato che «le Parti intendono conseguire gli effetti economici e sportivi della cessione dei diritti alle prestazioni sportive di Leonardo Spinazzola dalla Juventus alla Roma e di Luca Pellegrini dalla Roma alla Juventus a far data dal 30 giugno 2019».

Questo dimostrerebbe, secondo la Procura di Torino, che Juventus e Roma abbiano «concepito unitariamente l’operazione come “scambio” (connotato da un limitato conguaglio economico)». Va ricordato che, trattandosi di due club italiani, gli eventuali crediti generati dalle operazioni di mercato vengono compensati in Lega attraverso la cosiddetta camera di compensazione. Ci sono inoltre le intercettazioni di Federico Cherubini, dirigente della Juventus, che commenta l’operazione dicendo al direttore finanziario Stefano Bertola che «in un contesto di normalità» non si sarebbe potuta fare.

Le altre operazioni della Roma

Le altre operazioni oggetto di indagine riguardano, come nel caso di Pellegrini e Spinazzola, cessioni e acquisti portati a termine dalla Roma con singoli club nella stessa finestra di mercato. Si tratta di «operazioni di trasferimento di calciatori professionisti avvenute negli anni 2017, 2018, 2019 e 2021», segnatamente con Atalanta, Hellas Verona e Sassuolo. La prima compravendita analizzata, in ordine cronologico, riguarda il club emiliano: il 13 luglio 2017 la Roma comunica di aver ceduto ai neroverdi due giovani provenienti dalla formazione Primavera, Davide Frattesi e Riccardo Marchizza. Nel bilancio, il club giallorosso contabilizza le due operazioni rispettivamente per 5 e 3 milioni di euro, interamente come plusvalenza trattandosi di due elementi del vivaio senza valore netto residuo. Una settimana dopo, la Roma acquista a titolo temporaneo l’attaccante Gregoire Defrel, riconoscendo al Sassuolo un corrispettivo fisso di 5 milioni e l’obbligo di acquisto fissato a 15 milioni con eventuali bonus fino a 3 milioni. L’8 giugno 2018, la Roma fa sapere di aver acquisito a titolo temporaneo i «diritti alle prestazioni sportive del calciatore Bryan Cristante», proveniente dall’Atalanta. Costo dell’affare: 5 milioni di euro con obbligo di acquisto per 15 milioni ed eventuali bonus fino a 10 milioni. Due settimane dopo, la Roma cede a titolo definitivo Marco Tumminello all’Atalanta, per lo stesso importo previsto con i bergamaschi per il prestito di Cristante: 5 milioni di euro, più diritti su un’eventuale futura cessione. In questo modo, i giallorossi contabilizzano una plusvalenza da 4,488 milioni di euro.

Fin qui, sono acquisti e cessioni effettuati in date separate e comunicati in maniera separata, per quanto questa possa sembrare una mera formalità. Poi si arriva al 2020, anno in cui la Roma sottoscrive con l’Hellas Verona l’accordo per il prestito di Marash Kumbulla. È il 17 settembre e contestualmente, il club rende noto di aver ceduto - sempre a titolo temporaneo - Mert Cetin, Matteo Cancellieri e Aboudramane Diaby agli scaligeri. «Il saldo netto complessivo di tali operazioni di prestito è negativo per A.S. Roma per 2 milioni di euro» e gli obblighi di riscatto condizionati a determinate situazioni sportive, qualora dovessero verificarsi tutte le condizioni, genererebbero un «impatto negativo per A.S. Roma [...] pari a 13,5 milioni di euro», ma sono previsti pure ulteriori bonus per il Verona nell’affare Kumbulla, «per circa 3,5 milioni di euro». Nel bilancio al 30 giugno 2021, l’investimento per Kumbulla ammonta a 29,5 milioni, mentre le cessioni definitive di Cetin, Cancellieri e Diaby vengono contabilizzate per 12.837.000 euro, generando plusvalenze per 9.386.000 euro sui tre calciatori (2,5 milioni a testa per Diaby e Cancellieri, meno di 4,4 milioni per Cetin).

Il caso particolare di Lazio e Salernitana

Se finora lo scenario vede due società accordarsi per cedersi calciatori a vicenda, a prescindere che li si vogliano considerare come scambi o come operazioni separate, con Lazio e Salernitana la faccenda cambia. Perché dal 2011 al 2021 i due club sono controllati de facto dallo stesso soggetto: Claudio Lotito, presidente della Lazio, nonché padre di Enrico Lotito e cognato di Marco Mezzaroma, rispettivamente proprietari di Omnia Service e Morgensten, le due società che detenevano il 50% ciascuno della Salernitana. La FIGC non ammette partecipazioni multiple tra club professionistici (tenendo conto anche di «parenti o affini entro il quarto grado»), ma nel caso della Salernitana venne concessa una deroga, così come successivamente avvenuto per De Laurentiis e Setti, che hanno rilevato il Bari e il Mantova quando entrambe le società militavano nei campionati dilettantistici (il Bari in sede di rifondazione del club, come avvenuto per la Salernitana).

La Lazio indica correttamente nei propri bilanci la Salernitana come «parte correlata», fino a quando «dal 25 giugno 2021 la società, a seguito della costituzione di un Trust, non risulta essere più una correlata». Questo lo si legge nel bilancio al 30 giugno 2021, in cui la Lazio contabilizza l’acquisizione dal club campano del centrocampista Jean-Daniel Akpa-Akpro, dal valore contrattuale complessivo di 12,705 milioni di euro. Dalla relazione finanziaria allegata, si evince che la maggior parte di questa cifra è riferita a non meglio precisati «premi» da riconoscere alla Salernitana, per oltre 12,3 milioni di euro. Lo stesso Lotito, quando a fine settembre è emerso dal bilancio della Lazio il valore del cartellino del mediano, ha spiegato a Il Messaggero che tale cifra riguarda i «premi legati al raggiungimento di determinati obiettivi, che matureranno eventualmente in 5 anni».

Akpa-Akpro non è però il solo. Il suo è uno dei nomi emersi dall’inchiesta condotta dalla Procura di Tivoli, tutti riguardanti calciatori i cui diritti sono passati da Salerno alla sponda biancoceleste. Il centrocampista ivoriano è quello a cui è stata assegnata la valutazione maggiore, perché per gli altri si arriva al massimo ai 3,25 milioni di euro contabilizzati per l’acquisizione (sempre da parte della Lazio) dell’attaccante Mattia Sprocati, giunto nella Capitale nell’estate del 2018, dopo una stagione da 10 gol in Serie B con la maglia della Salernitana. È di 3 milioni di euro, invece, il valore di inizio periodo del cartellino di Tiago Casasola, difensore brasiliano da zero presenze con la Lazio, che nelle due annate precedenti giocava in Serie B con la Salernitana e lì sarebbe tornato poi in prestito nella stagione 2020/21, quella della promozione in A.

A metà di quel campionato, l’asse Roma-Salerno si fa più caldo. Di altri 3 milioni (per la precisione: 3,03 milioni) è il valore - premi inclusi - assegnato a Mattia Novella, terzino classe 2001 che vanta una presenza con i granata in B e che la Lazio, dopo due stagioni in Primavera, ha mandato in prestito in Serie C (Monopoli e, quest’anno, Picerno). L’acquisizione di Novella avviene il 31 gennaio 2020, come per Biagio Morrone, classe 2000 dal valore di 530 mila euro e ceduto la scorsa estate a titolo definitivo alla Recanatese. Nella stessa data, il cartellino di Emanuele Cicirelli passa sotto il controllo del club laziale, con valore di 2,54 milioni, ma rimane in prestito da Castori, nella squadra che chiude al secondo posto in Serie B. Due settimane prima, la Lazio aveva prelevato da Salerno un altro giovane, Andrea Marino, attualmente in prestito alla Fidelis Andria in C. In questo caso, la valutazione (inclusi i premi) è di 1 milione di euro.

«Si dice che la Salernitana avrebbe sovraffatturato il valore di questi calciatori, e la Lazio avrebbe emesso fatture false inserendole nel bilancio. Abbiamo consegnato tutta la documentazione richiesta, relativa a queste fatture e ai calciatori coinvolti, i contratti, quelli federali e privati, i mezzi di pagamento e le rendicontazioni della stanza di compensazione della Lega che dimostrano quello che è stato pagato, quando e a chi. Il pagamento delle somme è assolutamente indiscutibile. Aspettiamo che la Finanza mandi il rapporto alla procura e poi andremo dal pm a spiegare», ha dichiarato a LaPresse l’avvocato della Lazio, Gian Michele Gentile. In totale, il valore dei calciatori prelevati dalla «consorella» Salernitana e oggetto delle attuali indagini, si attesta a circa 26 milioni di euro. Anche nel caso della Lazio, quotata in Borsa come la Juventus e come fino a qualche mese fa la Roma, tutti i bilanci sono passati al vaglio della Consob. E rilievi sulle operazioni dei due club capitolini, ufficialmente, non ne sono stati fatti.

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