Questo articolo è stato realizzato in collaborazione con NOW TV.
Oltre che per la storica rivalità tra le due squadre, quest’anno il derby d’Italia era particolarmente sentito perché arrivava in un momento cruciale della stagione sia per la Juventus che per l’Inter. Per i bianconeri era importante prendere slancio all’inizio di una serie di partite difficili (due trasferte consecutive a Crotone e Cagliari, ma soprattutto da qui alla fine di febbraio la Juventus avrà affrontato Porto e Napoli in coppa) cercando anche conferme sulla bontà del suo 4-2-3-1; i nerazzurri, invece, erano reduci da sette vittorie consecutive e un eventuale successo avrebbe – incredibilmente, considerata la situazione di un paio di mesi fa – avvicinato i vertici della classifica.
Il tentativo di adattamento di Pioli
Nonostante sia noto per il suo integralismo, Pioli ha messo in campo una formazione tagliata sulle caratteristiche dei bianconeri. Come altri avversari della Juventus quest’anno (la Lazio, ad esempio), l’Inter ha deciso di schierare un’inedita difesa a 3, con Medel insieme a Murillo e Miranda.
Al calcio d’inizio L’Inter è già schierata coi tre centrali, Candreva e D’Ambrosio sugli esterni, Joao Mario e Perisic ai fianchi di Icardi.
Il 3-4-2-1 dei nerazzurri restava in piedi, però, solo in fase di possesso palla; senza palla il modulo diventava più fluido, con il sistema difensivo pronto a modellarsi sulla posizione dei giocatori juventini.
Difficilmente, però, Pioli rinuncia a pressare alto il possesso avversario. Anche contro la Juventus si è visto un pressing piuttosto offensivo e orientato sull’uomo: i due mediani si alzano sugli interni della Juventus, con Joao Mario e Icardi in pressione sui centrali bianconeri, mentre sulla linea difensiva Pioli accetta la parità numerica contro gli attaccanti della Juve.
Joao Mario si alza su Chiellini, lasciando Pjanic e Khedira a Brozovic e Gagliardini. Perisic e Candreva presidiano la zona dei terzini avversari, mentre i tre centrali se la vedono con Mandzukic, Higuain e Dybala.
L’atteggiamento aggressivo dell’Inter si traduce in un baricentro molto alto della squadra, 53.1 metri. In fase di difesa posizionale, Joao Mario abbassa la propria posizione nella zona di Pjanic, l’interno della Juventus che deve ricevere il passaggio d’apertura dai difensori. In questo modo rimane libero uno dei due mediani interisti, disponibile a quel punto alla protezione della linea arretrata.
Murillo segue i movimenti di Mandzukic, mentre Candreva segue gli inserimenti di Alex Sandro. Sulla fascia opposta, Perisic dovrebbe marcare Lichtsteiner ma, partendo da una posizione centrale in fase di possesso, al fianco sinistro di Icardi, non è sempre puntuale.
Fase di difesa posizionale: Joao Mario gioca in zona Pjanic, liberando Brozovic in copertura.
Nuove soluzioni per vecchi problemi
La scelta di Pioli di passare a uno schieramento a tre centrali ha l’obiettivo di contenere lo strapotere fisico di Mandzukic contro i terzini che lo hanno affrontato da quando occupa stabilmente la fascia sinistra dell’attacco bianconero. In aggiunta Gagliardini, particolarmente abile nel gioco aereo, staziona sul centro-destra del centrocampo nerazzurro, facendo da primo argine nelle palle lunghe lanciate verso Mandzukic, in particolare nelle fasi di gioco statiche.
Dal punto di vista puramente difensivo la mossa di Pioli riesce solo a metà: Mandzukic riesce a vincere bel 7 duelli aerei contro i 2 di Murillo e funge da perno su cui far risalire la squadra, anche ricevendo palloni rasoterra spalle alla porta.
Perisic è in ritardo e a chiudere sull’estrema sinistra deve andare Brozovic. Lichtsteiner crossa e, nonostante Murillo, Mandzukic riesce a fare una sponda di testa per Dybala che effettua una splendida semirovesciata. 0 dei 16 cross juventini giungono da destra, con Cuadrado isolato contro D’Ambrosio.
In fase di possesso palla il 3-4-2-1 aiuta i nerazzurri a risolvere il problema dell’isolamento di Icardi e delle difficoltà della squadra a sviluppare una manovra interna credibile, che crei un’alternativa al grosso volume di gioco prodotto sulle fasce. Perisic e Joao Mario sono più vicini a Icardi e la loro posizione moltiplica le linee di passaggio alle spalle e ai fianchi dei centrocampisti centrali avversari.
Con Perisic e Joao Mario vicini ad Icardi l’Inter riesce a creare la sua migliore palla gol della partita.
Restano invariati, però, i problemi dell’Inter a difendere alle spalle del proprio centrocampo. Se certi rischi possono essere messi in conto per il pressing particolarmente aggressivo, anche nella partita con la Juventus sono emersi problemi nella gestione delle distanza tra linea di centrocampo in pressione e la linea arretrata. Oltre ai problemi in fase di difesa posizionale nel gestire gli inserimenti alle spalle dei centrocampisti.
L’Inter per tutta la partita soffrirà questa situazione tattica: palla in verticale addosso a Mandzukic e inserimento di Khedira alle spalle del centrocampo avversario. Eccone un altro.