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Lorenzo De Alexandris
Innamorati di Breel-Donald Embolo
02 feb 2016
02 feb 2016
Abbiamo aggiunto ai nostri giocatori Preferiti il giovane attaccante del Basilea.
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Lorenzo De Alexandris
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Nel 2007 la Svizzera ha indetto un referendum per vietare la costruzione di minareti che corromperebbero la purezza dello skyline alpino. Si è trattato solo del caso più eclatante di una xenofobia piuttosto diffusa nel paese, dove la ultra-destra

contro i migranti ha trionfato alle ultime elezioni.

 

Eppure, la Svizzera calcistica è un

di culture diverse: kosovari, albanesi, ivoriani, macedoni, capoverdiani, e infine un sarajevese, come il Ct Vladimir Petković, ha convinto e poi convocato un giovane camerunese: Breel Donald Embolo, nato a Yaoundé capitale del Camerun, che si è trasferito a Basilea a soli 6 anni per volere della madre che voleva assicurargli un futuro.

 

Embolo è un ’97 e la sua carriera finora è andata velocissima. Dal 2010 è nelle giovanili del Basilea, due anni dopo nell'Under 16 elvetica e nel 2013, al compimento dei suoi 16 anni, firma il suo primo contratto da professionista e ottiene il riconoscimento di miglior giovane del club. Viene inizialmente aggregato alla rosa Under 18, ma per poco. A metà stagione viene chiamato dalla prima squadra di Paulo Sousa, per rimanerci. Già da un paio d’anni il suo nome circola vicino a quello dei dei club più titolati d’Europa ed è difficile che rimanga per molto ancora a giocare in Svizzera.

 

Per più ragioni (età, capacità tecniche e prospettive) Embolo rappresenta al meglio lo streotipo del predestinato. E, nonostante nel calcio non ci sia mai niente da poter dare per scontato, è difficile immaginare che Embolo non diventi uno dei migliori giocatori europei nei prossimi anni: il talento che sta mostrando in questi mesi ha la forma della punta di un iceberg di cui non si conosce la profondità (e, va da sé, ci vorrà anche parecchia fortuna perché venga fuori nella sua interezza).

 

https://www.youtube.com/watch?v=rlLSwLfzpqs

Una compilation di goal per iniziare a familiarizzare con le capacità tecniche. Pallonetto, colpo di testa, precisione, potenza, di rapina e un goal assurdo al minuto 2.43


 



Ad appena 18 anni Embolo ha già vissuto un’evoluzione tattica molto articolata, come se i diversi allenatori stiano tentando di modellare al meglio il contesto che gli permetterebbe di esprimersi al massimo delle sue possibilità.

 

Per certi aspetti rispecchia, tramite i suoi cambiamenti di ruolo e duttilità, l'evoluzione stessa della classica punta centrale: Embolo possiede notevoli doti fisiche che lo hanno portato a essere utilizzato non solo in tutte le posizioni offensive, ma a ripiegare anche fino al centrocampo. È da qui che infatti è partita la sua carriera ai tempi delle giovanili.

 

In un contesto che richiede sempre più flessibilità tattica, siamo sempre più abituati a vedere giocatori che sanno intepretare il ruolo di esterno d'attacco e, al contempo, quello di mezzala, ma raramente ci troviamo di fronte a un numero 9 capace, per agilità e dribbling, di spostarsi sulla fascia e, per tecnica individuale e capacità di lettura del gioco, di gestire il pallone come terzo di centrocampo o trequartista.

 

A differenza di altri giocatori che, come lui, hanno nella velocità la loro migliore qualità, Embolo preferisce giocare nella parte centrale del campo. Anche quando si muove lungo la fascia destra (più spesso quest’anno) il fondo non è quasi mai un'opzione credibile nel suo gioco:  i cross latitano - da inizio campionato solo 1.3 a partita e con il 75% di insuccesso – al contrario della ricerca dell’uno contro uno.

 

https://www.youtube.com/watch?v=IarKK_ViDZA

Un po' di accelerazioni, dribbling e assist che mostrano la sua versalitità.


 

La sua struttura muscolare sembra perfetta per i dribbling: 184 centimetri per 71 kg, con gambe potenti che gli hanno permesso, in questa stagione, di totalizzare 8.9 dribbling a partita: numero altissimo se associato al 79% di successo. Sono cifre che lo portano tra i migliori giocatori europei in questo fondamentale. Analizzando i principali campionati nessuno ha i suoi numeri: Neymar, Messi e Zaha, che guidano la classifica, raggiungono i 7.9, 7.2 e 7.1 dribbling a partita, con una percentuale di successo che va dal 47% dell'ivoriano al 69% della pulce argentina. Ancor più ampio è il gap che lo divide dagli altri giocatori di nazionalità europea, al top in questa speciale classifica come Thauvin, Draxler e Vázquez.

 

A fare da contraltare a questo dato, però, c'è quello dei duelli aerei. Nei confronti con i difensori avversari ne perde quasi 7 su 10, troppi per un giocatore con il suo fisico, segno, forse, che pur bruciando le tappe nella sua carriera gli serva ancora esperienza per affinare tutto il suo potenziale.

 

Attualmente, il maggiore problema di Embolo è la continuità nell’arco dei 90 minuti. Discontinuità a cui sopperisce - come nella doppia sfida di Europa League contro la Fiorentina - con un'inusuale capacità di adattare il proprio gioco alle necessità. Contro la Fiorentina, dato che la sua squadra era in difficoltà nelle prime fasi di gioco, Embolo ha arretrato il proprio raggio di azione per portare i centrali della Fiorentina fuori posizione, causando così indirettamente le due espulsioni “viola”: una all’andata (

) e una al ritorno (

).

 

È stato meno brillante, meno appariscente, ma forse più utile. Il dato rilevante sono i falli fatti nel match di ritorno: ben 5, tutti in fase di ripiegamento o di pressione sul portatore di palla avversario. La sua fisicità serve anche a questo.

 



In tre anni di Super League svizzera dal 2013, su 47 presenze Embolo ha siglato 16 reti, in doppia cifra (per ora) solo nello scorso anno. Media realizzativa di un gol ogni 190 minuti (si abbassa ad uno ogni 177 minuti se calcoliamo anche l'Europa League, la Champions e Schweizer Pokal). Numeri che lasciano ben sperare, dato che parliamo di un diciottenne, ma l’impressione vedendolo giocare è che la sua attitudine da finalizzatore vada ancora costruita.

 

In questo forse c'entra il fatto che è stato utilizzato anche lontano dalla porta: da una parte ha imparato a districarsi nella costruzione del gioco, ma dall'altra quando viene riproposto in attacco dimostra di dover ancora affinare la propria finalizzazione.
https://www.youtube.com/watch?v=gpW3D7nfLpw

Il “senso” della porta è allenabile o è puro istinto?


 

Nelle sue reti si trovano

e sorprendenti assenze. Solo una volta ha segnato da fuori area (contro lo

il 25 ottobre scorso) e due volte di testa (tutte nel mese di novembre del 2014, in tuffo contro l'Aarau e in anticipo sul portiere contro il Vaduz). Se il secondo dato conferma le difficoltà viste precedentemente, il primo indica forse un problema nei movimenti che Embolo disegna sul campo.

 

In quest'annata parte solitamente da esterno, sia a destra che a sinistra, tendendo intevitabilmente ad accentrarsi: i suoi spostamenti sono quasi sempre in orizzontale nel tentativo di stringere le difese su di lui e lasciare spazio centrale alla punta, e all'ala sulla fascia opposta alla sua. Difficilmente giunge al limite dell'area pronto per calciare, mentre quasi sempre scarica sul centrocampista e si inserisce centralmente alla ricerca della profondità.

 

Da numero 9 atipico, invece, tende ad allargarsi (molto spesso sul fronte sinistro) tra il terzino e il centrale di difesa, e a controllare la palla portandola subito sul destro per chiudere il tiro in porta. In questo inizio stagione lo ha mostrato sia con il

che con il Maccabi Tel Aviv nei play-off di Champions.

 

Questo movimento, per quanto banale, diventa inarrestabile grazie a due qualità di Embolo: la rapidità sul primo tocco, che lo allontana dal diretto marcatore, e al modo in cui protegge palla resistendo alla loro pressione. L'utilizzo del piede perno, grazie a un quadricipite di

memoria, porta i suoi dribbling a percentuali di successo molto alte (anche più di quando si trova in campo aperto). Nella tripletta del finale di stagione scorso contro lo Zurigo ha condensato molte sue qualità: il pressing, la velocità, l'inserimento e, sul

gol, la forza nelle gambe con cui resiste alla marcatura del difensore, ritrovandosi solo davanti al portiere.

 

https://youtu.be/mSlf88p3tMg?t=5m59s

Stop di sinistro, primo passo in leggera accelerazione e poi appoggio di destro, il goal tipo di Embolo.


 



«Quando lo vedo giocare il cuore mi gioisce», Marco Streller al Basilea dal 2007 al 2015.

 

«Era un giocatore individualista. Ho dovuto insegnarli che la squadra non consisteva solo in Breel Embolo», Mark Muller, primo allenatore al FC Nordstern

 

«Mi piace sia come persona che come giocatore. Resta con i piedi per terra e non proverà mai a tirare da 50 metri per segnare il gol dell'anno. Se gli dai un consiglio lui lo accetta tranquillamente senza arrabbiarsi», Fabian Frei, centrocampista del Basilea fino al 2015, ora al Mainz

 

«Di lui mi piace tutto», Paulo Sousa, suo mister nel 2014-2015.

 

https://www.youtube.com/watch?v=_CKRdEIoU1k

Il tocco geniale in una struttura fisica da orco.


 



A cinque minuti dalla fine di

dello scorso 8 novembre, il risultato era sul 3 a 2 per gli ospiti. Embolo si muove da trequartista agendo anche da seconda punta, nel tentativo disperato di raggiungere almeno il pareggio, e i rossoblu quasi ci riescono. Safari gestisce una palla sulla sinistra, il cross che ne segue termina, dopo una serie di tocchi, sui piedi di Xhaka che calcia a botta sicura. Sulla traiettoria c'è Embolo nel posto sbagliato al momento "sbagliatissimo". La deviazione spinge la palla oltre la traversa. Xhaka guarda in cagnesco il compagno finchè non si accorge che l'arbitro ha concesso il calcio d'angolo in un istante di cecità. L'albanese-svizzero non ha esitazioni e corre sulla bandierina. Al centro dell'area però il più giovane in campo, Embolo, ferma l'azione e avverte l'arbitro dell'errore.

 

https://youtu.be/3a-b79UXVnM?t=3m8s

La prima indimenticabile volta.


 

Chissà se questa mancanza di cinismo lo aiuterà a migliorarsi o gli creerà problemi nel mondo praticissimo del calcio. Il pragmatismo del predestinato sembrava averlo mostrato in quel marzo del 2014, quando aveva esordito tra i professionisti contro l'Aarau, impiegando  di 5 minuti per segnare la sua prima rete in un modo che poi impareremo a conoscere: palla in profondità, stop di petto, difesa del possesso con il fisico tiro incrociato con il destro.

 

Continuerà ad evolversi caratterialmente e tatticamente? Diventerà un bomber abbandonando la leggerezza dei suoi 19 anni e accogliendo al suo posto il cinico pragmatismo dell'esperienza? Per avere risposta a queste domande e per godere della sua qualità vale la pena seguire Breel Embolo, sempre ammesso che non diventerà impossibile non sentirne parlare nel giro di molto poco.

 

 

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