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(di)
Daniele Manusia
Be water, Paul
04 mar 2023
04 mar 2023
Pubblichiamo un estratto dalla newsletter "Stili di gioco".
(di)
Daniele Manusia
(foto)
IMAGO / Marco Canoniero
(foto) IMAGO / Marco Canoniero
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Questa è una delle rubriche di Stili di Gioco, la newsletter esclusiva per gli abbonati dell’Ultimo Uomo che mandiamo ogni sabato. Si chiama “La giocata di Daniele Manusia” e ogni settimana Daniele Manusa - direttore de L'Ultimo Uomo - racconta e commenta la giocata che ha ritenuto più bella o interessante o che comunque lo ha ispirato. Dentro a "Stili di gioco" trovate anche altro: il meglio dei contenuti sportivi visti sulla stampa nazionale e internazionale, "Serie A Random" una rubrica dove Emanuele Atturo racconta una partita della Serie A dei primi vent’anni del 2000 che sicuramente non ricorderete, una guida TV per districarsi tra gli eventi sportivi del weekend e un recap dei pezzi usciti qui sull’Ultimo Uomo. Se tutto questo è la vostra tazza di tè, potete iscrivervi al nostro abbonamento quiAvevamo lasciato Paul Pogba nei ricatti del fratello, in quella buffa questione sul malocchio fatto contro Mbappé per togliere luce alla sua stella (pessima pubblicità per tutta la magia nera, in caso) e nella diatriba se operarsi o meno al ginocchio, se fosse giusto andare a sciare oppure no. Adesso che è tornato non sappiamo quasi che farcene, noi ma anche la Juventus, di Paul Pogba. Doveva rilanciare le ambizioni juventine, rimettere le cose a posto tornando a vincere lo Scudetto e mostrare i muscoli anche in Europa, ma dopo sei mesi di gossip o poco più ci sembra quasi un errore che sia qui, in Italia, alla Juve che ha la testa ai problemi giudiziari. Che ci dobbiamo fare, che ci deve fare Max Allegri con Pogba? È la Juve di Pogba e Di Maria o quella di Fagioli e Barrenechea?Chi scrive, lo dico subito, è sempre stato un grande, grandissimo fan del talento elusivo di Paul Pogba. Al tempo stesso calciatore e ballerino, ballerino e pugile, artista marziale. Paul Pogba come Nureyev, come Jon Jones, come Dominick Cruz, come Anderson Silva, come - perché no - Muhammad Ali, Bruce Lee. Sapete cosa diceva Bruce Lee, che le videocassette di Ali le ha studiate, con gli occhi puntati sui piedi prima che sulle mani guantate dell’americano? “Be water my friend”. Perché se metti l’acqua in un bicchiere prende la forma del bicchiere, perché l’acqua puoi colpirla ma non puoi ferirla e al tempo stesso l’acqua può sommergere e distruggere. Saper usare la forza dei propri avversari e girargliela contro, saper schivare e poi colpire, cosa c’è di più bello ed efficace?Il talento di Paul Pogba, la sua superiorità, è sempre stata questa. Ed è bastata un’azione, nei venti minuti scarsi giocati nel derby di Torino di martedì sera, per ricordarcelo.

Non so se siete mai stati su un campo da calcio e vi siete visti arrivare incontro una palla calciata dal portiere. Io sì e vi posso dire che una volta, provando a stopparla di petto, mi è venuta la tosse. La gabbia toracica ha vibrato infiammando tutto quello che proteggeva al suo interno. Bisogna avere un certo tipo di petto, e di tecnica, per controllare con il petto un lancio come quello di Szczesny preso in considerazione qua sopra. Pogba non solo lo stoppa di petto ma contemporaneamente gestisce la carica da dietro di un avversario, Ilic. Anzi, lo controlla di petto proprio in funzione di Ilic, preparandosi con lo stop la giocata successiva: il colpo di testa con cui lo aggira, con cui gli passa davanti. Ilic è la mano che prova a colpire la superficie del mare, Pogba è l’acqua che rifluisce, devia, aggira l’ostacolo con la propria creatività. Statisticamente non lo è, ma per me questo è come un dribbling di testa, successivo a uno stop di petto. Richiede una mobilità e un controllo fisico e tecnico notevolissimi, che se una giocata del genere l’avesse fatta un pischello, che ne so, Barrenechea, avremmo gridato al fenomeno. Invece la fa Pogba, quindi è normale. Pogba controlla la palla e al tempo stesso si libera della marcatura mettendosi fronte alla porta avversaria. Sfruttando la carica di Ilic senza contrapporsi in una stupida lotta sul posto a chi ha più forza sulle gambe. Be water my friend, perché se puoi girare intorno al tuo marcatore palleggiando di testa e portando poi avanti la palla con la coscia non hai bisogno di vincere il duello tra machos a centrocampo. Liberarsi di Ilic non è così facile e Pogba, nonostante una mobilità che non sembra quella di uno appena tornato da un’operazione al ginocchio, probabilmente non è ancora al meglio, per questo rallenta. Ilic lo recupera, è più brillante, più giovane, forse anche meno provato dalla vita - come fa a giocare, conservando lo spirito infantile di una volta, uno che è in causa con il fratello? Come fa a improvvisare balletti, a giocare sorridendo come faceva, uno ricattato dal proprio fratello? - per questo Pogba frena, ruota ancora una volta su se stesso, in senso contrario: prima aveva girato in senso orario, dalle tre del pomeriggio alle otto, otto e mezza; adesso riporta indietro le lancette, dalle nove a mezzogiorno. Usando il proprio corpo come una porta girevole che tiene sempre separati Ilic e la palla, come un’onda che sbatte su una chiglia e non si ferma. Qui c’è anche un po’ di fortuna: Pogba vuole usare l’esterno sinistro per ruotare ma forse è Singo che gli tocca la palla nella direzione giusta. Singo era arrivato al raddoppio come uno di quei pescatori che accorre in aiuto a tenere la canna di un compagno che ha preso all’amo un pesce troppo grosso: ma, ancora, in questo caso i due giocatori del Torino stavano provando a pescare l’acqua stessa. Pogba a quel punto può concludere con agio, scaricando su un compagno vicino, la sua prima grande azione dopo sei mesi di squallide banalità. Anticipatoria, chissà, di altre giocate ancora più grandi.Paul Pogba ha avuto una carriera strana, ha vinto un Mondiale da protagonista, ha sempre fatto bene in Nazionale e ha segnato il periodo più brillante della Juventus, quello in cui è stata veramente competitiva in Europa. Poi però è sparito nelle sabbie mobile del Manchester United, degli infortuni, delle conneries. Non saremo tutti d’accordo e accetto in anticipo ogni critica che mi verrà fatta ma Paul Pogba, per quel che mi riguarda, è uno dei migliori calciatori che io abbia visto giocare negli ultimi vent’anni. So anche che Pogba non legge questa newsletter, ma se qualcuno di voi abbonati lo conosce gli faccia arrivare il mio bentornato. Be water, Paul.

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