
POSIZIONE LO SCORSO ANNO: neopromossa (2° in Serie B).
CHI IN PIÙ: Simone Scuffet, Daniel Denoon, Mateus Lusuardi, Jeremy Mbambi, Michel Aebischer, Ebenezer Akinsanmiro, Juan Cuadrado, Giacomo Maucci, Isak Vural, M’Bala Nzola;
CHI IN MENO: Giovanni Bonfanti, Leonardo Sernicola, Oliver Abilgaard, Markus Solbakken, Olimpiu Morutan;
UNA STATISTICA INTERESSANTE DELLO SCORSO ANNO: Nella scorsa Serie B, secondo i dati Fbref, il Pisa è stata la squadra con il maggior numero (990) e percentuale di duelli aerei vinti (55,9%).

La Serie B della scorsa stagione è stata un campionato atipico. Una corsa a tre fin dall’inizio, un abisso tra il podio e le altre. Il Pisa di Filippo Inzaghi ha azzannato la categoria con una fisicità estrema: pressing asfissiante fin dall’area di rigore avversaria, giocatori con centimetri e corsa, dominio aereo costante. Un elemento che ha permesso di impostare il gioco, spesso e volentieri, sulle palle alte e sulle relative sponde per conquistare metri, verticalizzando non appena possibile.
La prima - ma decisiva - spallata allo Spezia per la seconda posizione il Pisa l’ha data a dicembre; da lì in poi, la brillantezza della prima parte di campionato si è trasformata in consapevolezza e solidità, e ha portato a casa partite sempre più sporche.
Dopo una doppia sconfitta contro le due rivali – prima Sassuolo e poi Spezia - a inizio marzo, cinque vittorie in sei gare hanno portato la squadra quasi in carrozza al traguardo promozione, pregustato e poi festeggiato per un mese intero di estasi collettiva: un tempo giusto per chi, tra le grandi, mancava da 34 anni.
I principali giocatori della rosa sono restati sotto la Torre. Fin qui, poi, l’estate ha portato quattro giocatori con esperienza in A. Tra questi, Scuffet porta una valida alternativa a Semper, che però dopo tre promozioni consecutive dalla B vuole giocarsi le sue carte nella massima serie e sembra in vantaggio sul friulano; Cuadrado è il colpo più esotico ed eclatante.
Per il resto, la dirigenza ha puntato forte su profili giovani e ben strutturati fisicamente. In difesa Lusuardi e Denoon sono 2004, Mbambi - capitano dell’Under 18 belga - è 2008, mentre a centrocampo - oltre a un Akinsanmiro già visto in azione - l’investimento importante è stato fatto sul classe 2006 Isak Vural, in arrivo dal Frosinone, finora fermo per un infortunio in preparazione.
Il mercato in uscita dei nerazzurri, invece, deve ancora iniziare, ma l’addio che ha fatto più rumore è stato senza dubbio quello di mister Inzaghi. Qualcosa si è rotto con la società dopo la promozione, e la ricca offerta del Palermo - che quest’anno vuole fare sul serio - ha fatto il resto.
Alberto Gilardino è arrivato a Pisa in cerca di riscatto, dopo una seconda stagione in A durata meno del previsto. Finora, nelle amichevoli precampionato, non ha toccato il 3-4-2-1 in fase di possesso del suo predecessore, ma quando Cuadrado sarà in condizione è probabile che si possa passare anche a un 3-5-2 con il colombiano come quinto sul lato opposto ad Angori. In fase difensiva, i due quarti di centrocampo tendono ad abbassarsi sulla linea dei difensori, con Tramoni che arretra a metà campo.
Quello che sembra essere cambiato, più che il modulo, è l’approccio alle partite. Un Pisa un po’ più attendista e un po’ meno arrembante in pressing, non scomparso del tutto ma limitato ad alcune situazioni specifiche.

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Allo stesso modo, la mini-tournée in Germania con Bayer Leverkusen e Augsburg ha mostrato una squadra che prova a impostare le sue trame di gioco dal basso, palla a terra. Qualcosa che con Inzaghi era quasi bandito: la ricerca insistita di questa soluzione nelle amichevoli è stata più didattica che dogmatica, per una squadra che l’anno scorso - non a caso - è stata per tutto il girone di andata ampiamente ultima per possesso palla.
Gilardino vuole - e lo si vede anche dalle indicazioni di mercato, con l’arrivo di giocatori di gestione e di difensori in grado di trattare il pallone - questo automatismo per presentarsi alla Serie A con uno strumento in più, non modificando però eccessivamente uno dei punti di forza della squadra: la ricerca della verticalità in tempi rapidi.
La fascia sinistra resta terreno fertile per le conduzioni di Angori e Tramoni, ormai abili nell’aprirsi reciprocamente gli spazi, e a volte di Marin. La fascia destra, dove ci sono più centimetri, continuerà a essere zona di atterraggio e smistamento dei lanci lunghi che hanno caratterizzato lo scorso campionato. Qui, quando sarà in campo, probabilmente da subentrato, sarà schierato Moreo - tuttofare e vera mente offensiva del Pisa di Inzaghi - e dai suoi piedi arriveranno soluzioni pericolose.
La già buona batteria di colpitori di testa si è ampliata in estate e, sebbene le amichevoli abbiano mostrato un Pisa fragile su corner e punizioni avversari, con molto ancora da registrare anche in attacco, i calci piazzati potranno essere un’arma importante. Specialmente all’inizio.
I primi due mesi di campionato saranno proibitivi per una neopromossa: fino a fine ottobre, tra le avversarie affrontate, solo Udinese e Verona non hanno giocato in Europa negli ultimi due anni. Per affrontarli al meglio, qualcosa ancora manca sugli esterni: Angori infatti non ha un sostituto. In difesa comunque il Pisa sembra stia cercando qualcosa: è sfumata al foto-finish la trattativa per Mariano Troilo, centrale ex Belgrano scippato dal Parma, e adesso si parla di un possibile ritorno di Giovanni Bonfanti. Non è detto che non possa arrivare qualche sorpresa anche nel reparto offensivo, che sembra avere bisogno di un po' di qualità.
Il grosso punto debole davanti, storico e ulteriormente evidenziato fin qui dalle amichevoli, è la scarsa produzione di gol dei centravanti nerazzurri. I limiti tecnici di Lind (l’anno scorso 8 gol) gli faranno perdere minutaggio, i vari sprechi sotto porta di Meister in Germania non possono ripetersi in A - e pure le ultime stagioni del nuovo arrivato Nzola non sono una garanzia. La promozione è arrivata grazie a un Tramoni da 13 reti in 26 partite e grazie all’abilità del centrocampo di supplire a queste mancanze: i 6 gol e 5 assist di Touré e i 4+6 di Piccinini, straordinario negli inserimenti, hanno dato una mano importante.
Ma proprio a giocatori come Piccinini, o come Akinsanmiro con il suo dinamismo - con qualità molto specifiche che hanno fatto la differenza in B - si lega il dubbio principale, in realtà estendibile a gran parte della rosa: riusciranno ad avere lo stesso impatto con la Serie A?
MIGLIOR SCENARIO POSSIBILE
L’Atalanta deve ancora assorbire l’arrivo di Juric e il Pisa fa il colpaccio all’esordio. Alla prima in casa, trascinati dall’entusiasmo di un’Arena Garibaldi in astinenza da Serie A, i nerazzurri fanno gara alla pari con la Roma del Gasp ed è 1-1. La squadra di Gilardino tiene botta, a dicembre Cuadrado entra finalmente in forma e il Pisa esce con 7 punti dal filotto Parma-Lecce-Cagliari: i toscani hanno un buon margine sulla salvezza. A inizio 2026 arriva la prima crisi, certificata dal 3-0 subìto al Franchi. È il punto più basso, ma a primavera sboccia il talento di Henrik Meister, che inizia a segnare con continuità. Il primo fine settimana di maggio un tiro da fuori di Isak Vural regala la salvezza con tre turni di anticipo.
PEGGIOR SCENARIO POSSIBILE
L’inizio di campionato in salita taglia le gambe. La squadra annaspa, a fine ottobre è ultima. La società vuole dare fiducia al progetto, arrivano un paio di vittorie ma non riescono a smuovere il Pisa. L’anno nuovo porta con sé l’esonero di Gilardino; i nomi disponibili sono pochi e si sceglie l’estremo rimedio: la cura Ballardini. I nerazzurri lottano, arrivano a -2 dalla salvezza. Alla penultima giornata, però, un siluro dell’ex Lorenzo Lucca regala al Napoli il back-to-back e rispedisce il Pisa in Serie B.
GIOCATORE DI CUI AVERE LA MAGLIA
«Se sono stato sette anni qua e non rimango il prossimo anno vuol dire che non sto bene con la testa». Marius Marin era in campo, a Trieste, quando la squadra di Luca d’Angelo conquistò la promozione in B nel 2019. Arrivato, ventenne, in quella stagione, non è più andato via. Mediano intenso e tignoso, capace di grandi letture difensive, è cresciuto a Pisa e insieme al Pisa, diventando padre e guadagnandosi in nerazzurro le prime convocazioni con la Romania, prima in Under 21 poi in Nazionale maggiore, di cui ormai è titolare fisso. Si candida anche quest’anno a essere perno del centrocampo.
POSSIBILE SORPRESA
Attaccante danese classe 2003, Henrik Meister è arrivato a gennaio in prestito dal Rennes come vice-Lind, ma nel finale di stagione ha messo la freccia per superarlo nelle gerarchie. Quest’estate, il Pisa ha prima rinnovato il prestito, poi ne ha addirittura anticipato il riscatto.
Il gol in amichevole che ha convinto Gilardino sul talento di Henrik Meister.
Sopra il metro e novanta e ben piazzato fisicamente, è capace di grandi progressioni in campo aperto: all’Arena Garibaldi tutti ricordano quella vincente contro il Frosinone, che ha regalato la quasi certezza della Serie A. Come visto a Empoli, però, sa anche districarsi in spazi più stretti, grazie a una confidenza col pallone maturata sulle corsie laterali: in carriera, e anche a Pisa, ha spesso giocato sulla trequarti di destra. Dovrà migliorare in fase realizzativa, ma ha ampi margini per farlo.
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