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Charles Onwuakpa
Pioli ha sconfitto Gasperini sul suo campo
04 ott 2021
04 ott 2021
Il Milan ha vinto più nettamente di quanto il risultato non dica.
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Charles Onwuakpa
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Con la netta vittoria di ieri contro l'Atalanta - più netta di quanto il risultato non dica - il Milan ha confermato di essere una delle squadre più in forma della Serie A in questo inizio di stagione. La prestazione dei rossoneri contro l’Atalanta è stata molto diversa dall’ultima trasferta a Bergamo col pubblico sugli spalti, cioè lo storico 5-0 del 22 dicembre 2019 che era stato il punto più basso dell'era Pioli ma anche il primo passo del processo di crescita che l'ha portata ad essere la squadra solida che è oggi.


 

A quasi due anni da quel momento, il Milan è diventata una squadra incredibilmente matura, che si contraddistingue per una forte identità di gioco e una crescente ricchezza di soluzioni tattiche. Certo, la "Dea" ha commesso alcuni errori individuali sui primi due gol e Maignan è stato decisivo in un paio di situazioni pericolose nel primo tempo, ma ieri in generale gli ospiti hanno costruito la loro vittoria sulla capacità di creare occasioni di alta qualità. Sempre in linea con le caratteristiche dei propri giocatori, sia in transizione che nelle (poche) fasi di possesso consolidato.


 

La fluidità del Milan e i movimenti dei terzini


Il gol di Calabria dopo appena 28 secondi è stato ovviamente determinante per indirizzare subito la partita su un binario favorevole al Milan. La rete è viziata da un evidente errore di Musso ma l’azione da cui è nato non è affatto casuale: i movimenti attraverso cui Calabria è arrivato al tiro hanno infatti evidenziato la volontà di Pioli di manipolare il sistema difensivo di Gasperini attraverso un’interpretazione dinamica delle situazioni offensive. Come sappiamo, l’Atalanta difende quasi sempre con una grande aggressività, utilizzando un complesso sistema di pressioni e scalate individuali fortemente orientate sull’uomo, che tende inevitabilmente a concedere ampi spazi quando queste disposizioni non vanno a buon fine: Pioli ha quindi cercato di svuotare il centrocampo in modo da creare spazio per i giocatori che avrebbero potuto maggiormente mettere la "Dea" in crisi, cioè i suoi terzini.


 

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Kessié si abbassa per ricevere palla da Tomori e viene seguito da de Roon, mentre Tonali si allarga per favorire la salita di Calabria (il cui movimento viene segnalato da Pessina): sfruttando i compagni che fissano la difesa atalantina, Saelemaekers e Theo riescono a smarcarsi e giocare tra le linee.


 

È ironico che l’Atalanta abbia subito gol su una combinazione dei laterali avversari visti quanti ne segna coi propri esterni. Ma questo è forse il segno più evidente della superiorità del Milan, che è arrivato spesso in area attraverso una situazione studiata in allenamento e che si è riproposta più volte nel corso della partita: soprattutto Theo ha giocato diversi palloni da falso terzino, mentre Calabria tendeva a lasciare gli spazi centrali a Saelemaekers o altri. Pioli si è concentrato anche su questo nel post-partita. «Quello che non abbiamo fatto bene nella prima mezz’ora a Liverpool, dove anche loro venivano abbastanza aggressivi, è essere dinamici, liberare gli spazi: il giocatore che è marcato deve liberare uno spazio, di conseguenza andiamo a occuparlo con un altro giocatore».


 


Qui siamo al minuto 23: Theo è dentro il campo mentre Calabria attacca lo spazio liberato da Rebić.


 

Sulle ricezioni di Theo si è espresso anche Gasperini. L'allenatore dell'Atalanta ha dichiarato che la squadra, soprattutto nella prima frazione, non è riuscita a scalare adeguatamente in quelle circostanze e in generale è sembrato deluso per la libertà concessa a Brahim Díaz nei primi minuti (lo spagnolo in realtà è calato e soprattutto nel secondo tempo ha toccato pochissimi palloni).


 

C'è da dire che il Milan ha giocato soprattutto in transizione. Anche se non ha rinunciato del tutto al pressing alto e alle uscite in avanti molto aggressive - come quello di Tonali (forse il migliore dei rossoneri di questo inizio di stagione) su Freuler nell’azione dello 0-2 - il Milan ha lasciato maggiormente l’iniziativa di gioco all’Atalanta, che ha avuto la sua principale fase di pericolosità offensiva nei primi venti minuti del primo tempo.


 

L’importanza di Pessina e i cambi di Gasperini


Dopo la cessione del "Papu" Gomez lo scorso anno, la fase offensiva dell’Atalanta è tornata ad appoggiarsi pesantemente sulle catene laterali e su una maggiore ricerca degli attaccanti a inizio azione: ieri Zapata e Malinovskyi si sono spartiti i mezzi spazi di sinistra e destra, rispettivamente supportati da Mæhle (titolare al posto dell’infortunato Gosens) e Zappacosta sulle fasce. Il ruolo di trequartista è stato affidato a Pessina, che nel 2021 è riuscito a guadagnarsi un posto da titolare grazie alla sua bravura nel leggere gli spazi sulla trequarti avversaria, che riesce ad occupare con efficacia per supportare la manovra d’attacco, scambiandosi di posizione con le punte e agendo da terzo uomo o facilitatore piuttosto che da rifinitore.


 

Fino alla sua uscita per infortunio dopo un contrasto subito da Tomori in area, la "Dea" è riuscita a creare delle buone rotazioni offensive, perlopiù sulla fascia destra del Milan visto che Kjær era titubante nel seguire Zapata in zone esterne (un atteggiamento probabilmente dettato da un’azione al minuto 14 in cui il colombiano era andato facilmente al tiro saltandolo con un tunnel).


 

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Le rotazioni dell’Atalanta liberano Malinovskyi sulla trequarti, ma il filtrante dell’ucraino è un po’ troppo forte per Mæhle, che sbaglia il primo controllo e vanifica una potenziale opportunità.


 

Pur avendo tante opzioni sulla trequarti, Gasperini ha sorprendentemente scelto di inserire un esterno (Pezzella) e avanzare Mæhle in un 3-4-3, una mossa già fatta in questa stagione con Zappacosta a Salerno. Forse il tecnico sperava che il danese sarebbe riuscito a dare imprevedibilità alla manovra grazie alla sua capacità di giocare su entrambe le fasce ma l’esperimento non ha funzionato bene. Mæhle è sembrato a disagio nella nuova posizione e Pezzella ha sbagliato tanti passaggi in diagonale dall'esterno all'interno facendo sentire ancor di più l’assenza di Gosens. In questo modo, i bergamaschi non sono più riusciti a dare ritmo alla propria fase offensiva e la loro imprevedibilità è venuta sempre meno. Da questo punto di vista, anche l’assenza di Tolói dietro ha tolto fluidità alla manovra, con Djimsiti (per l’occasione braccetto di destra) più cauto nell’inserirsi per non lasciare campo a Leão nei contropiede.


 

A peggiorare la situazione dei padroni di casa nel primo tempo, oltretutto in una fase dove sembravano essere in controllo della partita, è stata la sanguinosa palla persa da Freuler che ha generato il raddoppio del Milan e complicato il tentativo di rimonta della "Dea". A inizio ripresa Gasperini ha inserito Koopmeiners al posto di Demiral, spostando quindi de Roon al centro della difesa: magari l’intenzione era migliorare la qualità e velocità di circolazione della palla cercando di più l’ampiezza, ma anche questo cambio non ha dato gli esiti sperati, così come il doppio ingresso di Muriel e Iličić (entrambi deludenti seppur non al meglio) al 56’ non ha aiutato la squadra a concretizzare il maggiore possesso palla.


 

Il Milan ha difeso bene nella sua metà campo (da segnalare l’ottima prestazione difensiva di Kessié, che è sembrato tornato in palla dopo le ultime critiche) e ha sempre dato una sensazione di pericolosità quando riusciva a distendersi con Theo e/o appoggiarsi su Rebić davanti, come nell’azione del bel colpo di testa di Saelemaekers parato da Musso al 59’.


 

Il gol che ha chiuso la partita al 78’ è nato proprio da un contropiede condotto dal terzino francese, che ha scaricato la palla in area per il destro imparabile di Leão; nonostante alcune controversie per i due gol dei padroni di casa nei minuti finali, i rossoneri sono agevolmente riusciti a portare a casa i tre punti per andare in solitaria al secondo posto, mentre l’Atalanta rimane all’ottavo posto della classifica.


 

Nonostante la delusione per le due sconfitte in Champions League, finora il Milan è riuscito a ripartire con serenità in campionato e ha confermato di essere una squadra in crescita, con caratteristiche in questo momento impareggiabili in Italia (come ammesso anche da Gasperini a fine gara).


 

Per quanto riguarda l’Atalanta, la mancanza di brillantezza offensiva – tra infortuni ed errori tecnici – è stato il principale problema in questo inizio di stagione e questo ha impedito alla squadra di avere continuità in campionato: ad oggi però non bisognerebbe dare troppo peso a questa falsa partenza, perché in Champions League - ma anche contro il Sassuolo, l’Inter e (in parte) la Fiorentina - ha dimostrato di poter avere ancora picchi molto alti quando riesce a dominare entrambe le fasi con la sua intensità di gioco. Nonostante la partita di ieri abbia messo in mostra una differenza tra le due squadre più netta di quanto il risultato non dica, insomma, è ancora troppo presto per dare per morta la squadra di Gasperini.


 

 

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