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Emanuele Mongiardo
Perché Natan non sta funzionando
05 dic 2023
05 dic 2023
Le prestazioni del difensore brasiliano sono stati uno dei punti critici dell'inizio di stagione del Napoli.
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Emanuele Mongiardo
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IMAGO / sportphoto24
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Tra i tanti dubbi che aleggiavano intorno alla costruzione del nuovo Napoli quest’estate, il più grande, oltre a quello sulla scelta di Rudi Garcia come allenatore, riguardava il sostituto di Kim. Per rimpiazzare un centrale così unico e talentuoso, una vera e propria rete di sicurezza per una squadra che passava la maggior parte del suo tempo nella metà campo avversaria, alla fine la scelta è ricaduta su Natan, arrivato dal Bragantino. Se da un lato c’era fiducia nello scouting della società di De Laurentiis, che già in passato aveva dimostrato di saper pescare giocatori di alto livello lontano dai riflettori, dall’altro era logico interrogarsi su come si sarebbe adattato un difensore del campionato brasiliano al calcio europeo e in particolare alla Serie A, il torneo, per retaggio calcistico, più severo nel giudicare i difensori. Arrivati a inizio dicembre, il Napoli ha già cambiato guida tecnica e Natan ha confermato tutte le perplessità sul suo acquisto. Più in generale, la fase difensiva è diventata un punto debole degli "azzurri". Con 17 reti incassate si tratta della decima difesa della Serie A, l’ottava per npxG subiti (12 in totale secondo Statsbomb). Quando i numeri sono così chiari di solito i problemi sono di natura collettiva più che individuale ma dopo le sconfitte contro Real Madrid e Inter è stato soprattutto Natan a finire sulla graticola. Kim, come detto, da solo riusciva ad avere un’influenza impareggiabile sulla difesa del Napoli e il difensore brasiliano, al momento, non sembra poterne replicare le caratteristiche. Arrivati a questo punto della stagione vale la pena chiederselo: quanto pesano le lacune del brasiliano e quanto è il Napoli ad esporle? Le colpe di Natan Le caratteristiche che avevano indotto la dirigenza a puntare su Natan erano il suo fisico e la sua velocità. Il brasiliano proveniva da un club della galassia Red Bull che, come aveva detto anche Rudi Garcia quest'estate, abitua i propri difensori a giocare con tanto campo alle spalle - come fanno per esempio anche Lipsia e Salisburgo. Natan, in teoria, era quindi il centrale adatto per una squadra dominante come avrebbe dovuto essere il Napoli, che d'altra parte stava perdendo un centrale alto, molto forte nei duelli arei e soprattutto velocissimo. Questi primi mesi in Italia, però, hanno lasciato solo intravedere alcuni dei pregi di Natan e ne hanno evidenziato soprattutto i difetti. Le ultime due gare sono state un piccolo compendio dei suoi limiti, emersi, oltretutto, sia da centrale che da terzino sinistro.

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Contro il Real Madrid Natan è stato schierato da centrale sinistro, al fianco di Rrahmani. I "blancos" hanno saputo esporre quello che, al momento, è il più grave difetto del brasiliano: l’attenzione per lo spazio intorno a sé, in particolare quello alle proprie spalle. Natan è un centrale coraggioso, con ottime qualità nel tentare l’anticipo in avanti. Come molti difensori con questa caratteristica, però, a volte sembra ignorare cosa accade nelle vicinanze, forse per eccessiva fiducia nei propri mezzi. Se Natan non ha un chiaro riferimento, va in sofferenza. Mi viene in mente a questo proposito una dichiarazione di Ancelotti, che anni fa elogiò Nacho definendolo un difensore pessimista: un centrale, cioè, che pensa sempre che possa arrivare il pericolo e che per questo rimane sempre concentrato. A Natan il fiuto del pericolo sembra mancare totalmente: se non visualizza in maniera immediata l’uomo che può portare una minaccia, non riconosce dove potrebbero colpire gli avversari. Nel gol subito da Bellingham, mentre l’inglese si allontana da lui, Natan sembra quasi rallentare, rimanendo troppo lontano. Perde totalmente il contatto, non fa nulla per impedirgli di staccare da solo in area. Natan, insomma, si preoccupa meno del dovuto di Bellingham. In più, gli manca tutto quel “mestiere” che avrebbe dovuto rendere difficile l’inserimento all’avversario: provare a sporcargli la corsa, restargli vicino, usare le braccia per infastidirlo. Natan non fa nulla di tutto ciò.

A parziale giustificazione del brasiliano, c’è la qualità straordinaria del cross con cui Alaba raggiunge Bellingham: in pochi avrebbero saputo disegnare una traiettoria del genere. Più difficile invece capire la leggerezza con cui, nel secondo tempo, lascia sfilare un traversone che quasi porta al gol di Joselu. È un cross dalla sinistra che rimbalza al centro dell’area e su cui Natan avrebbe potuto posizionarsi meglio. Il difensore brasiliano non stringe la diagonale per coprire Rodrygo alle spalle di Rrahmani – una giocata oggettivamente difficile – né, soprattutto, mette il piede per deviare in angolo il pallone – una giocata più facile per un centrale – che gli sfila davanti e arriva da Joselu. Dai video sembra che Natan non si fosse accorto di avere qualcuno alle spalle: un errore di valutazione, o forse di concentrazione, inaccettabile anche per un difensore al primo anno di calcio europeo.

In generale, il nuovo centrale del Napoli si è rivelato debole nella difesa dei cross, dove non sembra in grado di far sentire la sua presenza agli attaccanti. Da terzino, contro l’Inter, la situazione non è migliorata molto. Il Napoli non ha mai saputo come pressare e i nerazzurri hanno approfittato in maniera chirurgica dell’attrazione del brasiliano per l’avversario. L’Inter aveva sempre un giocatore alto e aperto sulla destra, spesso Barella che scambiava la posizione con Dumfries. Natan usciva sistematicamente in pressione e i nerazzurri trovavano il passaggio in diagonale per l’uomo nel corridoio interno alle sue spalle. Quel passaggio in diagonale dall’esterno verso il centro è una traccia che i giocatori dell’Inter sono abituati a battere sin dai tempi di Conte. La spregiudicatezza con cui Natan si alzava sull’esterno di riferimento ha favorito quella giocata, anche perché il brasiliano non sempre copriva bene la linea di passaggio mentre si avvicinava all’uomo. Se avesse aspettato per dare il tempo a Kvaratskhelia o al centrocampista più vicino di avvicinarsi sulla fascia per ricevere aiuto, l’Inter non avrebbe trovato così spesso l’uomo nel mezzo spazio dietro di lui. In questo modo i nerazzurri sono riusciti più volte a correre verso l’area di rigore del Napoli, pur senza ricavarne gol.

Cosa può fare il Napoli per Natan Natan, insomma, deve ancora crescere molto. D'altra parte difendere in una difesa a quattro che ha come riferimento principale la palla e non l'uomo è più difficile per un difensore così aggressivo, che invece in un sistema di marcature a uomo (come l'Atalanta di Gasperini o il Torino di Juric) avrebbe vita più facile (e infatti anche in Italia, forse proprio per l'influenza di Gasperini sul nostro calcio, ci sono sempre più difensori a cui manca la percezione del pericolo e la cognizione di cosa accade intorno a sé). Certo, questo non esclude che anche la fase difensiva del Napoli non lo stia aiutando ed è qui che può entrare in gioco Mazzarri. Per motivi diversi, contro Real Madrid e Inter il pressing alto ha funzionato poco, per esempio. Gli spagnoli non sono una squadra che ricava attacchi in campo aperto dalla costruzione bassa; piuttosto, avvicinando gli uomini migliori alla zona di costruzione, consolidavano il possesso costringendo il Napoli ad abbassarsi e a subire la partita. L’Inter, invece, è andata a nozze col tentativo di pressare la prima circolazione in uno contro uno e ha saputo spalancarsi il campo per attaccare in velocità. Se il Napoli riuscisse ad aggiustare la fase di pressing, un difensore coraggioso e bravo in anticipo come Natan riuscirebbe ad esaltarsi. Una soluzione remota, ma che agevolerebbe il brasiliano, potrebbe essere la difesa a tre, che gli consentirebbe di difendere più spesso in avanti e sull’uomo, forte della copertura di un centrale in più. Per i limiti della rosa del Napoli, però, non sembra un’ipotesi fattibile nel breve periodo anche se, chissà, magari l'esperimento da terzino sinistro fatto contro l'Inter potrebbe essere ripetuto anche in futuro magari per proporre una difesa a tre mascherata. Natan ha delle qualità che possono renderlo utile anche in Italia. Oltre all’aggressività e un buon passo nel difendere la profondità, ha anche una certa intraprendenza palla al piede: non gli piace buttare la palla e contro l’Inter, nonostante la presenza della linea laterale a limitarlo, ha saputo proteggere il possesso e trovare tracce interessanti, delle volte preparando la giocata con la suola. Un giocatore del genere, però, va per forza guidato nel suo percorso di adattamento. D'altra parte, si tratta di un ragazzo di ventidue anni e non c'è ruolo, a parte forse quello del portiere, che richiede più esperienza di quello del centrale di difesa. Difendere significa sapere quando intervenire, pesare gli interventi: la conoscenza accumulata negli anni è troppo importante. È alla luce di questo che la questione Natan, se così vogliamo chiamarla gira tutto intorno a un interrogativo: il Napoli, Mazzarri o il suo probabile successore avranno la pazienza di lavorare su un giocatore che ha del potenziale ancora troppo grezzo?

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