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Calcio Mattia Pianezzi 21 luglio 2018 4'

Perché le rimesse laterali si battono con le mani e non con i piedi?

Daniele ci ha chiesto una cosa che a lui sembra strana. Risponde Mattia Pianezzi.

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Gentile Redazione,
ho una questione semplice ma che mi tormenta da diverso tempo: perché la rimessa laterale si batte con le mani e non con i piedi?
Vi ringrazio in anticipo per la risposta,
Daniele

 

Risponde Mattia Pianezzi
Ciao Daniele,

l’attuale regola per il fallo laterale nasce dall’unificazione e dalla contemporanea variazione di norme provenienti da tutto il microcosmo di tradizioni sportive e associazioni educative delle scuole pubbliche inglesi che hanno preceduto la formazione del calcio come sport unificato. In sostanza, è un mostro di Frankenstein di regole varie dal mondo del pre-calcio.

 

Prima del 1822 non era necessario rimettere il pallone in gioco con le mani, per dire. L’idea di farlo viene dal rugby e dalle regole che si seguivano a Cheltenham, una città termale vicino Gloucester; la tecnica specifica di rimessa in gioco con entrambe le mani viene anch’essa dal rugby. Le Sheffield Rules del 1858, il primo tentativo di regolamento unificato del gioco del pallone, sono state pioniere nell’introdurre testualmente tra le regole il fallolaterale (insieme al calcio di punizione in caso di infrazioni e al calcio d’angolo) come rimessa in gioco assegnata alla squadra opposta a chi ha toccato per ultimo il pallone. Con la creazione nel 1863 della Football Association, l’abolizione totale dell’utilizzo delle mani da parte di altri giocatori che non fossero il portiere nel 1869 e la separazione della Rugby Football nel 1871 (non gli andava giù il fatto che non si potesse placcare e dare i calci negli stinchi, davvero) il gioco del pallone prendeva una forma sempre più nitida.

 

Nel 1882 anche la Football Association si convinse a istituire la rimessa in gioco, dopo l’uscita del pallone dalle linee laterali, effettuabile solo con due mani. Persino la regola del cambio fallo è un retaggio dal fallo laterale del rugby, essendo il fallolaterale una derivazione della touche. Al contrario di altri calci piazzati (punizioni, rigori, calci d’angolo, rimesse dal fondo) è possibile cambiare il verso della rimessa solo perché esistono delle maniere specifiche abbastanza rigide di battere i falli laterali, che quindi possono essere infrante. Si batte con le mani, quindi, sostanzialmente per motivi storici.

 

Ci furono dei tentativi di introdurre le rimesse laterali con i piedi, e un po’ è stata colpa nostra, visto che il numero di gol ad Italia ’90 è stato bassissimo e le federazioni avevano paura di un minore interesse nei confronti del gioco del pallone. Nel calcio di allora i tempi morti erano problematici e si cercavano idee per annullarli.

 

Già nei campionati U-17 del 1991 (previsto in l’Ecuador ma spostato in Italia per via di un’epidemia di colera) si sperimentarono due innovazioni: la regola che impediva ai portieri di prendere la palla con le mani sul retropassaggio, adottata ufficialmente dalla FIFA nel 1992; e la regola pazza per la quale il fuorigioco era valido solamente dal termine dell’area di rigore fino alla linea di fondo corrispondente, praticamente 18 metri di fuorigioco e basta (disegnavano anche la “linea del fuorigioco” sul prato apposta!).

 

Nel 1993, per i mondiali U-17 del Giappone, furono testate le rimesse laterali fatte con i piedi, che si traducevano spesso in punizioni dalla linea laterale. C’eravamo anche noi: c’era Totti, a 17 anni, e si può supporre che lui abbia battuto dei falli laterali coi piedi; Buffon titolare a 15; Coco che stava in panchina. Questa introduzione portò dei risultati e degli inconvenienti: i gol da rimessa laterale con i piedi furono quattro, come con i corner, e le squadre tentavano di evitare di buttare fuori il pallone in tutti modi, anche attraverso giocate azzardate e pericolose. D’altra parte, un fallo laterale con i piedi da buona posizione diventava praticamente una punizione vera e propria, con due o tre specialisti a tirarla, posizionamenti, distanze, barriere, schemi, moltiplicando i tempi morti che si stavano cercando di eliminare.

 

Nel 1994 Sepp Blatter era convintissimo che il futuro delle rimesse laterali sarebbe passato dai piedi degli atleti (in due anni, diceva lui, avrebbero soppiantato la barbara regola di battere con le mani) e testò la regola nella seconda lega Belga, nella seconda lega Ungherese e nella Diadora League, la settima lega inglese, ma spesso tecnici e calciatori si rifiutarono di adottare le nuove istanze, o le aree di rigore si trasformarono in bolge di palle alte e spilungoni. Nel 2009 è tornato sull’argomento Wenger, con un approccio filosofico niente male: perché alcuni giocatori devono essere avvantaggiati nellerimesse laterali (parlava in particolare di Rory Delap dello Stoke) perché utilizzano muscoli solitamente non utili al gioco del pallone per tirare rimesselaterali fulminanti? Il calcio è nato quando qualcuno ha detto di smettere di prendere il pallone tra le mani, ha aggiunto. Anche Van Gaal nel 2010 ha pensato che rimettere in gioco la palla con le mani in un gioco chiamato “football” fosse rivedibile – certo si è anche immaginato un mondo in cui, al posto di supplementari e recupero dopo il 90’, le squadre fossero costrette a rimuovere un giocatore ogni cinque minuti di gioco per rendere il gioco più emozionante.

 

Non è però detto che in un futuro non si potranno battere le rimesse laterali con i piedi, come nel futsal e nel beach soccer o nel 1993 – l’ha proposto Van Basten tempo fa, insieme ad altre regole bislacche come gli shoot-out, ma d’altronde se sei Chief Officer for Technical Development della FIFA avrai un motivo per dire certe cose. Il calcio cambierà ancora nel tempo solo per restare lo sport più seguito del mondo: quando si richiederà ancora più velocità di gioco magari arriveranno le rimesse laterali con i piedi.

 

D’altronde, sono successe cose più strane: prima si giocava senza fuorigioco e il portiere poteva prendere la palla con le mani su retropassaggio, idee che oggi ci sembrano assurde. C’è da dire che, in caso di introduzione dei falli laterali coi piedi, probabilmente si dovranno aggiungere una serie di regolamentazioni per far sì che i suddetti non diventino delle punizioni da battere con specialisti del cross, come le punizioni dalla trequarti, magari imponendo una distanza massima del passaggio, o che il battitore debba restare perpendicolare sul pallone in preparazione della rimessa. Oppure non regolamentiamo niente e facciamo caterve di gol con la nuova generazione di giocatori mostri altissimi e grossissimi proprio per sfruttare queste situazioni, pensa a come si evolverebbe il gioco e l’eugenetica calcistica!

 

 

Tags : la posta del cuore

Mattia Pianezzi scrive di pallone anche per Crampi Sportivi, di musica per Deer Waves e DUDE Mag, ispirato da Simon Reynolds e Zalayeta.

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