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Pecco Bagnaia ce l'ha fatta
08 nov 2022
08 nov 2022
Un successo arrivato all'ultimo GP, dopo una rimonta da 91 punti.
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Steve Wobser/Getty Images
(foto) Steve Wobser/Getty Images
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«È stata la gara più dura dell’anno, forse della carriera», con queste parole Pecco Bagnaia ha commentato a caldo la vittoria nel mondiale di MotoGP, avvenuta domenica a Valencia Bagnaia è il secondo italiano campione del mondo della MotoGP. Sul circuito valenciano ha vinto l’ultimo campionato tradizionale, dal prossimo anno infatti le gare raddoppieranno con la sprint race del sabato pomeriggio, una gara lunga la metà di quella della domenica e che Dorna (l’organizzatore del motomondiale) ha introdotto per aumentare la spettacolarità del weekend. Una vittoria speciale, per più motivi Bagnaia ha vinto il mondiale tredici anni dopo l’ultimo italiano che ci era riuscito, cioè Valentino Rossi, lo sportivo che ha portato milioni di persone ad appassionarsi alle sue imprese, sia per il suo talento e le tante vittorie nelle gare quanto per il suo essere simpatico e brillante davanti alle telecamere. Bagnaia ha vinto guidando una Ducati, cioè pilota italiano e moto italiana, una cosa che non era riuscita a Rossi che ha vinto i suoi titoli nella classe maggiore con Honda e Yamaha mentre non ci è riuscito nel 2011 e 2012, quando era su Ducati. L’ultimo italiano a vincere su moto italiana nella classe regina, la 500 (la MotoGP l’ha sostituita dal 2002), era stato Giacomo Agostini nel 1972, su MV Augusta. Bagnaia è il secondo a vincere il mondiale piloti con Ducati, nel 2007 c’era riuscito Casey Stoner. Anche per queste due ragioni Pecco Bagnaia è un pilota fortissimo. Questo è il suo secondo titolo mondiale dopo quello in Moto2 del 2018 ma paragonarlo a Rossi, come molti stanno facendo, è sbagliato per diversi motivi. Ci sono altre ragioni che hanno reso questa vittoria speciale: Bagnaia ha recuperato il maggior distacco della storia di questo sport. A metà campionato era indietro di 91 punti dal rivale Fabio Quartararo. Inoltre, mai prima d'ora, un pilota aveva vinto il mondiale facendo tanti zeri, ovvero ritiri in gara (cinque). Anche per tutto questo Pecco Bagnaia è un pilota fortissimo. Questo è il secondo titolo mondiale che vince, dopo quello di Moto2 del 2018 ma paragonarlo a Rossi, come molti stanno facendo, è superficiale e sbagliato. Rossi, all’età di Bagnaia (25 anni), aveva già vinto 6 mondiali, di cui 4 in top class e soprattutto era già un personaggio popolarissimo, probabilmente lo sportivo più popolare d’Italia. Bagnaia, e nessun pilota attuale, ha e potrà avere l’impatto mediatico di Rossi. Bagnaia ha avuto però in Rossi un maestro: da quando aveva 17 anni è cresciuto nella sua Academy di giovani piloti (questa scuola è un’altra cosa che rende Rossi, in qualche modo, unico).

Sul giovane campione il vecchio ha detto: «Era ora che un italiano rivincesse la MotoGP e che l'abbia fatto Pecco è speciale. Sia lui che la moto sono stati sempre super competitivi, lui ci ha sempre creduto, è un grande merito. Alla fine ci si ricorda solo di chi vince. È molto bello lavorare con lui perché ti rende partecipe». Attualmente Bagnaia è il pilota più forte in Italia e tra i primi tre del mondo insieme a Marc Marquez e a Fabio Quartararo. Se lo avete sentito parlare in qualche intervista avrete sentito un accento romagnolo, ma Bagnaia è piemontese ed è il secondo (anche qui!) cittadino più famoso della città dove è cresciuto: Chivasso. Il più famoso è Khaby Lame, che ieri era nel box di Pecco a sostenerlo. Sono quasi coetanei e amici, Lame del 2000, Pecco del 1997, ed entrambi tifano Juventus. Pecco in realtà si chiama Francesco ma questo nomignolo risale all’infanzia quando la sorella, non riuscendo a dirlo correttamente, diceva Pecco, che poi è rimasto fino a oggi. Talento fin da piccolo a 12 anni è diventato campione europeo MiniGP mentre nel 2011 e nel 2012 ha partecipato al campionato spagnolo di velocità, nelle categorie 125 e Moto3, arrivando terzo entrambi gli anni. L’esordio nel motomondiale è avvenuto a 16 anni poi, a 17, nel 2014 c’è stato uno dei passaggi decisivi della sua carriera: il trasferimento da Chivasso a Pesaro per entrare nell’Academy di Valentino Rossi. Fino al 2016 è rimasto in Moto3 vincendo due gran premi. Nel 2017 e nel 2018 ha corso in Moto2: il primo anno è stato rookie of the year e il secondo anno ha vinto il mondiale. Ha spesso dichiarato di aver sognato fin da piccolo la Ducati e anche la Casa di Borgo Panigale l’ha voluto, facendolo firmare per il biennio 2019-2020, già nel 2017: un amore corrisposto. Dopo i primi due anni di apprendistato in MotoGP l’anno scorso, il primo nel team ufficiale, sono arrivate le prime 4 vittorie e quest’anno il titolo. Bagnaia è un pilota velocissimo in qualifica e molto bravo in gara, a reggere la pressione quando è davanti da solo o quando ha un pilota alle spalle vicino. Un inizio campionato molto difficile Nelle ultime 6 gare del 2021 Bagnaia ne aveva vinte 4 ed era arrivato a riaprire il mondiale salvo poi cadere a Misano e consegnare il titolo al francese Quartararo. All’inizio di quest’anno era il principale favorito, sia per la forma dimostrata a fine 2021 che per la sua moto, la Ducati, nettamente la migliore da qualche anno. La Casa di Borgo Panigale è da qualche anno la migliore tra quelle che partecipano alla MotoGP: ha superato in prestazioni le storiche Case giapponesi come Honda e Yamaha ma anche Suzuki e le altre due europee, l’austriaca Ktm e la veneta Aprilia. Su 20 gare del 2022 Bagnaia ne ha vinte 7, più di tutti, ma nelle prime gare è andato malissimo: caduto in Qatar, 15esimo in Indonesia, poi due quinti posti in Argentina e Texas e un ottavo in Portogallo dove, partendo ultimo e con una spalla mal messa dopo una caduta è risalito fino all’ottava posizione. La gara dopo è arrivata la prima vittoria, a Jerez in Spagna: il segnale della ritrovata competitività. Ma per 4 gare ha continuato a fare errori, nonostante la sua Ducati fosse diventata velocissima e affidabile: caduto per inseguire Bastianini (futuro compagno di squadra) a Le Mans quando era secondo, ha vinto al Mugello. A Barcellona è stato steso alla partenza da Nakagami mentre in Germania è caduto per un errore nei primi giri, per inseguire Quartararo. Il francese nelle prime 4 gare extraeuropee (Qatar, Indonesia, Argentina e Texas), si è difeso poi arrivato in Europa, in 6 gare dal Portogallo alla Germania, ha collezionato 3 vittorie, due secondi posti e un quarto. Dopo il GP della Germania, decimo dei venti stagionali, la classifica diceva: Quartararo 172, Bagnaia 81. Il francese aveva un vantaggio enorme, cioè 91 punti. Tra i due c’era, al secondo posto, Aleix Espargaro su Aprilia, rivelazione dell’anno, ma le sue prestazioni nella seconda parte di stagione sono calate. Assen, l’inizio di un incredibile rimonta.

L’ultima gara prima della pausa estiva di 5 settimane è stata sullo storico circuito di Assen. Da lì è iniziata la seconda parte di stagione: Bagnaia ha iniziato un filotto di vittorie, quattro, che lo ha fatto sedere a un tavolo prestigioso, quello dei vincitori seriali. Dopo Assen e dopo la pausa estiva Bagnaia ha ripreso il discorso vincendo a Silverstone, in Austria e a Misano Adriatico: poker! Dopo queste 4 vittorie il distacco da Quartararo era ancora di 30 punti. Il francese mentre Bagnaia vinceva ha fatto uno zero in Olanda, ottavo in Inghilterra, secondo in Austria e quinto in Romagna. Ad Aragon, 15esimo GP dell’anno, Bagnaia è arrivato secondo dietro a Enea Bastianini (altro grande protagonista dell’anno con 4 vittorie su una Ducati del team Gresini e futuro pilota ufficiale con Pecco). In Spagna Quartararo è caduto tamponando il rientrante Marc Marquez, finendo a terra sull’asfalto rovente con la tuta che si è poi aperta, procurandosi delle ustioni sul petto. Da meno 30 a meno 10. I quattro GP in oriente Sono Giappone, Thailandia, Australia e Malesia. A Motegi Bagnaia è stato in difficoltà per tutto il weekend, come anche Quartararo. In gara erano ottavo e nono ma Pecco, forse più per una questione psicologica che di punti da guadagnare o perdere (uno solo) ha provato un attacco rischioso sul francese, cadendo. Bagnaia stesso non ha apprezzato: «Sono stato un coglione». Da meno 10 a meno 18. In Thailandia e Australia sono arrivati due terzi posti mentre Quartararo ha fatto un 17esimo e un ritiro, prima della Malesia, quindi, Bagnaia 233 punti, Quartararo 219. In Malesia la settima e ultima vittoria di Bagnaia e il titolo a un passo ma Quartararo, terzo, ha rimandato il discorso all’ultimo GP: + 23 per Pecco. Alla fine anche i sorpassi Quello di Valencia è stato un weekend difficile psicologicamente per Bagnaia. Gli è venuto un po’ di braccino: «Riesco a dormire, è l’unica cosa positiva, ma da venerdì mangio poco» ha detto sabato pomeriggio. Per perdere il titolo Quartararo doveva vincere e Bagnaia doveva fare peggio di 14esimo. Due situazioni piuttosto improbabili visto che Quartataro non vince dalla primavera e Pecco nella seconda parte di stagione non aveva mai fatto peggio di terzo, salvo la caduta in Giappone. Nonostante siano stati rivali per tutto l’anno incredibilmente non si erano mai sorpassati nelle 19 gare precedenti, hanno rimediato a Valencia: in un solo giro si sono sorpassati 7 volte. Una strategia precisa di Bagnaia che voleva rallentare Quartararo su una pista dove per la Yamaha era difficile recuperare se altre moto andavano via. Missione compiuta, dopo aver rallentato Quartararo e dopo un contatto tra i due (in cui la sua moto ha perso l’aletta anteriore destra) Pecco ha dovuto rallentare: «da quando ho rotto l’aletta ho iniziato contare i giri e a faticare in tutte le curve a destra» ha detto dopo la gara.

Nessun pilota ritirato cinque volte in una stagione aveva vinto poi il mondiale di MotoGP. Sulla grande rimonta fatta ha detto: «Ci ho sempre creduto, tranne che nelle 2-3 ore successive alla caduta al Sachsenring (quando era finito a meno 91, ndr)». Il rispetto con Quartararo I piloti di oggi della MotoGP sono spesso criticati dai media e da alcuni appassionati perché dimostrano molto rispetto e fair play tra loro. Sono lontani anni luce i contrasti e i picchi di tensione che ci sono stati tra Valentino Rossi e Marc Marquez oppure ancora tra Rossi e Max Biaggi. Un esempio: sabato pomeriggio, dopo le qualifiche Bagnaia ha raccontato che lui e Quartararo erano in clinica mobile per dei trattamenti e mentre venivano curati stavano vedendo dei video divertenti su Youtube: «Ridevamo come matti».

Domenica alle 14,45, cioè appena finita la gara Quartararo è stato il primo a raggiungere Bagnaia e a dargli la mano per congratularsi. Del resto Bagnaia aveva fatto lo stesso un anno fa a Misano, a ruoli invertiti: «Tanti dicono che noi piloti di adesso fuori siamo troppo gentili, ma abbiamo visto che oggi in pista abbiamo lottato, è stata una guerra. Perché fuori dalla pista dobbiamo essere incazzati?» si è chiesto Quartararo. La sfida per il prossimo anno è già aperta.

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