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Fabio Barcellona
La parata di Maignan ha tenuto in vita il Milan
14 dic 2023
14 dic 2023
La squadra di Pioli si consola con l'Europa League dopo una partita concitata.
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Fabio Barcellona
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IMAGO / Action Plus
(foto) IMAGO / Action Plus
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La sfida tra Newcastle e Milan metteva in palio la prosecuzione del cammino in Europa, forse addirittura in Champions League se fosse arrivato il risultato giusto in Borussia Dortmund-PSG. Di fronte due squadre in piena crisi e martoriate dagli infortuni. Gli inglesi erano reduci da due sconfitte e 7 gol subiti contro Everton e Tottenham, mentre il Milan dalla rovinosa sconfitta interna contro il Borussia Dortmund, che l'aveva fatto precipitare all’ultimo posto del girone, e da quella forse ancora contro più dolorosa contro l'Atalanta a Bergamo, inframmezzate solo dalla vittoria contro il Frosinone.

Senza più centrali difensivi di ruolo Stefano Pioli ha riproposto, in assenza di alternative, Theo Hernandez al centro della difesa in coppia con Tomori, mentre, più avanti, ha recuperato Leão e riproposto Reijnders come play davanti la difesa. Il Milan è sembrato come rigettare questi tentativi di fortuna e il suo primo tempo è stato disastroso. Il Newcastle ha tenuto sotto controllo la partita dominando il possesso, concesso con troppa facilità da un Milan che ha rinunciato al pressing alto e non ha organizzato una convincente difesa posizionale.

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In fase difensiva i rossoneri hanno concesso superiorità numerica in costruzione ai due centrali avversari, Lascelles e Schär, utilizzando il solo Giroud in opposizione. In mezzo al campo i tre centrocampisti si accoppiavano, ad inizio azione, coi tre centrocampisti del 4-3-3 di Eddie Howe, con Loftus -Cheek più avanzato su Bruno Guimarães, e Reijnders e Musah sulle due mezzali. Gli accoppiamenti disegnati ad inizio azione rimanevano invariati per tutta la durata della fase di non possesso, coi centrocampisti rossoneri impegnati a seguire da vicino i propri avversari. In questo modo, il Newcastle consolidava il possesso sfruttando inizialmente la superiorità numerica dei due centrali e attivando successivamente, con meccanismi diversi, le catene laterali. A destra Trippier si alzava e occupava l’ampiezza, giocando alle spalle di Leão - che non lo seguiva, forse per via delle condizioni atletiche al rientro, o forse per farsi trovare pronto ad attaccare lo spazio in ripartenza. L’incredibile occasione capitata al ventesimo minuto sui piedi di Almiron, anticipato da Tomori a mezzo metro dalla porta spalancata, è un buon esempio di come il Newcastle riuscisse a mantenere il possesso e a creare i presupposti del pericolo utilizzando la posizione di Trippier alle spalle di Leão.

Trippier, libero in ampiezza, può fungere da sbocco per la manovra del Newcastle. Sulla sua ricezione, Miley attacca l’ampiezza seguito da Musah, mentre Joelinton si inserisce centralmente, una costante per tutto il match. Trippier ha tempo e spazio per servire Joelinton che supera Musah, con un tiro-cross supera Maignan e raggiunge Almiron che, davanti la porta spalancata, si fa imperdonabilmente anticipare da Tomori.

Sulla fascia opposta l’attivazione delle catene laterali le cose funzionavano diversamente. L’ampiezza non era occupata, come sul lato destro, sempre da un giocatore, ma era appannaggio alternativamente del terzino Livramento e dell’esterno Gordon, che in maniera coordinata si distribuivano lo spazio interno ed esterno.

Proprio una ricezione interna di Gordon, alle spalle di una pressione del Milan troppo blanda, ha dato origine al gol del vantaggio del Newcastle. L’azione ha messo in mostra la scarsa intensità e la poca organizzazione dei rossoneri che, partendo da una scelta di pressione errata di Loftus-Cheek, non hanno più trovato la maniera di rimediare e hanno permesso agli avversari un vantaggio fin troppo facile.

Schär porta palla. Loftus-Cheek, nell’occasione il più arretrato dei centrocampisti del Milan, decide di mollare la marcatura di Joelinton per uscire in pressione sul centrale svizzero, ma lo fa senza convinzione e fuori tempo. Si apre una voragine in mezzo al campo rossonero, con la linea difensiva lontanissima da quella mediana. Gordon taglia dentro, Livramento si alza, Schär può servire comodamente Gordon alle spalle della pressione, dove è libero anche Joeilnton. L'attaccante brasiliano, servito da Miley, può ricevere appena dentro l’area, senza che nessun difensore rossonero abbia avuto la possibilità di avvicinarsi a un contrasto.

Il sistema di marcature individuali in mezzo al campo progettato da Pioli si è rivelato insomma incapace di contenere efficacemente il possesso avversario. La rinuncia a mantenere una struttura ordinata ha creato quasi fisiologicamente spazi davanti la linea difensiva e non era compensata da una sufficiente aggressività sull’uomo. Anzi, i duelli individuali a centrocampo sono stati ampiamente vinti da Joelinton e Bruno Guimarães per tutto il primo tempo. Il primo ha dominato con la fisicità i propri marcatori, risultando letale con i suoi inserimenti, mentre Bruno Guimarães con la propria regia mobile e dinamica sfuggiva al controllo del proprio diretto avversario dirigendo la manovra del Newcastle nella metà campo avversaria.

Il Milan ha concluso il primo tempo con un solo tiro in porta, quello di Leao al ventiquattresimo minuto. Per la verità un'occasione piuttosto casuale, che però ha messo in mostra per un attimo una fragilità della fase difensiva del Newcastle che deflagrerà rumorosamente nel secondo tempo.

L’unico tiro del Milan nel primo tempo nasce da un errore marchiano di Trippier, che esce completamente fuori tempo a contrasto su Musah, liberando lo spazio per l’attacco alla profondità alle sue spalle di Leão.

Basta poco per cambiare una partita

Al rientro dagli spogliatoi, dopo la fine del primo tempo, il Milan è apparso immediatamente più volenteroso - merito anche di Stefano Pioli, che è riuscito a mischiare le carte. In particolare è sembrata meglio definito la struttura posizionale che, stringendo i due terzini Calabria e Florenzi al fianco del mediano Reijnders, portava il Milan a costruire con due centrali più arretrati e una linea di tre centrocampisti più avanzata. In questo modo i rossoneri riuscivano a liberare le linee di passaggio verso gli esterni Pulisic e Leão erano libere e ad occupare più efficacemente i mezzi spazi con le due mezzali, Musah e Loftus-Cheek.

Partendo da questa disposizione posizionale, il Milan provava a disordinare lo stretto e aggressivo 4-5-1 difensivo di Howe, almeno inizialmente con pochi risultati. A parte un maggiore controllo del pallone, i rossoneri non riuscivano davvero a risalire in maniera convincente verso l’ultimo terzo del campo.

Calabria e Florenzi si stringono al fianco di Reijnders. Loftus-Cheek e Musah occupano i mezzi spazi.

Newcastle-Milan è stata però una partita che si giocava su due campi: non solo in Inghilterra, ma anche a Dortmund. E il gol di Adeyemi, in Germania, contro il PSG ha cambiato ulteriormente l'inerzia psicologica della sfida. A questo punto, infatti, una qualificazione agli ottavi dei del Newcastle poteva essere considerato uno scenario plausibile, e questo forniva benzina al pressing. Dopo i primi, più cauti, minuti della ripresa, gli uomini di Howe sono tornati a soffocare l’impotente costruzione del Milan e hanno riportato precocemente la partita sui binari tattici del primo tempo.

Eppure il dominio del Newcastle era più fragile di quanto non sembrasse ed è bastata una bella conduzione di Reijnders per conquistare il primo calcio d’angolo della partita del Milan. Sulla ribattuta della difesa inglese, Pulisic è rimasto in zona e, dopo un’azione sporca in area di rigore impreziosita da un geniale passaggio finale di Giroud, il Milan ha trovato il gol del pareggio. La rete di Pulisic è arrivata poco dopo la notizia del pareggio per PSG a Dortmund: una combo mortale per lo spirito del Newcastle, che fino a pochi minuti prima era agli ottavi di Champions League. Un altro giro di giostra nell'inerzia della partita.

La squadra di Eddie Howe ha iniziato a giocare con un eccesso di frenesia alla ricerca del gol che avrebbe potuto qualificarlo alla fase successiva e le sostituzioni dell'allenatore inglese in questo senso non hanno aiutato. In particolare il cambio di Gordon, vivacissimo sulla fascia sinistra, con Isak, schierato come esterno d’attacco, ha agevolato il compito di Calabria e ha tolto spunto alla manovra offensiva del Newcastle.

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A questo punto, però, anche per il Milan si apriva uno scenario inaspettato fino a pochi momenti prima e adesso aveva la necessità di vincere. Pioli è così passato al 4-4-2 togliendo Pulisic, sostituito da Jovic, in un cambio che si rivelerà decisivo. Da questo momento la partita è diventata una sorta di match di pugilato in cui le due squadre, lunghe e imprecise, si scambiavano colpi a centro ring. Il Newcastle ha provato a colpire più forte – e c'è voluta una prodezza di Maignan per negare a Bruno Giumaraes il colpo del KO - ma per farlo è stato costretto ad abbassare la guardia in maniera pericolosa. Un colpo del Milan, a questo punto, avrebbe potuto far crollare le difese avversarie, e quel colpo è arrivato. Un errore di controllo di Livramento, ultimo uomo a guardia della propria metà campo in occasione di un calcio d’angolo a favore, ha spalancato la strada verso la porta a Leão, che ha colpito il palo di Dubravska a dieci minuti dalla fine.

Da quel momento il progressivo sfilacciamento del Newcastle, l’approssimazione nelle marcature preventive hanno regalato al Milan spazi enormi da attaccare in ripartenza. Il merito dei rossoneri è stato quello di rimanere più compatti degli avversari in un momento così concitato della partita, cosa che gli ha permesso di sfruttare gli squilibri tattici e psicologici degli uomini di Howe. Pioli ha messo energie fresche in campo, inserendo Okafor e Chukwueze al posto di Giroud e Musah, e proprio una ripartenza in superiorità numerica guidata da Jovic, rifinita da Okafor e finalizzata da Chukwueze – i tre subentrati nel secondo tempo – ha portato al gol che permesso ai rossoneri per lo meno di ricadere in Europa League.

Il centrale Schär si lancia in attacco, chiede triangolo ed entra in area di rigore. Il triangolo non si chiude e il Milan riparte trovando una situazione di superiorità numerica quattro contro tre in campo aperto che riesce a finalizzare con maestria.

Al termine del match del St James’ Park, a sorridere a circa mille chilometri di distanza, è soprattutto il PSG, a cui alla fine è bastato un pareggio per conquistare una sudatissima qualificazione agli ottavi di finale di Champions League. Il Milan si consola con il passaggio in Europa League, mentre a rimanere con nulla in mano è il Newcastle che, durante i novanta minuti, è stato a lungo virtualmente qualificato e alle fine ha perso tutto. Gli uomini di Eddie Howe possono solamente prendersela con se stessi per avere buttato al vento una partita e la possibilità di proseguire il proprio cammino nelle coppe europee a causa di un’ultima mezz’ora scriteriata.

Gli uomini di Pioli, come detto, hanno avuto il merito di rimanere più compatti e più centrati nel momento in cui il match è diventato più frenetico e tatticamente disordinato. Il Milan ha ben gestito in ripartenza gli spazi concessi dal Newcastle grazie anche alle sostituzioni di Pioli, che continua a salvarsi dal baratro delle discussioni sul suo esonero sempre all'ultimo momento, come in un film di Indiana Jones.

Il risultato finale, però, non dovrebbe far dimenticare l'andamento della partita. Il Milan ha giocato un primo tempo davvero deludente, schiacciato dal pressing del Newcastle, incapace di risalire in maniera continua ed efficace il campo, apparendo sfilacciato e disordinato in fase difensiva. Senza il solito, enorme talento di Maignan e lo scioglimento del Newcastle nell'ultima mezz'ora adesso gli umori intorno al Milan sarebbero ben diversi.

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