
Da giorni circola un video che non riesco a non guardare. C’è un prato verdissimo e uno stadio con le tribune basse. Tutto intorno cartelloni pubblicitari misteriosi di un’economia di un altro universo. Un giocatore corre palla al piede dalla propria metà campo e sembra l’essere umano più veloce che si sia mai visto. Indossa una maglia bianca e corre con la palla nel campo vuoto, mentre altri giocatori con la maglia verde lo rincorrono. Non riescono a prenderlo e a un certo punto, mentre la telecamera cerca di seguirlo verso destra, ci aspettiamo di veder comparire il portiere. Questo non compare, però, ed è una rottura della nostra percezione dello spazio. Il portiere rimane fermo e il campo sembra più lungo. L’attaccante ha tutto il tempo di entrare in area, la porta gli si spalanca davanti mentre il portiere - piantato coi piedi vicino alla riga - non fa niente per ostacolarlo. Allora l’attaccante fa un tiro di piatto forte cercando di alzare il pallone.
L’attaccante che fa gol è Rocha Livramento, giocatore del Verona in prestito al Casa Pia; il portiere addormentato è André Onana, che due anni fa si trasferiva al Manchester United per 58 milioni di euro. La partita è Capo Verde-Camerun, valida per le qualificazioni ai Mondiali del 2026, ed è stato un gol importante di una partita che rischia di diventare storica. Con questa vittoria Capo Verde si porta a 4 punti di vantaggio del Camerun secondo in classifica. Ora il Mondiale è, come si dice, “a un passo”.
È un video impressionante perché al suo interno Onana offre un’immagine lontanissima da quella di uno dei portieri più pagati della storia del calcio. Anzi, possiamo dire che Onana non sembra nemmeno un portiere professionista. È un tipo di gol che sarebbe ingiusto anche definire “da calcio di categoria”, perché in quasi nessuna categoria del calcio un portiere è così sprovveduto. Si può dire che è un gol da partitella del giovedì, tra amatori che fanno il turno in porta. È il tipo di gol che vedo succedere in effetti ogni martedì nella mia partita, ma solo negli ultimi minuti, quando una delle due squadre sta perdendo e cerca un ultimo assalto disperato e viene presa in contropiede e in porta c’è qualcuno che si sta scaccolando, o guarda l’orologio, in attesa di andarsi a fare la doccia, e non ha la minima percezione del pericolo, nessun fondamentale tecnico e forse sta semplicemente pensando ad altro. Qualche martedì un mio amico ha subito un gol ridicolo e di fronte alle proteste dei compagni si è difeso dicendo che stava bevendo.
Ecco, questo è il livello di impreparazione e fallimento che c’è in questo gol subito da Onana. Non c’è neanche il più basilare calcolo geometrico, che un portiere compie in automatico, su come correre in avanti per restringere lo specchio della porta. Che dico: non c’è nemmeno un alito di vita, in questa non parata. Forse Onana stava davvero bevendo dalla borraccia come il mio amico, o stava riflettendo su quell’aforisma contraddittorio di Karl Kraus secondo cui “non si vive nemmeno una volta”.
È il video che dobbiamo vedere - questa mancata parata, questo disarmo assoluto, questo deprimente tuffo coreografico, questa rinuncia a essere - per capire a che punto è la carriera di Onana. Arrivato al Manchester United nel luglio del 2023 come uno dei migliori portieri al mondo, in due anni è stato scarnificato così in profondità che in questi giorni è passato in prestito al Trabzonspor, superato nelle gerarchie dal ventitreenne belga Senne Lammens. Forse non ci sarebbe nemmeno da approfondire troppo questo tema.
Possiamo far ricadere il caso Onana nella più generale maledizione del Manchester United, un club che da qualche anno è diventata una gigantesca industria di macerazione del talento. Entrano dei campioni ed escono delle pippe. Una pressa che spolpa i giocatori di tutto il loro talento, di tutta la loro ambizione, di tutta la loro voglia di vivere, lasciandone una scorza quasi vuota. Siamo al punto che qualche giorno fa Anthony ha PIANTO parlando dei suoi anni al Manchester United. Ha pianto annegando in un brodo di sollievo e trauma, mentre già vestiva la maglia di un’altra squadra - come un anziano potrebbe raccontare con commozione gli anni di guerra e fame trascorsi in gioventù.
Però in Onana c’è qualcosa che va oltre, qualcosa di più. Una forbice incomprensibile tra ciò che era e ciò che è diventato. In questi stessi giorni in cui ero ipnotizzato dalla schadenfreude del gol preso da Capo Verde, mi è capitato davanti agli occhi un altro video di Onana. Gli highlights individuali della sua più grande prestazione in carriera, nella finale di Champions League contro il Manchester City. Una partita che potrebbe essere riassunta da uno di quei titoli enfatici di YouTube tipo: “is there any point pressing André Onana?”. Guardate e giudicate voi.
Un video in cui, tangenzialmente, potete capire quanto si fosse impoverita la costruzione bassa dell’Inter lo scorso anno. La squadra forma un rombo di costruzione con Onana vertice basso, i due centrali larghi e Acerbi vertice alto. Altre volte Acerbi si allarga verso sinistra, Bastoni sale e va Brozovic a fare da vertice alto. Il Manchester City non pressa il portiere e resta sui suoi riferimenti, e Onana è libero di usare un ventaglio di soluzioni balistiche praticamente infinito. Trova soluzioni corte, medie e lunghe; è eccezionale sopratutto nel trovare passaggi di gittata media che corrono per il campo a mezza altezza, percorrendo rischiosi corridoi centrali. Soluzioni golfistiche che non si vedono spesso sui campi da calcio.
Guardarlo fa un effetto strano, come se non si fosse mai visto un portiere interpretare così radicalmente le richieste del calcio contemporaneo. Una squadra che ha portato alle estreme conseguenze l’idea di utilizzare un portiere per trarre vantaggio dal pressing avversario. Onana come ultima frontiera d’evoluzione del portiere, e anche per questo in grado di triggerare il pubblico più conservatore. Un portiere africano che non è il migliore tra i pali ma che con i piedi gioca meglio del 90% dei centrocampisti di Serie A.
Non si tratta solo di qualità tecnica ma anche di freddezza e lucidità nelle scelte. Una visione di gioco, un’intelligenza di letture, da centrocampista. Si tratta anche di coraggio, ambizione. Onana gestisce tutti i possessi bassi dell’Inter abbinando il massimo della qualità al massimo del rischio. Vuole essere protagonista. Fa tutto questo in una finale di Champions League, contro la squadra più organizzata al mondo. Onana è stata la casella imprevista e ingestibile di un pressing del City che in quella Champions League aveva strangolato alcune delle migliori squadre al mondo.
Come facciamo a far coincidere quella versione di Onana con quella smorta e imbarazzante vista di recente? Un portiere che sembra aver paura a correre incontro agli attaccanti?
Pep Guardiola era in estasi dopo quella finale. «È difficile fare bene il pressing perché non puoi pressare davvero il portiere. È eccezionale con i suoi piedi. Veramente veramente bravo». Una versione di Onana che in Serie A abbiamo potuto apprezzare persino poco, visto che nessuna squadra ha veramente voglia di pressare, e che magari - pensavamo - sarebbe brillata in Premier League, allenata da un tecnico olandese all’avanguardia come Erik ten Hag, che lo aveva avuto all'Ajax e che lo aveva voluto fortemente (e che poche settimane fa si diceva lo rivolesse al Bayer Leverkusen. Ha fatto già in tempo a farsi esonerare).
Al primo anno non era nemmeno andato così male, portandosi però dietro un problema grande: quando Onana sbaglia, sbaglia in modo spettacolare. E i tifosi nutrivano verso Onana una fiducia tremolante, un’insicurezza di fondo che nessuna buona prestazione sembrava in grado di sanare. Ten Hag in conferenza lo aveva difeso citando le statistiche: un solo portiere aveva fatto più parate di Onana in Premier League in quel momento. Era il dicembre 2023 e forse non era semplice pronosticare che le cose sarebbero proseguite persino peggio.
Il punto più basso di Onana al Manchester United è arrivato la scorsa primavera, quando Nemanja Matic lo ha umiliato pubblicamente prima della partita contro il Lione. Onana si era limitato a dire che «sulla carta» erano più forti, e Matic ha raccolto tutto il suo livore e ha risposto così: «Io rispetto chiunque, ma se sei uno dei peggiori portieri della storia del Manchester United devi stare attento quando parli. Se l'avesse detto David De Gea o Peter Schmeichel o Edwin van der Sar avrei potuto capire, ma se statisticamente sei uno dei peggiori portieri della storia moderna del club…». Il giorno dopo Onana si mette sulla coscienza due gol segnati dal Lione, compreso quello decisivo per il pareggio a pochi secondi dal fischio finale.
Due settimane fa Onana ha difeso per l’ultima volta i pali del Manchester United ed è sembrato totalmente inadeguato. Sceso ormai in un abisso in cui non sembra nemmeno più un portiere, forse nemmeno più un corpo, visto che un tiro avversario è sembrato attraversarlo da parte a parte.
Sono sicuro che qualcuno starà leggendo questo articolo col pensiero che “Onana è sempre stato un bidone”. È vero che anche nella sua migliore stagione all'Inter non era stato un granché tra i pali e al Manchester United queste lacune non sono mai state troppo considerate nelle aspettative. Aveva alternato grandi miracoli in partite importanti (su Taremi contro il Porto) a piccole imprecisioni che avevano minato la stabilità difensiva dell'Inter, come notato in questo vecchio articolo di Federico Principi.
Eppure niente che lasciasse presagire questa disintegrazione tecnica e psicologica.
Onana è forse l’esempio più radicale di quanto le prestazioni di un giocatore possano mutare a seconda del contesto. L’abilità di Simone Inzaghi nel curare la costruzione dal basso aveva trovato in Onana un interprete fenomenale, e Onana aveva trovato nell’Inter un ambiente - tattico ma forse anche umano - in cui essere un portiere che non era mai stato e che non sarà più.
In molti descrivono Onana come un giocatore di personalità, nel bene e nel male. Essersi sentito protagonista, estremamente responsabilizzato, nell'Inter ha gonfiato le sue qualità forse persino oltre quello che era davvero capace di fare; sentirsi quasi subito sfiduciato al Manchester United - visto che le critiche sono partite un paio di settimane dopo il suo arrivo, ne ha invece depresso le qualità persino oltre i suoi difetti. Quest'anno ci si sono messi anche un po' di problemi fisici che ne hanno rallentato la preparazione, ma di certo ad Amorim non piaceva, e a lui non piaceva essere messo in discussione.
Magari per certi giocatori, più fragili, più instabili, il contesto diventa così importante da essere capace di stravolgerne l’identità. Esistono due Onana, quello che domina una finale di Champions League e quello che non sa nemmeno più come si esce su un attaccante del Verona lanciato in corsa. Questi due Onana sono esistiti nello stesso corpo a distanza di due anni l’uno dall’altro. Se vi interessa, comunque, il suo stipendio al Trabzonspor è radoppiato.