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Giuliana Lorenzo
Odette Giuffrida, campionessa del mondo
23 mag 2024
23 mag 2024
Un'intervista all'atleta romana, favorita ai prossimi Giochi Olimpici.
(di)
Giuliana Lorenzo
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IMAGO / AFLOSPORT
(foto) IMAGO / AFLOSPORT
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«Non dormo da tre giorni», mi dice Odette Giuffrida quando la chiamo. Ha perso la cognizione del tempo da quando, la scorsa domenica 19 maggio, ad Abu Dhabi, ha vinto il Mondiale di Judo nella categoria fino a 52kg. Odette, che ha ereditato il nome dalla nonna paterna (e che ha rischiato di poter essere l'Odette del Lago dei Cigni, visto gli inizi nella danza classica) ha vinto nel segno dell'altra nonna, Giovanna, a cui aveva promesso nel 2011 che sarebbe salita sul tetto del mondo. L’oro nel judo mancava all’Italia da 33 anni, dal titolo conquistato da Alessandra Giungi nel 1991.L’atleta romana fa parte dell'Esercito, e ha già vinto due medaglie olimpiche, un argento a Rio de Janeiro nel 2016 e un bronzo a Tokyo nel 2020, è diventata campionessa del mondo a ventinove anni e prima di compierne trenta gareggerà, da favorita, ai prossimi Giochi Olimpici, quelli di Parigi.Dai 7 ai 12 anni, come ha spesso raccontato, non perdeva quasi mai, ma crescendo è diventata una lavoratrice che ha accettato l’infallibilità e che vede la vittoria come frutto di un percorso iniziato per divertirsi, seguendo le orme del fratello Salvatore. La bambina che camminava sul tatami è diventata una donna che del tatami ha fatto il suo mondo.Hai realizzato quello che hai fatto?[reply] Non credo. Penso di dover ancora realizzare quello che ho combinato [ride, nda]. Una cosa però è certa: non è un sogno, è realtà e me lo sono super meritato. Sono felicissima e piano piano capirò quanto fatto.[/reply]

A caldo hai detto che questa medaglia ti ha cambiato la vita. Come la cambia, esattamente?[reply]Questa medaglia mi dimostra che il duro lavoro viene sempre premiato. Spero che chi mi ha guardato, come ad esempio i bambini, possa prenderne ispirazione. Non bisogna essere campioni invincibili che non perdono mai: con gli anni di duro lavoro, continuando a crederci, alla fine i risultati arrivano e io, dopo tantissimo tempo, dopo tantissime sconfitte, ce l'ho fatta. Inoltre, sono molto credente. Questa è una dimostrazione che il Signore mi ha accompagnata in tutta questa storia incredibile. È una prova di quanto Dio sia grande.[/reply]Ora, dopo il Mondiale, si avvicina un evento ancora più grande. Questa vittoria può creare ulteriori aspettative in vista di Parigi?[reply]Ogni gara per me è una storia diversa. Ho vinto il Mondiale, tra due mesi ci sono le Olimpiadi ma è come se non fosse successo nulla. Do il 100% di quello che ho, in ogni allenamento o nelle gare. Ovviamente, punto a vincere le Olimpiadi, però si vedrà un incontro alla volta, un allenamento alla volta. Le competizioni si vincono tutti i giorni, non è solo una giornata. Il Mondiale non cambia nulla.[/reply]A Parigi gareggerete di nuovo con il pubblico…[reply]Sì e tornerà la mia famiglia. Avrò i miei cari di nuovo sugli spalti. Mi aspetto di rivederli sorridere e piangere di orgoglio. Spero, di cuore, di scendere dal tatami felice. Darò tutta me stessa per far sì che questo accada.[/reply]Hai pensato se questa possa essere la tua ultima edizione dei Giochi Olimpici? Hai 29 anni…[reply]Ci ho pensato, non tanto per la questione mentale ma il mio corpo, ormai da qualche anno, inizia a dare dei segnali, però è inutile rifletterci ora. Decido sempre tutto all’ultimo, non posso sapere adesso se dirò basta o meno. Dopo le Olimpiadi prenderò la mia decisione in base a quello che sentirò.[/reply]Che ricordi hai di Rio De Janeiro 2016 e Tokyo 2020? Al di là delle medaglie.[reply]Le due Olimpiadi hanno due storie diverse. Rio è la storia di una ‘bambina’ con sogni impossibili, che arrivava da un quartiere piccolo, da un club piccolino [Talenti Sporting Club 1987, nda], che voleva dimostrare al mondo qualcosa e ripagare tutta la sua famiglia. Nessuno avrebbe mai scommesso su di me e invece ce l'ho fatta. Quella è stata l'Olimpiade per la mia famiglia e per una sfida contro l'impossibile.Tokyo è stata l’edizione della medaglia di bronzo, un metallo che è meno di un argento, ma che per me ha avuto un significato e un valore più importante. È stata la mia medaglia, quella che ho conquistato da sola, perché il mio allenatore aveva deciso di smettere di allenare. Ha rappresentato i cinque anni in cui sono andata in giro per l'Italia ad allenarmi ovunque mi accettassero. Ho lavorato duramente, molto spesso da sola e poi è arrivato il bronzo. Porta il mio nome, è stato mio il merito, conta tantissimo. A Parigi porto sia la bambina che la ragazza di Rio e di Tokyo: è un'Olimpiade in cui sfiderò me stessa e i miei limiti fisici, vedremo che accadrà.[/reply]

Perché nessuno credeva in te prima di Rio?[reply]Sono arrivata in Brasile senza aver mai vinto una medaglia. Nessun Europeo, nessun Mondiale, niente. Avevo vinto qualcosa, però era difficile pronosticare che sarei salita sul podio alle Olimpiadi, nessuno ci avrebbe mai scommesso. In realtà, invece, non ho mai avuto dubbi, continuavo a immaginarlo nella mia testa e la mia famiglia era lì. Ho vissuto esattamente quello che è accaduto nella mia mente.[/reply]L’inseguimento dell’oro olimpico può diventare un'ossessione?[reply]Sarebbe la ciliegina sulla torta, ma non è un’ossessione. Sono molto tranquilla, in ogni gara voglio solo dare tutta me stessa, mi concentro su quello che devo fare, punto in alto. Ci penso tutti i giorni, quello sì, ma non è un'ossessione in senso negativo.[/reply]Ti sei mai sentita la più forte o la meno forte?[reply]No, più forte no. Spesso ho cercato di lavorare con la psicologa su questo aspetto, sulla fiducia. Questa consapevolezza mi manca. Mi dovrei, forse, sentire più spesso un po' più forte di quello che credo di essere, rimango sempre con i piedi per terra. Non mi sono mai sentita nemmeno la meno forte, anche se molti limiti me li creo spesso da sola, perché sono un po' perfezionista. Voglio sempre trovare delle soluzioni a tutto, voglio migliorarmi. Penso continuamente a cosa poter fare: ogni volta mi fermo di più dopo gli allenamenti, cerco di sistemare tutto quello che posso.Faccio un esempio: se avessi una villa e ci fosse una crepa sul muro, mi fisserei sulla crepa per riuscire a sistemarla, senza godermi la bellezza del contesto. Devo imparare a vivermi le cose che ho e a non fissarmi solo su quello che mi manca. Questo è il mio carattere e credo che in qualche modo mi abbia aiutato, voglio continuare a lavorare sempre. Molte volte mi devono fermare, mi dicono: basta, riposa, riposa la testa.[/reply]Il judo è uno sport più di raziocinio o istinto?[reply]Ci sono tutte e due le componenti. C'è il judoka che è più istintivo, quello che è più tattico, è individuale, però sono necessari entrambi. Nel mio caso, all'inizio era puro istinto, zero tattica, adesso cerco di agire con tutte e due che, se utilizzate insieme, rappresentano la ricetta perfetta.[/reply]Hai iniziato grazie a tuo fratello Salvatore, cosa ricordi degli inizi? Visto che prima parlavi di te bambina a Rio…[reply]Quella bambina fino a una certa età neanche sapeva che cos'erano le Olimpiadi. Praticavo sport, sicuramente, per divertimento perché mi rendeva felice. Poi, è diventata una sfida continua con me stessa, contro il mondo, contro l'impossibile, contro chi diceva che non ce la facevo, un po' contro tutto. Di quella bambina mi è rimasta quell’attitudine, il fuoco dentro che non mi ha mai abbandonato. Mio fratello poi mi dice sempre, scherzando: "Mi raccomando ricordati che hai iniziato grazie a me, dimmi grazie". Tutta la mia famiglia è stata fondamentale: se oggi sono quella che sono è grazie a loro. Non sarei arrivata, diversamente, a certi risultati.[/reply]In famiglia c’è pure l’altro fratello, Christian che ha fatto il programma “Campioni”, come hai vissuto questa sua esperienza?[reply]All’inizio tutti mi dicevano: "Tu sei la sorella di Giuffrida", mentre ora è il contrario [ride, nda], è stato qualcosa di simpatico. Mi ricordo ancora che andavo a vedere le partite. È stato un periodo bello per tutta la famiglia. Noi due siamo molti simili, siamo umili, non ci piace stare al centro delle attenzioni. È stato bello, ma tranquillo.[/reply]Sei nata e cresciuta a Roma, hai mai pensato di andare via? Pensi sia il posto giusto dove fare judo?[reply]No, non ho mai pensato di cambiare città, di andare via. Penso che ogni città sia giusta se hai accanto le persone giuste. Quindi non è importante dove vivi. Ormai, in tutte le città ci sono dei centri di judo, poi, ripeto, io vengo da un club veramente piccolo e la mia fortuna è che, in palestra, non ci siano mai stati grandi campioni, anzi eravamo pochissimi. Accanto a me ho avuto le persone giuste, i miei maestri sono stati come genitori. Mi hanno trasmesso il loro amore e mi hanno fatto innamorare di questo sport e questo è ciò che mi ha portato qui.[/reply]Ci sono ancora dei pregiudizi nei confronti di chi è donna e fa certi tipi di sport?[reply]Io credo di no e voglio sperare di no. Ormai siamo nel 2024... anche se le domande arrivano sempre. Spesso viene chiesto se il judo sia uno sport solo maschile. Nemmeno mi piace questa domanda, basta. No, non è uno sport maschile, quindi voglio sperare che non ci siano ancora preconcetti.[/reply]Da donna, invece, ti faccio una domanda a proposito di un argomento tabù: hai mai avuto problemi nella gestione del ciclo mestruale?[reply]I problemi li creano gli allenatori [ride, nda], vogliono farci riposare perché diventiamo super nervose. Ovviamente sto scherzando. Noi facciamo uno sport in cui c’è pure il calo peso e capita che qualcuno abbia un po’ più di difficoltà nella regolarità del ciclo. Io, devo dire, non ho avuto nessun disagio, è sempre stato tutto sotto controllo.[/reply]Che rapporto hai con il tuo corpo? Dato che come sottolineavi dovete controllare il vostro peso – forma…[reply]All'inizio, quando ero un pochino più piccola, facevo la gara e dopo mangiavo fino a sentirmi male, solo perché potevo farlo. Adesso no, sono cresciuta. Cerco di mangiare sempre bene, non mi pesa. Mi piace mangiare cibo buono e allo stesso tempo non mi nego una pizza o uno sfizio. Sono abbastanza tranquilla, ho un rapporto sano ed equilibrato.[/reply]Quest’anno compi 30 anni: cosa ti auguri?[reply]Felicità e salute, per me e per le persone a cui tengo, mi auguro questo.[/reply]

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