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Dario Pergolizzi
Le nuova fondamenta della Fiorentina
14 ott 2021
14 ott 2021
Come gioca la nuova creatura di Vincenzo Italiano.
(di)
Dario Pergolizzi
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Erano diverse stagioni che la Fiorentina era una squadra spenta, senza forma, avvilita dalle difficoltà e impossibilitata a costruire un’identità corale e propositiva che andasse di pari passo con le grandi ambizioni dirigenziali. Così come la figura di Rocco Commisso ha accentrato le attenzioni senza però cambiare molto nel modo di lavorare della società, in un modo simile in campo la “Viola” era diventata una squadra che sopravviveva soprattutto di guizzi individuali, di sussulti nevrotici all’interno di partite meccaniche o cicli estenuanti. Vlahovic e Ribery rappresentavano due poli opposti della ricerca di una nuova nobiltà tecnica a Firenze: l’emergente centravanti con prospettive indefinite, a tratti acerbo, a tratti devastante e cinico, in “contrasto” con una gloria del calcio europeo che ha retto sulle sue stanche spalle tutto il peso creativo di una squadra che non è mai davvero riuscita a trovare un’armonia collettiva, né a far emergere i tanti volti nuovi spuntati negli ultimi anni.


 

Per il percorso da cui arrivava la Fiorentina, quindi, l’arrivo di Vincenzo Italiano sulla sua panchina è stato rumoroso per diversi motivi: il suo recente passato a Spezia, dove è stato capace di dire la sua contro chiunque anche con una neopromossa piena di matricole ("piena" è il termine più giusto vista la rosa sconfinata); la successiva separazione polemica pochi giorni dopo il rinnovo di contratto, e per questo duramente criticato dalla nuova proprietà americana del club ligure; la vicenda Gattuso che lo ha preceduto a Firenze, ancora dai contorni poco chiari.


 

Tutto ciò, comunque, non sembra aver dato particolari problemi alla squadra, tanto che a due mesi dall’inizio del campionato la Fiorentina si trova a ridosso delle prime quattro, con quattro vittorie e tre sconfitte all’attivo, quest’ultime arrivate contro la Roma alla prima giornata e contro l’Inter e il Napoli al termine di due partite non certo agevoli per le due favorite. Certo, il campione di partite giocate è ancora esiguo per identificare dei pattern definitivi, o per trarre dei dati interessanti dal punto di vista statistico. Nonostante questo, una certa continuità nelle partite giocate dalla Fiorentina però c'è, e questo ci può consentire di iniziare a capire le fondamenta della struttura tattica che sta costruendo Vincenzo Italiano.


 

La Fiorentina più diretta


Tra la partita contro la Roma all’esordio, giocata per larga parte in inferiorità numerica, e le seguenti Torino e Atalanta, l’avvio di campionato ha messo la Fiorentina di fronte a partite che richiedevano una certa predisposizione al gioco verticale. Contro le pressioni decise di Juric e Gasperini, infatti, non c’era uno spazio di manovra tale da poter sfruttare elaborate rotazioni posizionali o rapidi scambi concatenati nella propria metà campo, o per lo meno non c’era spazio per farlo in un percorso tecnico che è ancora ai suoi albori.


 

La Fiorentina si è adattata a questo contesto cercando soprattutto di risalire il campo attraverso un gioco diretto verso il suo centravanti, cercandolo sulla figura o nello spazio alle spalle dei difensori con dei lanci giocati principalmente dal portiere e dai quattro dietro.


 

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Biraghi ha spazio per condurre, Castrovilli porta fuori posizione il mediano avversario, Biraghi verticalizza in diagonale su Vlahovic, Gonzalez riceve il suo scarico di prima dopo essergli andato sotto e allarga il gioco.


 

La Fiorentina tiene i due terzini abbastanza bassi a inizio azione, probabilmente sia per avere più supporto ai difensori centrali, sia per attirare gli esterni avversari. Contro l’Atalanta, partita in cui era più difficile trovare sponde pulite, sono stati invece ricercati più frequentemente palloni in profondità, con mezzali ed esterni che si lanciavano in avanti pronti ad andare a rimorchio e accompagnare l’azione, o si abbassavano per attirare maggiormente la pressione. Insomma, la Fiorentina tendeva a svuotare il centro.


 


 

Nell’azione qui sopra, per esempio, Duncan va incontro mentre Bonaventura, dal lato opposto, è pronto ad andare in profondità. Biraghi trova un bel pallone alle spalle di Palomino, per Vlahovic, che al suo fianco ha Sottil. L’asse Biraghi – Vlahovic è stato particolarmente sfruttato in queste prime partite, con varie modalità e ad altezze diverse.


 

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Avendo spesso spazio per condurre, Biraghi attende il movimento incontro di Vlahovic per poterlo servire, e poi attacca in avanti anche nel corridoio interno, quando l’esterno di parte si tiene largo. Questo consente alla Fiorentina di differenziare abbastanza la manovra anche in partite in cui è necessario un gioco più diretto; anche perché Vlahovic, nonostante una progressiva crescita nel gioco spalle alla porta, sembra aver bisogno per il momento di un certo tipo di palloni per esaltarsi.


 

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Quando Vlahovic può ricevere il pallone con uno scarico immediato alla sua destra, riesce a far valere il suo mancino anche in giocate volanti e/o di prima con un certo coefficiente di difficoltà, come in queste due azioni qua sopra. Non a caso, è spesso la mezzala mancina, Duncan, a ritrovarsi a raccogliere le sue sponde.


 


 

Talvolta questa abilità può diventare un problema, per esempio in quest’altra azione contro l’Udinese, in cui gioca immediatamente a destra nonostante la soluzione più conveniente fosse, probabilmente, quella opposta. In questo caso la giocata è andata comunque a buon fine.


 

La Fiorentina più avvolgente


La Fiorentina si è trovata anche ad affrontare squadre che le concedevano più volentieri spazio e tempo nella costruzione, preferendo un controllo difensivo cautelativo nella loro metà campo, come per esempio Udinese e Genoa. In queste due partite, i "Viola" hanno potuto sfruttare qualche combinazione posizionale meno diretta per attaccare di posizione e aggirare la difesa.


 


 

Con l’avversario schiacciato la Fiorentina può anche utilizzare delle conduzioni prolungate dei centrali per consentire ai compagni intorno di avanzare e creare linee di passaggio alle spalle della pressione. Qua sopra Igor porta palla, mentre Castrovilli (mezzala sinistra) si porta dietro la prima linea, Gonzalez fissa l’ampiezza, Biraghi attacca invece lo spazio nel corridoio intermedio.


 


 

Le interpretazioni posizionali non sono però così rigide, e possono cambiare più volte all’interno della stessa partita o tra partite diverse. Sopra vediamo un’azione contro l’Udinese in cui è Duncan, mezzala sinistra, a dare ampiezza mentre l’esterno alto (Saponara) è molto stretto, così come Bonaventura, la mezzala destra. Callejon è invece aperto sul lato debole. Le caratteristiche dei giocatori impiegati sono ovviamente determinanti per definire il tipo di rotazione. In questo caso Saponara, che giocava al posto di Gonzalez, pur iniziando largo andava naturalmente a occupare spazi più interni.


 


 

Negli attimi precedenti il rigore guadagnato, Saponara si trova praticamente in posizione di trequartista e riceve una diagonale di Milenkovic, che aveva vinto una riaggressione ed era avanzato col pallone. Con Callejon aperto a destra, è Odriozola a occupare il mezzo spazio e ricevere la verticalizzazione vincente di prima dell’ex giocatore dell’Empoli. E proprio l’inserimento graduale di Odriozola ha portato Italiano ad avere nuove soluzioni posizionali per l’occupazione razionale degli spazi. Il terzino destro di proprietà del Real Madrid dimostra di avere una grande sensibilità nella lettura degli spazi intermedi e può portare più imprevedibilità alle rotazioni della Fiorentina sulla fascia destra.


 

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Due spostamenti semplici di Odriozola che aprono diverse possibilità: nel primo caso portandosi alla destra di Torreira occupa la mezz’ala avversaria e crea spazio per la conduzione del difensore, liberando Bonaventura che può portarsi tra le linee mentre i due esterni rimangono alti. Nel secondo caso, invece, entra dentro al campo prendendo il posto di Bonaventura, che si abbassa a ricevere, e creando una potenziale opportunità di vantaggio numerico e posizionale.


 

Simbolico che il gran gol di Saponara contro il Genoa sia stato propiziato proprio da una sovrapposizione interna di Odriozola a destra, che prima porta palla e poi prosegue dopo averla passata a Callejon, aprendo così la linea di passaggio interna verso Bonaventura, e da una sovrapposizione esterna di Biraghi a sinistra, che ha tenuto fino all’ultimo Biraschi indeciso se chiudere completamente il destro a Saponara o tenersi pronto per uscire sulla sovrapposizione.


 

Questo gol ci permette di vedere in controluce un principio di gioco ricorrente nelle squadre di Italiano e dunque anche nella Fiorentina di quest’anno: la capacità di cambiare gioco rapidamente sulla trequarti attraverso passaggi di varia lunghezza.


 

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Contro il Torino, ad esempio, Gonzalez scarica su Castrovilli, che si inserisce col pallone e gioca su Vlahovic, che viene fuori e allarga per Venuti. Successivamente l'attaccante serbo appoggia il pallone verso Duncan dopo un passaggio interno di Saponara, giocata a cui segue un cambio verso Callejon. È dal perfezionamento di meccanismi come questi che la Fiorentina può riuscire a portare più uomini in area ed essere così più pericolosa e imprevedibile nell'ultimo quarto di campo.


 

Un pressing fluido e ambizioso


L’ultimo aspetto interessante di questa Fiorentina è l’atteggiamento spregiudicato e fluido nel pressing alto. Così come nel caso della costruzione, il tipo di avversario incontrato ha definito la strategia (e i risultati) del pressing della "Viola". Buona parte delle squadre affrontate avevano poca voglia di attirare davvero il pressing della squadra di Italiano e cercavano quindi di bypassarlo lanciando lungo. E anche se è stato possibile notare alcuni adattamenti specifici anche contro avversarie di bassa classifica, qui ci soffermeremo su come la Fiorentina ha applicato il pressing alto contro Inter e Napoli.


 

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Qua sopra vediamo un’azione esemplificativa dell’atteggiamento contro il 4-2-3-1 del Napoli: Vlahovic verso un difensore e Bonaventura sull’altro, i due terzini avversari lasciati inizialmente liberi poiché i due esterni, Gonzalez e Callejon, stringono la posizione per coprire i movimenti dei centrocampisti, con Pulgar su Ruiz e Duncan su Anguissa. Mentre la palla scivola lateralmente verso il terzino libero, notiamo Callejon che esce in pressione mentre Odriozola segue l’abbassamento di Insigne e Pulgar lascia Ruiz per prendere Zielinski, abbassatosi anche lui. Su quest’ultimo c’era in un primo momento Milenkovic che, lasciato Zielinski al compagno, inizia a indietreggiare per dare copertura a Martinez Quarta, in uno contro uno con Osimhen.


 


 

Contro la costruzione a 3 dell’Inter invece vediamo come i tre attaccanti si orientino direttamente sui centrali e la Fiorentina scelga di forzare ulteriormente il pressing in avanti, contro una delle squadre più abituate del campionato a costruire sotto pressione. La scelta più evidente in questo senso è quella di far scalare in avanti Torreira su Brozovic, con le due mezzali contro le due mezzali. Nella stessa partita è stato possibile vedere una serie di adattamenti situazionali specifici, come il cambio di struttura sulla rimessa dal fondo o le uscite dei centrocampisti durante una difesa posizionale bassa.


 

Per potersi mantenere a ridosso delle prime quattro è verosimile che la Fiorentina non potrà reggersi esclusivamente su quanto di buono visto finora, ma dovrà sperare di trovare anche qualche risorsa in più. In questo senso, anche se il centrocampo ha un apporto decisivo nell’occupazione degli spazi e nel pressing, rimane composto prevalentemente da giocatori poco coinvolti o determinanti sia nella creazione di superiorità che nell’accompagnamento dell'azione dalla trequarti in su. Nelle ultime partite c’è stata una crescita, grazie anche alla possibilità di poter attaccare mantenendo distanze più corte e con inserimenti imprevedibili dalle linee arretrate, ma Italiano potrebbe aspettarsi di più dal folto reparto di centrocampo, che può contare su un Castrovilli da rivitalizzare (chissà, magari con una difficile trasformazione da incursore palla al piede a attaccante ombra), al coinvolgimento più frequente di Torreira e Bonaventura nella costruzione. Se la delicata situazione contrattuale di Vlahovic non avrà interferenze con le scelte tecniche e le dinamiche di gioco create davanti, Italiano inoltre potrà contare su un attaccante sostanzialmente in crescita sotto ogni aspetto e che, tra alti e bassi, potrà essere un valore aggiunto decisivo per tutta la stagione. Il tecnico siciliano ci ha già fatto vedere delle soluzioni intriganti allo Spezia, e potrebbe replicarle proprio nel reparto offensivo dove le alternative alla punta serba sono praticamente inesistenti. Chissà, magari la sovrabbondanza di centrocampisti potrebbe portarlo presto a sperimentare qualcosa di “esotico”.


 

Nonostante questo avvio più che positivo e diverse peculiarità strategiche e tecniche, la Fiorentina rimane una squadra abbastanza grezza, in divenire, che ha bisogno di non perdere certezze e anzi, di acquisirne sempre di più. Per un campionato di altissimo livello molto passerà anche dalla definizione del talento di Nico Gonzalez, un giocatore che sembra l’erede elettrico di Federico Chiesa, ma che deve ancora integrarsi a pieno con il resto della squadra. Infine, la crescita del pressing deve passare non solo dalla distruzione del gioco avversario, ma anche dalla costruzione di occasioni da gol conseguenti da recuperi attivi, che fino ad adesso sono un po' mancate. Le basi sembrano comunque abbastanza solide per permettere alla Fiorentina di disputare la stagione più competitiva da anni a questa parte. Staremo a vedere.


 

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