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Florent Toniutti
Il futuro del Nizza
04 dic 2015
04 dic 2015
Con una rosa giovane e un gioco offensivo, il Nizza è la più bella sorpresa della Ligue 1.
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Florent Toniutti
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1-0 a Marsiglia, 3-0 contro il Lione, 4-1 sui campi del Rennes e l'umiliante 6-1 inflitto al Bordeaux: le medaglie al merito del Nizza sono già parecchie e non siamo ancora a metà stagione. Spinti da questi successi e dal secondo miglior attacco dietro al PSG (30 gol segnati in 16 partite), la squadra della Costa Azzurra sgomita nel primo terzo di classifica. Certo, come il Caen o l'Angers, approfitta del ritardo di alcuni dei budget più grandi del campionato (Monaco e Marsiglia), ma il gioco che sviluppa le consente di sognare in grande.

 



Per comprendere il Nizza 2015/16 bisogna risalire all'estate 2012. Dopo tre stagioni difficili a Lione e una stagione sabbatica, Claude Puel ha preso le redini di un club abbonato al ventre molle della Ligue 1: il Nizza oscillava tra l'8.a e la 17.esima posizione da quando era tornato nell'élite del calcio francese nel 2003. L'ex allenatore di Lilla e Monaco ha posato le valigie in un ambiente che conosceva bene: quello di un club alle porte dei massimi livelli, ma dove tutto era da costruire. È stato messo in opera un progetto sportivo che toccava tutti i livelli: dalle giovanili alla prima squadra, passando per la costruzione di un nuovo centro d'allenamento.

 

https://www.youtube.com/watch?v=mQaQPVPAeb8

E poi c'è la stella, Hatem Ben Arfa.



 

Non tutto, però, è andato liscio per arrivare al punto in cui si trova oggi. Alla sua prima stagione, il Nizza è arrivato al quarto posto in campionato, alimentando molte speranze. Le due stagioni successive sono state meno rosee: diciassettesima posizione nel 2013/14, undicesima nel 2014/15. Un percorso che ricorda in parte quello che Puel aveva tracciato nelle prime stagioni a Lilla: «È stata dura per le prime due stagioni, siamo arrivati quattordicesimi e poi decimi, ma abbiamo fatto debuttare qualche giocatore: con quegli stessi interpreti poi siamo arrivati secondi e terzi, perché abbiamo insistito a farli progredire nelle difficoltà», ha spiegato a ottobre

.

 

Se i progressi non sono stati costanti, il Nizza ha raccolto in questo inizio di stagione i frutti del lavoro cominciato nel 2012. Al di là dei risultati, è soprattutto quello che propone sul piano del gioco che conferma la maturazione di un collettivo. Basato sul gioco corto e molta mobilità a centrocampo, lo stile del Nizza è una ventata d'aria fresca in una Ligue 1 dove di solito le difese hanno la meglio.

 

«Cerchiamo di tenere in vita il pallone, come si dice, in un campionato molto duro, molto dispendioso fisicamente, dove gli spazi sono stretti, ci sono molti blocchi difensivi e squadre che giocano in contropiede», ha detto Puel, sempre su

.

 



In tre anni, Claude Puel ha avuto il tempo di costruire la propria rosa. L'ultima sessione di mercato gli ha permesso di fare dei ritocchi e arrivare alla formazione attuale. A parte forse Le Bihan, tutti gli acquisti della scorsa estate (Pereira, Wallyson, Baysse, Le Marchand, Ben Arfa, Seri, Germain) sono stati integrati nel collettivo e hanno portato in dote qualcosa. A questo va aggiunto il ritorno dal prestito di Pied, efficace nel suo "corridoio" sulla destra, e l'esplosione di Koziello, uscito dal centro di formazione.

 

https://www.youtube.com/watch?v=osZsK42JM6A

La stagione, finora, di Koziello.



 

Oggi la squadra tipo scende in campo con il 4-3-3 e poggia su:

- difensori centrali capaci di giocare in avanti (Bodmer, Le Marchand);

- terzini bravi in fase offensiva perché ex ali (Pied, Pereira);

- tre centrocampisti “piccolini” (il più alto è 1 metro e 68 centimetri), ma mobili e soprattutto bravi tecnicamente (Seri, Mendy, Koziello);

- un tridente d'attacco complementare (Germain per la profondità, Ben Arfa per la capacità di percussione, Alassane Pléa per il gioco spalle alla porta).

 

La principale forza di questo Nizza consiste nella coerenza tra il suo undici tipo e l'idea di gioco. Con questi giocatori sarebbe impossibile puntare su un solo elemento per risalire il campo e sarebbe stato difficile difendere con molti giocatori che non sono cresciuti giocando nelle posizioni in cui giocano ora (Bodmer, Pied, Pereira...). La riuscita del progetto di gioco si basa, quindi, sulla coesione del blocco e sulla capacità di ciascuno di offrire una soluzione o venire in aiuto al compagno più vicino al pallone.

 



Questo principio si riflette anzitutto sul dominio offensivo: al contrario di altre squadre che utilizzano tutta l'ampiezza del campo per costruire le proprie azioni, il Nizza restringe il più possibile le distanze tra le linee per poter offrire il maggior numero di possibilità al portatore di palla. Per far ripartire l'azione, Seri, Koziello e Mendy si abbassano per aiutare i difensori, poi, quando il pallone arriva all'altezza del cerchio di centrocampo, è il turno degli attaccanti di farsi vedere.

 

Il Nizza fa salire la palla anche raddoppiando i passaggi in verticale tra le linee: pure i centrocampisti e gli attaccanti formano un blocco molto compatto che fa circolare il pallone. Sulle fasce e in copertura, i quattro difensori offrono soluzioni nel caso in cui i compagni debbano uscire dalle zone di pressing.

 

Sempre Puel: «Abbiamo un gruppo capace di raddoppiare i passaggi, di fare buoni controlli, che possiede una buona visione di gioco e un buon senso dell'anticipo. Abbiamo preso dei profili per giocare in questo modo che si aggiungono a quelli che stiamo sviluppando. Facciamo l'esempio di Vincent Koziello: se avessimo giocato solo in rapidità e sui duelli individuali, non avrebbe potuto giocare. Ma nel sistema con cui giochiamo adesso è un giocatore che può davvero dare qualcosa e si vede, dall'inizio dell'anno».

 

Raddoppiare i passaggi è una cosa, farlo intelligentemente è un'altra: senza movimenti, questi scambi possono diventare una piaga per il collettivo e una benedizione per il pressing avversario. Ma non è il caso del Nizza, grazie alla mobilità di giocatori come Seri e Koziello, senza dimenticare Wallyson, che spesso si alza dalla panchina per entrare in attacco. Sempre alla ricerca di spazio da sfruttare, applicano a meraviglia il principio del “dai-e-vai” per offrire nuove linee di passaggio.

 

Arrivato dal Paços de Ferreira in estate,

è l'uomo chiave del centrocampo. È quello che tocca più palloni (72,7 passaggi a partita, con quasi il 90% di riuscita) e realizza più assist per il tiro (1,8 a partita). Koziello e Mendy non stanno a guardare, dato che anche loro si avvicinano al 90% di precisione nei passaggi. Con questo gioco fatto di passaggi corti all'altezza del centrocampo, il Nizza attira la difesa avversaria lontano dall'area di rigore. Il risultato è la creazione di spazi da sfruttare, sulle fasce o alle spalle della difesa stessa.

 


Il sistema di gioco del Nizza davanti al blocco difensivo dell'Olympique Marsiglia.



 

Ed è qui che la scelta di schierare dei terzini molto offensivi acquista senso. Pied e Pereira, semplici “collegamenti” durante le fasi preparatorie, approfittano dei "viali" lasciati sulle fasce dagli avversari, che devono stringere il proprio blocco al centro per rispondere alla densità e ai movimenti dei giocatori del Nizza. Il bilancio fin qui è di 3 assist per Pereira e 2 per Pied dall'inizio della stagione.

 



I terzini del Nizza offrono una soluzione offensiva sulle fasce.



 

Gli attaccanti, invece, cercano la profondità. Molto intelligente nei suoi spostamenti, Valère Germain (6 gol) ha approfittato più volte delle debolezze nelle linee difensive avversarie (Bastia, Marsiglia...). Ben Arfa, autore di gol memorabili (Saint-Étienne, Caen...), sfrutta il gioco dei compagni per trovarsi fronte alla difesa ed esprimere la sua qualità nel dribbling (4,2 dribbling realizzati su 6,6 provati a partita, cioè il 64% di dribbling riusciti).

 



Costruire più in basso delle altre squadre “di possesso” ha i suoi svantaggi: invece di recuperare palla a 70 metri dalla porta, l'avversario può rubarla all'altezza della metà campo e puntare la difesa. Il 3-4-3 del Rennes ha dato non pochi problemi al Nizza proprio per la densità che aveva al centro e la capacità di chiudere contemporaneamente su Pied e Pereira (qui se volete c'è

). Sotto di un gol, le “Aquile” del Nizza ne sono uscite mostrandosi più efficaci nel contropressing.

 

Perché se il portatore può contare su più soluzioni corte, i compagni vicini possono venirgli in aiuto nel caso in cui perda palla. Il “pressing a palla persa” è un elemento chiave del gioco del Nizza e quando non funziona la squadra può contare sullo "scudo" dei centrocampisti e degli esterni d'attacco, che aiutano i difensori centrali rimasti in copertura. Si ritorna così alla coesione del gruppo e alla solidarietà tra gli interpreti. Ed è proprio sottolineando queste transizioni che il Nizza è uscito da un periodo difficile a inizio novembre (sconfitte con il Gazélec Ajaccio e il Nantes, pareggio contro il Lilla).

 


Il Rennes (in rosso) accerchia Mendy e recupera palla.



 


Ma Koziello e Pied sono stati reattivi e il Nizza controlla le linee di passaggio del Rennes.



 

In fase di difesa posizionale il Nizza si schiera con un blocco a metà campo schierato in un 4-3-3 o un 4-1-4-1. Lasciando un giocatore in avanti, sono 9 i giocatori di movimento che partecipano alla fase difensiva. Gli attaccanti esterni ripiegano sulle fasce per chiudere gli avversari. Al centro la squadra poggia sul dinamismo di Seri e Koziello per respingere gli assalti avversari e difendere il centro del campo. In fase difensiva la squadra si piazza anche all'altezza della propria area di rigore, cercando di mantenere sempre la superiorità numerica ed evitare i duelli individuali.

 



Dall'inizio della stagione, l'idea di gioco del Nizza si accompagna a una brillante riuscita davanti alla porta. In termini di “expected goals” (

viene spiegato cos'è) la formazione di Claude Puel è una delle squadre più efficaci d'Europa oppure una delle più sovradimensionate, a seconda delle interpretazioni. Secondo certi modelli il Nizza ha segnato addirittura il doppio dei gol che si sarebbero potuti “prevedere” (30 gol segnati contro i 16 di

).

 

Questo divario tra i gol “virtuali” e quelli segnati in realtà si spiega almeno in parte con gli exploit di Hatem Ben Arfa. Dei 7 gol segnati dall'ex Newcastle dall'inizio del campionato, parecchi sono dei capolavori che non sarebbero potuti essere l'opera di nessun altro giocatore nella rosa del Nizza. In un certo senso, è la forza dell'individualismo in uno sport collettivo. Il Nizza, però, è lontano dal dipendere da Ben Arfa e lo provano i risultati contro Marsiglia e Lione. Ben Arfa, di ritorno dalla Nazionale, sta passando un periodo difficile, ma la squadra conserva il suo gioco e può contare su altre individualità nelle zone che contano (Germain, Koziello, Seri...).

 

L'altro elemento chiave da considerare quando si parla di “expected goals” sta nella qualità dei tiri del Nizza. Dietro PSG e Monaco, il Nizza è la squadra che tira dalle posizioni migliori. La differenza con PSG e Monaco sta nel fatto che i rossoneri hanno tirato meno in media (sono dodicesimi in questa classifica) e questo ancora una volta rimanda allo stile di gioco: gli attacchi vengono preparati lontano dalla porta avversaria, ma quando riescono a saltare la linea di centrocampo spesso trovano la difesa avversaria fuori posizione.

 


Le Marchand trova Seri, posizionato tra le linee di attacco e centrocampo del Marsiglia (in bianco).



 


Servito dall'ivoriano, Wallyson passa la palla a Koziello, che si è buttato nello spazio tra le linee.



 


Di prima, Koziello può lanciare Ben Arfa verso la porta. Il Nizza salta il centrocampo avversario più indietro rispetto ad altre squadre.



 



Offensivamente è difficile immaginare che il Nizza continui la stagione su queste basi. Se mantenesse il ritmo attuale (30 gol in 16 partite) si avvicinerebbe agli 80 gol stagionali. Solamente il PSG di Laurent Blanc è arrivato a un traguardo del genere all'inizio degli anni 2000. Le ultime settimane, d'altra parte, sembrano indicare un cambio di ritmo: nelle 4 giornate precedenti alla partita contro il Lione (in cui hanno segnato 3 gol) il Nizza non è andato oltre un solo gol a partita.

 

Il successo contro il Lione (3-0), se da un lato ha rilanciato le quotazioni dell'attacco, dall'altro ha soprattutto confermato i progressi del Nizza in difesa: nelle ultime 4 giornate ha subito gol solo nella sconfitta contro il Tolosa (2-0). La vittoria di Marsiglia, ottenuta con un gol segnato all'inizio e poi una partita giocata con un blocco difensivo basso, indica che forse è questo il cammino da seguire per mantenersi nelle parti alte della classifica e puntare all'Europa. Nelle ultime stagioni, in effetti, la Ligue 1 ha premiato più le difese degli attacchi.

 

Fin troppo efficace sul piano offensivo, il Nizza può fare dei progressi in difesa per candidarsi seriamente alle prime 5 posizioni del campionato (o magari per puntare al podio?). Ma anche se l'Europa non ricompenserà i loro sforzi a maggio, hanno comunque la giovinezza dalla loro, come diceva Claude Puel a settembre: «Siamo la squadra più giovane del campionato da 3-4 anni. L'anno scorso credo fossimo la seconda squadra più giovane d'Europa dietro la Real Sociedad. Non è un dato insignificante». Ed è senza dubbio quello che potrebbe garantire al Nizza dei successi nei prossimi anni.

 
 

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