L'Ultimo Uomo

  • Guide Serie A 22/23
  • Calcio
  • Calciomercato
  • Sport
  • Guide Serie A 22/23
  • Calcio
  • Calciomercato
  • Sport
  • Chi siamo
  • Le Firme
  • Archivio
  • Long-Form
© Alkemy. Made with love
Preferenze Cookie
Foto di Buda Mendes / Getty Images
Calcio Tommaso Giagni 30 agosto 2017 5'

Neymar, prima di tutto

Quando era solo un ragazzo con l’oro nei piedi.

Condividi:

A quattro mesi di vita sta viaggiando in macchina con i genitori, seduto sul seggiolino dietro. Un’auto entra nella fiancata dal lato del guidatore, il padre. L’impatto è violentissimo. Subito dopo i genitori non riescono a trovare il figlio. Disperati, lo cercano freneticamente, convinti sia stato sbalzato chissà dove. E poi, eccolo, sotto un sedile della macchina: coperto di sangue, ferito da un pezzo di vetro che gli ha aperto la fronte, ma illeso.

 

Molti anni dopo, un altro incidente. Stavolta alla guida c’è lui, che fa il calciatore e sta andando al centro sportivo del Barcellona per allenarsi. Va a sbattere sul guardrail. Anche stavolta ne esce illeso. L’auto è una Ferrari 458 Spider.

 

Il padre di Neymar si chiama Neymar anche lui. Per differenziarsi sono “Senior” e “Junior”, detto “Juninho” in famiglia. Il padre è stato calciatore, senza grande successo, nell’União Mogiano FC. Poi ha fatto l’operaio, il meccanico, il venditore ambulante. Da quando il figlio ha iniziato a giocare, è lui a curare i suoi interessi. Padre, agente, consigliere. Figura con cui fare di continuo i conti. “Sono andato contro il parere di mio padre” si sente in dovere di riconoscere, a commento del video su Instagram riguardo il passaggio al Paris Saint Germain.

 

La madre, Nadine, gli regala il primo pallone quando ha due anni. Juninho arriverà ad averne cinquanta dentro casa.

 

“Non sanno niente della mia vita, non sono mai stato mosso dai soldi. Non è mai stata la mia prima motivazione. Quello che cerco è la mia felicità e quella della mia famiglia”. Sono le sue prime parole ufficiali da giocatore del PSG. È appena stato acquistato per 222 milioni di euro, per un indotto ben più alto: un affare che evidentemente non riguarda solo il calcio. Nelle prossime stagioni guadagnerà trenta milioni all’anno, circa 85mila euro al giorno.

 

A molti quelle parole suonano ipocrite, fasulle.

 

Prima dell’affare più caro della storia del calcio, prima del controverso arrivo in Europa, prima di tutto, c’era un prodigio che veniva da una famiglia con qualche difficoltà economica. Un talento assoluto su cui chiunque era pronto a scommettere. Uno che ha dovuto reggere per anni all’urto con aspettative sempre più pesanti. Uno che neanche ventenne indossava la maglia del Santos, quella di Pelé, e sentiva dire a O Rei in persona: “È il mio erede. Anzi può diventare più forte di me”.

 

 

 

Il video che la madre ha caricato l’estate scorsa su Instagram, scegliendo queste parole per accompagnarlo: “Dio è con te, figlio. Sei già più che un vincitore in Gesù Cristo”.

 

Moleque è una parola portoghese che indica i ragazzini di strada. Lui è un ragazzino così quando viene notato da Betinho, l’osservatore che aveva scoperto il suo idolo. L’uomo che scrive in un report al Santos: “Ho trovato il nuovo Robinho”. L’uomo che convince il prestigioso Liceu São Paulo a dare a Neymar Jr una borsa di studio, fargli condividere tempo e spazio con gli studenti benestanti della città.

 

“Dio mi ha dato più di quello che sognavo” ha detto una volta Juninho. Può essere un dono più pesante di quanto non sembri.

 

Mogi das Cruzes, sobborgo ai margini orientali di San Paolo, fu fondato nel XVI secolo dagli esploratori portoghesi detti Bandeirantes. Neymar Jr nasce qui, il 5 gennaio 1992.

 

Per farsi accompagnare al reparto maternità dell’ospedale e farsi riportare a casa con la moglie e il neonato, il padre chiede il favore ad Atílio, fisioterapista del club in cui aveva giocato. È il suo unico amico che abbia un’automobile.

 

Juninho crescerà, di trasloco in trasloco, sempre a distanza dal cuore della metropoli paulista. Di trasloco in trasloco, prima appresso alla sua famiglia, poi con la famiglia appresso a lui.

 

Prima il Rodeio, appunto una parte di Mogi das Cruzes, modesta ma non stigmatizzata, un dormitorio per ceti medi. Poi a Jardim Glória, Praia Grande, che il padre descrive come una zona difficile, dove la loro casa era vicina a una discarica, un posto “dove la città butta la spazzatura”. Oggi accanto a quella casa c’è la sede dell’Instituto Projeto Neymar Jr, voluto dal ragazzo e dalla sua famiglia, orientato all’educazione e allo sport per i bambini.

 

Si trasferisce ancora, ma per giocare. Alla Portuguesa Santista di São Vicente, poi a Santos, due zone a ridosso di San Paolo. Per un periodo entrambi i genitori sono disoccupati e allora si divide tutti la stessa, unica stanza. Di recente Juninho ha affittato per le vacanze una villa di duemila mq, a Beverly Hills, con sette camere da letto e dodici bagni.

 

FBL-BRAZIL-NEYMAR-INSTITUTE

Senior e Junior.

 

In una partita ai tempi della Portuguesa Santista, indossa scarpini dorati in onore del suo idolo Robinho. Se li dipinge da solo. Due spray color oro, uno spray bianco. A fine gara il colore è andato via e gli scarpini sono tornati a essere neri.

 

Quell’oro è destinato a restargli ai piedi. Juninho si prenderà tutti i riflettori. Juninho ha qualcosa che gli altri non hanno. L’operatore tv ufficiale del Santos FC, che lo ha visto entrare nell’adolescenza con la maglia alvinegra, dirà: “Ricordo ogni suo gol, dal primo all’ultimo”.

 

Presto il padre inizia a gestire il ritorno economico di un talento acclarato. A quindici anni il ragazzo guadagna diecimila reais al mese, cioè quasi tremila euro. A diciassette firma il primo contratto da professionista ed entra nella prima squadra del Santos. A diciotto è titolare inamovibile dei Peixes ed esordisce in nazionale brasiliana.

 

Il Santos poteva essere un punto d’arrivo, anche considerando che lo porta nel nome: Neymar da Silva Santos Júnior. Invece è un punto di partenza.

 

Quello che lui stesso considera il punto di svolta avviene nel settembre 2010. È già un prodigio, rivelato al mondo come un futuro campione. Se in molti si perdono, da protagonisti di un’annunciazione, lui in quel bivio del settembre 2010 sceglie bene la strada.

 

Litiga furiosamente col suo allenatore del Santos, fa una scenata in campo, prosegue negli spogliatoi dove quasi vengono alle mani. Poi parla con la madre, che era allo stadio. Nadine gli dice che non è questo il figlio che ha cresciuto. Il giorno dopo Juninho piange tutto il giorno.

 

Non avrà più comportamenti sopra le righe. Diventerà un calciatore di grande equilibrio (valga il dato di 5 espulsioni in 397 presenze, tra club e nazionale) e verosimilmente un atleta serio fuori dal campo.

 

Neymar Batman

Quando era lui un bambino, racconta il padre, “voleva essere qualsiasi cosa: Superman, uno dei Power Rangers. Era iperattivo”. Voleva essere anche Batman, si direbbe. O almeno decise per il suo travestimento, insieme a Bruna-Catwoman.

 

A diciannove aveva già avuto un figlio. Con la madre si lasciano non molto tempo dopo. Juninho mantiene la donna con circa diecimila euro al mese e una casa di cinque stanze a Santos. Il bambino rimane a vivere con lui. Comunque la maturità o il senso di responsabilità non vengono mai associati a Neymar Jr.

 

Sembra un modello di invincibilità, un predestinato che può solo salire. Eppure è stato vicino a perdere tutto, quando già aveva mantenuto tutte le promesse e il mondo gli era devoto. Molto vicino: due centimetri. Quelli che sarebbero bastati a lasciarlo paralizzato durante il Mondiale 2014, in Brasile. Un tentato regicidio agli occhi del Paese, se il «Jornal do Brasil» parla di “prigione come minimo” per Zúñiga, l’autore del fallo che gli ha rotto una vertebra. Sarà l’ultima vittoria verdeoro, prima dell’umiliazione in semifinale con la Germania, nell’assenza della sua stella.

 

Prima dell’affare più caro della storia del calcio, prima del controverso arrivo in Europa, prima di tutto, c’era un ragazzino che aveva l’oro nei piedi e due genitori e una sorella che non avrebbero visto l’oro altrimenti. “Quella che cerco è la mia felicità e quella della mia famiglia”. Se fosse vero?

 

 

Tags : Barcellonaneymarpsg

Tommaso Giagni (Roma, 1985) ha pubblicato da Einaudi i romanzi L'estraneo (2012) e Prima di perderti (2016). Tra le antologie a cui ha partecipato: Voi siete qui (minimum fax, 2007) e La caduta dei campioni (Einaudi, 2020). Scrive per «L'Espresso», «Avvenire» e «l'Ultimo Uomo». Il suo ultimo romanzo è I tuoni (Ponte alle Grazie, 2021).

Condividi:
Carica i commenti ...

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi "Stili di gioco" direttamente nel tuo inbox.

Potrebbero interessarti

Calcio Daniele V. Morrone 13'

Guida al Torino 2022/23

Un’estate turbolenta con Juric grande certezza.

Calcio Jacopo Azzolini 7'

La Juventus deve giocare col 4-3-3?

Contro il Sassuolo col cambio di modulo la squadra ha cambiato marcia.

Serie A Daniele Manusia 6'

Kalulu vs Deulofeu, o dello scegliere il momento giusto

Cosa rende tanto eccezionale l’intervento del difensore del Milan contro l’Udinese.

Calcio Marco Gaetani 9'

Claudio Garella e la felicità del portiere

Storia di un portiere poco convenzionale.

Calcio Redazione 7'

I movimenti di mercato più assurdi della settimana

Fa caldo e si continuano a fare acquisti strani.

Dello stesso autore

Calcio Tommaso Giagni 7'

I cento giorni di Moustapha Name

La carriera di un calciatore può cambiare del tutto in pochissimo tempo.

Calcio Tommaso Giagni 5'

Storia di un autogol che non lo era

Quello di Nahuel Guzmán, detto El Patón.

Calcio Tommaso Giagni 10'

Borja Valero, diverso in tutto

Storia di un calciatore unico.

Calcio Tommaso Giagni 5'

Quello che le medaglie non dicono

Cosa ci dice il modo in cui i calciatori si rapportano a medaglie e trofei?

Calcio Tommaso Giagni 8'

Non conoscete davvero Edmundo

La sua storia è più complicata di come è stata raccontata.

I più letti del mese

Calciomercato Daniele Manusia 9'

Dybala alla Roma ha poco di razionale

Cosa significa l’arrivo dell’argentino nella squadra di Mourinho.

Calcio Redazione 7'

I movimenti di mercato più assurdi della settimana

Fa caldo e si continuano a fare acquisti strani.

Calciomercato Alec Cordolcini 10'

Wijnaldum ha scelto la Roma per ritrovare se stesso

La storia del centrocampista olandese, che dovrebbe sbarcare a Roma nelle prossime ore.

Calcio Dario Saltari 10'

Cosa sta succedendo al Como

Farsi una ragione dell’arrivo di Fabregas non è semplice.

Calciomercato Redazione 8'

I movimenti di mercato più assurdi della settimana

Lucca all’Ajax e altri trasferimenti inaspettati.

altro da Barcellona
Calcio Daniele V. Morrone 14'

Pedri è nato per giocare al Barcellona

Il suo rientro ha alzato il livello della squadra.

Video Redazione 1'

Galatasaray-Barcellona 1-2, gol e highlights

La squadra di Xavi passa ai quarti di Europa League.

Video Redazione 1'

Napoli-Barcellona 2-4, gol e highlights

Il Barcellona di Xavi domina al Maradona.

altro da psg
Calcio Fabrizio Gabrielli 5'

Il primo gol in rovesciata di Lionel Messi

A 35 anni il fuoriclasse argentino ci ha stupito ancora.

Calciomercato Dario Saltari 9'

Quanto vale Gianluca Scamacca?

Una domanda tornata d’attualità dopo la presunta offerta del PSG da 50 milioni.

Video Redazione 1'

Neymar segna con l’avversario a terra

Poi segnerà una tripletta nell’1-6 finale.