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Gli Wizards ci hanno illusi anche stavolta
17 dic 2021
17 dic 2021
Dopo un inizio sorprendente, Washington si è già spenta.
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A inizio stagione nessuno si sarebbe ragionevolmente aspettato nulla dagli Washington Wizards. La mega trade a cinque squadre orchestrata in estate e incentrata attorno al passaggio di Russell Westbrook ai Los Angeles Lakers aveva privato Bradley Beal - ormai da anni il giocatore franchigia di Washington - di un altro sparring partner dopo John Wall. Le voci di una partenza di Beal si erano fatte di nuovo insistenti, salvo poi di nuovo dissolversi in un mucchio di polvere.

Dopo una partenza lampo, la squadra della Capitale ha iniziato ad arrancare, mostrando i vuoti di talento che ci si sarebbe aspettati di vedere a inizio stagione. Nonostante la classifica della Eastern Conference rimanga piuttosto corta, gli Wizards hanno perso il loro posto tra le prime sei: se la stagione finisse oggi, Washington avrebbe bisogno del play-in per partecipare alla post-season, esattamente come accaduto lo scorso anno superando Indiana. Dopo un terzo di stagione, dunque, gli Wizards hanno fatto vedere entrambi i lati della loro personalità problematica, come da tradizione della franchigia.

A questo punto, la domanda che sorge spontanea è: da qui in avanti, quale lato avrà la meglio?

Cambio di mentalità

Gli Wizards che vi capiterà di vedere quest’anno sono diversi rispetto a quelli di Scott Brooks. In confronto all’edizione 2020-21 segnano leggermente meno (107.3 punti per 100 possessi contro i 110.7 dell’anno scorso), ma soprattutto corrono molto meno. Lo scorso anno, Washington era prima in numero di possessi (104.6), un dato che ci si poteva aspettare da una squadra con Russell Westbrook a dirigere le operazioni. Quest’anno però possiamo trovare gli Wizards nella metà bassa della classifica, per la precisione al 24° posto, con meno di 97 possessi a partita. A spiegare questo cambio di rotta ci ha pensato il nuovo allenatore Wes Unseld Jr.: «La cosa importante, per me, è essere efficienti, non c’è correlazione tra ritmo di gioco e vittorie. Ok, hai più possessi, ma i tiri che ti prendi sono buoni? Preferisco che la squadra sia più lenta ma più organizzata. Questo ci aiuta su entrambi i lati del campo». È anche l’atteggiamento più riflessivo che ha permesso a questa squadra di vincere 10 delle prime 13 partite stagionali, un inizio di stagione che gli Wizards non vedevano dal 1974.

Da un punto di vista offensivo, Washington non è una squadra particolarmente appagante da vedere, complice un ritmo di gioco lento e un alto numero di isolamenti (è ottava, a parimerito con Minnesota, per frequenza di isolamenti, che rappresentano il 7.9% del proprio gioco). Gli Wizards hanno tre giocatori ball dominant ovvero Bradley Beal, Spencer Dinwiddie e Montrezl Harrell, quest’ultimo tornato un uomo di riferimento nella second unit. Dinwiddie, arrivato in estate da Brooklyn dopo una stagione di riabilitazione per la rottura del legamento crociato anteriore, è 15° in NBA per frequenza di isolamenti, che rappresentano il 16.2% del proprio gioco.

Discorso a parte lo merita Bradley Beal. La sua media punti è attualmente di 22.7: non segnava così poco dalla stagione 2016-17. Molte difese si stanno comportando alla grande contro di lui, complice un attacco degli Wizards spesso macchinoso e con la tendenza a far ristagnare il pallone. Anche quando poi trova il fondo della retina, per Beal è spesso complicato trovare spazi, e segnare è una vera e propria avventura. Non a caso sta tirando dal campo con il 44.1% - una delle peggiori percentuali in carriera - e con il 27% da tre, nettamente la peggiore di sempre per lui.

Nonostante questo, le cifre della squadra relative al movimento di palla sono buone. Washington è 12^ per assist a partita; leggermente meno bene, invece - è 15^ - per quanto riguarda i passaggi effettuati a partita. Quando riesce a far girare il pallone, comunque, ha più di un giocatore in grado di segnare triple piedi per terra. Dopo essere stata nella metà alta della lega per numero di triple “aperte” prese a partita, la squadra di Unseld ha avuto una flessione: anche in questo campo è nella media NBA per triple di questo tipo, 14 a partita, peraltro convertite con un misero 32.3%.

Sono tre gli aspetti, invero abbastanza basilari, su cui si concentra l’attacco. In primis, i giochi a due. Gli Wizards giocano tanto pick and roll per mettere in ritmo i loro lunghi, più che il portatore di palla: non a caso, i rollanti della squadra segnano 1.18 punti per possesso, quinto miglior dato di lega. Le cifre a livello di squadra rimangono ottime nonostante il calo in termini di produttività di Montrezl Harrell, che fino a poche gare fa era tra i migliori della NBA per efficienza in questa situazione.

Anche Daniel Gafford è un buon giocatore di pick and roll, situazione in cui segna 1.24 punti per possesso. In questa stagione Gafford appare leggermente più sacrificato rispetto all’anno scorso per via della maggiore riluttanza della squadra a correre in contropiede, situazione in cui l’ex Università dell’Arkansas eccelle: nella scorsa stagione, una volta arrivato a Washington, Gafford segnava 1.45 punti per possesso in transizione, nel 94° percentile di lega, con una frequenza del 16.7%. Quest’anno, entrambi i dati sono calati (1.06 e 8.6%), ma l’ex Bulls rimane un signor lungo da contropiede:

Nella prima clip, Gafford contesta il tiro di Bam Adebayo, ma sul rimbalzo è lui stesso il primo a partire in contropiede, mettendosi in posizione favorevole per segnare.

Il secondo punto su cui Washington fa un ottimo lavoro è quello dei tagli: la squadra di Wes Unsled Jr. è sesta per frequenza di utilizzo dei movimenti senza palla (7.7%) e seconda per punti per possesso generati da questa situazione estremamente proficua, con 1.39. Gafford, Harrell e Beal sono abbondantemente nella parte alta della lega per quanto riguarda l’efficienza dimostrata in questa circostanza, con i due centri particolarmente abili a tagliare lungo la linea di fondo, in ottima posizione per ricevere il pallone in movimento e andare a schiacciare.

Saper muoversi senza palla non vuol dire necessariamente ricevere un passaggio e segnare un canestro comodo: vuol dire anche, semplicemente, muoversi per liberare spazio per un compagno, cosa che, per esempio, Kentavious Caldwell-Pope sa fare bene e non da oggi:

Il taglio di KCP risucchia la difesa all’interno del campo, lasciando libero Beal, trovato da Dinwiddie oltre l’arco dopo un ottimo ribaltamento. Nella seconda clip, invece, Deni Avdija rinuncia a una tripla contestata per creare dal palleggio e fornire a Gafford un comodo appoggio.

Ultimo punto, ma non meno importante, riguarda l’aggressività nell’andare al ferro. Washington è sesta per drive a partita (51), situazione in cui produce 28 punti a gara (sesto miglior dato della NBA). In questa prima parte di stagione pur caratterizzata da pochi alti e molti bassi, Beal va in penetrazione come mai in carriera (16.9 drive di media in stagione, ottavo dato più alto). Mettere palla per terra, invece, non è la scelta primaria di Kyle Kuzma, che però sta usando questa soluzione per 6.3 volte di media a partita, il dato più alto della sua giovane carriera. Il ragazzo da Flint, Michigan, si sta scoprendo un giocatore all-around, per la sua migliorata capacità di muovere il pallone (che però non gli ha risparmiato prese in giro da parte di Dinwiddie) e andare a rimbalzo, due aspetti del suo gioco su cui, insieme alla difesa, ha lavorato nel corso degli anni. Kuzma sta mettendo a segno un career high in rimbalzi, 8.1 a sera: oltre all’aggressività sotto le plance, sicuramente lo aiuta il fatto di giocare il 92% dei propri minuti da “4”, come riporta Cleaning The Glass. Rimane un attaccante estremamente discontinuo, soprattutto al tiro da tre, che ora converte con il 34.8%, ma si sta rivelando un giocatore più utile per la squadra.

Per concludere il discorso legato ai rimbalzi, bisogna dire che Washington sta attraversando un momento complicato anche da questo punto di vista. Pur non essendo mai stata una delle migliori squadre in questo fondamentale, pian piano Washington si sta inabissando in classifica: attualmente è 19^ per rimbalzi catturati a partita, 44.6. Uno dei giocatori più in forma nel primo scorcio di stagione, nonché uno dei migliori rimbalzisti offensivi della lega, è Montrezl Harrell, che però, nelle ultime partite sembra aver perso un passo in termini di rendimento. Nonostante il suo impatto come realizzatore sia calato con il passare delle settimane, Harrell sta facendo registrare il proprio massimo in carriera per quanto riguarda i rimbalzi per 36 minuti, con 10.6 a gara.

C’era una volta la difesa

Lo strumento che ha permesso agli Wizards di iniziare la stagione in quinta è stata senza dubbio la difesa, che è arrivata anche a subire 7 punti in meno su 100 possessi rispetto alla stagione scorsa.

Come affermato da Kyle Kuzma qualche settimana fa, l’obiettivo di Unseld Jr. ad inizio training camp era quello di fare degli Wizards una delle migliori dieci difese della lega in questa stagione. Lo aveva detto anche nella conferenza stampa di presentazione, citando la sua esperienza ai Denver Nuggets dove, nelle ultime cinque stagioni, aveva curato personalmente il lato difensivo del pallone, notando netti miglioramenti

La prima regola non scritta delle frasi pronunciate in pre-stagione, però, è che nessuno dovrebbe dare loro troppa importanza, anche se l'inizio era stato incoraggiante. Non c’era e non c'è nulla di particolarmente elaborato negli schemi difensivi degli Wizards, ma i giocatori li avevamo eseguiti in maniera molto ordinata. Beal e compagni cambiano sistematicamente sui blocchi, lasciando che il lungo “droppi” sui pick and roll vicino a canestro e facendo hedging su quelli lontani dallo stesso (cioè lasciando che il lungo salti davanti al portatore di palla per costringerlo a fermare il palleggio, o comunque ostacolarlo, e poi ritornare al proprio posto).

In squadra ci sono giocatori molto disciplinati nella propria metà campo, su tutti Caldwell-Pope, uno dei migliori difensori nelle scorse edizioni dei Lakers, ma anche Raul Neto e Aaron Holiday, nonostante i limiti fisici. Negli anni, Kyle Kuzma è diventato un buon difensore in uno contro uno, grazie alla stazza e a braccia lunghe, mentre Daniel Gafford è un ottimo rim protector; l’ex Bulls concede il 51% di conversione al ferro su 7.5 tentativi, quarto miglior dato dell lega tra i giocatori con almeno 15 partite giocate e 6 tentativi al ferro contestati. A proposito di quanto detto relativamente al difendere con ordine, non è un caso che Washington sia la quarta miglior squadra della lega contro gli isolamenti, a parimerito con i Suns, situazione in cui concede solo 0.81 punti per possesso.

Oltre al sistema, una delle ragioni primarie ha un nome e un cognome: Deni Avdija. Il giocatore israeliano, al secondo anno tra i pro, è diventato verosimilmente il miglior difensore degli Wizards, che non hanno esitato ad impiegarlo su attaccanti come Giannis Antetokounmpo Jimmy Butler o Brandon Ingram, peraltro con ottimi risultati. L’ex Maccabi Tel Aviv ha il miglior defensive rating di squadra (103.4) tra i giocatori con almeno 200 minuti in campo. Neanche a dirlo, le cifre della sua efficienza difensiva sono calate nell’ultimo mese, pur rimanendo ancora di buonissimo livello, specie per un giocatore così giovane.

Il modo in cui riesce a rispondere colpo su colpo contro giocatori più grossi e scafati di lui è un ingrediente fondamentale nel successo della difesa di Washington.

Uno dei dati che resiste, e che impedisce a Washington di precipitare in classifica, riguarda le triple concesse, aspetto fondamentale nel gioco NBA moderno. Washington è terza sia per triple dall’angolo concesse (6.3, dietro solo a Memphis, una delle squadre più in palla della lega nelle ultime settimane insieme a Utah) che per quanto riguarda le triple frontali (23.2). Sono anche sesti, a parimerito con Chicago, nel numero di triple considerate “aperte” concesse a partita, 13.3.

Nell’ultimo mese, però, è emerso un aspetto preoccupante: gli Wizards hanno la malsana tendenza ad andare in doppia cifra di svantaggio, soprattutto nella prima frazione di gioco. Sono chiaramente riusciti a vincere alcune di queste partite, ma contro certi avversari un handicap del genere è difficilmente recuperabile.

Le cifre dicono molto chiaramente che Washington è un diesel nell’approcciare le partite. Nei primi tempi delle ultime quindici gare, Beal e soci hanno il secondo peggior net rating della lega (-15.4) davanti solo ai derelitti Orlando Magic. Nei secondi tempi, il saldo tra offensive e defensive rating rimane negativo (-0.4), anche se vicino alla media di lega (18esimo). In questo lasso di tempo, se l’attacco è stato decisamente più produttivo (quarto miglior offensive rating), lo stesso non si può dire della difesa, addirittura 28^ in NBA per efficienza. Se guardiamo a questa tendenza, però, la partita contro Sacramento è stata l’eccezione alla regola: una gara condotta senza troppi affanni fino ad inizio quarto periodo, quando la squadra della Capitale che ha subito un parziale deleterio e decisivo di 42-16.

Quali prospettive?

Ad oggi è difficile avere già un’idea chiara su che tipo di stagione aspetta gli Wizards. Dopo una partenza eccellente Washington ha rallentato parecchio, e davanti a sé ha un calendario non esattamente agevole, con un tour ad Ovest e alcuni scontri diretti contro squadre della Eastern Conference implicate nella corsa playoff. Come detto, Beal sta faticando a trovare ritmo, con le difese che non gli danno tregua. È calato il rendimento di Harrell ma anche di Dinwiddie: dopo tutto, tornare da un lungo infortunio è una cosa, mantenere il ritmo è un’altra (e ad oggi, l’ex Nets non è ancora sceso in campo nella seconda partita dei back-to-back).

Wes Unseld Jr. vorrebbe più equilibrio tra i giocatori - Beal escluso - per quanto riguarda la quantità di tiri presi, mentre Dinwiddie, dal canto suo, vorrebbe avere più il pallone in mano: è inevitabile che uno dei due debba concedere qualcosa, e finora quel qualcuno è proprio Dinwiddie. Nelle prime 13 gare, quelle dell’illusione, l’ex Nets ha tenuto medie di 20.3 punti su 16.8 tiri per 36 minuti. Nelle ultime 15, invece, solo 11.5 punti frutto di 11.2 tiri.

Il ritorno di Davis Bertans, poi, non ha esattamente prodotto gli effetti sperati, con il lettone che sta avendo enormi problemi nella propria metà campo - finora ha il peggior defensive rating e il secondo peggior Net Rating di squadra - oltre a tirare malissimo da tre (il 29.8% al tiro dalla lunga distanza è ampiamente la percentuale più bassa della sua carriera).

Non rimane da capire se la partenza a razzo sia stata solo un miraggio di inizio stagione o se gli insegnamenti di Unseld torneranno a dare i loro frutti più avanti in stagione, anche perché le nubi per quanto riguarda Bradley Beal potrebbero presto tornare a incupire il cielo sopra Washington.

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