Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
NBA Mock Draft 2020, volume 2
16 nov 2020
A pochi giorni dal Draft, le nostre previsioni su come andrà il primo giro.
(articolo)
21 min
Dark mode
(ON)

È passato più di un anno da quando ha preso il via la stagione di college basket 2019-20, virtuale semaforo di partenza per tutti gli addetti ai lavori e appassionati che si occupano di Draft NBA. Era il 5 novembre 2019 e nessuno aveva in programma di far fronte a una stagione di “lavoro” di dodici mesi pieni. Eppure ci siamo: questa lunghissima stagione di analisi e valutazioni troverà il suo momento culmine nella notte tra il 18 e il 19 novembre quando, finalmente, le squadre NBA faranno le loro scelte.

Nonostante il tempo extra che ci è stato concesso per studiare prospetti e piani delle franchigie, sembra chiaro che incertezza e indecifrabilità siano le parole più adatte per descrivere questa annata. Oltre ai tempi dovuti al COVID che hanno cambiato percezione e modus operandi degli specialisti, bisogna considerare anche una classe che non porta in dote dei sicuri gamechanger, dove solo una decina di prospetti sembrano certi del primo giro e alcuni che hanno una forbice talmente ampia che potrebbero trovarsi ai piedi della Lottery come fuori dalle prime 60.

Sarà un Draft di filosofie, nel quale i General Manager sceglieranno principalmente sulle skill e sulle caratteristiche cercando di immaginare dove andrà la lega nei prossimi anni. Sarà anche un Draft dove verrà anteposto il fit al BPA o alla scelta di valore, se non in rarissimi casi. Sarà un Draft di scambi, con molte squadre che non amano la posizione in cui scelgono (a cominciare dalle prime due) e altre che vorrebbero salire in modo da cambiare un oroscopo che al momento sembra segnato verso la mediocrità.

Nelle nostre previsioni cercheremo di dare indicazioni su quali saranno le squadre che potrebbero pensare a muoversi all’interno del Draft, ma non le terremo in considerazione nell’indicare la scelta. Anche solo per non farla ancora più difficile di quella che già è.

1. Minnesota Timberwolves - LaMelo Ball (G, Illawarra Hawks)

Sebbene sia un Draft dove si rischia di trovare una variabile impazzita in ogni angolo, nelle ultime ore è sembrato definirsi uno scenario in cui LaMelo Ball sta pian piano accumulando consensi nella corsa alla prima scelta assoluta. Lo ha riportato anche Jonathan Givony di ESPN, aggiungendo che questa scelta potrebbe rimanere tale anche qualora passasse nelle mani di un’altra franchigia (si parla di Bulls, Pistons e Thunder).

LaMelo è senza ombra di dubbio il prospetto più affascinante del lotto: playmaker di talento innegabile ed estro straordinario con l’innata capacità di manipolare le difese sul pick and roll, possiede anche quell’esplosività che gli permette di essere sempre pericoloso con la palla in mano. Non è però assolutamente un giocatore pronto: deve affinare il tiro e togliersi qualche brutta abitudine di troppo - soprattutto in difesa e nella scelta delle conclusioni -, ma in questo momento sembra essere il giocatore di maggior valore.

Per Minnesota non è certo una scelta di fit data la presenza di D’Angelo Russell e Karl-Anthony Towns, ma considerando l’evidente cartello VENDESI sopra questa pick è chiaro che Minnie cercherà di trarne maggior vantaggio qualora rimanesse in mano loro. Fermo restando che un trio di creatori come Towns, Russell e Ball rischia di essere incredibilmente intrigante in chiave futura, se la ruota gira nel verso giusto.


2. Golden State Warriors - Anthony Edwards (G, Georgia)

Nella diretta Instagram della scorsa settimana, Steph Curry ha parlato in maniera molto vaga della possibile strategia degli Warriors al Draft, lasciando sfuggire un “possibile necessità di stazza fisica” che tifosi e appassionati hanno immediatamente collegato alla scelta del big man di Memphis, James Wiseman.

Provando però a leggere tra le righe dei vari movimenti della squadra californiana, difficilmente in passato ha dato precedenza alle misure più che alle skill, mostrando una filosofia che punta sempre più sulle situazioni perimetrali. Per questo motivo - anche qui premettendo che la prima intenzione sia quella di cedere la scelta per qualcuno di più pronto - ci aspettiamo che Golden State metta Anthony Edwards davanti a Wiseman nella sua big board.

Edwards sembrava potesse essere il maggior indiziato per la prima scelta assoluta fino a qualche settimana fa, forte di un profilo tecnico e fisico di alto livello, un esterno capace di segnare su tre livelli e provvisto di un corpo forte e molto ben strutturato muscolarmente. Sembra però che dai colloqui siano sorti dubbi sulla maturità e gli obiettivi del ragazzo, come se avesse bisogno di essere introdotto in una cultura vincente in modo da non dover crescere con un’attitudine corrotta dalle libertà avute al liceo e al college. Una possibile win-win situation per lui e gli Warriors.


3. Charlotte Hornets - James Wiseman (C, Memphis)

Gli Hornets sono storicamente una franchigia che ha sempre fatto fatica a uscire da una certa mediocrità, dovuta in parte a una gestione non indimenticabile delle risorse ma allo stesso tempo anche condizionata da un mercato per niente facile in cui emergere.

Per questo motivo il loro obiettivo più grande dovrebbe essere quello di puntare su un giocatore che può essere in futuro la pietra angolare della ricostruzione, nonché un prospetto con il quale attirare i free agent. Si parla molto di Onyeka Okongwu come outsider, ma difficilmente li vedremo andare oltre uno dei tre tra Ball, Edwards e, come in questo caso, James Wiseman.

Il lungo allenato da Penny Hardaway per sole 3 partite porta in dote grande prospettive con un potenziale elevato per diventare un giocatore determinante sui due lati del campo, con esaltanti doti atletiche e fisiche (misurato 216 centimetri con un’apertura alare di quasi 230) per diventare un lungo consistente nei prossimi 10 anni. Bisognerà però avere pazienza, in modo che il gioco e il corpo possano maturare a dovere e che inizi a esplorare un percorso tecnico che lo renda più di un semplice rim-runner.

Non è certo il potenziale a mancargli per diventare uno dei migliori lunghi in NBA.




4. Chicago Bulls - Deni Avdija (F, Maccabi Tel Aviv)

Negli ultimi giorni i Bulls sembrano tra i maggiori indiziati per scalare qualche posizione con l’intento di mettere le mani su LaMelo Ball, quindi si può assumere che siano intenzionati a puntare su qualcuno con qualità per creare gioco dal palleggio e rendere più semplici i compiti di playmaking di Coby White e Zach LaVine.

I profili più consoni a questo punto potrebbero essere Tyrese Haliburton o - considerando la vena europea del nuovo GM Arturas Karnisovas - Killian Hayes, ma Deni Avdija è un nome che è sul taccuino da molto tempo e, anche se gioca in un ruolo differente dagli altri due, non è detto che possa avere funzione diversa.

L’ala israeliana è un giocatore di grande QI cestistico, che oltre ad essere un ottimo giocatore senza palla (in attesa che metta a posto un tiro che ha già fatto vedere miglioramenti incoraggianti) può garantire playmaking secondario grazie a ottima visione di gioco e passaggio. In difesa poi mette grande grinta, e ha il potenziale per essere impiegato su più ruoli. Con lui Chicago può aggiungere pericolosità offensiva senza cambiare le gerarchie attuali in un roster che comunque può contare (per il momento) su lunghi come Lauri Markkanen e Wendell Carter Jr. e veterani come Otto Porter e Thaddeus Young.


5. Cleveland Cavaliers - Obi Toppin (F, Dayton)

Cleveland è molto più di un cantiere: è una squadra che entra nel terzo anno di ricostruzione senza avere chiare intenzioni su quali siano le fondamenta per il futuro, ma che allo stesso tempo cerca di trovare una via per attirare l’attenzione su di sé all’interno della lega - sia per il proprio tornaconto che per iniziare a liberarsi di alcuni contratti che stonano con la prospettiva della franchigia, Kevin Love su tutti.

Per questo Obi Toppin non è sicuramente la scelta più sexy da fare in termini di costruzione del roster, ma aggiunge un finalizzatore versatile che ha le capacità per diventare un beniamino dei tifosi in poco tempo e aiutare l’attacco dei Cavs in tempi brevi. Neanche nella prossima stagione avranno un defensive rating degno di questo nome, considerando le limitate capacità difensive del prodotto di Dayton nel peggior roster difensivo della NBA, ma potranno costruire una credibilità offensiva - un po’ come fecero gli Hawks qualche stagione fa.


6. Atlanta Hawks - Isaac Okoro (F, Auburn)

Ed appunto gli Hawks stanno iniziando a prendere la direzione della costruzione del roster nella fase difensiva, avendo grande fiducia in quello che la coppia Young-Collins può dare in fase realizzativa. Lo si è visto nello scorso Draft con la scelta di De’Andre Hunter e ne abbiamo la conferma in queste ore con i rumors riguardanti la cessione della scelta per arrivare a Jrue Holiday.

Qualora però non riuscissero a chiudere l’affare, la squadra di Lloyd Pierce potrebbe puntare su un altro specialista come Isaac Okoro, che rispetto alla scelta di Hunter differisce per la sua capacità di difendere senza problemi tutti i ruoli perimetrali con energia ed aggressività, oltre ad essere un sottovalutato attaccante in termini di creazione tutto campo, capace di aggredire le linee di penetrazione in maniera violenta. La consistenza al tiro è un punto di domanda enorme nella sua proiezione NBA, ma una cosa che non manca in Georgia sono proprio i tiratori capaci di nascondere questo problema.


7. Detroit Pistons - Killian Hayes (G, Ratiopharm Ulm)

I Pistons sembrano molto attivi nelle trattative per salire nell’ordine di scelta in modo da poter mettere le mani su LaMelo Ball, e il motivo è facilmente intuibile. Il nuovo GM Troy Weaver, scuola Thunder, ha in mano una squadra che ha seria necessità di rimettersi sulla mappa e per farlo ha bisogno di un giocatore che possa diventare iconico dentro il campo, in modo da non dover per forza far leva ancora una volta su Blake Griffin - che viene descritto in ottima forma e pronto per la nuova stagione, ma che fa tremendamente anni 2010 in una lega che cambia alla velocità della luce.

Ball non è facilmente raggiungibile ma può esserlo Killian Hayes al suo posto. Playmaker francese sopravvissuto al battesimo di fuoco della Eurocup nella modesta Ratiopharm Ulm, con LaMelo condivide la capacità di creare dal pick and roll con naturalezza innata. Non è lo stesso tipo di atleta e anche qui il tiro piedi per terra sembra ancora indietro, ma per molti Hayes è tutt’altro che una scelta di ripiego: ai Pistons avrebbe il palcoscenico per misurarsi in un ruolo che all’interno della Lega è piena di pescecani.

Hayes ha dato dimostrazione del suo talento anche contro la Virtus Bologna, davanti a un consistente numero di scout ed emissari NBA.




8. New York Knicks - Patrick Williams (F, Florida State)

Questa (ennesima) nuova versione dei New York Knicks targata James Dolan si presenta al Draft forte di un restyling dirigenziale e tecnico, e si troverà di fronte a una scelta non facile considerando la portata generale del Draft, la posizione non felicissima per un investimento di alto livello e la necessità di coprire dei buchi considerevoli in un roster ancora molto acerbo.

Considerando che la necessità di un portatore di palla è immediata, non sorprenderebbe vedere il nuovo capo della dirigenza Leon Rose prendersi Tyrese Haliburton, cliente della sua vecchia agenzia, la CAA. Ma considerando l’assunzione di Tom Thibodeau come allenatore non è difficile pensare che i newyorkesi possano andare su un difensore multidimensionale come Patrick Williams. Prospetto ancora molto giovane ma che sembra abbia ricevuto numerosi e inaspettati consensi alle interviste e che rispecchia il profilo del giocatore futuribile con qualità tecniche per essere adatto in una NBA che richiede sempre più versatilità.


9. Washington Wizards - Onyeka Okongwu (C, USC)

Nella war room della Capital One Arena sono pronti a stappare quello buono nel caso andasse in porto questa ipotesi. Il front office degli Wizards non ha mai nascosto il gradimento verso il lungo in uscita da USC, e vive con grande incertezza e apprensione il possibile interesse delle squadre che scelgono prima, con Charlotte in pole position.

Okongwu piace molto perchè nonostante non sia un lungo con misure eccezionali per il ruolo (208 centimetri) ha tutte le carte in regola per diventare un difensore di alto livello grazie a preparazione e comprensione del gioco e al mix di esplosività, reazione e riflessi. In attacco è un semplice rim-runner, non un grandissimo problema quando hai Bradley Beal e John Wall a disposizione.


10. Phoenix Suns - Tyrese Haliburton (G, Iowa St)

Non è un segreto che i Suns stiano cercando un tassello per il definitivo passo avanti - e l’interesse per Chris Paul di questi giorni ne è la più chiara dimostrazione - e non stiamo quindi a dilungarci su come anche questa pick sia in vendita.

Tyrese Haliburton è un piano B che merita attenzione per la dirigenza Suns per due motivi. Il primo è che a questo punto del Draft può iniziare a sembrare come una steal, mentre il secondo è il fit all’interno di questo roster. Al momento Haliburton è un interessante portatore di palla secondario che deve capire cosa fare da grande, e crescere al fianco di Ricky Rubio e Devin Booker, giocatori che possono nascondere alcuni limiti fisici (il ragazzo è ancora molto leggero) e di adattamento, potrebbero essere il miglior scenario per il suo futuro.

Sulle sue qualità come passatore direi che non ci sono dubbi.




11. San Antonio Spurs - Cole Anthony (G, North Carolina)

Vivendo un periodo di grande transizione e iniziando ad affrontare i seri problemi dello small market, gli Spurs hanno l’occasione per uscire dalla loro comfort zone e andare a pescare un giocatore con elevato potenziale, nonostante abbia tutt’altro che brillato al college.

Anthony è una point guard realizzativa e atleticamente esplosiva. Figlio d’arte (il padre Greg ha giocato più di 10 anni in NBA), prima di mettere piede in campo per UNC sembrava essere uno dei protagonisti di questo Draft. Promessa non mantenuta perché si è scontrato con uno stile di gioco lontano dal suo - per un creatore atletico trovare l’area piena non è mai una buona notizia - mentre verosimilmente sembra più adatto a quello NBA. Insomma, una scelta poco Spurs-style, un rischio che però i texani devono prendersi.


12. Sacramento Kings - Devin Vassell (GF, Florida State)

I Kings potrebbero iniziare il balletto dei 3&D andandosi a prendere un giocatore che ha sbalordito tutti nel suo anno da sophomore a Florida State e che, dopo aver flirtato con più di una squadra per una scelta top-10, sembra aver perso terreno per uno sviluppo della meccanica di tiro che non ha esattamente esaltato gli scout.

Sull’impatto difensivo però non c’è alcun dubbio: Vassell è uno se non il miglior difensore d’aiuto del lotto facendo leva su atletismo e letture che lo rendono un insospettabile rim protector dal lato debole, mentre in attacco è un atleta che può spaziare il campo col tiro.


13. New Orleans Pelicans - Aaron Nesmith (GF, Vanderbilt)

È probabile che da qui alla notte del Draft il telefono dei Pelicans diventerà bollente. Jrue Holiday è uno dei pezzi pregiati di un mercato povero e inevitabilmente breve, e la dirigenza dovrà valutare bene tutte le opzioni, soprattutto quelle che offriranno un salto in avanti nell’ordine di scelta.

Se la posizione rimarrà invariata e se sarà disponibile a questo punto, difficilmente New Orleans andrà in direzioni diverse da quelle che portano al tiratore di Vanderbilt. Nesmith è un esterno con versatilità al tiro già traslabile al piano di sopra e decisamente intrigante da accoppiare a Zion Williamson, con stazza per non soffrire i pariruolo in difesa e pensare anche a qualcosa di più con il tempo.

Nesmith è un giocatore pronto all’uso grazie a coach Jerry Stackhouse, che anche al college lo ha sempre inserito in situazioni di tiro usate anche in NBA.




14. Boston Celtics - RJ Hampton (G, New Zealand Breakers)

Da qualche anno il tormentone sulla strategia dei Celtics in sede di Draft sembra essere sempre lo stesso: cercheranno di usare le scelte multiple al primo giro per salire. Quest’anno non fa differenza e con Onyeka Okongwu nel mirino, matrimonio perfetto a livello tattico con le idee di Brad Stevens, saranno osservati speciali.

RJ Hampton è un’alternativa che può comunque accontentare la dirigenza dei biancoverdi con la sua carica energica e la grinta che salta sempre agli occhi quando è in campo. Atleta elettrizzante in campo aperto e con ampi spazi, chi lo allenato è sicuro che il ragazzo possa diventare un creatore di gioco più efficace di quello che ha dimostrato nella sua unica stagione in Nuova Zelanda. Non dimentichiamoci che prima di scegliere di andare a giocare dall’altra parte del mondo era comunque uno degli high schooler più futuribili della sua classe.


15. Orlando Magic - Kira Lewis Jr (G, Alabama)

Se Orlando è alla ricerca di un giocatore che possa guidare le seconde linee e garantire attacco istantaneo dalla panchina, Kira Lewis è l’elemento su cui puntare. Una point guard razzente capace di creare in campo aperto da qualsiasi situazione e portare alla causa distribuzione e scoring ad alta velocità, con il potenziale per poter dividere il campo anche con Markelle Fultz.


16. Portland Trail Blazers - Saddiq Bey (F, Villanova)

Con la spina dorsale formata da Lillard-McCollum-Nurkic salda nelle loro posizioni (a meno di inaspettate novità), i Blazers hanno bisogno di consistenza tra le rotazioni delle ali, con giocatori che possano portare tiro e difesa sopra la media. Bey è uno dei giocatori più interessanti dal punto di vista mentale, proveniente da un’ottima scuola in termini cestistici e giocatore di squadra necessario per un gruppo che negli ultimi anni ha sempre messo una pezza in quel ruolo, senza trovare una risposta a lungo termine.

Concreto e forte fisicamente, il tiro è poco ortodosso, ma finchè segna col 42% da 3...




17. Minnesota Timberwolves - Josh Green (F, Arizona)

A questo punto del Draft i T’Wolves sono chiamati a iniziare a mettere a posto il lato difensivo del roster e affidarsi a un prospetto 3&D come Green, ala abile nel trasformare difesa in attacco, giocare a ritmi alti grazie all’ottimo atletismo e ricoprire in maniera consistente il ruolo di tiratore piazzato, soprattutto dagli angoli. L’australiano ex-compagno di Nico Mannion è inoltre uno dei giocatori con il potenziale più sottovalutato di questa edizione.


18. Dallas Mavericks - Precious Achiuwa (FC, Memphis)

Nella sua unica stagione a Memphis, di Achiuwa abbiamo visto due lati della medaglia: il difensore multidimensionale, lunghissimo e atletico oltre che super efficace in protezione del ferro; e l’attaccante confusionario e a tratti disastroso, soprattutto quando deve creare per sé. Questa seconda versione sarà sicuramente ridimensionata in NBA per dargli modo di usare la sua verticalità da rim-runner, una tipologia di ruolo che si sposa perfettamente accanto a un creatore divino come Luka Doncic, dando una dimensione più versatile nella metà campo difensiva.


19. Brooklyn Nets - Tyrese Maxey (G, Kentucky)

Maxey è un prospetto abbastanza polarizzante tra gli esperti, dividendosi tra chi crede abbia le potenzialità per diventare una point guard di buon livello su entrambi i lati del campo e chi invece è convinto possa essere solo una guardia sottodimensionata con capacità balistiche ondivaghe. Arrivati a questa scelta, i Nets potrebbero prendersi questo rischio, investire senza grosse pressioni e capire cosa riserva il suo futuro.

https://twitter.com/lorenzoneri84/status/1192016339780743168

Nella sua prima partita di College Basketball si è presentato così.




20. Miami Heat - Desmond Bane (GF, TCU)

Negli ultimi anni abbiamo visto come gli Heat sappiano premiare la versatilità dei propri giocatori e dell’importanza che ripongono nello sviluppo di certe qualità. Bane è un prospetto non di primissimo pelo che però ha beneficiato del processo pre-Draft portando in dote un gioco completo sia in fase di creazione dal palleggio che di finalizzazione con compiti da tiratore. Prospetto atipico per le misure non eccezionali (a partire dall’apertura di braccia inferiore rispetto all’altezza), ma che sembra avere tutte le skill al posto giusto.


21. Philadelphia 76ers - Jalen Smith (FC, Maryland)

Jalen Smith è un prototipo di lungo moderno su cui molte squadre sembra abbiano messo gli occhi. Alto e mobile, è un rim protector con coordinazioneammirevole al tiro che gli permette di essere usato in uscita dai blocchi, prospettandogli una possibile evoluzione in ala. L’estrema necessità di spacing potrebbe portare i Sixers ad aggiungere nel frontcourt un giocatore con queste caratteristiche, una mano armata da affiancare a Simmons ed Embiid.


22. Denver Nuggets - Isaiah Stewart (C, Washington)

Il concetto di team building è fortissimo all’interno dei Nuggets, come dimostrato anche nell’ultima scalata trionfale ai playoff sovvertendo pronostici e situazioni tutt’altro che agevoli. Stewart è un giocatore in ascesa negli ultimi rumors: gli scout vedono in lui una sorta di mini Montrezl Harrell capace di dare grande energia e fisicità in area e di giocare sempre per il bene della squadra, senza avere un atletismo debordante ma mettendoci sempre grande aggressività. Un giocatore per rimpolpare il parco lunghi e pensare a dare qualche minuto di fiato a Jokic.

Un combattente che si esalta contro i contatti e ha un solido gioco interno.




23. Utah Jazz - Leandro Bolmaro (G, FC Barcelona)

I Jazz non hanno need impellenti, o almeno non di quelli che possono colmare con il Draft di quest’anno, per lo più in questa posizione. Draftare il prospetto argentino del Barca e lasciarlo crescere in Europa - soprattutto in queste ultime settimane che ha iniziato a entrare in rotazione per coach Jasikevicius - potrebbe essere una buona idea, in attesa di sfruttare a pieno le sue qualità di playmaker di stazza con ottime doti difensive nelle rotazioni di coach Snyder.


24. Milwaukee Bucks - Theo Maledon (G, Asvel Villeurbanne)

Maledon è ingiustamente passato sottotraccia in tutto questo tempo, ma il suo è un curriculum di tutto rispetto per un ragazzo di appena 19 anni che ha avuto sempre minutaggio consistente in una squadra di Eurolega. È un playmaker di fosforo che ha dimostrato di essere un atleta migliore di quanto sembri e un tiratore solido anche in prospettiva NBA: i Bucks, alla ricerca di giocatori capaci di far giocare Giannis più lontano dalla palla, potrebbero puntare su di lui come progetto a lungo termine.


25. Oklahoma City Thunder - Aleksej Pokusevski (F, Olympiacos)

Vita nuova per i Thunder, che si apprestano ad affrontare il nuovo corso di coach Mark Daigneault con la volontà di rinnovare e ringiovanire il roster, puntando se possibile anche a salire posizioni da qui alla notte del 18 novembre. E considerando le caratteristiche che il GM Sam Presti ha sempre prediletto, il serbo Aleksej Pokusevski può essere sicuramente un obiettivo su cui investire. Ancora molto acerbo sia a livello fisico che tecnico, “Poku” è un airone con skills intriganti per un 213 centimetri che in campo gioca con la rapidità e le doti di un esterno, sembrando più una guardia che un lungo. Una scelta high risk-high reward non certo nuova alle mosse di Presti.

“2 years away… from been 2 years away”.




26. Boston - Xavier Tillman (C, Michigan State)

Nella scelta precedente dei C’s abbiamo parlato delle caratteristiche che la dirigenza e coach Stevens cerca in un lungo. Non dovessero arrivare a Okongwu come sperato, è probabile che a questo punto del Draft Tillman sia uno dei primi nomi sul taccuino, puntando sull’elevato QI cestistico che lo rende un giocatore affidabile in attacco e molto concreto in difesa. È sottodimensionato e al momento non ha molto tiro, ma il pedigree sembra perfetto per loro.


27. New York Knicks - Malachi Flynn (G, San Diego State)

Se nella scelta precedente sono andati su un giocatore di prospettiva è plausibile pensare che con la 27 i Knicks possano inserire un giocatore plug-and-play con innate doti realizzative che possa essere inserito in rotazione nel minor tempo possibile. Flynn è un fast-riser di questa edizione, una point guard d’azione che può portare punti con e senza palla e garantire creazione dal pick and roll. Essere assistito dalla CAA, poi, non dispiace.


28. Los Angeles Lakers - Tyrell Terry (G, Stanford)

Al 99,9% questa scelta andrà nelle mani di Oklahoma City nell’ambito dello scambio che porterà Dennis Schroeder in gialloviola. Vista l’aria di rebuilding che tira in casa Thunder (anche Chris Paul dovrebbe salutare), Presti & Co potrebbero andare sulla scelta in prospettiva proprio in un ruolo del backcourt. Per alcuni esperti Terry, combo guard di 191 centimetri, meriterebbe una scelta ai piedi della lottery dato il suo potenziale come tiratore con e senza palla, grazie a un ottimo tocco naturale. Arrivasse in questa zona, è facile che il front office dei Thunder si lasci ingolosire dal potenziale del ragazzo.


29. Toronto Raptors - Grant Riller (G, Charleston)

Grant Riller è un giocatore che non gode di grande attenzione perché è vecchio come rookie con i suoi 24 anni, nonché proveniente da una conference di basso livello come la Colonial, ma è uno dei feticci del Draft Twitter che preferiscono sottolineare la sua grande pericolosità in fase di scoring e l’intelligenza cestistica. Aspetti che in qualche modo ricordano la descrizione di Fred VanVleet all’inizio della sua carriera pro: proprio il giocatore che i Raptors potrebbero dover rimpiazzare a breve.

Il college è poco conosciuto ma le qualità tecniche sono… for real!




30. Boston Celtics - Nico Mannion (G, Arizona)

Come abbiamo visto negli ultimi playoff, il chilometraggio di Kemba Walker inizia a farsi sentire e Boston dovrà forzatamente iniziare a mettere una pezza duratura per proteggere il suo play titolare. Mannion è un giocatore che rispetto a inizio anno ha perso molte posizioni, ma rimane ancora una delle point guard più futuribili del lotto grazie al suo innato talento - che però dovrà adattare quanto prima agli standard NBA.


Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura