Dopo un errore di Booker, Lopez corre in contropiede e nonostante l’opposizione di Crowder è troppo più alto per non segnare quel gancio. Anche dopo canestro subito, è il più veloce a prendere posizione profonda, segnando quei canestri nei primi secondi dell’azione che sono vitali per l’attacco dei Bucks.
I Bucks cambiano, ma non sempre lo fanno bene: qui la comunicazione tra Lopez e Holiday è troppo scarsa per questo livello e Ayton ha un alley oop facilissimo al ferro. Questi due punti, insieme a quelli generati dal meraviglioso taglio dal lato debole di Cam Johnson, sono quelli che con l’andare della serie devono essere tolti dalla difesa dei Bucks, altrimenti queste Finals non cominciano nemmeno.
Dopo questi possessi Phoenix è ricorsa molto in fretta alla zona per togliergli quelle situazioni, congestionando l’attacco dei Bucks e le ricezioni di Antetokounmpo.
Tra le tante angherie perpetrate a Lopez e Portis, entrambi umiliati dal palleggio in diverse occasioni, scelgo invece questa contro Antetokounmpo. Paul riconosce il momento della partita che sta sfuggendo dalle mani dei Bucks e nota la stanchezza sul volto di Giannis, che fatica ad accoppiarsi con lui in transizione. Non appena supera la metà campo cambia velocità col palleggio e se lo mette alle spalle, rallentando una volta arrivato in area per farsi fare fallo e chiudere il gioco da tre punti. Ci deve essere un girone dell’Inferno per questa perfidia.