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David Breschi
L’eredità dell’Attacco Triangolo nella storia del basket
27 nov 2018
27 nov 2018
Come il sistema offensivo del compianto Tex Winter ha lasciato un segno indelebile sulla pallacanestro contemporanea.
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David Breschi
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Le prime pagine del libro di Tex Winter in cui sono esposti i 6 principi fondamentali della Triple Post Offense.


 



 





 



 



Un giovane Tex Winter spiega brevemente la Triple Post Offense di Kansas State.


 



 



 



 



 





 



 


Lo schieramento iniziale della Triple Post Offense con i tre triangoli che si formano, due sul lato forte e 1 sul lato debole. Le spaziature sono fondamentali, il post basso è l’epicentro dell’attacco, tutti i giocatori devono poter essere interconnessi per passarsi la palla.


 



Lo speciale di Sportscience di ESPN dedicato alla Triple Post Offense dei Lakers.


 

Spaziature, tagli e passaggi svelti. Tenere la palla ferma massimo tre secondi. Eliminare le cose non necessarie, ridurre tutto al minimo per velocizzare il gioco. Ogni giocatore deve mantenere una distanza di almeno 4 metri e mezzo dagli altri compagni. Usare e mantenere gli spazi corretti era il tarlo di Winter e una cosa che affascinava Jackson: in natura quando i lupi vanno a caccia, accerchiano la preda mantenendo le giuste distanze per non farla scappare. Il Triangolo era la macchina predatoria per eccellenza per stritolare le difese.


 



 


Tex Winter e Phil Jackson provano a spiegare la Triple Post Offense in un talk show dedicato ai Bulls nel 1992.


 



 



 


In rete si sprecano i video che elencano le opzioni della Triple Post Offense eseguite dai Bulls di Jordan. Questo è uno dei più completi: vedete come i giocatori si muovono con un senso, ognuno dei quali compie scelte basandosi sui movimenti dei compagni e su come reagisce la difesa. La palla finisce spesso nelle mani di Jordan (ovviamente) e frequentemente in post basso, ma sempre in modo dinamico, spesso a seguito di almeno un ribaltamento di lato.


 

Nel suo



 



 



 



 



 





 



 



 



 



 


Il Triangolo giocato dai Lakers durante le finali del 2010. Senza Shaq a occupare costantemente il post basso, Kobe Bryant può svariare nell’attacco.


 





 



 



 



 

 

Alcuni esempi di situazioni da Triple Post Offense rubati dai playbook dei coach odierni. Il primo è un isolamento per Westbrook al gomito alto (“Pinch Post”). Il secondo era uno schema della Finlandia agli ultimi Europei, con il triangolo formato sul lato forte, palla in angolo che aziona un blocco cieco e un pick and roll laterale per cambiare lato.


 



 

 

Formare triangoli sul lato forte e subito spostarsi sul lato debole, da lì in poi iniziare a leggere e reagire. Nella prima clip l’attacco Spurs ribalta il lato due volte formando due triangoli, i giocatori collaborano e portano a casa un buon tiro, reso ancora migliore dal rimbalzo offensivo catturato. Nella seconda clip il Triangolo serve a impostare l’attacco, poi sul ribaltamento si libera l’area che è preda di un backdoor giocato da Gasol e Parker. Nella terza e ultima clip la Motion si dipana con un triangolo su lato forte che porta a un blocco cieco per isolare in post Leonard su ribaltamento di fronte. Nel secondo caso il ribaltamento è facilitano dalla ricezione nel “pinch post” di Ginobili, una posizione chiave nel triangolo su lato debole.


 



 



 



 

 

Due clip di una delle prime partite di questa stagione. Nella prima i Warriors formano il triangolo nelle posizioni base di post basso-ala-angolo, arrivandoci già da ribaltamento di lato, per far schiacciare la difesa su un lato e giocare per l’uscita di Thompson sul lato debole. Nella seconda clip: palla in post, triangolo con i due esterni che si bloccano tra loro - in gergo “split” - e Livingston che poi scende a bloccare il giocatore di “pinch post” sul lato debole, una della azioni più conosciuti della Triple Post Offense con palla in post basso.


 



 



 



 



 

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