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NBA Redazione basket 16 ottobre 2018 18'

Domande fondamentali sull’NBA 2018/19

Temi, squadre e personaggi che definiranno la stagione che comincia stanotte.

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GIOCATORI

 

Quale giocatore che non lo ha mai vinto è pronto a conquistare l’MVP?

 

Miky P.

Il nome “facile” è Anthony Davis, se anche solo replicherà numeri e vittorie dello scorso anno, ma il mio dark horse è Donovan Mitchell: per lui è già breakout season, poi dipenderà da quanto bene faranno i Jazz nell’intricatissima Western Conference.

 

David B.

Lo scorso anno nella prima parte di stagione Giannis Antetokounmpo aveva “illuso” di poter fare una stagione da MVP, poi le cose a Milwaukee sono andate irrimediabilmente a sud, trascinando a fondo anche il greco. Con l’arrivo di coach Budenholzer e l’aria nuova che si respira in Wisconsin, il gioco di Giannis è pronto ad evolvere nuovamente: la centralità nel sistema offensivo e difensivo dei Bucks sarà ancora più marcata, e in caso di stagione con tante W il suo nome potrebbe circolare al fianco dei soliti noti.

 

Dario C.

Le premesse tecniche e la tanto sbandierata ‘narrative’ vedrebbero Kawhi Leonard in pole-position, qualora tutto a  Toronto dovesse andare per il verso giusto. Se il ginocchio tiene e i Celtics vincono la Eastern, Kyrie Irving potrebbe risultare candidato credibile. Tutto questo Hollywood permettendo…

 

DVM
Mi sembra evidente che il vuoto di potere lasciato da James ci porta a cercare candidati tra chi dominerà nell’Est e volendo trovare un candidato inedito forse Embiid ha tutto per fare un ulteriore passo verso il dominio totale della sua conference. In questo senso io non riesco a non associare la parola dominante a quei minuti della partita in cui Embiid decide di non voler far segnare gli avversari. Se sano fisicamente, questa stagione in cui entra nel suo prime potrebbe portarlo a prolungare quei minuti in partite intere.

 

Dario V.

Anthony Davis è già bello carico: dategli il pallone sopra il ferro e farà volare anche gli spennati Pelicans che si trova attorno.

 

 

Chi sarà il  Victor Oladipo di questa stagione, aka il giocatore che tutti pensavamo fosse di un certo livello e invece è pronto a un’esplosione assurda?

 

Dario C.

Jabari Parker e Justise Winslow sono attesi ad un anno parecchio importante, laddove non addirittura decisivo, per le rispettive carriere. Soprattutto per il primo, tuttavia, il contesto di squadra potrebbe non aiutare molto. Viceversa, nel sistema di Budenholzer e con l’ausilio di The Greek Freak, Khris Middleton potrebbe diventare un All-Star.

 

DVM
La magnitudine dell’esplosione di Oladipo è stata talmente grande che sparare di azzeccare l’erede è un po’ come pensare di vincere la lotteria. Diciamo che tento la fortuna con Jamal Murray di Denver: un giocatore che i Nuggets sembrano aver deciso di sviluppare definitivamente come primo portatore, per sfruttarne a pieno la capacità di segnare anche dal palleggio. Questo potrebbe portarlo ad un’esplosione in termini di peso offensivo anche superiore alle aspettative di Murray come ottimo scorer dalla crescita lineare.

 

Lorenzo B.

Qui ci vuole davvero la sfera di cristallo quindi la butto lì e dico D’Angelo Russell. Magari non diventerà un All-Star come Oladipo ma il suo talento rimane qualcosa di molto vicino al cristallo.

 

Dario V.

E se Markelle Fultz fosse davvero il giocatore più forte della classe 2017? Non sarebbe di per sé un’enorme sorpresa, considerando a che livello sono Tatum e Mitchell? I want to believe.

 

 

Chi sarà All-Star ad Est dopo il vuoto di potere generato questa estate?

 

Miky P.

I vuoti da colmare saranno addirittura due, tra LBJ e l’addio di DeRozan a Toronto: se Kawhi Leonard sta bene a Est non può che essere l’ala titolare, mentre se parliamo di gente che non ha mai partecipato sto con Ben Simmons dei Sixers (dopo Westbrook il prossimo candidato ad una tripla doppia media stagionale), Lauri Markkanen dei Bulls (impressionante per costanza e fiducia nei propri mezzi, infortunio al gomito permettendo) e da Boston Jayson Tatum (Gordon Hayward sarebbe alla seconda convocazione).

 

DVM

Non so se siamo pronti a vedere Khris Middleton come All-Star visto che nello stare in campo non personifica certo il concetto di giocatore spettacolare, ma è una possibilità reale viste le statistiche che porterà sicuramente in dote e la probabile buona stagione della sua squadra. Almeno abbiamo abbastanza tempo per abituarci a quest’idea.

 

Fabrizio G.

Sparando nel mucchio: Myles Turner per la sua prima volta; Blake Griffin per la sua prima volta in maglia Pistons; Enes Kanter perché farà una marea di punti e prenderà un’infinità di rimbalzi ed è un personaggio favoloso e accipicchia è finito lo spazio nel paragrafo e non si possono mettere sull’altro piatto della bilancia i grossi difetti e le evidenti motivazioni a sfavore quindi è dentro, wow.

 

Nicolò C.

Irving, Simmons, Giannis, Kawhi, Embiid non sembra affatto un brutto quintetto. Dei Celtics dentro Tatum ma forse non Hayward, perché lui stesso si sente più indietro fisicamente rispetto a quanto sperava. Wall, Beal e Oladipo sembrano poter facilmente completare il reparto guardie, Kevin Love avrà più palloni da tirare di quanti non ne abbia necessariamente bisogno. Uno dei due lunghi di Detroit dovrebbe andare dentro, facciamo un Drummond per inserire un volto nuovo. Per il resto l’ultimo posto potrebbe essere una discreta lotta tra tanti giocatori: Lowry, Horford, Griffin a cercare conferme, Turner, Brown, Markkanen a provare a strappare la prima convocazione, Jimmy Butler come incognita per chi arriva di sorpresa urlando “YOU F***ING NEED ME”.

 

Per quale rookie perderemo la testa in questa stagione?

 

Miky P.

Qualcuno ha dubbi? Luka Doncic in preseason ha già mostrato quanto possa essere incisivo a questo livello, ma naturalmente serviranno costanza e capacità fisica di superare il rookie wall, entrambe cose non scontate. Un consiglio: seguitelo a gioco fermo, quando ha la palla in mano, potrebbe stupirvi…Mo intrigano anche le follie in step back di Trae Young con carta bianca ai peggiori Hawks degli ultimi anni e un all around fatto e finito come Jaren Jackson Jr a Memphis.

 

Dario C.

Se Lloyd Pierce riesce a convincerlo che non esiste nessun ordine restrittivo che lo obbliga a sostare ad almeno tre metri di distanza dal diretto avversario in difesa, Trae Young ha tutto quello che serve per infiammare i cuori degli appassionati e, in ultima analisi, risvegliare quel cimitero di morti viventi che risponde al nome di Atlanta Hawks.

 

DVM
C’è una squadra di New York che ha un disperato bisogno di vedere anche solo delle tracce di una possibilità di avere tra le mani qualcosa di entusiasmante in Kevin Knox.

 

Lorenzo B.
Perdere la testa Doncic, perdere l’amore Shai Gilgeous-Alexander, perdere il lavoro Vlade Divac.

 

Dario V.

A Orlando io un occhio a Mo Bamba lo do sempre volentieri, nell’attesa che si liberi lo spazio ingombrato da Nikola Vucevic per dare vita al front-court più freak di sempre insieme a Aaron Gordon e Johnny Isaac.

 

Dario R.

Sicuramente Doncic, sicuramente Young, ma io sono attratto terribilmente dalla stagione di Grayson Allen a Salt Lake City: vedo già orde di hater pronti a smanettare sulle loro tastiere.

 

 

Per concludere, la top-3 dei giocatori che seguiremo con maggiore interesse nella prossima stagione.

 

Miky P.

L’avrete intuito, sono totalmente innamorato di Donovan Mitchell. A Belgrado durante le Final Four (era stato trascinato in Serbia dal compagno di squadra Ekpe Udoh, ex Fener) in un “dialogo” di pochi minuti mi aveva colpito per l’interesse globale per questo Gioco, segno di maturità e di voglia di migliorare: avere coach Snyder è una fortuna in questo senso, mentre il suo hang time – specialmente usando tabellone e corpo del difensore – mi ricorda quello di MJ. E per una volta non mi sembra una blasfemia.

 

Alla stella dei Jazz aggiungo un mio pallino da sempre, Bogdan Bogdanovic, per l’essenzialità della sua Pallacanestro e la capacità di fare sempre scelte giuste in un contesto, quello di Sacramento, che definire selvaggio sarebbe un complimento. Infine Zach LaVine, all’Anno-2 a Chicago ma al primo – si spera – da integro: praticamente Kratos in God of War dopo aver sbloccato la skill “Furia degli Dei”, aka a lot of fun!

 

Dario C.

De’Aaron Fox libero dal fantasma di George Hill e con le chiavi dei Kings in mano. Paul George superato l’assillo contrattuale, con un inizio di stagione da franchise player e senza la tutela di ‘Melo ad appesantirlo. OG Anunoby potenziale studente modello al corso per ala moderna tenuto dal professor Leonard.

 

DVM
C’è Brandon Ingram a Los Angeles che avrà inevitabilmente gli occhi puntati su ogni suo singolo possesso in una stagione in cui si trova accanto un giocatore in grado di mettergli in mano il tiro giusto al momento giusto, ma che si aspetta che questo tiro entri poi nel canestro. Dalla parte opposta degli Stati Uniti c’è Jaylen Brown che a Boston si ritrova a dover capire dove indirizzare la sua crescita costante e il suo posto all’interno di una squadra in cui sono tornati a pieno regime le due stelle principali. Infine ad Orlando c’è Aaron Gordon che è chiamato ad un necessario ulteriore passo in avanti per giustificare il suo status di giocatore franchigia dei Magic.

 

Dario V.

Andrew Wiggins ha tantissime risposte da dare sulla sua reale consistenza come giocatore franchigia: in caso siano negative, non mi sorprenderebbe vederlo sul mercato in tempi piuttosto brevi, anche se quel contratto è davvero pesante. Dennis Smith Jr., dopo l’apprendistato della scorsa stagione, mi sembra pronto a far rimpiangere tutti quelli che lo hanno passato al Draft dello scorso anno. Sono curioso di vedere se Andre Drummond che tira da tre è una cosa reale oppure se la smetterà anche solo di provarci quando le percentuali crolleranno a picco.

 

Dario R.

Melo Anthony perché a Houston ci va per vincere l’anello e quindi sono curioso di quanto andrà incontro alle esigenze e alle idee di D’Antoni in nome del bene supremo. DeMarcus Cousins perché anche lui ha rinunciato a soldi e ruolo primario per conquistare un titolo: dovrà stare calmo e buono e dare priorità al suo modo a tratti devastante di giocare. Lance Stephenson perché finalmente giocherà con LeBron James e sono curioso di vedere con chi se la prenderà sui parquet.

 

Lorenzo B.

Non tre giocatori ma tre temi. Il primo riguarda i giocatori arrivati in NBA con l’etichetta da “Shooting Guard” e che ora si stanno digievolvendo in portatori di palla (non uso il termine playmaker per non incorrere in scomuniche dei nostalgici) seguendo l’ombrellino colorato di Harden. Sto parlando di Devin Booker, Jamal Murray e Donovan Mitchell, chiamati a fare un passo ulteriore dentro lo star system della Lega aggiungendo una dimensione che anni fa gli era preclusa e che ora diventa fondamentale. Il secondo è quasi all’opposto, ovvero come giganti cresciuti a pane e letture possono tornare al loro ruolo nominale senza perdere i loro superpoteri ma sistemando le line-up: Simmons e Antetokounmpo, sto parlando di voi. Infine la mia fissa assoluta con Russell Westbrook e la sua sfida infinita solo, a mani nude, contro il fato avverso.

 

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La redazione basket è composta da gente molto alacre che vorrebbe giocare a basket ma che purtroppo sarebbe troppo bassa anche per il campionato filippino. Almeno due membri della redazione basket sono convinti che il film A Beautiful Mind parli di loro.

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