
Con soli 3 punti conquistati in 4 partite, la qualificazione agli ottavi di Champions sembrava un miraggio per il Napoli. Dal 2003/04, solo il 4% delle squadre nella stessa situazione degli azzurri dopo 4 turni è riuscito a strappare il pass per la prima fase ad eliminazione diretta. Tutte le speranze della squadra di Sarri passavano dalla sfida di ieri sera contro lo Shakhtar: fondamentale non solo per i 3 punti, ma anche per riequilibrare la differenza reti, sperando in una sconfitta degli ucraini con il City nell’ultima gara del girone.
Alla vigilia il grande dubbio di formazione di Sarri riguardava Insigne, che è in un grande momento di forma ma lamentava un fastidio al ginocchio destro. Il numero 24 alla fine ha giocato titolare ed è stato decisivo per il risultato. In difesa bisognava fronteggiare la squalifica di Koulibaly, rimpiazzato da Chiriches, e si è presentato di nuovo il problema della sostituzione di Ghoulam. Alla fine Sarri ha tenuto Mario Rui a riposo, schierando Hysaj a sinistra a piede invertito e Maggio a Destra. Anche a centrocampo c'è stato un piccolo turnover, con Diawara al posto di Jorginho e Zielinski al posto di Allan. Meno dubbi di formazione per Paolo Fonseca, che ha schierato la formazione titolare, fatta eccezione per lo squalificato Srna, sostiuito da Butko.

Lo Shakhthar è una squadra difficile da affrontare
Come successo all’andata, il Napoli ha trovato diverse difficoltà a giocare il pallone all’interno del blocco difensivo ucraino. Il 4-2-3-1 di Fonseca si riorganizza in un 4-4-2/4-4-1-1, mettendo in mostra una grande organizzazione, facilitata da giocatori dinamici che sanno sempre cosa fare. Oltre alla precisione degli scivolamenti laterali della difesa a zona, a mettere in difficoltà la penetrazione del Napoli è stata la peculiare struttura della linea di centrocampo dello Shakhtar.
I centrocampisti di Fonseca non si sono mai mantenuti esattamente allineati. Fred, schierato sul centro-destra, ha tenuto un atteggiamento difensivo proattivo, lasciando la propria posizione per pressare la costruzione sul lato sinistro del Napoli. Stepanenko, al contrario, è stato più prudente: la sua intelligenza tattica è stata determinante nel controllo dello spazio tra le linee, soprattutto nel primo tempo, quando il Napoli non è quasi mai riuscito a penetrare sulla trequarti.
Con la coppia di pivote dello Shakhtar sempre disallineata, era Taison a funzionare da equilibratore dello schieramento. Visto che gli ospiti non portavano praticamente mai pressione sui centrali azzurri, Taison si posizionava a cavallo della metà-campo, abbassandosi per compensare la posizione più bassa di Stepanenko e le uscite sul portatore di palla di Fred. I due brasiliani e il mediano ucraino si distribuivano su tre diverse linee orizzontali pur mantenendosi relativamente vicini in verticale. Questo permetteva di conservare la compattezza globale del blocco, offrendo al contempo un numero inferiore di linee di passaggio rispetto ad un blocco con linee relativamente piatte.
In questo scenario tattico, spesso i difensori del Napoli si sono ritrovati a dover giocare il pallone in fascia già nelle fasi iniziali dell’inizio azione, dovendo quindi fare i conti con tutte i limiti strategici che ne derivavano. Primo fra tutti le mancate sovrapposizioni dei terzini, ritrovatisi più bassi del previsto, obbligati a offrire un’opzione di passaggio diagonale ai centrali.

Il “disallineamento” di Taison, Fred e Stepanenko azzera le linee di passaggio in zona centrale per i difensori del Napoli, congestionando lo spazio tra le linee. Chirches è costretto a cercare Insigne, con il pallone mosso in fascia ben prima del solito.
Limitando le opzioni per un avanzamento del gioco in zona centrale, lo Shakhtar ha ridotto le opportunità per Hamsik, Zielinski, ma soprattutto Mertens, di ricevere palla tra le linee: la pericolosità del Napoli ne ha ovviamente risentito, tanto che nel primo tempo sono stati probabilmente gli ospiti ad andare più vicini al vantaggio.
Oltre ad una sapiente e studiata limitazione del gioco avversario, lo Shakhtar ha mirato a giocare un possesso palla solido. Salvo situazioni di oggettiva impossibilità, Pyatov e i centrali non hanno mai rinunciato a giocare il pallone corto, utilizzando “pattern” di gioco simili a quelli dell’andata, come il passaggio dall’estremo difensore al terzino sul lato debole. La situazione di classifica del resto non suggeriva alcuna fretta. La circolazione bassa è stata quindi principalmente orizzontale, ma non sono mancate situazioni in cui la squadra di Fonseca è uscita in maniera brillante anche in verticale.

Rakitskyi è pressato da vicino da Mertens, ma il centrale di Fonseca non si scompone e con una precisa verticalizzazione che super ben 6 avversari, riesce a raggiungere Taison che gioca di prima per Bernard costringendo tutto il Napoli a ripiegare all’indietro.
Spesso Stepanenko si è proposto basso di fronte, se non in mezzo, ai centrali per ristabilire la parità numerica davanti a Insigne, Mertens e Callejón in pressing. I terzini larghi si alzavano quel tanto che basta per rimanere un’opzione sicura per il calcio di Pyatov, mentre Bernard e Marlos tendevano a stringere in mezzo al campo per offrire linee di passaggio progressive. La struttura efficiente, la volontà di giocare il pallone da parte di tutti e il relativo spessore tecnico degli uomini in campo ha dato al possesso dello Shakhtar l’efficacia necessaria per disinnescare a più riprese il dispendioso pressing del Napoli.
Il Napoli si è sbloccato nel secondo tempo
La partita era tutt’altro che semplice, ma al rientro degli spogliatoi il Napoli si è presentato in campo con un altro atteggiamento. Innanzitutto, dal centrocampo in su c’è stato molto più movimento e rotazioni, fondamentali per disordinare uno schieramento organizzato come quello ucraino. Anche i terzini si sono proposti con più frequenza in avanti, visto che il cronometro ha costretto difensori e centrocampisti a percorrere linee di passaggio più rischiose. Ed è proprio così che il Napoli ha sbloccato la gara.
In una delle poche occasioni in cui Stepanenko ha perso di vista lo spazio alle sue spalle, Albiol ha verticalizzato in mezzo ai centrocampisti dello Shakhtar per raggiungere Mertens che di tacco ha giocato su Hamsik. Lo slovacco ha allargato la palla su Insigne, isolandolo nell’uno contro uno contro Butko. La rapidità di esecuzione della combinazione degli azzurri ha costretto il blocco avversario a scivolare ed indietreggiare allo stesso tempo, disorganizzandolo. Il resto lo ha fatto la prodezza tecnica di Insigne che non solo ha superato il terzino, ma anche l’accorrente (e di conseguenza fuori equilibrio) Fred, prima del suo tiro all’incrocio dei pali. Un gol straordinario, in cui bisogna sottolineare la capacità di Insigne di calciare con forza un pallone che gli rimane molto vicino al corpo, con l'inerzia della corsa che andava leggermente all'indietro.
Dopo il gol del Napoli, lo Shakhtar, pur non sbilanciandosi eccessivamente in avanti, si è disunito e non è riuscito a proporre la stessa compattezza in fase difensiva della prima frazione, con uscite dalla propria posizione nel blocco troppo frettolose. D’altronde l’1-0 già di per sé complicava le cose allo Shakhtar, a quel punto costretto a non perdere con il Manchester City dei record, all’ultima giornata.
¡Menudo toque de Mário Rui, jugador del @sscnapoliES! 🔥🔥🔥#UCL #Jugón pic.twitter.com/Nrf0t23pID
— Liga de Campeones (@LigadeCampeones) 21 novembre 2017
La sicurezza del Napoli nel secondo tempo anche in questa giocata incredibile di Mario Rui.
Persa la compattezza che era stata la chiave della vittoria dell’andata e del favorevole primo tempo, la squadra di Fonseca ha sofferto l’urto del Napoli. I calciatori dello Shakhtar si sono anche innervositi e sono aumentati anche gli errori in costruzione, con i difensori che non riuscivano più a uscire dal pressing con la stessa facilità. Sarri si è potuto persino permettere di richiamare Insigne in panchina, schierando Allan da mezzala destra e avanzando Zielinski nel tridente. In uno scenario tattico finalmente propizio il Napoli si è rilassato attaccando con spazio e in velocità. Proprio con un rapido uno-due giocato quasi alla cieca da Zielinski e Mertens è arrivato anche il 2-0: un altro gol di pregevole fattura, in cui bisogna sottolineare l'istinto di Mertens nell'assist, che conferma la sua grande vena creativa e non solo realizzativa. In chiusura di gara Mertens, di testa dopo la respinta di Pyatov, ha arrotondato il risultato, ribaltando completamente la situazione degli scontri diretti e della differenza reti.
Dopo un primo tempo paziente, per non dire deludente considerate le aspettative, il Napoli ha trovato il modo di “scassinare” il blocco difensivo dello Shakhtar. Ora si deciderà tutto all’ultima giornata: in Olanda contro il Feyenoord la squadra di Sarri dovrà assolutamente vincere, pregando che il City di Guardiola non arresti la propria marcia inarrestabile proprio contro gli ucraini.