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Daniele V. Morrone
La forza del Napoli è nel triangolo Osimhen-Kvara-Zielinski
04 ott 2023
04 ott 2023
Le cose migliori nella combattuta sconfitta contro il Real Madrid sono arrivate dalla loro connessione.
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Daniele V. Morrone
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IMAGO / Insidefoto
(foto) IMAGO / Insidefoto
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Al fischio finale della sconfitta del Napoli contro il Real Madrid gran parte dello Stadio Diego Armando Maradona si è alzato in piedi ad applaudire. Non come omaggio alla squadra in bianco, che ieri in realtà era in nero, ma come segno di gratitudine verso la squadra di Rudi Garcia, che evidentemente nonostante la sconfitta ha mostrato qualcosa che è piaciuto ai tifosi. Questo momento sarebbe poco comprensibile senza conoscere il delicato inizio di stagione del Napoli, tra risultati altalenanti, prestazioni poco ispirate e frizioni tra Osimhen e Rudi Garcia, e probabilmente anche la dirigenza. Ieri invece il Napoli è sembrato perdere per quei famosi dettagli che in Champions League fanno la differenza, soprattutto una serie di errori individuali che hanno facilitato la vita alla squadra di Ancelotti. Il rapporto mefistofelico del Real Madrid con la Champions League porta la "Casa Blanca" a rendere ogni errore avversario molto più grande di quanto non sembra, sfruttandolo per portare la gara dalla propria parte. Il modo in cui il Napoli è riuscito a prendere in mano la partita dopo un primo tempo in parte sfortunato è stato comunque un buon segno, in un inizio di stagione in cui la squadra di Garcia ha fatto vedere più ombre che luci. Il Napoli ci ha messo un po’ a capire come affrontare il sistema di Ancelotti, che sfruttava la difesa non troppo alta avversaria (rispetto alle intenzioni del pressing) per permettere a Bellingham di ricevere tra le linee. Proprio il numero 5 inglese, con il suo talento e la sua posizione ibrida in campo (parte esterno sinistro per ricevere palla da trequartista), è stata la spina nel fianco del Napoli in tutto il primo tempo, principalmente partecipando ai due gol. Nel primo caso intercettando un passaggio di Di Lorenzo a Lobotka e servendo poi Vinicius, e nel secondo caso partendo in conduzione dallo spazio lasciato libero a centrocampo dal Napoli tra Lobotka e Anguissa. Se il primo è un errore chiaro, di lettura con la palla per la precisione, il secondo è invece uno di quei casi in cui distinguere i meriti di Bellingham dai demeriti del Napoli è più difficile. Certo, l'azione del numero 5 è stata straordinaria, ma forse Anguissa avrebbe potuto spendere il cartellino trattenendolo per la maglia e Østigård essere un po' più concentrato nell'uno contro uno invece di affrontarlo in maniera piatta. Il Napoli comunque non ha brillato nell'approccio alla partita. Lo ha detto anche Anguissa ai microfoni di Canal+: «È stata una partita equilibrata. Nel primo tempo non eravamo il solito Napoli, ma nella ripresa abbiamo fatto vedere quello che sappiamo fare». Forse il centrocampista camerunese si riferisce alla fretta con cui la squadra ha cercato di verticalizzare, di liberarsi del pallone. In un contesto caotico, però, Osimhen non è riuscito a giocare palla in maniera pulita, e Kvaratskhelia ha ricevuto molto isolato largo a sinistra. La squadra di Rudi Garcia, in generale, non è riuscita a connettere i suoi talenti migliori e ha finito per attaccare con troppi pochi uomini per creare pericoli oltre ai cross in area. Era difficile immaginare che, dopo un primo tempo simile, il Napoli potesse mostrarci i migliori minuti in stagione. L’ha sottolineato lo stesso Rudi Garcia a fine partita: «

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