Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Venti secondi di Musetti dopo due ore di pausa
14 mag 2025
Contro Medvedev una situazione con pochi precedenti nella storia.
(articolo)
6 min
(copertina)
Foto IMAGO / IPA Sport
(copertina) Foto IMAGO / IPA Sport
Dark mode
(ON)

Intorno alle 16.30 su Roma il cielo si fa nero e l’oscurità diventa drammatica, mescolata col marmo neoclassico del Foro. Una cupezza che ricorda certe storie torve del Codice Da Vinci, o la fotografia di Joe Wright in M. il Figlio del secolo. Un clima strano da associare a un campo da tennis, sport che si gioca all’aperto, sotto al sole, e che a Roma è programmato per godere di alcuni dei giorni più gloriosi della primavera mediterranea.

Musetti è in maglietta senza maniche addirittura, ed è al servizio. Vincendo quel game, vincerebbe la partita e batterebbe per la prima volta in carriera Daniil Medvedev. Un’altra prima vittoria contro un grande giocatore delle ultime settimane, in cui Musetti ha battuto per due volte Tsitsipas dopo averci perso per cinque partite di fila.

Musetti è al servizio e ha davanti un game insidioso perché Medvedev vuole lottare. Aumenta il ritmo dei colpi da fondo e mette pressione all’italiano. Iniziano a cadere le prime gocce e la pressione aumenta, Medvedev vuole fargliela sentire. Se non avesse chiuso quel match velocemente, se avesse subito il break, Musetti sarebbe andato incontro a un’interruzione per pioggia, che notoriamente nel tennis tende a rimescolare tutti gli equilibri. Sul 30-30 la pioggia diventa pesante, sugli spalti si aprono gli ombrelli, le persone si muovono ormai incuranti di non disturbare il gioco. La partita entra in una condizione incerta. Sul campo la terra stinge verso il grigio bagnato, le gocce sono grandi e Musetti stringe gli occhi mentre deve servire. Quando si lancia la pallina in alto può concedersi solo una breve occhiata. Il punto inizia e il rumore della pioggia sull’argilla rossa copre quello dei colpi. Sul campo sempre più pesante la palla non penetra, il tennis è una palude in cui Medvedev dovrebbe essere teoricamente a proprio agio.

Ora, come sappiamo, Musetti non è esattamente un cuor di leone. Non è un tennista celebre per la propria mentalità. Anzi, si può dire che l’amore e il piccolo culto che lo circonda abbia a che fare col suo contrario, cioè con un certo istinto a perdere le partite più impossibili. Una fragilità che si abbina bene col suo tennis etereo, anche se espressa in maniera spesso poco eterea.

E insomma la situazione sembra essersi apparecchiata proprio per far perdere a Musetti questa partita, facendogli sfuggire questa vittoria importantissima contro un tennista forte in un torneo in cui teoricamente ha tutto per fare bene - e che proprio per questo gli ha sempre riservato poche gioie.

La risposta di Medvedev è profonda e centrale e sembra costringere Musetti sulla difensiva. Il russo però su un campo così pesante fa ancora più fatica del solito a trovare dei colpi penetranti, allora Musetti riesce a prendere il controllo dello scambio col dritto dal centro. Un dritto che nelle ultime settimane è ingrassato, si è appesantito, e adesso è diventato un colpo di comando. Medvedev accorcia un po’ troppo la traiettoria, Lorenzo si fa avanti e accarezza la palla. Sul campo bagnato la palla corta muore dall’altra parte della rete senza quasi rimbalzare. Musetti esulta, è matchpoint, ma l’arbitro a quel punto richiama i giocatori: la partita è sospesa.

È un momento assurdo dentro cui facciamo fatica a trovare una logica. Fino a quel momento sembrava che l’arbitro volesse trascinare la partita a qualunque costo verso la fine, e ora che Musetti ha matchpoint la interrompe. Perché su quel punto e non sul punto prima? Non c’è un momento perfetto per interrompere una partita di tennis per pioggia. Su cemento ci si ferma alle prime gocce, perché il campo diventa troppo pericoloso; su terra ci si può trascinare un po’ di più e l’impressione è che in quel momento l’arbitro abbia provato a terminare il match fino all’ultimo momento possibile - rinunciando proprio quando ormai la situazione stava diventando surreale, e il tennis non era più tennis.

I giocatori infilano le racchette nei loro grossi borsoni e rientrano negli spogliatoi. Non si capisce quanto durerà. Le previsioni dicono che dovrebbe piovere su Roma almeno fino alle 18.30. È una situazione quasi senza precedenti. Quasi. Nel 2012 una sfida tra Federer e Nadal a Indian Wells fu interrotta per pioggia con una dinamica estremamente simile. Federer vince il punto sul 30-30 e poi l’arbitro scende e dalla sua torre e decide di interrompere la partita. In quel caso però la pausa dura poco e quando si rientra in campo Federer si esibisce in una delle sue dimostrazioni di controllo assoluto. Si toglie la giacca, si piega i capelli dietro la fascia azzurra e serve un ace esterno.

Nonostante a volte faccia di tutto per farci pensare che lo sia, però, Musetti non è Federer. Il gioco resta fermo per due ore e mezza. Cosa ha fatto per tutto quel tempo? Ha immaginato “centomila volte l’ultimo punto”. In certi momenti la pioggia sembra smettere, gli ufficiali del torneo gli dicono di prepararsi, ma poi gli dicono di aspettare ancora. Per due ore chi ha seguito la partita ha fatto le sue cose. Al Foro Italico hanno passeggiato per l’impianto, buttato un occhio ai doppi, mangiato un costosissimo gelato. Il resto delle persone ha continuato a lavorare, aggiornando compulsivamente la pagina delle news; chi era a Roma guardava il cielo, magari organizzava il rientro dal lavoro, comprava cose per la cena, calcolava i tempi.

D’altra parte sembra una situazione ideale per un guastafeste come Medvedev, che pare esaltarsi nelle situazioni scomode e oblique. Medvedev che ha avuto tutto il pubblico contro, spesso oltre i limiti della decenza, e che poco prima dell’interruzione per pioggia ci aveva litigato col suo stile teatrale.

Fino a quel momento la partita era stata dura ma aveva espresso chiaramente il giocatore migliore, ovvero Lorenzo Musetti, che dopo un inizio contratto aveva giocato una ventina di minuti di tennis semplicemente celestiale. Nel tennis però questo tipo di equilibri cambiano in fretta. Figuriamoci dopo un’interruzione di oltre due ore per pioggia.

«Ci sono state tante emozioni da gestire» ha detto Musetti, che è rientrato in campo con una maglia di colore diverso, quindi senza scaramanzia, per affrontare quell’ultimo punto. Prima i giocatori si sono scaldati, hanno provato i dritti e i rovesci per giocare quell’ultimo punto. Perché comunque avrebbe potuto non essere l’ultimo punto, e quanto ancora sarebbe durata quella partita, quanti altri punti si sarebbero potuti giocare?

Musetti non ha il servizio di Federer e non può tirare un ace. Ma ha un ottimo servizio, che nelle ultime settimane sta funzionando decisamente meglio del solito e ieri ancora meglio. Però sbaglia la prima. La seconda è corta e centrale, ma Medvedev è sempre passivo e così lo scambio comincia timidamente. Lorenzo gioca un paio di back tremebondi, che non fanno ben sperare, quando però lo scambio passa sul suo dritto, cambia energia. Si mette a comandare con un inside-out profondo, angolato, pesante. Medvedev, che è uno degli artisti difensivi del circuito, si para dal primo, ma poi subisce il vincente sul secondo. Ha vinto la partita. Musetti dice qualcosa al suo angolo, probabilmente qualcosa che ha a che fare col suo coraggio, la sua concentrazione, forse pure la sua virilità.

Il match, dopo l’interruzione, è durato in totale venti secondi e non è stato semplice non collegarsi troppo tardi. La stranezza di questo sport in cui il tempo è incredibilmente relativo e le partite possono assumere forme sempre imprevedibili. Fattori di cui talvolta Lorenzo Musetti non è riuscito a venire a capo. Ora però qualcosa sembra essere davvero cambiato nella sua testa. Ieri ne è stata una piccola ma significativa dimostrazione.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura