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Ce la farà Musetti a raggiungere le Finals?
04 set 2025
Cosa ci ha detto a riguardo la netta sconfitta agli US Open con Jannik Sinner.
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8 min
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IMAGO / ABACAPRESS
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Nel tennis non è certo una novità che un campione domini contro i suoi connazionali. L’esempio più eclatante è quello di Rafael Nadal, che ha chiuso la carriera con un incredibile 138-22 contro tennisti spagnoli, un dato ancora più impressionante se si considera che all'epoca di prime Nadal la Spagna ha vissuto la sua epoca d’oro a livello tennistico.

Da questo punto di vista, i paralleli con l’età dell’oro del tennis italiano e Jannik Sinner non sono pochi. Il campione altoatesino ad oggi è imbattuto contro gli italiani e con la vittoria in tre set contro Lorenzo Musetti agli US Open, stanotte, ha alzato il conto ad un numero, uno dei tanti, francamente impressionante: 16-0. Il record in teoria sarebbe “sporcato” da una sconfitta, arrivata nelle qualificazioni del Masters 1000 di Cincinnati del 2020 contro Salvatore Caruso, ma l’ATP non include le qualificazioni negli uno contro uno ufficiali. È possibile che anche solo questa statistica ormai influenzi gli incontri tra Sinner e gli altri tennisti italiani? Ha avuto un ruolo stanotte nella netta vittoria (6-1 6-4 6-2) contro Musetti?

Non è facile rispondere, ma va detto che persino Novak Djokovic, il tennista che ha fatto della solidità mentale il suo punto di forza, sembra soffrirla un bel po’ ultimamente. La fama, l'aura di Sinner, va a braccetto con il suo gioco, che sembra togliere l'aria ai suoi avversari. «Jannik ha un tennis opprimente», ha detto Musetti alla fine della loro partita. «Ha una profondità incredibile, è solidissimo e concede pochissimo dal fondo. Ti fa alzare i giri e ti porta fuori giri. Ho sbagliato anche tanto per quello, perché ti porta ad alzare l'asticella e appunto tendi ad andare fuori giri».

COM'È ANDATA LA PARTITA
Musetti è sembrato completamente in balia del suo avversario fin da subito, forse anche perché, per l'appunto, non sembrava del tutto sciolto a giocare un quarto di finale di uno Slam contro il numero uno del mondo. Non che Musetti non abbia vissuto situazioni del genere, ma, come ha detto lui stesso nell'intervista post-partita, la sessione serale dello US Open è caotica e la calma apparente con cui Sinner continua a dissezionare il tennis degli avversari non fa altro che farti tenere la testa sotto l’acqua.

Non è stata però una replica della sfida con Bublik, un altro che è uscito a pezzi dal confronto con Sinner. Il kazako neanche ha giocato malissimo ma si è innervosito dopo aver sfiorato l’armatura di Sinner e ha cominciato a sparacchiare nella speranza di fare punto.

Dopo un primo set in cui Musetti ha messo poche prime in campo ed in generale è sembrato frettoloso, invece, il tennista di Carrara è rientrato bene in partita e si è messo a far vedere tutti i progressi dell’ultimo mese con i colpi di inizio gioco. Il servizio è stato “in prova” per tutto lo US Open e i risultati sembrano essere stati ottimi. Il tennista italiano ha avuto una buona resa, soprattutto con la prima, per tutto il torneo con dei cambiamenti apparentemente marginali sulla meccanica del servizio, che però confermano come lui e il suo coach, Simone Tartarini, non abbiano paura a provare cose nuove.

Se prima Musetti partiva con il piede destro alzato e da lì partiva per un movimento molto dinamico, durante lo Slam americano è partito con entrambi i piedi saldamente a terra e un movimento molto più rigido del servizio, con molta meno proiezione in avanti e praticamente da fermo. Forse il suo team credeva che Musetti perdesse troppa energia con i tanti movimenti del servizio precedente? In ogni caso è sembrato un bel passo in avanti.

Sebbene il punteggio racconti di un 6-2 è stato il terzo set quello in cui Musetti è sembrato riuscire di più a contestare una partita poco combattuta. Sei palle break, di cui due consecutive ad inizio set (quando era già stato breakkato in avvio) e la sensazione, riscontrata dal carrarino stesso, che si sarebbe potuto fare di più.

Stiamo parlando di inezie, ovviamente, perché il Sinner visto in questa parte di US Open è un avversario invalicabile per chiunque al di fuori di Alcaraz. Il ritmo impressionante imposto da fondocampo dall’altoatesino è la kryptonite di tennisti come Musetti, che ha provato a spezzare il giogo di Sinner con le sue variazioni ma non ha trovato particolare successo con il back. Un matchup che è anche abbastanza un barometro delle tendenze del tennis moderno: un tennista raffinato, che fa dei cambi di ritmo e degli angoli il cuore del suo gioco, e che comunque esprime una buona velocità di palla, è semplicemente un peso piuma rispetto a tennisti come Sinner e Alcaraz.

C’è sempre l’annosa (e famigerata) questione della posizione in campo di Musetti, che ritorna sempre quando si parla del suo gioco. In certi momenti Musetti diventa infatti troppo passivo e si lascia trascinare dalla comfort zone del “campo profondo”, ma i miglioramenti tecnici soprattutto sul lato del dritto (non armonioso esteticamente ma efficace) gli permettono di trovare grande profondità anche da questo tipo di posizioni. Se sarà necessario avanzare ancora, soprattutto sul veloce, per provare a colmare la differenza con i pesi massimi è presto dirlo, e da questo punto di vista vengono naturali alcuni paragoni con Gael Monfils. Sul cemento sicuramente sarebbe un beneficio, ma nel tennis moderno delle traiettorie cariche è molto meno importante di quello che si pensi.

LA CORSA DI MUSETTI PER ENTRARE NELLE FINALS
Certo, i top assoluti del cemento come Sinner, Djokovic e Alcaraz giocano molto vicino alla riga, ma questo anche perché hanno delle caratteristiche tecniche che gli permettono di farlo. Si può essere competitivi anche giocando (o rispondendo) lontano dalla riga, ma a questo livello ciò richiede un'evoluzione ulteriore soprattutto per quanto riguarda la modulazione e la velocità della palla. In questo Musetti ha già fatto un passo in avanti, e la classifica lo testimonia, ma com'è noto più si sale più i gradini sono alti. Insomma, se vuole entrare a far parte dell’élite, e rimanerci, Musetti deve migliorare ancora di più nei colpi d’inizio gioco, con la seconda di servizio che (molto più della posizione in campo) è il suo vero tallone d’Achille quando gioca con i top player.

Per quanto riguarda Musetti rimane da chiedersi se quanto fatto finora basterà per qualificarsi per le ATP Finals di Torino. Prima dello US Open sembrava un treno piuttosto complesso da prendere, eppure il tennista italiano è all’ottavo posto della Race con un distacco minimo dal settimo. Il nono, a poca distanza, è Jack Draper, che però è alle prese con infortuni e potrebbe non guadagnare molto nel finale di stagione. Certo il finale di stagione, tra outdoor asiatico e indoor europeo, sembra sulla carta poco adatto alle caratteristiche di Musetti, ma va detto anche che l’anno scorso proprio su queste superfici è andato meglio di quanto non ci si aspettasse (per esempio la semifinale di Vienna).

Andrej Rublev, attualmente undicesimo, è distante più di 600 punti e la vera minaccia per la qualificazione potrebbe essere il redivivo Felix Auger-Aliassime, che sfiderà proprio Sinner per un posto nella finale dello US Open, e il cui tennis ben si sposa con il calendario ATP che arriverà nelle prossime settimane. Il canadese però è un tennista molto incostante, e non è detto che riesca a ripetersi su questi livelli, specialmente con la pressione di dover incamerare punti.

Le probabilità di avere due italiani alle Finals sono buone, anche se Musetti è leggermente sfavorito rispetto a De Minaur (settimo), Auger-Aliassime e Draper, ma se dovesse mantenere questi miglioramenti al servizio ci sono le possibilità di fare bene anche sul cemento asiatico ed europeo. In fin dei conti anche la sfida con Sinner era stata bollata come un massacro e ne è uscita fuori una buona partita, molto più equilibrata di quanto abbia detto il punteggio.

COSA ASPETTARSI DALLA SEMIFINALE DI SINNER?
Curiosamente Sinner parte sotto 1-2 negli scontri diretti con Auger-Aliassime, tutte sconfitte arrivate nel 2022 quando l’italiano era ancora in costruzione e il canadese nel miglior momento della sua giovane carriera. L’ultima sfida è stata poco meno di un mese fa a Cincinnati, con Sinner che ha lasciato due game al suo avversario nei quarti di finale.

Auger-Aliassime è reduce da una run che non sembrava più in grado di poter fare, anche se il quarto di finale con De Minaur è stato simile a una partita di ciapanò, tra due tennisti che sembravano spaventati dalla prospettiva di una semifinale Slam. L’eccezionalità di Sinner è tale che se finisse in quattro set per il tennista italiano sarebbe quasi un brutto segnale in vista della finale contro uno tra Novak Djokovic e Carlos Alcaraz. Come riportato dal giornalista portoghese José Morgado, dalla palla break salvata nel terzo set contro Denis Shapovalov (che era la palla del doppio break), Sinner ha vinto 36 dei successivi 43 game. Sono numeri da videogioco, che però rendono bene l’idea di come l’italiano abbia cambiato marcia dopo la sfida con il tennista canadese, di cui ormai sembra riuscire a leggere il servizio.

Questa volta Sinner potrà godersi il lusso dell’attesa - dell'attesa di Alcaraz cioè - e con una semifinale decisamente più semplice rispetto al suo rivale spagnolo. Per quanto visto finora non è lesa maestà, se non alla scaramanzia, dire che Sinner parta favorito, anche perché Alcaraz sembra soffrire di più rispetto a Sinner, tecnicamente e mentalmente, il campione serbo - e chissà che Djokovic, arrivato per una volta con poco chilometraggio al grande appuntamento, non possa fargli addirittura un bello scherzo.

Se poi dovesse battere entrambi, condizione ormai necessaria per vincere uno Slam, sarebbe un’altra pagina di leggenda. Il Sinner visto finora lascia però ben sperare per il tennis italiano, come se un quarto di finale Slam tutto italiano non sia stato già un sogno ad occhi aperti.

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