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I movimenti di mercato più assurdi della settimana
02 set 2025
Alla fine l'entropia ha fatto i botti.
(articolo)
8 min
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E quindi si è chiusa un'altra estate di calciomercato. È stata una sessione lunga, malmostosa, piena di intrighi, rilanci, discussioni, trattative saltate. Anche quest’ultima settimana ha avuto il suo moto ondoso, è iniziata lentamente per poi accelerare negli ultimi giorni, quando le squadre hanno iniziato a sentire la pressione della fine imminente. Per noi fan dei movimenti assurdi è stata una grande settimana, non possiamo negarlo, una settimana in cui soprattutto la Serie A l’ha fatta da padrone. La lista che trovate qui sotto non è neanche del tutto esaustiva, avremmo potuto continuare a inserire nuovi acquisti del Verona o della Cremonese, ma anche - se ci pensate - il modo rocambolesco con cui il Milan è arrivato a Rabiot o tutta la storia di Nicolas Jackson che rifiuta di tornare col suo jet privato a Londra dopo essere stato richiamato dal Chelsea.

Non che tutto sia finito: in alcuni Paesi il calciomercato è ancora aperto, e poi ci restano gli svincolati. Noi chiudiamo qui, con questa puntata, ma le assurdità del mercato continuano a circondarci: ci rivediamo a gennaio, sperando che sia ancora grande calciomercato a caso.

JAMIE VARDY ALLA CREMONESE
Onestamente: che cazzo!? Questa stagione di trasferimenti assurdi, a occhio, ci era sembrata leggermente meno random delle ultime stagioni, ma Jamie Vardy alla Cremonese cambia tutto, siamo nell’iperuranio dei trasferimenti assurdi, nella mitologia del casuale. Vardy è stato il simbolo della classe operaia inglese che va in paradiso, è stato capace partendo dalle retrovie di arrivare in cima, e per cima non si intende solo lo storico titolo vinto con il Leicester, ma anche le sue prestazioni, il suo talento, che gli ha permesso di essere il secondo miglior centravanti inglese della sua generazione, dopo Kane, uno dei migliori della Premier League, il miglior campionato al Mondo.

A fine maggio aveva lasciato il Leicester dopo 13 anni e lo score rotondo di 200 gol in 500 partite, sembrava dovesse attenderlo qualche esilio dorato o il ritiro, anzi sembrava proprio un ex-giocatore. Come è finito alla Cremonese? Qui poi si fa confusione tra classe operaia e provincia, soprattutto una provincia come Cremona, elegante, borghese, silenziosa. L’idea è fare di Vardy una specie di simbolo, come il lago di Como per Como. Vardy sindaco in pectore di una città che forse vuole farsi conoscere al mondo, in un momento storico in cui il turismo e il calcio sono più vicini che mai. Poi c’è il campo. Staremo a vedere: è difficile immaginare uno come Vardy svernare sulle rive del Po, ma è anche difficile immaginare il contributo di un centravanti di 38 anni che ha sempre fatto dell’intensità il suo tratto distintivo. Comunque vada, per noi spettatori neutrali, sarà un successo.

RAUL ALBIOL AL PISA
È bello rivedere Raul Albiol in Italia, certo ci siamo dovuti ricordare che era ancora un calciatore in attività, ma - se fate uno sforzo - solo tre anni fa Albiol la spiegava fino in semifinale di Champions League, ed eravamo a dire che era lui il segreto di qualunque coppia difensiva di successo. A 39 anni viene dalla prima stagione dopo 14 anni ad aver giocato meno di 25 partite: magari non un buon segno, ma: che mostro. Il suo carisma mi sembra sia solo aumentato con l’età, la barba leggermente imbiancata, la faccia dura e abbronzata di chi lavora all’aperto.

Questa comunque la sua forma fisica al 15 agosto: c’è di peggio.

Per il Pisa avrà una specie di doppio ruolo, un po’ difensore centrale-un po’ maestro di una squadra giovane e inesperta. Un ruolo che sembra calzargli a pennello: Raul Albiol ti insegna come si difende, ma soprattutto ti insegna la vita, nel senso più olistico del termine. Per i giocatori del Pisa sarà sicuramente una bella esperienza, per la loro stagione vediamo: male non può fare. 

CALVIN STENGS AL PISA
Altro acquisto del Pisa, all’opposto nello spettro del surrealismo. Calvin Stengs era una delle promesse più interessanti del calcio pre-pandemico, poi si è smarrito in una folata di vento. Difficile dire cosa sia andato storto, o abbastanza storto da farlo finire al Pisa in prestito con diritto di riscatto. Stengs è ancora forte? Lo è mai stato? La sua cartella medica degli ultimi anni lascia dubbi nebulosi a riguardo.

In ogni caso non possiamo rispondere a queste domande ora, ma la risposta arriverà, ed è uno dei motivi per cui la Serie A merita di essere seguita tutta, dalla lotta per lo Scudetto a quella per non retrocedere.

GIFT ORBAN AL VERONA
Siamo più o meno nello stesso campionato di Stengs, ma con una sfumatura ancora più evidenziata di dissonanza. Il Verona negli ultimi anni aveva fatto il suo mercato dei centravanti veramente con i dadi, in senso buono immagino, andando a cercare sperduti numeri 9 da provare a valorizzare per fare il colpaccio. Anche quest’anno sembrava voler fare così, puntando su Giovane, arrivato dal Brasile senza un briciolo di quella fama che segue i prospetti di quella terra. Poi però è arrivato Gift Orban. Che dire? In una stagione e mezzo col Gent a vent’anni appena compiuti aveva segnato tanto e in tutti i modi, e sappiamo che di solito sono questi i giocatori che fanno strada.

Orban però dopo il passaggio al Lione e poi all'Hoffenheim è tornato sulla terra, subendo l’impatto con dei campionati dove forse fare gol è più difficile. Ora arriva in Serie A, il campionato dove, per definizione, fare gol è quasi impossibile. Orban ha solo 23 anni e quindi boh: potrebbe essere arrivato troppo presto, oppure forse è già troppo tardi. Con questi calciatori non si può mai davvero dire ed è per questo che finiscono in questo spazio di assurdità e surrealismo. Noi, comunque, lo seguiremo.

AL-MUSRATI MOATASEM AL VERONA
Chi di voi in questi anni ha seguito il Braga, o più recentemente il Besiktas, in Europa, si ricorderà di questo centrocampista centrale gigante, un po’ compassato ma sempre molto preciso col pallone e ordinato. Al-Musrati arriva al Verona così, all’improvviso, con l’idea di essere il filtro tra una difesa ballerina e un attacco tutto da vedere. È nato in Libia, e con l’esordio contro la Lazio ha già dimezzato lo svantaggio da Al-Saadi Gheddafi (sì proprio lui) come terzo libico per presenze nella storia della Serie A. Raggiunto Gheddafi (2 presenze) c’è Muntasser (4 presenze col Treviso nel 2005/06) e poi il leggendario Ahmad Benali a 61.

FEDERICO BARBA AL PERSIJA JAKARTA
Nuova vita per Federico Barba, Prende e va a giocare in Asia, il difensore giramondo è pronto alla nuova sfida, Federico Barba riparte dall’Indonesia sono solo alcuni dei titoli degli articoli che riportano questa notizia, che ormai avrete capito. Federico Barba, un tempo una delle tante promesse italiane della difesa, poi alla fine l’anello che segue Luperto e Viti, se vogliamo metterlo in una scala Pokemon al contrario (e quindi Barba-Viti-Luperto), si è trasferito al Persija Jakarta. Barba aveva già fatto un passaggio in Germania, in prestito allo Stoccarda nel 2016, poi nel 2017 era diventato un giocatore dello Sporting Gijon in Spagna. La scorsa stagione, invece, a gennaio aveva lasciato il Como per andare a giocare in Svizzera, nel Sion. Nel mezzo si è anche laureato in diritto ed economia delle imprese presso l’Università telematica Giustino Fortunato, per poi prendere la Laurea Magistrale in Organizzazione e gestione dei servizi per lo sport e le attività motorie e un Master in Business Sport Management. Oltre ad avere un attestato di social media manager e uno di team management di società di calcio, come scritto sulla sua pagina Linkedin.

Quindi sì, Barba come giocatore da esteri, ma in una dimensione prettamente europea e capitalista. Il salto in Indonesia si può inserire in questo contesto? L’Indonesia come nuova frontiera delle opportunità di crescita personale e imprenditoriale? O come crescita umana e spirituale? L’Asia ormai è un misto delle due cose e ogni uomo che va lì deve cercare la sua strada.

SAMUELE MULATTIERI AL DEPORTIVO LA CORUNA
Un trasferimento dalle forti Samuele Longo vibes, e non lo diciamo con un'accezione negativa. Certo, Mulattieri avrà accettato di trasferirsi in Serie B spagnola per rilanciarsi, come si dice, ma sarebbe bello se si creasse un piccolo culto intorno a lui in Spagna, fatti di gol all'ultimo minuto, esultanze da pazzi, abbracci con i tifosi. Samuele Longo, forse lo ricorderete, giocò, tra le altre, con Espanyol, Rayo Vallecano, Girona, Tenerife, Huesca e proprio Deportivo La Coruña, e se immaginassimo la carriera di Mulattieri come il suo palindromo alla fine sarebbe così male? Il calcio strasborda di narrazioni di grandezza, ma le sue radici corrono in orizzontale, nella periferia del Vecchio Continente. Chissà che per Mulattieri - cresciuto allo Spezia e trasferitosi per una breve parentesi all'Inter, in cui chissà cosa avrà sognato - questo non si trasformi in un futuro più romantico di quello che ci aspettavamo per lui in Italia.

ALEXIS SÁNCHEZ AL SIVIGLIA
Ce l’eravamo dimenticati, ma fino a due giorni fa Alexis Sanchez era ancora un giocatore dell’Udinese, una leggenda del club parcheggiata da qualche parte come quelle macchine d’epoca abbandonate in strada. Poi tutto è andato molto veloce: la rescissione consensuale del contratto e poche ore dopo la firma come nuovo giocatore del Siviglia. Il club allenato da Almeyda ha avuto problemi con il mercato per tutti questi mesi e poi negli ultimi giorni ha firmato Azpilicueta e Alexis Sanchez, forse dimenticandosi che è il 2025 e non il 2015.

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