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Redazione
I movimenti di mercato più assurdi della settimana
07 lug 2023
07 lug 2023
Per un Enner Valencia che va in Brasile c'è un Cristian Llama che torna in Sicilia.
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IMAGO / Action Plus
(foto) IMAGO / Action Plus
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Siamo arrivati a luglio, il mese in cui finalmente le trattative si sbloccano, in cui gli "ufficiale" possono essere scritti senza più alcun timore. E così Brozovic è davvero andato all'Al-Nassr, Arda Guler alla fine ha scelto il Real Madrid, Mason Mount il Manchester United, Azpilicueta - a sorpresa - l'Atletico Madrid sull'Inter, Jurren Timber ha messo un altro mattoncino sull'ambizione dell'Arsenal di vincere la prossima Premier League. Al di sotto dei grandi trasferimenti che fanno la sezione Sport di Google News, facce che costituivano il panorama calcistico europeo vengono trasferite in posti inaspettati, che poi è il senso di questa rubrica. All'orizzonte vediamo altri trasferimenti assurdi formarsi come nuvole, ma è ancora troppo presto. Siamo ancora solo alla prima settimana ufficiale di calciomercato, che comunque già qualche soddisfazione ce l'ha data. Enner Valencia all’InternacionalEnner Valencia è stato uno dei migliori giocatori dell’ultima stagione. Con la maglia del Fenerbahce ha segnato 33 gol di cui 29 in campionato, dove è stato il capocannoniere con uno scarto di 6 gol sul secondo, pur saltando alcune delle ultime partite. A dicembre con la maglia dell’Ecuador al Mondiale i gol sono stati tre in tre partite, una doppietta all'esordio assoluto della competizione trasudando il carisma di un eroe rivoluzionario. Non voglio dire che il Bayern Monaco, alla ricerca di un centravanti, avrebbe dovuto puntare su di lui, però, insomma, è difficile inserirlo nella categoria dei giocatori finiti che devono cercare di raccattare un ultimo contratto in giro per il mondo. Se, ad esempio, avesse scelto di andare a giocare in Arabia Saudita con un contratto faraonico avremmo anche capito, la scelta dell’Internacional invece è piuttosto controintuitiva.

O, almeno, lo è per noi eurocentrici, che pensiamo che l’obiettivo di un calciatore sia di spremersi al massimo per giocare nei nostri campionati, sgomitando lontano da casa, in calendari sempre più fitti, in squadre che cambiano idea al primo soffio di vento. Enner Valencia, scegliendo il Brasile e l’Internacional, sceglie un posto accogliente, che lo ha presentato come un idolo pagano, una tifoseria calda e un calcio più interessante e avanzato di quello che pensiamo noi. Sceglie anche di avvicinarsi a casa: Porto Alegre dove gioca e Esmeraldas dove è nato sono distanti solo 88 ore di macchina, mentre da Istanbul erano molte di più (in realtà, come potete immaginare, non si può fare in macchina. In ogni caso, è probabile, che Valencia userà l’aereo anche per tornare in Ecuador dal Brasile). Cristian Llama all’AkragasL'ultimo acquisto dell'Akragas è leggendario. Benvenuto Cristian LLAMA. Così è stato presentato l’ultimo acquisto dell’Akragas, squadra di Agrigento neopromossa in Serie D e che forse avete già sentito perché nelle sue file ha militato un giovanissimo Franco Battiato (sì, quel Franco Battiato). Se non vi ricordate di Llama, vi rinfreschiamo la memoria: arrivato al Catania nel 2007, ha esordito con Zenga in un momento in cui i calciatori argentini stavano iniziando a colonizzare il club siciliano. Un’invasione che toccherà il suo picco nella stagione con in panchina Simeone con 14 argentini in rosa, tutti fortissimi (Spolli, Carboni, Silvestre, Ledesma, Bergessio, Barrientos, Schelotto, Maxi Lopez, Izco, Papu Gomez, Andujar, Ricchiuti, Alvarez e, ovviamente, Llama). Filiforme, infaticabile, sinistro educato, di quella squadra Llama era forse uno dei meno talentuosi lì davanti, e infatti sarà quello con la carriera peggiore, ma è rimasto nel cuore dei tifosi. A Catania ancora ricordano un suo straordinario gol al volo contro la Sampdoria celebrato sobriamente da Simeone.

Dopo, un passaggio dimenticabile alla Fiorentina nella stagione 2012/13, Llama è tornato in Sudamerica per, apparentemente, sparire. In Italia però è tornato nel 2018, di nuovo al Catania, per giocare in C: 22 presenze e 0 gol in due anni non memorabili. Ora Llama torna in Sicilia, come se fosse attirato da questa terra come gli orsi dal miele. Prima di lui l’Akragas aveva messo sotto contratto Morimoto. Non so, magari anche voi ci vedete un pattern qui. Ben Brereton Díaz al Villarreal Ben Brereton Díaz era forse lo svincolato più appetibile di quelli che non avete mai sentito parlare. Nome da generale ottocentesco, carriera tra l’assurdo e l’improbabile ora è un nuovo giocatore del Villarreal. Nato a Stoke nel 1999, cresciuto nelle giovanili dello United, è considerato tra i migliori talenti inglesi di quegli anni, tanto da giocare e vincere da titolare l’Europeo U19 prima di assestarsi come giocatore di serie minori. Nel 2019, durante l’intervista di presentazione al Blackburn, gli chiedono un aneddoto curioso sulla sua vita. Lui risponde di essere «metà inglese, metà cileno. Questo vuol dire che posso giocare per la Nazionale cilena?». Questa frase viene ascoltata da Mark Hitchen che lavora per Football Manager e che cambia lo status di Ben Brereton Díaz sul videogioco dandogli la doppia nazionalità.Qui entra in gioco uno streamer cileno, che alcuni mesi dopo, cercando di mettere insieme i migliori giocatori cileni per la sua squadra in Football Manager scopre Brereton Díaz e il suo possibile passaporto cileno, facendo partire una campagna social con l'hashtag #BreretonALaRoja (intanto il giocatore stava facendo bene in Championship) diventata così virale da convincere lo staff tecnico del Cile a indagare. Qualche mese dopo Brereton Díaz è stato convocato dal Cile e ha risposto presente, diventando un idolo in Sudamerica, un po’ come successo con Lapadula, per aver preferito loro all'Inghilterra. Al momento ha 7 gol in 21 partite.

Nato centravanti, negli anni si è spostato sull’esterno, diventando una specie di uber-ala da campionato inglese: alta 190 centimetri, molto forte nei duelli, ma comunque con abbastanza tecnica per dribblare e tirare in porta. La scorsa stagione ha segnato 14 gol in 41 partite col Blackburn in Championship, non numeri eccezionali, ma è sicuramente un profilo interessante. Da vedere come funzionerà a un livello più alto, in un campionato sicuramente molto diverso e in una squadra dal gioco molto poco inglese. Giorgi Kvernadze al FrosinoneÈ stato come i cappelli alla pescatora, come i marsupi, come le Birkenstock: un giorno ci siamo svegliati e i giocatori georgiani erano diventati di moda. Pochi giorni fa la Georgia Under 21 è arrivata fino ai quarti di finale degli Europei, guardata dai principali scout europei come una sfilata di moda di Balenciaga, mentre sul calciomercato uno dei giocatori più desiderati è il portiere georgiano del Valencia, Giorgi Mamardashvili (che pare molto vicino al Bayern Monaco). Oggi se non sai cos’è un khinkali non sei nessuno. Cos'è che è diventato così affascinante di questo calcio che prima di Kaladze non saremmo stati capaci nemmeno di mettere su una mappa? Oggi sembra bastare una manciata di Z nel nome, una grande allitterazione di consonanti, una certa propensione per il dribbling nello stretto. E così approda in Serie A il terzo giocatore georgiano nell’arco di appena un anno, dopo Lochoshvili e soprattutto Kvaratskhelia - l’uomo che ha incendiato questa wave caucasica.

Il Frosinone, preso dalla FOMO, non si è voluto far trovare impreparato e ha preso l’uomo che come obiettivo nella vita sembra avere quello di imitare l’ala sinistra del Napoli. Giorgi Kvernadze, anche lui ala sinistra, solo una vocale di distanza dalle prime quattro lettere del cognome del suo idolo, era l’uomo che la Dinamo Batumi aveva scelto a gennaio per provare a colmare il vuoto lasciato da Kvaratskhelia. Non ha fatto in tempo a schierarlo che è arrivato un emissario del Frosinone disposto a tutto pur di mettere sotto contratto la propria ala georgiana. Con la Dinamo Batumi, Kvernadze si è fatto appena sette partite in cui non ha lasciato molte tracce, solo un assist. D’altra parte la sua carriera è talmente verde che è difficile dire oggi quale potrà essere il suo impatto con il calcio italiano. Più alto di Kvara, più lento, sembra più impacciato quando cerca di sgusciare tra un paio di avversari in dribbling. Sembra attratto dalla porta avversaria in maniera più diretta, avere dei buoni tempi di inserimento in area, ma chissà. Vedremo se di lui ci dimenticheremo come il blackberry, o se Kvernadze è qui per restare.

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