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I movimenti di mercato più assurdi della settimana
27 gen 2023
27 gen 2023
Nainggolan alla SPAL, ovviamente, ma non solo.
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Siamo quasi giunti alla fine di questa sessione invernale di calciomercato, e con esso finisce anche questa rubrica. Non è stato un gennaio semplice per le finanze già non floride dei club italiani (e non solo) e questo non poteva non avere un effetto sul calciomercato. Questo per paradosso è stata una fortuna per questa rubrica, perché quando non ci sono i soldi si è costretti a volare con la fantasia, e la fantasia dei direttori sportivi la conosciamo. Non a caso nemmeno questa settimana siamo rimasti a mani vuote con i trasferimenti assurdi, di seguito trovate i migliori. ___STEADY_PAYWALL___ Giannis Fetfatzidis alla SPALQuesta rubrica è diventato un grande “ma ve lo ricordate?”, nessuno però è più grande di quello per Giannis Fetfatzidis, il Messi greco. In patria si parla di lui fin dalla tenera età, in un crescendo che l’ha portato a esordire con la maglia dell’Olympiacos con Zico in panchina quando non aveva ancora vent’anni. Dopo tre anni è stato acquistato dal Genoa per 4 milioni di euro e il 25% sulla futura rivendita. Valutate voi che piega è stata per la sua carriera. In ogni caso, in quel momento, parliamo dell’estate 2013, Fetfatzidis è diventato il calciatore greco più caro a lasciare il campionato greco. In quella prima stagione, con Gasperini in panchina, il "Messi greco" si era messo poco in mostra, se non per un gol all’ultima giornata per regalarsi una vittoria contro la Roma. Anche in quella successiva si era visto poco, con l’allenatore che l’aveva anche provato come “falso nove” proprio come Messi, lui che come l’argentino non arriva al metro e settanta neanche con gli scarpini addosso. Neanche quello aveva funzionato e, allora, prestito di sei mesi al Chievo Verona (altro buco nell’acqua) e poi via, in Arabia, all’Al-Ahli SFC, quando ancora non era cool andarci (e soprattutto non ti pagavano 250 milioni l’anno).

Contro il Sassuolo, al 95’, ha segnato forse il rigore più perfetto che vedrete calciare in vita vostra. 

In Arabia Saudita a 25 anni, quando dovresti entrare nel prime della tua carriera, sarà stato deprimente. Se però pensavate fosse la fine della sua carriera, era invece solo la prima fine. Dopo tre anni lì, con 100 partite e 21 gol (quindi senza “rompere” il campionato arabo con il suo gioco à la Messi), Fetfatzidis è tornato in Grecia. Olympiacos (mezza stagione) poi Aris Salonicco, dove sembrava - finalmente - aver trovato il suo posto. Meno capelli, il fisico un po’ imbolsito, quel tipo di saggezza che prendono gli esterni molto tecnici dopo una certa età. Non era così: un altro anno e mezzo e Fetfatzidis fa di nuovo la valigia, questa volta per andare in Qatar, all’Al-Khor SC. Insomma, Fetfatzidis non sembra avere nessuna intenzione di trovare il suo posto, prediligere il contesto a un nuovo contratto. Cosa avrà fatto di così eccezionale in Qatar per farsi notare dalla SPAL di De Rossi? Cosa c’è dietro questa operazione? Nelle ultime giornate la sua SPAL si è schierata con il 3-4-2-1 e forse è alla ricerca di un po’ di imprevedibilità nel ruolo dietro alle punte. Sarà Fetfatzidis la risposta? Per scoprirlo non ci resta che guardare un po’ di Serie B, non ve ne pentirete.Nainggolan alla SPALQuello di Nainggolan alla SPAL, confermato dallo stesso club di Ferrara con un chiaro post su Instagram, sarebbe un movimento di mercato difficile da spiegare se non riguardasse il centrocampista belga. Un giocatore cioè che è sembrato scegliere quasi ogni tappa della sua carriera non come un professionista ma come un ragazzo che non riesce a staccarsi da casa, parola da prendere in tutte le sue sfumature semantiche. Lo scorso anno Nainggolan ha dichiarato di aver scelto la Roma invece del Napoli nel 2014 “per rispetto ai tifosi del Cagliari” (tra le due squadre c’è una rivalità che risale agli inizi degli anni ‘90 quando Daniel Fonseca passò dalla squadra sarda a quella campana). Poi per questa parte finale della sua carriera ha ripercorso tutti i suoi passi all’indietro. È tornato al Cagliari senza lasciare grandi tracce, poi addirittura all’Anversa, città che l’ha visto nascere e crescere. Qui Nainggolan si era detto cosciente di avere «una certa influenza sui ragazzini», di voler «dar loro i consigli giusti per poter evitare loro i problemi». Le cose ovviamente sono andate in maniera molto diversa. Qualche settimana dopo l’inizio della stagione è stato fermato dalla polizia con una patente non valida, perché non aveva fatto l’esame per riottenerla dopo che gli era stato comminato un divieto di guida. Poi pochi giorni dopo è stato fotografato mentre fumava in panchina. L’Anversa lo ha sospeso, lui ha continuato a rilasciare dichiarazioni adolescenziali, che scaldano il cuore per la loro ingenuità. Un anno fa, a Repubblica, ad esempio diceva: «Di me si sa tutto perché esco, mi vedi nei locali. C'è chi beve più di me, ma lo fa a casa e non lo sa nessuno». Durante la pausa per i Mondiali l’Anversa ha deciso di non reintegrarlo in prima squadra e di mettersi a lavoro per trovargli una destinazione già a gennaio. Nainggolan si è offerto diverse volte alla Roma (dove, dice lui, «c’è stata la luce più splendente della mia carriera: è lì che ho sentito le emozioni più forti»), alla fine un angolo di Roma, della sua Roma, lo ha trovato a Ferrara, dove adesso allena il suo ex compagno e amico Daniele De Rossi. È una storia davvero commovente, soprattutto per come Nainggolan parla di De Rossi, ma che se si guarda con un po’ di freddezza non può che lasciare il posto ad alcuni interrogativi: riusciranno a sostenere un rapporto allenatore-giocatore? Come farà De Rossi a mantenere un equilibrio nel rapportarsi con Nainggolan? Come vedranno il nuovo innesto i suoi compagni alla SPAL? La squadra di Ferrara è in acque minacciose (con 24 punti è solo a una lunghezza dalla zona retrocessione) e la situazione è meno tranquilla di quanto forse Nainggolan e De Rossi spererebbero. La speranza è che Nainggolan abbia mantenuto ancora un po’ della sua luce, come dice lui, e allora sì che in Serie B potrebbe fare una grande differenza. Federico Macheda all’Apoel NicosiaContinua il viaggio nella culla del classicismo di Federico Macheda: dopo Panathinaikos in Grecia e Ankaragücü in Turchia è la volta di Cipro. L’Apoel Nicosia è la squadra più importante dell’isola, con una storia lunga e affascinante. Quest’anno si gioca il titolo con l’AEK Larnaca e il Pasos FC e avrà pensato che Macheda può essere l’uomo in più. Effettivamente ha senso: in questo momento è la miglior difesa per distacco (con Belec tra i pali), ma solo il quinto attacco del campionato.

Il problema è che - storicamente - Macheda non ha mai segnato molto in carriera. Negli ultimi due anni in Turchia, per dire, i gol in totale sono stati 5. L’inganno è nato molti anni fa, precisamente il 5 aprile 2009, quando appena 17enne segnò un gol incredibile appena entrato in campo per far vincere il Manchester United di Cristiano Ronaldo, Scholes e compagnia bella contro l’Aston Villa; tre punti che saranno poi decisivi per la vittoria del titolo poche settimane dopo. Da quel momento abbiamo tutti creduto che sarebbe stato un ottimo attaccante, il nostro CR7. La realtà è andata molto diversamente dalla nostra fantasia, ma forse a Cipro non lo sanno. In ogni caso, qui da noi, a Macheda ci si crede ancora. Hyeon-gyu Oh al CelticAppena arrivato in Scozia, Hyeon-gyu Oh ha dichiarato di sentirsi come in un set cinematografico. Il riferimento era alla storia del Celtic, che non è nuovo a calciatori coreani (come Ki Sung-Yueng e Cha Du-Ri, che Hyeon-gyu Oh ha citato tra i giocatori che “rispetta di più”), e alla maestosità del Celtic Park, uno degli stadi più belli d’Europa, ma da fuori si potrebbe anche pensare alla citazione di un qualche film giapponese contemporaneo, magari Hyeon-gyu Oh pensava di essere in un film di Hirokazu Kore'eda. Il fatto è che, per quanto il Celtic come detto non sia di certo nuovo a giocatori asiatici, negli ultimi anni ha fatto letteralmente incetta di calciatori giapponesi, e oggi in rosa sono addirittura sei. Solo nelle ultime due stagioni sono arrivati a Glasgow Kyogo Furuhashi, Yosuke Ideguchi, Daizen Maeda, Yuki Kobayashi e Tomoki Iwata. L’ondata di giocatori giapponesi ha quasi sicuramente a che fare con l’allenatore australiano Ange Postecoglu che prima di approdare al Celtic ha allenato per tre stagioni lo Yokohama F. Marinos, dove tra l’altro ha ottenuto ottimi risultati (un titolo nazionale per una squadra che non lo vinceva da 15 anni). Novello Arsene Wenger, che all’inizio della sua carriera aveva allenato i Nagoya Grampus, Ange Postecoglu deve aver seminato bene durante il suo periodo in Giappone, soprattutto visto l’incredibile rendimento che sta avendo Furuhashi (ben 40 gol in 62 partite con la maglietta del Celtic in appena due stagioni).

L’acquisto di Hyeon-gyu Oh segna quindi una novità per il Celtic, l’espansione delle sue mire in Estremo Oriente, il superamento dello stretto di Tsushima. Hyeon-gyu Oh sembra essere un attaccante meno convenzionale di quanto la sua stazza massiccia non dica, ha una discreta tecnica e in Corea stava facendo buone cose (13 gol segnati nell’ultima stagione). Poco prima del Mondiale era stato convocato dalla Nazionale maggiore, esordendo a novembre, ma poi non era riuscito a farsi convocare. Chissà come andrà in Scozia, se il suo successo non segnerà una nuova fase coreana per il Celtic. E se la squadra scozzese diventasse la prima cosa a mettere d’accordo coreani e giapponesi?Nick Salihamidzic al Cosenza Nick Salihamidzic - figlio di Hasan Salihamidzic, detto “Brazzo”, ex Juventus e oggi direttore sportivo del Bayern Monaco - va al Cosenza in prestito per sei mesi. Se non è questa una notizia assurda, allora non sappiamo cosa possa esserlo. Nick ha 19 anni ma una carriera già votata al nomadismo: prima di approdare al Cosenza è stato 6 mesi in prestito ai Vancouver Whitecaps, con cui ha giocato 5 partite nella MLS Next Pro, che è una specie di campionato riserve della MLS. Coi capelli decolorati a ciocche, Nick Salihamidzic è un terzino come il padre e il suo cartellino è del Bayern Monaco, la squadra per cui lavora il padre. Potrebbe sembrare un caso non troppo grave di nepotismo, visto che - comunque - nelle giovanili tedesche ha giocato molto poco.

Il Cosenza al momento è ultimo in classifica, ma sappiamo come in Serie B le cose possono cambiare molto rapidamente. Difficile capire come un terzino senza presenze nei professionisti possa aiutare in queste situazioni, campionati in cui si dice l’esperienza sia tutto. Per Nick Salihamidzic può essere un bel bagno di realtà: passare dal mondo dorato delle giovanili del Bayern Monaco alla lotta per la salvezza in Serie B. Su come Roberto Gemmi, direttore sportivo del Cosenza, sia arrivato al figlio di “Brazzo” rimane un mistero, uno di quei collegamenti che è impossibile capire. Paolo Guerrero al Racing de AvellanedaQui solo per ricordarvi l’esistenza dell’attaccante col soprannome più pomposo della storia recente del calcio, Paolo Guerrero detto “El Depredador”. Un attaccante iconico che a 39 anni non ha ancora perso la voglia di giocare a calcio. Per dire quante ere calcistiche ha attraversato, Guerrero ha giocato nel Bayern Monaco insieme a Roy Makaay e Samuel Kuffour. Ha esordito col Perù ancora prima che esistesse YouTube. E ora come sta? Viene da un paio di stagioni scadenti all’Internacional, dopo una stagione da 20 gol nel 2019. La sua carriera sembra finita, ma è sembrata finita molte altre volte. Poi “El Depredador” è sempre tornato come se il tempo avesse uno sviluppo circolare. Per farvi capire, le sue migliori stagioni realizzative in carriera sono arrivate nel 2013, nel 2016, nel 2017 e nel 2019.

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