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I movimenti di mercato più assurdi della settimana
05 gen 2024
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Niente è random come il calciomercato di gennaio.
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Foto Cerro Porteño
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È tornato il calciomercato di gennaio, poteva non tornare questa rubrica che celebra l'assurdo, il grottesco, l'impensabile che porta con sé uno stringato comunicato stampa di una squadra? La sessione invernale, lo sappiamo, è spesso il regno della disperazione, e con la disperazione arriva la stravaganza: squadra che si buttano su giocatori di cui non hanno bisogno, prestiti di cui si pentiranno nel momento in cui atterreranno, giocatori di dubbio gusto. Per dire, non è passata nemmeno una settimana di calciomercato e siamo già qui a dover fare una selezione dei migliori. Dean Huijsen alla RomaDi Dean Huijsen si parla bene da un po’ e sembrava che già da quest’anno potesse entrare nelle rotazioni difensive della Juventus, anche visti gli infortuni di Danilo e Alex Sandro. Non è però successo - ha giocato appena pochi minuti contro il Milan - e allora sembrava che i bianconeri l’avessero promesso al Frosinone, come già Enzo Barrenechea e Matias Soulé, altri prodotti del vivaio. È così che va, da che mondo è mondo: i giovani promettenti che non trovano spazio nelle grandi squadre vengono mandati in prestito in contesti meno competitivi, con meno pressioni addosso e la possibilità di fare esperienza.

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Poi, però, nei giorni scorsi si è infilata nell’affare la Roma che prima ha convinto il giocatore e poi la Juventus. La squadra di Mourinho ha disperatamente bisogno di difensori (Smalling è disperso, N’Dicka partirà a breve per la Coppa d’Africa) e, per ragioni legate all’agreement con la UEFA, può spendere meno di due milioni sul mercato. L’idea di prendere in prestito secco un 18enne con 12 minuti giocati in Serie A rimane però piuttosto difficile da capire. Huijsen è pronto per giocare tanti minuti in una squadra che cerca un posto tra le prime quattro e di vincere l’Europa League? È pronto alle pressioni di una piazza estrema, nel bene e nel male? Mourinho è stato in grado di valorizzare diversi giovani in questi anni alla Roma, ma erano giovani del vivaio, prodotti dell’identità giallorossa che era sensato provare a far crescere. Se Huijsen va male, è una scommessa persa malamente; se va bene, hai valorizzato un calciatore di una tua rivale, se non diretta quest’anno, una storica. C’è da dire che il suo arrivo è stato fortemente voluto dall’allenatore portoghese e che Huijsen è reduce da una grande stagione in Serie C con la Juventus U23 e che secondo molti scout è già pronto per questi livelli.

Forse, il passaggio in concomitanza - non ancora certo - di Cherubini dalla Roma alla Juventus, può lasciar intendere che in estate le due squadre potrebbero anche rivedere l’affare, che magari Huijsen possa diventare un calciatore della Roma a tutti gli effetti. Così forse avrebbe un senso più ampio, altrimenti è difficile non vederci una scommessa con pochissimo futuro, un ulteriore segno delle difficoltà sul mercato dei giallorossi. Van de Beek all’Eintracht FrancoforteNegli ultimi due anni van de Beek ha giocato 15 partite. La sua presenza appartiene a un’era diversa della nostra memoria: cosa stavate facendo, cosa stavate sognando, quando Donny van de Beek era lo shadow striker dell’esaltante Ajax di Ten Hag? Un giocatore squisitamente olandese, amante dello spazio più che della palla, in grado di darti l’impressione che il calcio nasca dalla testa, come una serie di scelte corrette. Il suo stile di gioco somigliava molto a quello di Davy Klaassen, numero 10 incursore con un grande istinto nella finalizzazione. Davy Klaassen, ma senza trapianto di capelli. I club europei hanno provato a rimanere scettici, ma a un certo punto era troppo difficile. A 23 anni era andato in doppia cifra per tre stagioni consecutive, 40 gol in tre anni. A cascarci, come sempre, il Manchester United, che genera il dilemma aristotelico: il fallimento di van de Beek nasce da sé stesso o è il fallimento del Manchester United ad averlo generato? Oggi passa all’Eintracht Francoforte in prestito con diritto di riscatto. È ancora troppo giovane per non pensare che possa recuperare la sua carriera, ma al contempo: da dove iniziare? Non gli sarebbe convenuto tornare all’Ajax? Certi giocatori possono essere felici solamente all’Ajax?Juan Brunetta al TigresA giugno Juan Brunetta ha rilasciato un’intervista a Di Marzio per provare a vendersi sul mercato italiano: “dal pianista al mago: la rinascita di Brunetta”. Nell’intervista sogna di tornare in Europa, dice che il Parma merita la Serie A, cerca di levigare un’immagine un po’ buffa che si era costruito nel nostro Paese, dove ha pagato senza dubbio un nome troppo simile a un ex ministro. «In Messico sono molto contento, ho trovato un calcio dinamico e un campionato competitivo. Mi sono adattato subito alla città e alla squadra. Dopo 2 anni in Italia sono arrivato qui con un’esperienza importante. Il Santos Laguna ha strutture di primo livello e ho ritrovato fiducia, mentre al Parma non ho avuto molte possibilità e ho perso sicurezza». In una stagione e mezzo ha messo insieme 19 gol e 20 assist, possiamo definirlo “Il Messi del campionato messicano”? Intanto è il grande acquisto del calciomercato del Tigres.Vagner Love all’Atletico GoianienseIl calciomercato ha anche quel valore astratto della madeleine. Leggi Vagner Love e ripensi all’estate del 2007, al suo nome ammiccante e alle perline intrecciate nei suoi capelli, alla tua gioventù. Oggi, però, è il 2024. Quante cose sono cambiate per te e Vagner Love? Molte, ma non tutte. Vagner Love non ha più tutti quei capelli, anzi non ne ha proprio più; il fisico è imbolsito e gli occhi un po’ spenti. Vagner Love però è ancora un calciatore e la cosa, in qualche modo, ti fa piacere, come rincontrare quel vecchio amico a Natale in piazza, tutti e due pronti per andare a pranzo da vostra madre. In questi giorni è passato dallo Sport Recife all’Atletico Goianiense.

Juan Iturbe al Cerro Porteño Il Cerro Porteño ha presentato Manuel Iturbe come se fosse una macchina veloce, una di quelle che vedi nella saga di Fast & Furious, quella velocità coatta dei bolidi cromati. Volendo forzare il paragone, l’Iturbe ideale dava un po’ quell’idea lì: un calciatore basso e compatto, con delle gambe che volavano, lo sguardo sfrontato di chi non ha paura dei difensori più grossi. Oggi, però, è difficile dire quanto di quell’Iturbe-macchina sia rimasto. A vedere le sue ultime stagioni, è facile dire poco: negli ultimi 6 mesi 5 presenze e 0 gol col Gremio, prima due anni dimenticabili all’Aris Salonicco. Prima ancora una lunga fase messicana, anche quella con più ombre che luci.

Al Cerro Porteño, Iturbe ha iniziato la carriera da professionista, e allora questo suo ritorno sa un po’ di chiusura del cerchio, di quei giocatori che come i salmoni tornano a morire dove sono nati (non sono sicuro questa informazione sia vera, ma avete capito la metafora). Iturbe torna a casa dopo un viaggio che è sembrato quello di Ulisse per Itaca. Il volto è segnato dalla fatica, il corpo martoriato dagli infortuni. La velocità, c’è da credere, non è più quella di un tempo. Casa però è casa e speriamo che - se qualcosa dentro al serbatoio di Iturbe c’è ancora - possa regalarlo ai tifosi del Cerro Porteño. Mattia Gagliardi al Miami FC

Mattia Gagliardi ha 19 anni ed è nato a Roma. Dopo aver iniziato a giocare a calcio nella Capitale nella Nuova Tor Tre Teste, e poi alla Vigor Perconti, nel 2020 si è trasferito nelle giovanili dell’Ascoli. Dopo due anni, nel 2022 è passato al Potenza in Serie C. Qui Gagliardi non ha mai giocato in prima squadra rimanendo nelle giovanili e a ottobre del 2023 è stato ceduto al Sora, in Serie D. Qui, il primo novembre, ha segnato il suo primo gol tra i professionisti e ha iniziato a giocare con regolarità. Poteva essere l’inizio di un’onesta carriera nel medio livello del calcio italiano? Poteva ambire a essere una di quelle storie alla Di Lorenzo, dalla D alla Nazionale? Appena prima della fine dell’anno, però, Gagliardi è passato dal Sora al Miami FC (da non confondere con l’Inter Miami di Messi). Il Miami FC milita nella USL Championship, diciamo il secondo livello del calcio negli Stati Uniti, anche se senza retrocessioni e promozioni la differenza è meno piramidale. Come si finisce a fare il viaggio Sora-Miami? La connessione qui è - o almeno dovrebbe essere - Antonio Nocerino. L’ex Milan infatti l’anno scorso allenava le giovanili del Potenza - e, quindi, Mattia Gagliardi - ma in estate è diventato l’allenatore del Miami FC. Proprio lui, allora, potrebbe (dovrebbe) aver voluto Gagliardi a Miami. D’altronde il club è storicamente vicino all’Italia (Nesta è stato il primo allenatore, Maldini è stato tra i fondatori) e spesso schiera calciatori italiani. Gagliardi raggiunge un altro italiano, Claudio Repetto, e, insieme a lui, qualche giorno prima, ha fatto lo stesso percorso Rocco Genzano, anche lui proveniente dalle giovanili del Potenza. Se passate da quelle parti, allora, sappiate che c'è un po' di Italia a Miami da tifare.

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